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L'Associazione Calcio Milan S.p.A., nota anche come A.C. Milan o Milan, è una società calcistica italiana con sede nella città di Milano, fondata il 13 dicembre 1899. La squadra milita nella Serie A del campionato italiano di calcio, dove ha giocato pressoché stabilmente: dalla sua introduzione nella stagione 1929-1930, infatti, ha partecipato a 82 campionati di Serie A a girone unico su 84. L'Associazione Calcio Milan è una società del Gruppo Fininvest dal 1986. La carica di presidente del club è vacante dall'8 maggio 2008, in quanto l'assunzione dell'incarico di presidente del Consiglio da parte di Silvio Berlusconi ha determinato le sue dimissioni dalla massima carica sociale del Milan. Il vicepresidente vicario e amministratore delegato della società è Adriano Galliani e dal 2012 lo stesso Berlusconi è presidente onorario del club.
È la terza squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati (18, a pari merito con il Boca Juniors e alle spalle di Real Madrid e Al-Ahly a quota 21 e 20); in bacheca figurano 3 Coppe Intercontinentali, una Coppa del mondo per club FIFA, 5 Supercoppe europee, 7 Coppe dei Campioni/Champions League e 2 Coppe delle Coppe. Il club figura al ventiduesimo posto della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata in base ai risultati ottenuti nelle competizioni UEFA per club nell'ultimo quinquennio. Se in ambito internazionale è la squadra italiana con più successi e la prima ad aver vinto la Coppa dei Campioni (nel 1962-1963), in ambito italiano il Milan è il terzo club più titolato, dopo Juventus e Inter, avendo vinto 18 scudetti, 5 Coppe Italia e 6 Supercoppe italiane. Complessivamente, con 47 trofei ufficiali vinti, è il secondo club più titolato dietro alla Juventus. È stata inoltre la prima squadra a vincere, nel 1991-1992, il campionato italiano a girone unico senza subire sconfitte, eguagliata dalla Juventus nel 2011-2012.
Un sondaggio d'opinione della società Demos & Pi del settembre 2015 colloca il Milan al terzo posto per numero di sostenitori in Italia, col 14% di preferenze.
Dagli esordi al secondo dopoguerra
Il 16 dicembre 1899, grazie all'iniziativa di un gruppo di inglesi e
italiani animati dalla passione per il football nacque il Milan Cricket
and Football Club. La fondazione del club, che vide come primo
presidente Alfred Edwards e fra i soci fondatori Barnett, Allison,
Nathan, Davies e Herbert Kilpin, fu resa pubblica due giorni più tardi,
lunedì 18 dicembre, da La Gazzetta dello Sport.
Nel gennaio 1900 il club fu affiliato alla Federazione Italiana
Football e in aprile la squadra fece il suo esordio ufficiale contro
l'FC Torinese nelle semifinali del campionato 1900. Il 27 maggio dello
stesso anno vinse la Medaglia del Re grazie al 2-0 ottenuto contro la
Juventus.
L'anno seguente il Milan fu subito campione d'Italia, interrompendo la
serie di vittorie consecutive del Genoa sconfitto in finale per 3-0.
Per il bis occorse aspettare il 1906, quando ad essere sconfitta fu la
Juventus al termine di una contestata finale. Nel 1907 arrivò il terzo
successo, grazie al primo posto nel Girone Finale a cui parteciparono
Torino e Andrea Doria.
Nonostante i successi, nel 1908 nacque un dissidio interno alla società
riguardo l'opportunità di tesserare giocatori stranieri e un gruppo di
soci lasciò i rossoneri per fondare un nuovo sodalizio, il Football
Club Internazionale Milano. Dopo la separazione il Milan sfiorò lo
scudetto nel 1911 e nel 1912, mentre nel 1916 i rossoneri misero in
bacheca la Coppa Federale. Nelle stagioni seguenti la squadra vinse due
volte i campionati regionali ma non riuscì ad ottenere successi nelle
fasi nazionali.
Nel 1919 la denominazione originale di Milan Football and Cricket Club
fu mutata in Milan Football Club. Il nuovo nome fece da preludio a un
lungo periodo buio, durante il quale i diavoli pur rimanendo sempre in
massima serie ottennero solo piazzamenti a metà classifica non andando
mai oltre il terzo posto, ottenuto nel 1937-1938 (a tre punti
dall'Inter campione) e nel 1940-1941 (a cinque punti dal Bologna
vincitore). Le stelle di quest'epoca furono Aldo Boffi e Giuseppe
Meazza.
Nel 1926 si inaugurò lo stadio di San Siro, costruito dal presidente
Piero Pirelli e che, fino al 1948, ospitò solo il Milan, dato che
l'Inter avrebbe giocato all'Arena Civica.
Nel 1936 la società mutò la denominazione in Milan Associazione
Sportiva, mentre nel 1939 le autorità fasciste imposero
l'italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano. Dopo la
seconda guerra mondiale la squadra tornò alla vecchia denominazione.
Nacque così, nel 1945, l'Associazione Calcio Milan.
Gli Anni Cinquanta e Sessanta
Nell'immediato dopoguerra la squadra rossonera ripartì con il quarto
posto del 1946-1947 a cui la stagione successiva seguì per la prima
volta il titolo simbolico di "campione d'inverno". Lo scudetto arrivò
invece nel 1950-1951 dopo 44 anni di attesa insieme alla prestigiosa
Coppa Latina del 1951, grazie ai gol del trio d'attacco svedese
Gre-No-Li, alle parate di Buffon e alla guida tecnica dell'ungherese
Lajos Czeizler. Negli anni seguenti si unirono alla squadra altri
campioni come Schiaffino, Bagnoli, Radice e Cesare Maldini, che furono
fra i protagonisti delle vittorie nella Coppa Latina 1956 e di altri 3
campionati (1954-1955, 1956-1957 e 1958-1959), guidati dal capitano
Nils Liedholm. Nel 1958 il Milan raggiunse per la prima volta la finale
di Coppa dei Campioni, perdendo però per 3-2 ai supplementari contro il
grande Real Madrid, vincitore delle prime cinque edizioni consecutive
del trofeo.
Per vedere il primo successo continentale dei rossoneri occorse
aspettare il 1963. L'anno precedente il Milan aveva vinto il suo ottavo
titolo nel 1961-1962 con Nereo Rocco in panchina, il capocannoniere
José Altafini in attacco e un giovane Gianni Rivera in campo. E furono
le reti di Altafini a spingere il Milan sino alla vittoria per 2-1
nella finale contro il Benfica nello stadio di Wembley. Fu il capitano
Cesare Maldini a sollevare la prima Coppa dei Campioni vinta da una
squadra italiana.
Nel 1964 i rossoneri, con Viani in panchina dopo il passaggio di Rocco
al Torino, persero per 1-0 la Coppa Intercontinentale al termine della
partita decisiva giocata al Maracanã contro il Santos di Pelé. Questa
fu l'ultima stagione sotto la presidenza di Andrea Rizzoli, che si
dimise dopo nove anni al timone del club in cui vinse 4 scudetti, una
Coppa Latina, una Coppa dei Campioni ed edificò il centro sportivo di
Milanello.
All'abbandono di Rizzoli seguirono alcune stagioni opache, che videro
come unico successo la Coppa Italia 1967. Un intervallo reso ancora più
amaro dalle contemporanee vittorie dei cugini dell'Inter guidati dal
mago Herrera. Fu il ritorno in panchina di Rocco ad interrompere questo
digiuno e nel 1967-1968 i rossoneri conquistarono il nono scudetto,
oltre alla Coppa delle Coppe 1968 battendo nella finale di Rotterdam
l'Amburgo grazie ad una doppietta di Kurt Hamrin. Nel campionato
successivo, quello del 1968-1969 il Milan giunse secondo in campionato
alle spalle della Fiorentina ma vinse la seconda Coppa dei Campioni
battendo per 4-1 nella finale di Madrid l'Ajax. E nel 1970 arrivò anche
la prima vittoria nell'Intercontinentale grazie alla vittoria nella
doppia finale contro gli argentini dell'Estudiantes (3-0; 1-2). A
questi successi di squadra si aggiunse anche la vittoria di Rivera nel
Pallone d'oro 1969, primo italiano a riuscirvi.
Gli Anni Settanta e Ottanta
Gli anni settanta si aprirono con tre secondi posti consecutivi in
campionato, tutti ottenuti dopo aver subito brucianti rimonte da parte
di Inter (1970-1971) e Juventus (1971-1972, 1972-1973). In particolare
nel 1972-1973 i rossoneri persero un campionato che sembrava già vinto
a causa di un'amara sconfitta nella "Fatal Verona". I secondi posti in
campionato furono però compensati dalla vittoria di 2 Coppe Italia
(1971-1972, 1972-1973) e della seconda Coppa delle Coppe.
In questo periodo si stabilirono nei vari settori della curva sud dello
Stadio di San Siro i primi nuclei di tifo organizzato a supporto della
squadra rossonera: fra i principali si ricordano la Fossa dei Leoni
(nato nel 1968 e scioltosi nel 2005), Commandos Tigre (1967) e Brigate
Rossonere (1975).
Il caos societario che vide alternarsi al vertice della società ben 7
presidenti in poco più di 10 anni non aiutò la squadra a mantenere una
certa continuità di risultati, e il Milan, fra il 1973 e il 1978,
attraversò una serie di stagioni non esaltanti durante le quali si
mantenne sempre nelle posizioni di bassa classifica. L'arrivo di Nils
Liedholm in panchina e il 4° posto nel torneo 1977-1978 fecero da
preambolo alla vittoria del decimo titolo nel 1978-1979. La squadra,
guidata in campo da un Rivera alla sua ultima stagione da calciatore,
vinse la concorrenza dell'ostico Perugia di Castagner e mise finalmente
in bacheca l'agognato "scudetto della stella".
Gli anni ottanta si aprirono invece con la prima retrocessione in Serie
B a seguito dello scandalo del calcio scommesse, malgrado il terzo
posto finale a cinque punti dall'Inter campione. Il pronto ritorno
nella massima serie vincendo il campionato di Serie B 1980-1981 fu solo
momentaneo, e nel campionato 1981-1982 i rossoneri retrocessero
nuovamente, questa volta sul campo, a seguito di una stagione
fallimentare (24 punti in 30 partite). Ancora una volta il ritorno in A
fu immediato, e il Milan tornò ad assestarsi stabilmente nella massima
serie senza però più riuscire ad inserirsi nelle posizioni di vertice.
Al termine della stagione 1985-1986 la situazione precipitò nuovamente:
a seguito di alcune ispezioni della Guardia di Finanza la società
risultò fortemente indebitata e a rischio fallimento. Fu l'imprenditore
milanese Silvio Berlusconi a rilevare la squadra dal presidente Farina
il 20 febbraio 1986 e a ripianianare il deficit economico. Le ambizioni
di successo del nuovo presidente furono confermate da una campagna
acquisti finalmente all'altezza del blasone rossonero: arrivarono
Donadoni, Massaro, Galli e Galderisi. Dopo una prima stagione di
transizione che vide l'esonero di Nils Liedholm e il quinto posto
finale, nel 1987 il Milan scelse di puntare sul giovane tecnico Arrigo
Sacchi. Ai campioni già presenti in rosa si aggiunsero i due
fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit (Pallone d'oro
1987). Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra ad una
esaltante rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Il successo in
campionato fece da preambolo ad un triennio d'oro in cui i rossoneri si
aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe
europee (1990, 1991), due Coppe Intercontinentali (1990, 1991) e una
Supercoppa italiana (1989).
Gli Anni Novanta e Duemila
La serie di successi in Europa si interruppe il 20 marzo 1991, nella
partita di ritorno dei quarti di finale di Coppa dei Campioni, giocata
contro l'Olympique Marsiglia. Il Milan, in svantaggio per 1-0, uscì dal
campo dopo lo spegnimento di uno dei riflettori dello stadio su
richiesta di Adriano Galliani che riteneva impossibile continuare a
giocare per via della scarsa visibilità. La funzionalità del riflettore
venne ripristinata ma il Milan non tornò in campo, venendo penalizzata
con una sconfitta a tavolino e con la squalifica per un anno dalle
coppe europee per comportamento antisportivo. Si chiuse così il ciclo
di Sacchi che a fine stagione lasciò la panchina a Fabio Capello per
diventare commissario tecnico della Nazionale italiana.
Fuori dalle competizioni europee, il Milan potè concentrarsi
completamente sul campionato 1991-1992, che vinse con largo anticipo e,
prima squadra italiana a riuscire in questa impresa, senza subire
nemmeno una sconfitta. L'anno successivo il ritorno nella Coppa dei
Campioni, con il nuovo nome di UEFA Champions League, vide il Milan
sconfitto in finale ancora dall'Olympique Marsiglia, mentre in campo
nazionale si aggiudicò il secondo scudetto di fila e la Supercoppa
italiana. Il 1993-1994 fu, invece, un'annata memorabile, impreziosita
dal double scudetto-Champions League, coronato dalla Supercoppa
italiana. Perse invece contro il Parma la Supercoppa UEFA e contro il
San Paolo la Coppa Intercontinentale, competizioni disputate al posto
dell'Olympique Marsiglia, detentrice della Champions League ma
squalificata per illecito sportivo. L'anno seguente il Milan raggiunse
per il terzo anno di fila la finale della massima competizione europea,
ma fu sconfitto dal giovane Ajax di Louis van Gaal. Anche la Coppa
Intercontinentale sfuggì dalle mani dei rossoneri per andare agli
argentini del Vélez Sársfield, vittoriosi per 2-0 nella finale di
Tokyo. A salvare il bilancio della stagione fu la doppietta di vittorie
nelle Supercoppe europea e italiana. Al termine della stagione
1995-1996, conclusa con la vittoria del quarto scudetto in cinque anni,
Capello lasciò la panchina della squadra rossonera all'uruguaiano Oscar
Tabárez.
L'arrivo di Tabárez aprì un biennio di crisi, durante il quale si
alternarono senza successo sulla panchina del Milan anche i rientranti
Sacchi e Capello. A riportare in via Turati il tricolore fu Alberto
Zaccheroni, che nel 1998-1999 completò alla penultima giornata
un'inopinata rimonta sulla Lazio, grazie a sette vittorie consecutive
negli ultimi sette turni. Il terzo posto nel campionato successivo e le
due eliminazioni consecutive in Champions League portarono, però,
all'esonero del tecnico romagnolo, che fu sostituito da Cesare Maldini
e Mauro Tassotti a due mesi dal termine della stagione 2000-2001. Nel
2001-2002, dopo la breve e sfortunata parentesi del turco Fatih Terim,
arrivò sulla panchina del Milan l'ex calciatore rossonero Carlo
Ancelotti, che l'anno seguente inaugurò un nuovo ciclo di vittorie
riportando nella bacheca rossonera la UEFA Champions League che mancava
da quasi dieci anni e la prima Coppa Italia dell'era Berlusconi.
Alla vittoria in Champions seguirono nel 2003-2004 il diciassettesimo
scudetto e la quarta Supercoppa europea. Sono del 2004-2005 la vittoria
della Supercoppa italiana, il secondo posto in campionato e la
sconfitta-beffa nella finale di Champions League contro il Liverpool,
che rimontò dallo 0-3 e vinse ai rigori. Al termine del campionato
2005-2006, concluso al secondo posto, il Milan fu coinvolto nello
"scandalo Calciopoli". Subì una penalizzazione di trenta punti che lo
relegò al terzo posto e un'ulteriore penalizzazione di 8 punti da
scontare nel campionato successivo. Il 2006-2007 vide quindi il Milan
subito fuori dalla lotta scudetto ma protagonista in Europa, dove
giunse nuovamente in finale contro gli inglesi del Liverpool. Stavolta,
però, la doppietta di Inzaghi valse ai rossoneri la conquista del loro
settimo trofeo. Nel 2007-2008 il Milan, nonostante le vittorie nella
Supercoppa europea e nella Coppa del Mondo per club, fu eliminato agli
ottavi di finale in Champions League e in campionato non riuscì ad
andare oltre il quinto posto, mancando quindi la qualificazione per il
massimo torneo continentale.
La stagione seguente, che ha segnato il ritiro di Paolo Maldini e ha
visto il Milan giocare in Coppa UEFA, dove è stato eliminato ai
sedicesimi di finale per mano del Werder Brema, e concludere al terzo
posto in Serie A, è stata l'ultima con Ancelotti e Kaká: il primo è
passato alla guida del Chelsea, il secondo è stato ceduto al Real
Madrid per 67,2 milioni di euro (dei quali 2,7 versati al San Paolo per
diritti di formazione).
Dal 1º giugno 2009 il ruolo di tecnico è stato assunto da Leonardo,[55]
alla prima esperienza da allenatore. Dopo una sola stagione, conclusa
con il terzo posto in campionato, il tecnico brasiliano il 14 maggio
2010, nella conferenza stampa precedente l'ultima giornata del
campionato 2009-2010, ha annunciato il suo addio alla società dopo 13
anni nei quali ha vestito i panni di calciatore, dirigente e, infine,
allenatore.
Il 25 giugno 2010, tramite un comunicato apparso sul sito ufficiale, il
Milan ha annunciato l'ingaggio dell'allenatore livornese Massimiliano
Allegri.
Gli anni Duemiladieci
A Leonardo è successo il livornese Massimiliano Allegri, che nella prima stagione da allenatore ha condotto la squadra rossonera, trascinata dai gol del neoacquisto Zlatan Ibrahimovic, alla conquista del 18º scudetto della propria storia. Nella stagione 2011-2012 la squadra ha conquistato la sua sesta Supercoppa italiana, battendo a Pechino l'Inter per 2-1, ma non è riuscita a ripetersi in campionato, classificandosi seconda alle spalle della Juventus. Dopo un terzo posto in campionato nella stagione seguente, la crisi di risultati ha portato all'esonero di Allegri, avvicendato prima dal vice allenatore Mauro Tassotti e poi dall'ex calciatore rossonero Clarence Seedorf.
Né Seedorf, né Inzaghi, subentrato sulla panchina rossonera nella stagione 2014-2015, terminata al 10º posto in classifica, riescono a risollevare le sorti della squadra; pertanto la società rossonera decide di cambiare nuovamente il tecnico, affidando la panchina al serbo Sinisa Mihajlovic. Il 12 aprile 2016, a sei giornate dal termine del campionato, Mihajlovic viene esonerato e sostituito da Cristian Brocchi, già tecnico della Primavera rossonera che, senza aver conseguito alcun obiettivo, a fine stagione rimette il suo mandato.
A partire dal 1º luglio la squadra viene affidata a Vincenzo Montella; dopo 36 anni trascorsi fra campo e panchina anche Mauro Tassotti saluta il Milan.
Colori e sfondo
Durante tutta la sua storia il Milan ha avuto come colori distintivi il
rosso e il nero. Tali colori furono scelti, come disse Kilpin, per
rappresentare il fuoco dei diavoli milanisti (rosso) e la paura degli
avversari nell'affrontarli (nero).
I giocatori indossano una maglia a strisce rosse e nere, motivo per il
quale fu dato loro il soprannome di rossoneri, pantaloncini bianchi e
calzettoni neri. La divisa di trasferta è sempre stata di colore
bianco. Tale divisa è considerata dai tifosi milanisti portafortuna
nelle finali di Coppa dei Campioni/Champions League, avendo il Milan
vinto 6 finali su 8 con il completo bianco (perse solo contro l'Ajax
nel 1995 e contro il Liverpool nel 2005) e solo una su 3 con la maglia
rossonera. La terza maglia, invece, cambia ogni anno ma viene usata
raramente.
Per diversi anni il logo del Milan fu semplicemente la bandiera di
Milano. Un altro soprannome che deriva dai colori della società è Il
Diavolo e di conseguenza come logo della società fu usata anche
l'immagine di un diavolo rosso alla destra di una stella,
riconoscimento della vittoria di 10 scudetti. Attualmente lo stemma
riporta i colori sociali rosso e nero a sinistra e la bandiera del
Comune di Milano (una croce rossa su sfondo bianco) sulla destra, con
l'acronimo ACM sopra e l'anno della fondazione (1899) sotto.
Dal 16 febbraio 2006 il Milan ha una mascotte ufficiale, disegnata
dalla Warner Bros: Milanello, un diavolo rosso con la divisa rossonera
e un pallone da calcio.
Stadio
Nei primi anni dopo la sua nascita il Milan giocò le partite casalinghe
in diversi campi. Dal 1900 al 1903 il Trotter (oggi Stazione Centrale),
dal 1903 al 1905 l'Acquabella (oggi Piazzale Susa), inaugurato il 15
marzo 1903 con l'amichevole Milan-Genoa 0-0, dal 1906 al 1914 il Campo
Milan di Porta Monforte (poi Campo di Via Fratelli Bronzetti, dopo il
cambio dell'ingresso da via Sottocorno a via Fratelli Bronzetti), dal
1914 al 1920 il Velodromo Sempione, da settembre a novembre 1919 il
Campo Pirelli (zona Bicocca) e dal 1920 al 1926 il campo in Viale
Lombardia (attuale Viale Campania). Il Milan giocò anche all'Arena
Civica, campo dell'Ambrosiana-Inter, saltuariamente tra il 1908 e il
1914 e poi dal 1941 al 1949.
Attualmente il Milan gioca le partite casalinghe nello Stadio Giuseppe
Meazza, noto soprattutto come San Siro, dal nome del quartiere di
Milano in cui sorge.
La costruzione dello stadio iniziò nel dicembre 1925 per volere di
Piero Pirelli, allora presidente rossonero, e il nuovo impianto fu
ufficialmente inaugurato il 19 settembre dell'anno seguente con una
partita tra Milan e Inter (6-3 per i nerazzurri). Dal 1935 è di
proprietà del Comune di Milano e nel 1980 fu intitolato a Giuseppe
Meazza, ex calciatore di entrambe le società milanesi nonché della
Nazionale italiana.
L'impianto viene usato dal 1948 insieme all'Inter. Ha una capienza di
80.074 posti e viene classificato dalla UEFA tra gli stadi élite.
Il campo di allenanamento del Milan, invece, è il centro sportivo di
Milanello, in provincia di Varese, inaugurato nel 1963.
Record e statistiche
In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il
15 aprile 1900, il Milan ha disputato 98 campionati di massima serie
(75 campionati di Serie A, 14 di Prima Categoria Nazionale, 5 di Prima
Divisione e 4 di Divisione Nazionale) e 2 di Serie B, mentre per 3
volte non superò le eliminatorie regionali lombarde (1905, 1909 e
1913/14). I rossoneri hanno vinto il campionato per 17 volte, in 15
casi si son classificati secondi e 21 volte terzi; in 103 stagioni
sportive, la società è arrivata dunque sul podio nel 51% dei casi.
Nel corso delle partite ufficiali finora disputate, la miglior vittoria
del Milan in casa è il 13-0 del 4 ottobre 1914 contro l'Audax Modena
(Prima Categoria 1914/15), mentre in trasferta è il 10-0 del 21 ottobre
1919 contro l'Ausonia (Prima Categoria 1919/20). La peggiore sconfitta
casalinga, invece, è lo 0-8 subito contro il Bologna il 5 novembre 1922
(Prima Divisione 1922/23) mentre fuori casa per tre volte il Milan
perse con sei reti di scarto: un 2-8 contro la Juventus (10 luglio
1927, Divisione Nazionale 1926/27) e due 0-6, uno sempre contro i
bianconeri (25 ottobre 1925, Prima Divisione 1925/26) e l'altro contro
l'Ajax (16 gennaio 1974, Supercoppa UEFA).
Paolo Maldini, attuale capitano del Milan e detentore del record di
presenze in maglia rossonera.L'avversario affrontato più volte dal
Milan in gare ufficiali è la Juventus (200 volte), seguita dall'Inter
(199 incontri) e dal Torino (187 incontri). I bianconeri sono i più
classici sfidanti dei rossoneri nella massima serie nazionale: 179
sfide a partire dalla prima partita disputata in semifinale il 28
aprile 1901 a Torino. Negli scontri diretti in gare ufficiali il Milan
è in vantaggio contro tutti gli avversari italiani con tre uniche
eccezioni: la Juventus (61 vittorie e 70 sconfitte), l'Alessandria (15
vittorie e 16 sconfitte) e la Pro Vercelli (13 vittorie e 14
sconfitte). I campi dove non ha vinto nella Serie A a girone unico sono
due: Avellino (8 partite disputate, con 3 pareggi e 5 sconfitte) e
Lecco (3 partite disputate, con altrettanti pareggi).
A livello nazionale i rossoneri detengono numerosi record, fra cui
quello per la più lunga serie di gare imbattuto nel campionato di Serie
A (58 partite), per la più lunga permanenza in vetta al massimo
campionato italiano (72 giornate, dal 6 ottobre 1991 al 31 ottobre
1993), per la vittoria in trasferta più larga in Serie A (Genoa-Milan
0-8 nel 1954/55 a parimerito con Venezia-Padova 0-8 del campionato
1949/50), quello di vittorie nella classifica marcatori della Serie A a
girone unico (16 volte) e di imbattibilità del portiere, stabilito da
Sebastiano Rossi nel campionato di Serie A 1993/94 (929 minuti).
Il Milan è inoltre l'unica squadra italiana ad aver vinto un campionato
di Serie A senza subire una sola sconfitta. Accadde nella stagione
1991/92, la prima con Fabio Capello come allenatore, conclusa con 22
vittorie e 12 pareggi in 34 partite, segnando 74 reti e subendone
solamente 21. In precedenza solo il Perugia, nella stagione 1978/79,
era riuscito a concludere il campionato italiano di massima divisione
senza sconfitte, ma arrivando secondo, proprio dietro il Milan.
A livello di coppe nazionali il Milan ha disputato 12 tra finali e
gironi finali di Coppa Italia (con 5 vittorie) e 8 finali di Supercoppa
italiana (5 vittorie) per un totale di 20 finali. Solo la Juventus ha
fatto altrettanto, avendo disputato 13 finali di Coppa Italia e 7
finali di Supercoppa italiana, per un totale di 20.
Il Milan ha vinto sette Coppe dei Campioni/Champions League, record
italiano e secondo posto europeo dietro il Real Madrid.Il Milan è al
primo posto nella classifica dei club vincitori di trofei
internazionali: 18 (7 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe
delle Coppe, 5 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa
del Mondo per club), a parimerito con il Boca Juniors. La squadra ha
disputato 29 finali nelle principali competizioni internazionali, un
record: 11 in Coppa dei Campioni/Champions League (7 vittorie), 3 in
Coppa delle Coppe (2 vittorie), 7 in Supercoppa europea (5 vittorie), 8
in Coppa Intercontinentale/Coppa del Mondo per club (4 vittorie). Nella
stagione 1993/94 la squadra rossonera ha giocato le finali della
Supercoppa europea (contro il Parma) e della Coppa Intercontinentale
(contro il San Paolo) per delibera della UEFA in seguito all'esclusione
per illecito dell'Olympique Marsiglia, campione d'Europa 1992/93.
In ambito internazionale, gli avversari più classici sono il Real
Madrid e il Barcellona (11 incontri), seguiti dall'Ajax e dal Bayern
Monaco (10 incontri) e dal Porto (9 incontri). I rossoneri non hanno
mai vinto al Bernabéu, così come i madrileni non si sono mai imposti a
San Siro.
A livello individuale, il giocatore con il maggior numero di presenze
in rossonero è Paolo Maldini, con 893 partite disputate in 25 stagioni
dal 1984 al 2009. Seguono Franco Baresi (719 presenze, 20 stagioni),
Alessandro Costacurta (663 presenze, 21 stagioni), Gianni Rivera (658
presenze, 19 stagioni) e Mauro Tassotti (583 presenze, 17 stagioni). Il
capocannoniere di tutti i tempi è invece lo svedese Gunnar Nordahl con
221 gol segnati in 8 stagioni. Alle sue spalle Andriy Shevchenko (175
gol in 8 stagioni), Gianni Rivera (164 in 19 stagioni), José Altafini
(161 in 7 stagioni) e Aldo Boffi (136 in 9 stagioni).
Tifosi
Secondo un sondaggio effettuato dalla società demoscopica Demos,
commissionato dal quotidiano la Repubblica e pubblicato il 20 agosto
2008, il Milan risulta avere il 13% del tifo nazionale, dietro alla
Juventus (quasi un terzo) e all'Inter (14%). In un sondaggio sul tifo
calcistico del luglio 2007 ad opera dell'istituto guidato da Renato
Mannheimer (Ispo), pubblicato da La Gazzetta dello Sport, il Milan ha
il 12,4% delle preferenze del campione, dietro la Juventus (17,4%),
davanti all'Inter (11%), e con il primato (20,3%) nella fascia
Under-24, la quota più importante del mercato del tifo calcistico. A
livello europeo quella rossonera risulta la quinta squadra con più
tifosi, la prima italiana con più sostenitori in Europa, come emerso da
uno studio pubblicato dalla società tedesca Sport+Markt nel 2008.
Il tipico tifoso del Milan per lunghi decenni del XX secolo apparteneva
alla classe popolare e operaia, spesso immigrato dal Mezzogiorno o dal
Triveneto. I tifosi rivali dell'Inter li soprannominavano "Casciavìt",
che in milanese significa "cacciaviti", proprio per indicare l'origine
proletaria e operaia di larga parte dei tifosi rossoneri. A loro volta
i tifosi milanisti chiamavano i cugini nerazzurri "baùscia", termine
milanese che significa "gradasso", per indicare uno degli stereotipi
classici dei milanesi, essendo allora la tifoseria neroazzurra composta
perlopiù dalle classi medie e altolocate, di origine prettamente
meneghina. Questo divario andò appianandosi già negli anni sessanta del
secolo passato e oggi i due soprannomi appaiono anacronistici e quasi
desueti.
Il gruppo ultras più antico del calcio italiano, la Fossa dei Leoni,
nacque a Milano nel 1968. Dopo il suo scioglimento nel 2005 il più
grande gruppo ultras milanista sono le Brigate Rossonere, fondate nella
metà degli anni settanta. Politicamente gli ultras del Milan non hanno
mai espresso una preferenza marcata, anche se tradizionalmente i media
li associavano alla sinistra, fino in tempi più recenti quando, sotto
la presidenza di Silvio Berlusconi, sono stati avvicinati alla destra.
Gemellaggi
I tifosi del Brescia e del Siviglia sono gli unici gemellati con quelli
del Milan.
Il gemellaggio con il Siviglia è nato durante la partita di Supercoppa
UEFA del 2007. In quella gara è stato osservato un minuto di
raccoglimento in memoria di Antonio Puerta, difensore degli spagnoli
scomparso tragicamente nei giorni precedenti. Per ricordarlo tutti i
giocatori di entrambe le squadre hanno indossato una maglia che, sotto
il proprio numero, riportava il suo nome e in tribuna vi erano numerosi
striscioni dedicati difensore. Inoltre, durante l'intervallo, due
ultras del Milan hanno portato sotto la curva del Siviglia uno
striscione recante la scritta "Onore a Puerta", con i tifosi spagnoli
che hanno ringraziato quelli rossoneri con il coro "Milan, Milan".
Precedentemente vi furono anche gemellaggi con Bologna e Como, finito
dopo che, tra le altre cose, si sciolse la Fossa Lariana, gruppo di
tifosi comaschi.
Il settore giovanile, invece, ha numerose società dilettantistiche
gemellate con cui ha rapporti di collaborazione tecnica per la
formazione dei giovani.
Attualmente sono 43, di cui 10 si trovano al di fuori del territorio
lombardo. Le più note sono il Cantù, la Caratese e l'Olginatese.
Rivalità
La più grande rivale del Milan è l'altra squadra milanese, l'Inter. Il
derby tra le due squadre milanesi viene detto Derby della Madonnina per
la statua della Madonna (appunto Madonnina) in cima al Duomo di Milano.
Anche con la Juventus, nonostante alcuni accordi passati stipulati a
livello di società, vi è da sempre una rivalità molto accesa: le due
squadre sono le più titolate in Italia e si sono affrontate svariate
volte per il conseguimento del titolo di campione d'Italia, oltre che
nella finale di Champions League 2002/2003 del 28 maggio 2003 a
Manchester, vinta dai rossoneri.
Anche i tifosi del Genoa considerano acerrimi rivali quelli del Milan.
Inizialmente le due tifoserie erano gemellate ma a seguito di uno
scontro-salvezza vinto dal Milan a Marassi nel 1982 il gemellaggio si
trasformò in una rivalità, acuita poi dall'accoltellamento di Vincenzo
Spagnolo, tifoso genoano, da parte di un tifoso milanista.
Inoltre vi sono anche rivalità minori con altri club, più o meno accese
a seconda dei periodi: il Napoli, gemellato fino agli anni ottanta
quando il Milan vinse un campionato proprio battendo in casa i
partenopei, il Verona (gemellato fino ai primi anni settanta), contro
cui il Milan perse due scudetti a vantaggio di Juventus e Napoli (la
Fatal Verona), la Lazio, gemellata con l'Inter, che perse uno scudetto
nel 1999 dopo la rimonta rossonera, l'Atalanta, rivale storica del
Brescia, la Roma dopo la morte del tifoso romanista Antonio De Falchi
avvenuta a Milano nel 1989, la Fiorentina, la Sampdoria e il Cagliari.
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