dal sito www.gazzetta.it
MILAN, BAYERN BATTUTO AI RIGORI. MONTELLA: "UN'OTTIMA GARA"
I rossoneri superano 8-6 la squadra di Ancelotti, dopo che i 90' si erano conclusi sul 3-3. Niang il migliore, bene anche Suso e Paletta. Molte assenze fra i tedeschi. Soddisfatto l'allenatore: "Una buona base per portare avanti il lavoro con convinzione ancora maggiore"
Il bello è che il Milan ha alzato pure una coppa, dal momento che la sfida col Bayern era un "Audi Football Summit" con un trofeo in palio. Sì, finisce proprio così, con Montolivo che solleva metallo pregiato, perché anche se siamo solo a luglio non c'è aggettivo migliore per definire un successo sui campioni di Germania. Il tutto davanti agli occhi di Ancelotti, che dopo il k.o. col Real di dicembre del 2014, deve nuovamente soccombere di fronte al suo passato. I marziani questa volta sono rimasti bloccati sulla terra, e pazienza se tra infortunati (Boateng, Robben) e reduci dall'Europeo rimasti in Baviera (ad esempio Neuer a Müller, passando per Lewandowski e Hummels), erano senza molte delle stelle, mentre il Milan era quasi quello reale. Pazienza anche se il successo è arrivato ai rigori, che nulla tolgono al valore della serata. L'enorme differenza di potenziale e di qualità non può valere solo quando si deve giustificare una sconfitta, ma va fatta diventare un valore aggiunto quando le cose vanno bene. Piegare i mostri sacri della tattica al debutto in questa International Champions Cup è lo spot migliore per l'ennesima estate di ricostruzione. Non fosse che siamo solo alla seconda uscita stagionale - e la prima è stata un'altra vittoria, a Bordeaux -, verrebbe da spingersi in territori eccessivamente ottimistici. E per ora è meglio evitare. Ma di certo resta il succo di una partita vinta con caparbietà e soprattutto senza il minimo timore reverenziale. Proprio quell'atteggiamento a viso aperto e alla ricerca della propria filosofia che Montella aveva chiesto in vigilia.
FILOSOFIA - I capisaldi del tecnico rossonero sono essenzialmente due: tenere palla e comandare il gioco. Ecco, diciamo che questo contro il Bayern equivale a sfidare l'impossibile, quindi servono un paio di cose: ottimizzare i momenti in cui il pallone è fra i propri piedi, e limitare le giocate avversarie in fase di non possesso. Facile a dirsi, un po' meno a farsi contro avversari del genere. Ma la realtà di questa sfida ha detto che il Milan è andato realmente in apnea soltanto per un quarto d'ora nella seconda metà del primo tempo. Questa è una nota di merito. Il fatto che le statistiche a fine gara indichino un possesso palla bavarese del 62% (all'intervallo eravamo al 68%), resta qualcosa di molto relativo. Come ha detto Montella a fine gara, "vince chi è più efficace e non chi tiene di più il pallone". Touché. Vincenzo stavolta ha piazzato play il titolare della cattedra, Montolivo, con Bertolacci dirottato sul centrosinistra, che sono le sue zolle. In avanti Niang - il migliore dei rossoneri - si è piazzato al centro del tridente con ampia facoltà di movimento, supportato da Suso a destra e Bonaventura a sinistra. Jack, piuttosto imballato dalla preparazione, continua comunque a essere la fortuna di tutti i tecnici: a Bordeaux aveva giocato mezzala, ma il rientro anticipato di Menez in Italia stavolta lo ha dirottato una ventina di metri più avanti. Ancelotti invece dovrà lavorare soprattutto sul reparto arretrato. D'accordo, mancavano Hummels e Boateng, che in Germania considerano la coppia di centrali più forte del mondo, ma non è tanto l'errore tecnico di Badstuber che ha propiziato il primo gol rossonero a preoccupare, quanto la lentezza nella partenza della manovra. Poi, una volta che la palla arriva ad Alaba, Ribery o Lahm, allora possono essere dolori per tutti. Ma il giro palla nella propria metà campo non è stato all'altezza della fama.
PRESSING ALTO - Il Milan, per atteggiamento - pressing alto fin sulle rimesse in area avversarie, marcature raddoppiate e triplicate, passaggi corti e veloci con qualche cambio di campo da applausi, avvio dell'azione a partire da Donnarumma sugli esterni, senza buttare mai via la palla - ha semplicemente cercato di fare il Bayern. E a tratti c'è riuscito. Un dato? Il primo pericolo dei bavaresi è arrivato dopo 19 minuti: prima di allora, nemmeno una conclusione. Poi ha fatto gol Niang, bravo a sfruttare l'erroraccio di Badstuber, ma dopo s'è spenta la luce e sono cresciuti i tedeschi, grazie all'inesauribile Ribery e al martellamento perenne di Lahm e Alaba. Il primo tempo è finito due a uno per i rossi, ma il secondo ha visto una grande novità: il Milan ha reagito e ha ripreso sicurezza, pareggiando subito con Bertolacci e passando in vantaggio con Kucka. Guarda caso due mezzali, guarda caso quel ruolo che con Montella viene sempre esaltato. Poi è iniziata la consueta girandola di cambi (nota di merito per personalità al baby Zanellato) e, a un minuto e mezzo dal 90', la beffa: ingenuità di Vergara che stende in area Bernat, e di nuovo parità. I rigori hanno premiato i rossoneri, cinque su cinque (compreso un sontuoso cucchiaio di Kucka), mentre Donnarumma ha disinnescato Rafinha ed è pure stato eletto man of the match. Fra i singoli: benissimo, come dicevamo, Niang, che ha lottato, si è proposto, ha svariato, ha aiutato i compagni e ha pure segnato. Un buon Suso, seppure a intermittenza, e molto bene Paletta dietro.
SACRIFICIO - Nel dopogara, mentre un Ancelotti piuttosto scocciato ha liquidato la pratica dicendo che "tanto è solo calcio d'estate, non sono preoccupato, e comunque il Milan ha giocato bene e ha idee chiare", Montella ovviamente si è presentato con un sorriso largo così: "Una partita ben giocata, sono molto contento perché abbiamo messo in difficoltà il Bayern. Questa è una piccola base per portare avanti il lavoro con convinzione ancora maggiore. E' stata un'ottima gara, in relazione alle qualità dell'avversario. La cosa che mi è piaciuta di più è stata il sacrificio. Si vede che abbiamo voglia di crescere e sacrificarci. Questo è un gruppo che si sta preparando a costruire qualcosa. L'obiettivo è creare un calcio piacevole, che passa dal comando della partita. Comunque conta la prestazione, non il risultato. Abbiamo saputo soffrire e questo mi soddisfa particolarmente. Rinforzi sul mercato? La società ha senz'altro voglia di crescere". Oggi intanto si cambia città. I rossoneri si spostano sulla West Coast, a San Francisco (con un fuso orario rispetto all'Italia che passa da -7 a -9 ore), dove sabato è in programma a Santa Clara il secondo appuntamento contro il Liverpool.
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