Ritorno ai tabellini delle partite
   

   


INTERNATIONAL CHAMPIONS CUP
27 luglio 2016, Bayern Munchen vs Milan 3-3   (6-8 d.c.r.)




dal sito www.gazzetta.it

MILAN, MONTELLA: "IL BAYERN? INSEGNO ALLA SQUADRA A VOLER COMANDARE LA GARA"
Stanotte alle 3.35 ora italiana i rossoneri affronteranno il club tedesco, ancora orfano dei nazionali e di Robben infortunato. Ancelotti: "Non riesco a immaginare un Milan senza Berlusconi". Poi l'abbraccio con Franco Baresi
Uno arriva nella pancia dello stadio quando l'altro ha appena finito la rifinitura. Si prendono sottobraccio e percorrono insieme il tragitto che porta agli spogliatoi. Sorridono, scherzano, e quando ad Ancelotti viene chiesto se c'è qualcosa che vuole augurare a Montella, Carlo non ha dubbi: "Il meglio". Questione di stima e simpatia, che i due hanno sempre nutrito a vicenda. Per un giorno li ha messi sotto lo stesso tetto un torneo amichevole estivo in attesa, chissà, che in tempi non eccessivamente esagerati i due possano sfidarsi nuovamente in una partita ufficiale. La prima partita dell'International Champions Cup 2016 mette stasera al Soldier Field di Chicago sulla strada del Milan il Bayern di Carletto Ancelotti (si gioca alle 20.35, le 3.35 di notte in Italia, diretta su Premium). Sfida teoricamente fuori portata, ma in fondo è calcio d'estate per tutti, e come dice Montella occorre verificare l'approccio e il modo in cui si prova a mettere in pratica le cose, più che il risultato. Entro certi limiti, ovviamente. Le estati degli ultimi quattro anni hanno sempre registrato qualche brutta figura da parte dei rossoneri, e stavolta sarebbe meglio evitare. Se non altro il Bayern si è presentato in tournée senza le stelle che hanno preso parte all'Europeo e alcuni infortunati di peso (su tutti Robben): l'ostacolo potrebbe essere almeno un pochino più morbido.
PARLA MONTELLA - "Si tratta di test importanti, perché l'allenatore deve capire i progressi della squadra, se i concetti vengono seguiti, più che eseguiti - spiega Montella -. Ma vedo i ragazzi molto coinvolti, la volontà ci sarà. Sarà un test importante al di là del risultato, contro una delle squadre migliori del mondo. La differenza la fanno la testa e la mentalità dei calciatori". L'obiettivo di responsabilizzare la squadra è evidente, dopo anni in cui a pagare sono stati sempre gli allenatori. Montella in questi giorni di lavoro in terra americana ha lavorato molto anche a livello psicologico, trasmettendo il proprio concetto di cultura del lavoro (altissimo) come approccio-base alla vittoria. E poi ovviamente c'è la filosofia tattica di Vincenzo, che lo porta a dire qualcosa di rischioso ma anche di particolarmente coraggioso: "Anche se abbiamo di fronte il Bayern, occorre avere la stessa sfrontatezza nel voler comandare la partita. Sarà difficile ma dobbiamo avere questa ambizione e portare avanti questa idea. I giocatori dicono che i miei sono allenamenti divertenti? Io mi diverto quando vinco. - sorride il tecnico -. Ci si diverte perché c'è tanta palla e divertirsi è importante perché se un calciatore è coinvolto si esprime meglio". Infine, un accenno alla telenovela societaria: "Ogni persona ha una quota di energie da usare, e io le uso tutte per la squadra, quindi dal resto sono molto, o comunque abbastanza, distaccato. Sono in contatto diretto con Galliani e sono certo che faremo il meglio per il Milan".
PARLA ANCELOTTI - Anche Ancelotti in conferenza ha toccato l'argomento societario rossonero, e gli sono bastate poche parole per chiarire il suo pensiero: "Non riesco a immaginare un Milan senza Berlusconi". Carlo lo dice con lo sguardo serio e sillabando le parole quasi con tristezza. Ma per il resto, si prende tutta la scena con la consueta simpatia, parlando in tedesco, da cui si autotraduce in inglese (e risponde anche a una domanda in spagnolo). "Mi piace conoscere culture, club e gente diversa. Mi aiuta a tenermi giovane", racconta ridendo. Un concetto che torna di lì a poco, e al quale evidentemente Ancelotti tiene parecchio: "Montella mi stima? Mi fa piacere. Lo apprezzo anch'io, l'ho conosciuto quando è venuto a Londra per uno stage mentre io ero al Chelsea. Avere tanti allievi significa che sono vecchio, ma io in realtà mi sento molto, molto giovane". Per Ancelotti affrontare il Milan equivale a un nuovo tuffo nel suo passato più luccicante. "Ho un grande ricordo del lavoro fatto al Milan. Ciò che è successo negli ultimi anni è difficile da spiegare, dal momento che Berlusconi ha speso molti soldi per cercare di portare il Milan al top. Se sono pentito di non essere tornato in rossonero un anno fa? No, è stata una decisione presa con criterio perché avevo bisogno di stare fermo qualche mese. Dopo di che, ho preso un altro percorso". Termina la conferenza stampa, Ancelotti si trasferisce sul campo e incontra Franco Baresi. Si abbracciano con affetto, sotto gli occhi del console italiano a Chicago, Giuseppe Finocchiaro, che ha fatto gli onori di casa al Milan. E' un pezzo di storia milanista racchiusa in un saluto. Soprattutto, è un pezzo di storia incredibilmente vincente.





Cliccare sull'immagine per ingrandire

Il biglietto della partita
(by Domenico Tricarico)



cliccare sull'immagine per ingrandire

(dal sito www.gazzetta.it)



cliccare sull'immagine per ingrandire

La formazione rossonera
(dal sito www.acmilan.com)



cliccare sull'immagine per ingrandire

(dal sito www.gazzetta.it)
cliccare sull'immagine per ingrandire

(dal sito www.gazzetta.it)




Foto tratte da AC Milan - facebook
cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire


cliccare sull'immagine per ingrandire cliccare sull'immagine per ingrandire




dal sito www.gazzetta.it

MILAN, BAYERN BATTUTO AI RIGORI. MONTELLA: "UN'OTTIMA GARA"
I rossoneri superano 8-6 la squadra di Ancelotti, dopo che i 90' si erano conclusi sul 3-3. Niang il migliore, bene anche Suso e Paletta. Molte assenze fra i tedeschi. Soddisfatto l'allenatore: "Una buona base per portare avanti il lavoro con convinzione ancora maggiore"
Il bello è che il Milan ha alzato pure una coppa, dal momento che la sfida col Bayern era un "Audi Football Summit" con un trofeo in palio. Sì, finisce proprio così, con Montolivo che solleva metallo pregiato, perché anche se siamo solo a luglio non c'è aggettivo migliore per definire un successo sui campioni di Germania. Il tutto davanti agli occhi di Ancelotti, che dopo il k.o. col Real di dicembre del 2014, deve nuovamente soccombere di fronte al suo passato. I marziani questa volta sono rimasti bloccati sulla terra, e pazienza se tra infortunati (Boateng, Robben) e reduci dall'Europeo rimasti in Baviera (ad esempio Neuer a Müller, passando per Lewandowski e Hummels), erano senza molte delle stelle, mentre il Milan era quasi quello reale. Pazienza anche se il successo è arrivato ai rigori, che nulla tolgono al valore della serata. L'enorme differenza di potenziale e di qualità non può valere solo quando si deve giustificare una sconfitta, ma va fatta diventare un valore aggiunto quando le cose vanno bene. Piegare i mostri sacri della tattica al debutto in questa International Champions Cup è lo spot migliore per l'ennesima estate di ricostruzione. Non fosse che siamo solo alla seconda uscita stagionale - e la prima è stata un'altra vittoria, a Bordeaux -, verrebbe da spingersi in territori eccessivamente ottimistici. E per ora è meglio evitare. Ma di certo resta il succo di una partita vinta con caparbietà e soprattutto senza il minimo timore reverenziale. Proprio quell'atteggiamento a viso aperto e alla ricerca della propria filosofia che Montella aveva chiesto in vigilia.
FILOSOFIA - I capisaldi del tecnico rossonero sono essenzialmente due: tenere palla e comandare il gioco. Ecco, diciamo che questo contro il Bayern equivale a sfidare l'impossibile, quindi servono un paio di cose: ottimizzare i momenti in cui il pallone è fra i propri piedi, e limitare le giocate avversarie in fase di non possesso. Facile a dirsi, un po' meno a farsi contro avversari del genere. Ma la realtà di questa sfida ha detto che il Milan è andato realmente in apnea soltanto per un quarto d'ora nella seconda metà del primo tempo. Questa è una nota di merito. Il fatto che le statistiche a fine gara indichino un possesso palla bavarese del 62% (all'intervallo eravamo al 68%), resta qualcosa di molto relativo. Come ha detto Montella a fine gara, "vince chi è più efficace e non chi tiene di più il pallone". Touché. Vincenzo stavolta ha piazzato play il titolare della cattedra, Montolivo, con Bertolacci dirottato sul centrosinistra, che sono le sue zolle. In avanti Niang - il migliore dei rossoneri - si è piazzato al centro del tridente con ampia facoltà di movimento, supportato da Suso a destra e Bonaventura a sinistra. Jack, piuttosto imballato dalla preparazione, continua comunque a essere la fortuna di tutti i tecnici: a Bordeaux aveva giocato mezzala, ma il rientro anticipato di Menez in Italia stavolta lo ha dirottato una ventina di metri più avanti. Ancelotti invece dovrà lavorare soprattutto sul reparto arretrato. D'accordo, mancavano Hummels e Boateng, che in Germania considerano la coppia di centrali più forte del mondo, ma non è tanto l'errore tecnico di Badstuber che ha propiziato il primo gol rossonero a preoccupare, quanto la lentezza nella partenza della manovra. Poi, una volta che la palla arriva ad Alaba, Ribery o Lahm, allora possono essere dolori per tutti. Ma il giro palla nella propria metà campo non è stato all'altezza della fama.
PRESSING ALTO - Il Milan, per atteggiamento - pressing alto fin sulle rimesse in area avversarie, marcature raddoppiate e triplicate, passaggi corti e veloci con qualche cambio di campo da applausi, avvio dell'azione a partire da Donnarumma sugli esterni, senza buttare mai via la palla - ha semplicemente cercato di fare il Bayern. E a tratti c'è riuscito. Un dato? Il primo pericolo dei bavaresi è arrivato dopo 19 minuti: prima di allora, nemmeno una conclusione. Poi ha fatto gol Niang, bravo a sfruttare l'erroraccio di Badstuber, ma dopo s'è spenta la luce e sono cresciuti i tedeschi, grazie all'inesauribile Ribery e al martellamento perenne di Lahm e Alaba. Il primo tempo è finito due a uno per i rossi, ma il secondo ha visto una grande novità: il Milan ha reagito e ha ripreso sicurezza, pareggiando subito con Bertolacci e passando in vantaggio con Kucka. Guarda caso due mezzali, guarda caso quel ruolo che con Montella viene sempre esaltato. Poi è iniziata la consueta girandola di cambi (nota di merito per personalità al baby Zanellato) e, a un minuto e mezzo dal 90', la beffa: ingenuità di Vergara che stende in area Bernat, e di nuovo parità. I rigori hanno premiato i rossoneri, cinque su cinque (compreso un sontuoso cucchiaio di Kucka), mentre Donnarumma ha disinnescato Rafinha ed è pure stato eletto man of the match. Fra i singoli: benissimo, come dicevamo, Niang, che ha lottato, si è proposto, ha svariato, ha aiutato i compagni e ha pure segnato. Un buon Suso, seppure a intermittenza, e molto bene Paletta dietro.
SACRIFICIO - Nel dopogara, mentre un Ancelotti piuttosto scocciato ha liquidato la pratica dicendo che "tanto è solo calcio d'estate, non sono preoccupato, e comunque il Milan ha giocato bene e ha idee chiare", Montella ovviamente si è presentato con un sorriso largo così: "Una partita ben giocata, sono molto contento perché abbiamo messo in difficoltà il Bayern. Questa è una piccola base per portare avanti il lavoro con convinzione ancora maggiore. E' stata un'ottima gara, in relazione alle qualità dell'avversario. La cosa che mi è piaciuta di più è stata il sacrificio. Si vede che abbiamo voglia di crescere e sacrificarci. Questo è un gruppo che si sta preparando a costruire qualcosa. L'obiettivo è creare un calcio piacevole, che passa dal comando della partita. Comunque conta la prestazione, non il risultato. Abbiamo saputo soffrire e questo mi soddisfa particolarmente. Rinforzi sul mercato? La società ha senz'altro voglia di crescere". Oggi intanto si cambia città. I rossoneri si spostano sulla West Coast, a San Francisco (con un fuso orario rispetto all'Italia che passa da -7 a -9 ore), dove sabato è in programma a Santa Clara il secondo appuntamento contro il Liverpool.