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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Arrivano al Milan Gattuso, De Ascentis, il brasiliano Serginho, l'argentino Chamot, lo spagnolo José Mari e soprattutto l'ucraino Andriy Shevchenko. La stagione inizia malamente per i rossoneri, battuti in agosto dal Parma nella Supercoppa di Lega a San Siro. In campionato la riesce a trovare un buon equilibrio solo verso la fine ottenendo un terzo posto finale con il quale si qualifica ai preliminari di Champions League per la stagione successiva. Il massimo torneo nazionale è vinto dalla Lazio allo sprint, non senza polemiche all'ultima giornata sulla Juventus. La vera delusione arriva per il Milan in Coppa dei Campioni dove è eliminato negli ultimi minuti della partita di Istanbul dai turchi del Galatasaray. La Lazio si aggiudica anche la Coppa Italia. Grande soddisfazione per i milanisti viene da Shevchenko, che si rivela grande campione vincendo al suo primo anno italiano la classifica marcatori con 24 reti in campionato.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il decennio della Stella e il buio dei primi Anni Ottanta"), maggio 2005
SHEVCHENKO SUBITO GOLEADOR
Per la stagione 1999-2000 due importanti acquisti vengono a rinforzare la rosa della squadra: l'attaccante ucraino Andriy Shevchenko (nella foto a fianco) e Gennaro Ivan Gattuso. Il Milan non riesce, però, a ripetersi e il sorprendente scudetto del 1999 resta un fatto isolato. In agosto i rossoneri perdono lo scontro con il Parma per la Supercoppa Italiana (1-2 a San Siro). Se in campionato il comportamento della squadra resta accettabile (terzo posto finale), è soprattutto nelle gare di Champions League che i rossoneri denotano evidenti limiti (eliminazione ad opera del Galatasaray). Il dato positivo della stagione viene da Shevchenko, capocannoniere al suo primo anno in maglia rossonera davanti agli argentini Batistuta e Crespo e autore di 29 gol in 43 incontri ufficiali.





La rosa rossonera per la stagione 1999-2000



dal sito www.wikipedia.org
1999-00: SHEVCHENKO SUBITO CAPOCANNONIERE E TERZO POSTO
Già nel maggio 1999 la società di via Turati raggiunge con la Dinamo Kiev un accordo per il trasferimento al Milan del giovane attaccante ucraino Andriy Shevchenko, una delle rivelazioni delle due stagioni europee precedenti e capocannoniere della Champions League 1997-1998. L'acquisto del giocatore si rivelerà una mossa azzeccatissima, tant'è che la punta ucraina risulterà decisiva per le sorti della squadra per i successivi sette anni e, nel dicembre 2004, conquisterà anche il Pallone d'oro, sempre con la maglia rossonera. Altri arrivi sono quelli di Diego De Ascentis, José Antonio Chamot, José Mari, Taribo West, ma soprattutto di Gennaro Ivan Gattuso e Serginho. Proprio questi ultimi acquisti risulteranno due tra gli elementi più preziosi della squadra durante la stagione. Sul fronte delle partenze, invece, è da ricordare quella di George Weah il quale, sempre meno utilizzato dal tecnico Zaccheroni, decide di trasferirsi al Chelsea durante il calcio-mercato di gennaio.
Malgrado le ottime prestazioni di Sheva, il Milan non mantiene le aspettative. In agosto manca il primo obiettivo stagionale, la Supercoppa di Lega, persa contro il Parma al "Meazza". Nel proprio raggruppamento di Champions League vince solo una partita su sei (tre pareggi e due sconfitte). Nella gara decisiva contro i turchi del Galatasaray, pur trovandosi in vantaggio e ormai qualificato a tre minuti dalla fine, viene prima raggiunto e poi superato dai padroni di casa. È così eliminato già nel girone eliminatorio, che qualifica ai primi due posti Hertha Berlino e Chelsea. Sfugge anche il terzo posto in classifica, che viene conquistato dal Galatasaray, il quale è ammesso in Coppa UEFA 1999-2000 a scapito dei rossoneri (il club turco avrebbe poi vinto la manifestazione sotto la guida di Fatih Terim, futuro allenatore del Milan).
Il Diavolo chiude al terzo posto un campionato disputato a fasi alterne, a undici punti dalla Lazio campione, non riuscendo mai a inserirsi nella lotta al vertice tra i laziali e la Juventus, entrambi sconfitti dai rossoneri nel corso del torneo. La nota positiva è, come già accennato, Shevchenko, che con 24 gol vince la classifica marcatori al suo primo anno in Italia, impresa prima riuscita solo a Michel Platini. In Coppa Italia il Milan è eliminato ai quarti di finale dall'Inter (andata: Milan-Inter 2-3, ritorno: Inter-Milan 1-1).

AVVENIMENTI
Nell'anno del Giubileo, con la città di Roma sotto gli occhi del mondo intero, lo scudetto tornò nella Capitale: a conquistarlo fu la Lazio, squadra in questo periodo ricca di campioni quali il capitano Alessandro Nesta, il ceco Pavel Nedved, l'argentino Juan Sebastián Verón ed il cileno Marcelo Salas. Non mancarono però le polemiche: nella penultima giornata fu annullato un gol regolarissimo contro la Juventus e nell'ultima giornata la Juventus di Ancelotti fu infatti costretta a giocare l'ultima decisiva partita nell'acquitrino di Perugia finendo per perdere un titolo che sembrava già vinto fino a poche domeniche prima. La squadra biancoceleste, seconda a nove punti dalla Juventus ad otto giornate dal termine, con sette vittorie ed un pareggio negli ultimi otto turni realizzò una rimonta simile a quella subita dal Milan l'anno precedente, approfittando del crollo dei bianconeri, che finirono con il pagare la scelta di partecipare all'Intertoto in estate.
La stagione partì il 29 agosto 1999 con le cosiddette Sette sorelle del calcio italiano tutte in lizza per il tricolore. La nuova Inter di Marcello Lippi rinforzatasi in estate grazie all'acquisto record di 90 miliardi di lire di Christian Vieri era però la squadra sulle quali ricadevano le maggiori aspettative. I nerazzurri andarono in testa da soli alla quinta giornata ma furono ben presto superati da Lazio e Juventus che diedero vita ad un duello acceso. Le due squadre si presentarono appaiate in classifica allo scontro diretto del 28 novembre all'Olimpico che si risolse però con uno 0-0. I bianconeri di Carlo Ancelotti e i capitolini di Sven-Göran Eriksson proseguirono a braccetto per diverse domeniche tallonati inizialmente dalla rinnovata Roma di Fabio Capello, ma poi il calo dei giallorossi consentì alle due squadre di staccarsi dal resto del gruppo. A chiudere l'anno in testa fu la Lazio, ma a conquistare il titolo d'inverno fu la Juventus il 16 gennaio con un punto di vantaggio sui rivali biancocelesti.
I torinesi riuscirono a mantenere la vetta per diverse domeniche, ma furono costretti a far fronte anche all'inaspettato assalto del Milan campione uscente che battendo la Lazio 2-1 a San Siro il 20 febbraio si inserì nella lotta raggiungendo i romani al 2° posto a -4 dai bianconeri. Quello dei rossoneri fu però un fuoco di paglia; perdendo infatti il 5 marzo il derby contro l'Inter abbandonarono la possibilità di un bis-scudetto. La lotta diventò quindi definitivamente a due, ma il 19 marzo, complice la sconfitta della Lazio in quel di Verona, i punti di vantaggio della Juve diventano addirittura 9. Il campionato sembrava finito, ma a riaprirlo ci pensò il Milan che la domenica dopo batté la Juventus a Milano con una doppietta del giovane bomber ucraino Andriy Shevchenko e consentì alla Lazio, vittoriosa nel derby, di portarsi a -6. Il 1º aprile ci fu lo scontro al vertice a Torino in cui la Lazio vinse con un gol dell'argentino Diego Simeone.
La Lazio, quindi, tornò a credere nello scudetto. Tuttavia, alla trentesima giornata, un pareggio a Firenze permise alla Juventus di andare a +5. Contrariamente alle previsioni, la Juventus accusò tutto d'un colpo la fatica dovuta alla decisione di partecipare all'Intertoto l'estate precedente per non rinunciare all'Europa (a differenza dell'Inter, che, nelle medesime condizioni, rinunciò all'Intertoto), rovinando la preparazione: i bianconeri caddero anche a Verona vedendo riavvicinare la Lazio a -2. Si arrivò così alla penultima giornata quando la Juventus ospitava a Torino il Parma: coi torinesi in vantaggio per 1-0, all'ultimo minuto l'arbitro Massimo De Santis interruppe un'azione di calcio d'angolo del Parma che poi vide Fabio Cannavaro, difensore dei parmigiani, andare in gol.
La settimana successiva i tifosi laziali protesteranno raccogliendo la solidarietà di tante altre tifoserie, mentre in Italia infuriavano le polemiche sull'influenza della "Triade" composta da Antonio Giraudo, Luciano Moggi e Roberto Bettega.
Il finale del Campionato fu rocambolesco e sorprendente: all'ultima giornata la Lazio vinse facilmente la sua partita casalinga con la Reggina, ma la sorpresa venne dallo stadio Renato Curi, proprio come ventiquattro anni prima, con il crollo della Juventus per mano del Perugia di Carlo Mazzone, in una partita passata alla storia: l'arbitro Pierluigi Collina, che una volta terminata la carriera ammetterà di essere un tifoso della Lazio fin da ragazzo, decise di sospendere la partita sullo 0-0 per impraticabilità del campo per pioggia, per poi farla proseguire sotto il "diluvio", fra le proteste dei bianconeri che volevano ripeterla [2]. In effetti, il secondo tempo comiciò alle 17.11, con oltre un'ora di ritardo a causa di un nubifragio che aveva allagato il campo. E la squadra di Mazzone, per ironia della sorte tifoso storico ed ex allenatore della Roma, grazie ad una giocata del capitano perugino Alessandro Calori fece cadere la Juventus sul traguardo di un campionato che fino a pochi giorni prima sembrava vinto, consegnando di fatto il tricolore ai biancazzurri. La Lazio vinse così, quel 14 maggio, il suo secondo Scudetto.
In coda retrocessero Piacenza, Cagliari e Venezia, ed infine il Torino che perse a Lecce l'ultima decisiva partita. Uno spareggio a Verona diede all'Inter, ai danni del Parma, una possibilità di qualificazione in Champions League.




Stagione precedente    STAGIONE 1999-2000    Stagione successiva
Ragione sociale Milan Associazione Calcio S.p.A. (A.C.M.)
Andriy Shevchenko,
il campione ucraino proveniente dalla Dynamo Kiev per il nuovo Milan 1999-2000
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Via Filippo Turati, 3 - MILANO
Centro Sportivo Milanello - Carbonolo di Carnago (VA)
AREA DIRETTIVA
Presidente Silvio Berlusconi
Vice-presidenti Franco Baresi II, Paolo Berlusconi, Adriano Galliani, Gianni Nardi
Amministratore Delegato Adriano Galliani
Direttore Generale Ariedo Braida
AREA ORGANIZZATIVA
Direttore Oganizzativo Umberto Gandini
Team Manager Silvano Ramaccioni
AREA COMUNICAZIONE
Capo Ufficio Stampa Paolo Tarozzi
Vice Capo Ufficio Stampa e Respons. Progetti Editoriali Vittorio Mentana
AREA TECNICA
Allenatore Alberto Zaccheroni
Allenatore in Seconda Stefano Agresti
Preparatori Atletici Paolo Baffoni, William Tillson
Allenatore dei portieri Maurizio Guido
Respons. Settore Giovanile Franco Baresi II
Allenatore Primavera Mauro Tassotti
AREA SANITARIA
Responsabile Settore Sanitario Jean Pierre Meersseman
Medico Sociale Rodolfo Tavana
Massaggiatori

Giancarlo Bertassi, Roberto Boerci, Giorgio Puricelli, Tomislav Vrbnjak

SQUADRA
Capitano Paolo Maldini
Sponsor Opel
Campo sportivo Stadio San Siro - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Christian Abbiati, Demetrio Albertini, Mohammed Aliyu Datti, Massimo Ambrosini, Roberto Fabian Ayala, Ibrahim Ba, Oliver Bierhoff, Zvonimir Boban, José Antonio Chamot, Alessandro Costacurta, Diego De Ascentis, Maurizio Ganz, Gennaro Ivan Gattuso, Federico Giunti, Andrés Guglielminpietro, Thomas Helveg II, José Mari, Leonardo Nascimento de Araujo, Paolo Maldini (cap.), Bruno N'Gotty, Pierluigi Orlandini, Sebastiano Rossi, Luigi Sala, Serginho, Andriy Shevchenko, Max Tonetto, George Weah, Taribo West
Palmares Coppa Opel Masters
La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Trofeo "Beppe Viola" under 17
Torneo di Cascina di Pisa