Ha allenato anche il Cesenatico (C2), il Riccione (Int.), il Boca S. Lazzaro (Int.), il Baracca Lugo (Int., C2), il Venezia (C1, B), il Bologna (C1), il Cosenza (B), l'Udinese (A), la Lazio (A), l'Internazionale (A), il Torino (A), la Juventus (A).
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CARRIERA
Vive le prime esperienze da allenatore con le squadre di Cesenatico, Riccione, San Lazzaro di Savena e il Baracca Lugo. Dopo le esperienze negative con Venezia, Bologna, è protagonista di una stagione esaltante con il Cosenza in Serie B, dove nonostante una penalizzazione di 9 punti riesce a salvare la squadra rossoblù con largo anticipo arrivando a toccare alla fine di marzo le soglie della zona promozione, frutto soprattutto di un ottimo gioco e di una perfetta applicazione del proprio modulo tattico: il 3-4-3.
Nel 1995 passa all'Udinese, che lo ingaggia facendolo approdare in Serie A. Con questa squadra Zaccheroni conferma il modulo 3-4-3 (schierando spesso il tridente Poggi-Bierhoff-Amoroso) che diventerà un suo tratto caratteristico, così come quello utilizzato quasi sempre dai friulani. La difesa a 3 venne sperimentata per la prima volta durante una partita Juventus-Udinese, quando gli ospiti si trovarono in 10 a causa di un'espulsione.
La qualificazione in Coppa UEFA ottenuta coi friulani (inedito terzo posto, con Oliver Bierhoff capocannoniere della Serie A) gli vale la panchina del Milan, guidato nel 1998-1999 (anno del centenario della società rossonera) alla vittoria di uno scudetto, vinto in rimonta sulla Lazio con sette vittorie nelle ultime sette giornate. Nella stagione 1999-2000 il Milan ottiene un terzo posto e l'anno successivo, giocato a livelli più bassi, porta il presidente Silvio Berlusconi a esonerarlo dopo l'eliminazione in Champions League. Zaccheroni non aveva mai avuto buoni rapporti con il presidente del Milan, il quale non apprezzava lo stile di gioco di Zaccheroni criticandone la difesa a 3 uomini. Berlusconi lo criticò pubblicamente in più occasioni soprattutto durante l'ultima stagione paragonando Zaccheroni a un tessitore che ha della buona tela ma non la sa tessere.
Nella stagione 2001-2002 subentra dopo poche giornate di campionato a Dino Zoff alla guida della Lazio. Complici anche risultati non previsti della squadra biancoceleste (come la sconfitta per 5-1 nel derby contro la Roma), e nonostante l'accesso in Coppa UEFA centrato all'ultima giornata grazie alla vittoria sull'Inter il 5 maggio 2002, il presidente Sergio Cragnotti a fine stagione decide di non confermare il tecnico romagnolo, preferendogli Roberto Mancini.
L'Inter lo chiama a sostituire Héctor Cúper durante la stagione 2003-2004 dopo 7 giornate. All'avvio ottiene 7 vittorie su 8 partite giocate. Conquista un posto in Champions League per la stagione successiva, tuttavia a fine stagione non viene confermato neanche da Massimo Moratti, il quale sceglie proprio Roberto Mancini.
Il 7 settembre 2006, a pochi giorni dall'inizio del campionato, viene ingaggiato come allenatore del Torino del presidente Urbano Cairo, nell'anno del centenario della storica squadra granata. Assume l'incarico con una squadra in crisi, riuscendo inizialmente a ottenere buoni risultati (tra i quali la vittoria contro l'Empoli nel giorno della festa del centenario dei granata) e a porre rimedio alla situazione. Dopo una lunga serie di sconfitte consecutive a inizio 2007, il 26 febbraio viene esonerato e sostituito con Gianni De Biasi.
Il 29 gennaio 2010 torna ad allenare e prende il posto dell'esonerato Ferrara alla guida della Juventus con l'obiettivo dichiarato di conquistare la qualificazione in Champions League. Debutta sulla panchina bianconera il 31 gennaio 2010 nell'incontro Juventus-Lazio, terminato 1-1.
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(Archivio Magliarossonera.it) |
Il suo autografo |
Milan Campione d'Italia 1999 su La "Gazzetta dello Sport" |
"Forza Milan!" speciale scudetto 1999 |
(da "Il Corriere della Sera", maggio 1999) |
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 26 marzo 2020) |
(dalla "Gazzetta dello Sport" del 10 settembre 2020) |
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