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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Per la quarta volta, Nils Liedholm si ripropone al Milan. Giocatore dal 1949-50 al 1960-61, già allenatore dal 1963-64 al 1965-66 e dal 1977-78 al 1978-79, lo svedese torna alla società rossonera che aveva lasciato dopo la conquista della Stella. Nuova rivoluzione in seno alla squadra: vengono acquistati Terraneo, Di Bartolomei e Virdis, dall'Inghilterra arrivano Hateley e Wilkins. Soprattutto grazie al duo Hateley-Virdis il Milan riaccende sopiti entusiasmi e alla 7^ giornata vince, dopo anni, il derby, grazie ad uno strepitosi gol del centravanti inglese che incendia San Siro Milanista. Il campionato del Milan è buono, alla fine è il 5° posto in classifica (alla pari con la Juventus) con l'accesso alla Coppa UEFA. Lo scudetto va al Verona. Anche in Coppa Italia il comportamento dei rossoneri è ottimo. Dopo aver superato il girone eliminatorio ed aver eliminato Napoli, Juventus ed Inter, il Milan è battuto in finale dalla Sampdoria. Il 20 gennaio 1985, in Udinese-Milan esordisce con la maglia rossonera in competizioni ufficiali Paolo Maldini.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il decennio della Stella e il buio dei primi Anni Ottanta"), maggio 2005
Per la stagione 1984-85 l'allenatore è Nils Liedholm: un ritorno accolto dai tifosi con grande calore ed entusiasmo. La squadra è rinforzata dall'arrivo di Giuliano Terraneo, Agostino Di Bartolomei e Pietro Paolo Virdis; dall'Inghilterra giungono Raymond Colin Wilkins e Mark Hateley, detto "Attila". Con il buon comportamento della squadra in campionato (quinto posto finale che vale l'iscrizione alla Coppa Uefa) e in Coppa Italia (finalista nella competizione vinta dalla Sampdoria, 0-1 a Milano e 2-1 a Genova) la tifoseria milanista timidamente si riaccende. Dopo qualche anno di depressione, finalmente, San Siro rossonero vive una giornata di grande gioia: iI 28 ottobre 1984, nel derby, il Milan supera 2-1 l'lnter. II secondo gol rossonero, realizzato da Mark Hateley, resta impresso negli occhi e nel cuore dei tifosi: memorabile la foto del gol di "Attila" nell'atto di colpire di testa il pallone in duello aereo con l'ex Collovati. Nel gennaio 1985, a Udine, esordisce in prima squadra Paolo, il sedicenne figlio di Cesare Maldini.





La rosa rossonera della stagione 1984-85, con lo sponsor "Retequattro"



dal sito www.wikipedia.org
1984-85
L'estate 1984 vede il presidente Farina impegnarsi attivamente alla costruzione di una squadra competitiva. Il presidente fa tornare il tecnico Nils Liedholm, reduce dai trionfi ottenuti con la Roma, ed acquista gli attaccanti Pietro Paolo Virdis e Mark Hateley, soprannominato Attila dai tifosi rossoneri. In più arrivano l'ottimo regista del Manchester United Ray Wilkins, il libero Di Bartolomei dalla Roma ed il portiere Terraneo. I rossoneri disputano un ottimo campionato, chiudendo con un 5° posto che garantisce l'accesso alla Coppa UEFA, davanti alla Juventus e alla Roma, le due grandi di quegli anni, tornando dopo sei anni alla vittoria di un derby in campionato e raggiungendo la finale di Coppa Italia, persa contro la Sampdoria. È questa la stagione dell'esordio con il Milan di Paolo Maldini, avvenuto il 20 gennaio a Udine.

AVVENIMENTI
Nel 1985 prese forma il sogno di un'intera città: il Verona, che già dal ritorno in Serie A di tre anni prima ambiva a ruoli di prestigio, riportò lo scudetto in provincia a oltre sessant'anni dai trionfi della Pro Vercelli, entrando nell'immaginario popolare come il Cagliari 1969-70. L'Hellas scrisse il suo nome nella storia del campionato italiano assieme all'allenatore Osvaldo Bagnoli al difensore tedesco dal gol facile Hans Peter Briegel e alla coppia d'attacco Elkjær-Galderisi.
Nell'anno del sorteggio arbitrale integrale, gli occhi erano puntati su Verona già dalla prima giornata, il 16 settembre 1984. Ma l'attesa non fu tanto per l'esordio degli scaligeri quanto per quello del Napoli, che in estate aveva fatto follie per acquistare il talentuoso fuoriclasse argentino Diego Armando Maradona: una trattativa tribolata, andata avanti per oltre un mese e conclusa con il trasferimento del giocatore a Napoli in cambio di oltre tredici miliardi di lire. Al Bentegodi, però, vinsero i padroni di casa: 3-1, e la corsa gialloblù ebbe inizio.
Già la settimana dopo, vincendo ad Ascoli Piceno, gli scaligeri si ritrovarono soli in testa e, uscendo indenni dai tre big-match consecutivi contro Inter, Juventus e Roma, affrontarono serenamente il girone d'andata, mantenendo la vetta: la prima sconfitta arrivò solo alla quindicesima giornata, il 13 gennaio, quando una squadra rimaneggiata cadde ad Avellino a pochi minuti dalla fine. Nonostante ciò, le inseguitrici, l'Inter e il Torino, non approfittarono e i veneti furono campioni d'inverno.
Quando, la settimana dopo, l'Inter raggiunse in vetta il Verona, in molti guardarono ai blasonati ed esperti nerazzurri di Castagner come ai futuri campioni. Ma il Verona smentì tutti e approfittò del pareggio dei milanesi contro l'Avellino per portarsi nuovamente in testa: ad Udine, il 10 febbraio, i gialloblù firmarono l'impresa, vincendo per 3-5 una partita che li aveva visti andare in vantaggio tre a zero, farsi raggiungere in modo rocambolesco nella ripresa e poi riassaporare la vittoria. La settimana dopo, l'1-1 contro i rivali dell'Inter diede ulteriore fiducia agli scaligeri per lo sprint finale: in poche settimane il Verona si portò a più tre, mentre i nerazzurri mollarono la presa e lasciarono il ruolo di inseguitrice al sorprendente Torino, ormai troppo distante. Il pareggio di Bergamo, il 12 maggio, consegnò per la prima volta lo scudetto al Verona.
In una stagione sfortunata per la Juventus, che non andò oltre il sesto posto e vinse la sua prima Coppa Campioni nella tragica serata dell'Heysel, Michel Platini diventò capocannoniere per il terzo anno consecutivo, eguagliando l'impresa precedentemente riuscita a Gunnar Nordahl. A fine stagione gli esiti delle varie coppe riportarono inoltre il Milan nel suo tradizionale palcoscenico europeo dopo cinque tribolatissimi anni di assenza.
Non regalò molte emozioni la lotta per la permanenza in Serie A, che coinvolse anche la deludente Udinese: l'Ascoli si arrese nel finale e ritornò in B dopo sette anni, raggiungendo la Lazio e la Cremonese, che concluse sul fondo il primo campionato in massima serie da 54 anni a questa parte.




dal sito www.amarcordmilan.blog.lastampa.it
11 gennaio 1985, pag.29 - di Gianni Mura

RITORNO IN EUROPA - Il campionato 1984/85
Dopo aver trattato in questo blog il periodo del "piccolo diavolo" ('80-'82), oggi spazio alla prima stagione in cui i tifosi milanisti poterono finalmente togliersi qualche soddisfazione dopo anni di bocconi amari: l'annata 1984-85
D'accordo, non si trattava ancora di un Milan in grado di lottare per lo scudetto ma quello della stagione 1984-'85 fu già un diavolo meno piccolo. Quel campionato passò alla storia come l'unico caratterizzato dal sorteggio arbitrale integrale. A vincere fu una provinciale, il Verona che Osvaldo Bagnoli portò alla conquista di uno storico scudetto. Il Milan venne affidato a Nils Liedholm, tornato sulla panchina rossonera ad un lustro di distanza dalla conquista del decimo scudetto. La società rossonera si mosse bene in campagna acquisti. Arrivarono gli inglesi Mark Hateley e Ray Colin Wilkins, due buoni giocatori. Luther Blissett, altrimenti detto Miss it o Callonisset, venne rispedito a casa senza troppi complimenti. La rosa includeva otto reduci delle stagioni in B. Oltre agli intoccabili Baresi e Tassotti, vennero infatti riconfermati Verza, Battistini, Evani, Icardi, Incocciati e Carotti. In porta fu acquistato Giuliano Terraneo, ex Toro, con Nuciari a fargli da secondo. Dopo quattro stagioni al Milan, Ottorino Piotti passò all'Atalanta.
Dalla capitale giunse Agostino Di Bartolomei, capitano della Roma scudettata nel 1983, ceduto dalla società giallorossa (fu detto) per esigenze di bilancio. Un altro rinforzo di quella stagione fu Pietro Paolo Virdis, autore di un buon campionato in coppia con Hateley. Già nella gara d'esordio le due punte rossonere andarono a segno nel 2-2 interno contro l'Udinese di Zico.
Tra le partite da ricordare, a parte il derby del 28 ottobre '84 (al quale dedicheremo uno spazio apposito in onore a Mark Hateley e al suo straordinario colpo di testa), vi fu la vittoriosa gara casalinga contro la Juventus campione d'Italia in carica, disputata il 17 febbraio 1985 (quarta giornata di ritorno). I bianconeri giunsero a quel confronto con 22 punti, uno in più del Milan ma cinque in meno rispetto al Verona capolista. Liedholm schierò la seguente formazione: Terraneo, Tassotti, Galli, Icardi, Di Bartolomei, Evani, Verza, Wilkins, Hateley, Battistini, Virdis. Trapattoni rispose con Bodini, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Briaschi, Tardelli, Rossi, Platini, Boniek. Dal sorteggio arbitrale uscì il nome di Longhi. Dopo appena tre giri di orologio, Virdis di testa sbloccò il risultato: Milan in vantaggio. La Juve reagì immediatamente, come morsa da una tarantola. Al 12' un rigore di Platini ristabilì la parità. Dal dischetto Le Roi spiazzò Terraneo. Nel Milan uno dei migliori fu l'ex Vinicio Verza, autore di alcune buone giocate.
Alla mezz'ora, Rossi sfruttò al meglio un pallone filtrante in area: palla depositata in rete dopo aver scartato anche Terraneo. Lo svantaggio non disunì il Milan. Il credo che Liedholm aveva trasferito ai suoi giocatori era, soprattutto, attesa e ragionamento. Al 39' fu ancora Virdis ad andare in gol, deviando in rete una conclusione di Rasoio Wilkins. Dopo l'intervallo, l'allenatore milanista mantenne lo stesso undici della prima frazione di gioco. Al primo minuto della ripresa, Longhi assegnò un rigore ai rossoneri. Rincorsa cortissima di Ago Di Bartolomei e palla in rete. Trapattoni provò a raddrizzare la partita, inserendo Vignola al posto di Tardelli. Il risultato non si schiodò dal 3-2 per il Milan, capace di resistere al serrate finale juventino. I bianconeri con quella sconfitta uscirono dalla lotta scudetto, i rossoneri invece si avvicinarono ad un piazzamento Uefa, obiettivo prefissato d'inizio stagione e raggiunto a fine campionato. Il Milan, infatti, concluse quinto, ottenendo anche la finale di Coppa Italia, persa contro la Sampdoria di Souness. Miglior goleador stagionale dei rossoneri fu Virdis (9 reti). In quella stagione Liedholm fece esordire anche un giovane difensore: Paolo Maldini.
I segnali di un ritorno del Milan ai vertici del calcio italiano, finalmente, furono chiari anche se i tifosi, per rivedere il diavolo vincere nuovamente qualcosa d'importante, dovettero pazientare altri tre anni, passando persino dal rischio di un devastante crac finanziario.




da "Repubblica"
11 gennaio 1985, pag.29 - di Gianni Mura

SI' AL MEGASTADIO, CAMBIA CATTEDRALE LA FEDE MILANISTA
MILANO - L'assemblea dei soci rossoneri, tenutasi ieri sera, ha parlato del cosiddetto progetto Maracanà, ossia il megastadio che il presidente del Milan ha intenzione di costruire. Come, dove, quando, perchè? Ne abbiamo parlato con Giuseppe Farina. E la prima domanda è stata questa: non è uno scavalcamento dell'intesa, avvenuta davanti al sindaco Tognoli, fra le due società cittadine riguardo a San Siro? "Non vogliamo scavalcare nessuno, anzi ci tengo a chiarire: l'iniziativa cui abbiamo aderito, insieme all' Inter, è da sviluppare in tempi brevi, diciamo entro quest' estate, e riguarda non l' ampliamento di San Siro, ma solo la sua copertura e la numerazione dei posti. Benissimo, siamo tutti d' accordo. Ma la mia idea, che andava sottoposta ai soci per avere la loro approvazione, riguarda la costruzione, in tempi ovviamente più lunghi, di uno stadio tutto nostro, uno stadio del Milan, così come per fare due esempi che conosco molto bene, il Barcellona e il Real Madrid hanno i loro stadi". Lei crede che i tempi siano maturi? "Ne sono convinto. E la mia convinzione parte da un'analisi dei tifosi milanisti. Sono "fedeli" oltre che splendidi, me lo lasci dire. Sono fedeli perchè assicurano un seguito costante e massiccio alla squadra, quale che sia la sua posizione in classifica. Anche in B ci sono stati vicini, è tutto dire. In altre città, i tifosi riempiono lo stadio solo se la squadra lotta per lo scudetto. I milanisti no. Ecco perchè parlo di autofinanziamento e autogestione. Non tutte le società di A possono permetterselo, noi sì. Abbiamo fatto i conti, se ne occupa la Finmilan, l' architetto Moscheni ha già cominciato a studiare la faccenda". Le riassumo quello che s' è letto o sentito dire sul megastadio. Capienza 140 mila persone, dalle parti dell'aeroporto di Linate, probabilmente sulla strada Paullese, strutture in acciaio, 30 mila numerati prevenduti a tre milioni l' uno per un' entrata di 90 miliardi, vasta zona polisportiva intorno allo stadio, che sarà intitolato a Nereo Rocco...
Adesso dica lei, presidente. "Comincio dal fondo. Nereo Rocco è, nel mondo intero, il simbolo del Milan. Dipendesse da me solo, dedicherei alla sua memoria il nuovo stadio. Vedremo. Poi, andiamo per ordine. I posti saranno 150 mila. I posti prevenduti saranno circa 30 mila, ma non tutti alla quota che lei dice, alcuni costeranno di più, altri di meno, sarà un po' come alla Scala dove la poltronissima e il loggione hanno costi diversi. Zona polisportiva, sì, senz' altro, magari in un secondo tempo. Campi da tennis, basket, pallavolo, piscine eccetera, anche qui vale l' esempio spagnolo. Strutture in acciaio, non ne so nulla, è un discorso prematuro. Quanto alla zona, Linate o altre, una scelta non c' è ancora stata e anche ci fosse stata non la renderei pubblica, per evitare speculazioni. E' chiaro che un megastadio ci guadagna, se è vicino all'aeroporto, ma bisogna anche tener conto dei pubblici servizi, delle autostrade, per smistare il traffico. Io sogno lo stadio migliore del mondo per i tifosi migliori del mondo, un sogno che fra due anni minimo, massimo tre, può essere realtà. Un'ultima considerazione, ovvia, ma val la pena di farla: con tanti posti in più a disposizione, i biglietti saranno meno cari". L'architetto Sergio Moscheni ha lo studio in via Mancini. E' cortese ma poco loquace. "Allo stato attuale, non esiste nessun progetto, ci sono altri problemi il primo dei quali sta nell' individuare la zona giusta. Poi, vedremo. Posso solo dire che sarà uno stadio nuovo in tutti i sensi, anche perchè non esiste nulla cui ispirarsi. Se insiste a chiedermi come sarà, posso dire che sarà tutto il contrario degli attuali stadi italiani, anzi mi auguro che farà nascere un nuovo modo di andare allo stadio e di godersi lo spettacolo". Un ultimo particolare, rivelato da Farina: non è prevista, all' interno, la pista per l'atletica, sarà uno stadio tutto calcio.




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Ragione sociale Milan Associazione Calcio S.p.A. (A.C.M.)
Nils Liedholm
torna sulla panchina rossonera
per la stagione 1984-85
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Via Filippo Turati, 3 - MILANO
Centro Sportivo Milanello - Carbonolo di Carnago (VA)
AREA DIRETTIVA
Presidente Giuseppe Farina
Vice-presidenti Rosario Lo Verde, Gianni Nardi, Gianni Rivera
Direttore Sportivo Silvano Ramaccioni
AREA ORGANIZZATIVA
Segretario Rina Barbara Ercoli
AREA TECNICA
Allenatore Nils Liedholm
Allenatore in Seconda Luciano Tessari
Preparatore Atletico Gaetano Colucci
Allenatore Primavera Fabio Capello
AREA SANITARIA
Medico Sociale Giovanni Battista Monti
Massaggiatore Paolo Mariconti, Ruggero Ribolzi
SQUADRA
Capitano Franco Baresi II
Sponsor Retequattro, Oscar Mondadori
Campo sportivo Stadio San Siro - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Franco Baresi II (cap.), Sergio Battistini, Gabriello Carotti, Fabio Casiraghi, Agostino Di Bartolomei, Alberico Evani, Filippo Galli, Salvatore Giunta, Mark Wayne Hateley, Andrea Icardi, Giuseppe Incocciati, Paolo Maldini, Andrea Manzo, Luigi Russo, Roberto Scarnecchia, Mauro Tassotti, Giuliano Terraneo, Vinicio Verza, Antonio Pietro Paolo Virdis, Raymond Colin Wilkins
Palmares La Squadra "Primavera" vince la 1^ Coppa Italia
La Squadra "Primavera" vince il Trofeo "Caligaris"
La Squadra "Berretti" vince il 4° titolo di Campione d'Italia
La Squadra "Berretti" vince il Trofeo "Marco Fonghessi"
La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Torneo di Wasqueal
La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Trofeo "Beppe Viola" under 17 e il Trofeo "Grossi-Morera" under 18
La Squadra "Giovanissimi" vince il Torneo di Charleroi
Torneo di Vimodrone