Ha giocato anche con l'Ascoli (A), il Vicenza (B), la Reggiana (C1), la Gallaratese (Prom., Int.).
"Parte centravanti, poi arretra la sua azione a centrocampo, mantenendo comunque abilità nelle proiezioni e nelle conclusioni a rete. In rossonero debutta dalla primavera ancora minorenne, in seguito lascia trasparire buoni sprazzi." (Da La Grande Storia del Milan, Gazsport 2005)
"Una sera un tassista casciavit entrò in un locale e si fece preparare un panino. Quando vide in volto chi si stava impegnando nella farcitura trasecolò e gli chiese a bruciapelo: "Ma tu sei Gabriello Carotti, l'ex giocatore del Milan?". Sì, era lui, lo stesso che qualche anno prima aveva dichiarato: "Al Milan ci sono solo due giocatori che sanno giocare a calcio: io e Rivera". Presunzione giovanile? Mancanza di senso della misura? Anche. Ma mi piace pensare che Carotti volle solo provare per un momento la sensazione, l'ebbrezza di paragonarsi al miglior giocatore italiano del dopoguerra..." (Fonte: Davide Grassi, Rossoneri - Il manuale del perfetto casciavit, Fratelli Frilli Editori, 2008)
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1974, Gabriello Carotti a Milanello (Archivio Magliarossonera.it) |
La Primavera del Milan 1976-77
(per gentile concessione di Luigi La Rocca) |
1977, Gabriello Carotti centrocampista del Milan Primavera |
Maggio 1977, Torneo Internaz. di Argentan (Francia) - cat. Allievi: 19 maggio 1977, Milan vs Montaigu (FR) 3-0.
In piedi, da sinistra: Cancian Mauro, Carotti Gabriello, Tomba Giorgio, Cerrone Salvatore, Cilona Luciano.
Accosciati, da sinistra: Longobardo Maurizio, Fracchia Franco, Vettore Antonio, Foroni Antonio, Cancellier Fabio, Carettoni Gianni.
Milan vincitore del torneo in finale con il Porto 4-1 (per gentile concessione di Gianni Carettoni) |
1976-77, Milanello, da sinistra Franco Baresi,
Rino Ammendola e Gabriello Carotti (per gentile concessione di Lorenzo Ammendola) |
Milanello, maggio 1979: da sinistra, Giovanni Sartori, Franco Baresi, Rino Ammendola, Fulvio Collovati, Gabriello Carotti (per gentile concessione di Lorenzo Ammendola) |
Torneo di Viareggio 1978, foto sulla spiaggia.
In piedi, da sinistra: Cardinaletti Andrea, Boccardini Giovanni, Carotti Gabriello, Sola Luciano, Presotto Walter, Vettore Antonio, Minoia Alberto, Monzani Emilio, Marigo Dario, Sposito (accompagnatore). Accosciati, da sinistra: Salvadori Claudio, Valentinuzzi Sergio, Longobardo Maurizio, Doldi Nunzio, Baresi Franco, Cerrone Salvatore, Tomba Giorgio, Carettoni Gianni
(per gentile concessione di Gianni Carettoni) |
Torneo di Viareggio 1978, foto sulla spiaggia in tuta ufficiale. In piedi, da sinistra: Mariconti Paolo (massaggiatore), Cardinaletti Andrea, Vettore Antonio, Sola Luciano, Salvadori Claudio, Presotto Walter, Carotti Gabriello, Minoia Alberto, Longobardo Maurizio, Boccardini Giovanni, Marigo Dario, Tessari Luciano (allenatore). Accosciati, da sinistra: Monzani Emilio, Valentinuzzi Sergio, Doldi Nunzio, Baresi Franco, Cerrone Salvatore, Cancian Mauro, Carettoni Gianni, Tomba Giorgio
(per gentile concessione di Gianni Carettoni) |
Carotti, Innocenzi, Baresi, Bigon e Rivera nel nuovo pullman del Milan, 1977-78
(per gentile concessione di Renato Orsingher) |
Gabriello Carotti, stagione 1978-79 |
Una formazione Giovanile del Milan del 1978-79.
In piedi, da sinistra: Ravanelli, Bettella, Battistini, Folli, Coppola, Caracciolo, Gambino. Accosciati, da sinistra: Evani, Carotti, Cerrone, Colombo, D'Oriano, Bolis
(per gentile concessione di Alberigo Evani) |
Stagione 1979-80 |
Figurina "Edis" 1983-84 |
Stagione 1983-84 |
Luther Blissett, Eric Gerets, Gabriello Carotti e Vinicio Verza, stagione 1983-84
(per gentile concessione di Gianni Righetto) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Stagione 1983-84 (Archivio Magliarossonera.it) |
Stagione 1985-86 |
Stagione 1977-78, Gabriello Carotti esordisce a Bologna (Archivio Magliarossonera.it) |
Gabriello Carotti nella stagione 1985-86 (Archivio Magliarossonera.it) |
Blisset e Carotti, 1983-84 |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Il gol di Carotti in Vicenza vs Milan di Coppa Italia 1983-84
(Archivio Magliarossonera.it) |
Dal sito www.mondopicchio.it
23 luglio 2002
Gabriello Carotti
'Con Mazzone un rapporto tanto schietto, quanto eccezionale!'
«Vogliamo parlare del calcio delle guerre puniche?». Gabriello Carotti non ha perso, dopo tanto tempo, la voglia di scherzare. Era così anche venti anni fa, quando giocava in serie A con l'Ascoli (campionati 81-82 e 82-83 con 48 presenze e 4 gol). Ora ha 42 anni e vive in Toscana, in quello splendido paradiso che si chiama Argentario.
«Già -prosegue Carotti - da un anno sono tornato qui, vicino casa (è di Orbetello, ndr). Ho abbandonato la gestione di un bar-ristorante che avevo in Lombardia e sto organizzando a Grosseto una scuola di calcio. Si chiama "Sauro". Ho smesso di giocare nell'86 e adesso ho preso il patentino di allenatore. Il sogno sarebbe quello di diventare il secondo dell'Ascoli, ma questo penso sia il sogno che covano un po' tutti gli ex...».
Carotti arrivò all'Ascoli dal Milan, con l'etichetta di giocatore talentuoso ma difficile da gestire.
«Due anni indimenticabili, ho ancora Ascoli e l'Ascoli nel cuore. Era la prima volta che andavo fuori Milano. Lì ho trovato Mazzone -racconta Carotti- non ho un ricordo di lui, ma un mappamondo... Mi ha insegnato molto di calcio, ma anche di vita. Ho avuto come allenatori gente del tipo di Liedholm e Castagner ma lui era un'altra cosa. Con Mazzone c'era un rapporto genuino, schietto. A volte avevamo discussioni ma mi voleva bene».
Carotti, qualche aneddoto?
«Mazzone nella partitella del giovedì mi faceva giocare nelle riserve. Poi la domenica diventavo quasi sempre titolare, ma allora non lo capivo. Così in campo facevo casino, mi arrabbiavo, dribblavo tutti. E lui non voleva. Mi spediva spesso negli spogliatoi e poi arrivava Colautti: «Il mister ti vuole parlare». Ed erano dolori. Mi ricordo anche un altro episodio...».
Quale?
«Mazzone mi diceva sempre di non rientrare in difesa perchè combinavo guai. A Genova, contro la Sampdoria, feci fallo da rigore. Mi girai verso la panchina: aveva le mani nei capelli, anche se già all'epoca erano pochi. Rimasi gelato. Dopo pochi minuti mi scontrai con Pellegrini e rimasi ferito alla testa: un altro allenatore a quel punto mi avrebbe sostituito. Non lui. Rientrai in campo con una fasciatura tipo turbante e segnai il gol del pareggio: Carletto Muraro mi mise la palla sul dischetto e io al volo insaccai all'incrocio. Negli spogliatoi Mazzone me ne disse di cotte e di crude. Ma con soddisfazione...».
Due campionati indimenticabili ma anche sofferti...
«Una grande squadra, avevo compagni eccellenti: uno per tutti Novellino. Il primo anno arrivammo quinti. L'anno dopo, invece, ci salvammo solo all'ultima giornata contro il Cagliari».
Carotti, è tornato più ad Ascoli?
«Circa dieci anni fa, in gita con mia moglie. Sono rimasto affezionato alla città dove ho lasciato molti amici: abitavo vicino al 'campetto dei Frati'. Tanti ricordi. Ogni lunedì andavo ad Acquasanta, a mangiare alla "Casaccia". E poi il paesaggio, le chiese, il Carnevale. Sì, al Carnevale ascolano mi sono sempre divertito tanto».
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Gabriello Carotti, 2012 |
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