da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Dopo quasi 40 anni un altro trio straniero passa alla storia del Milan. Dopo il Gre-No-Li svedese arriva lora del trio "orange" Rijkaard-Van Basten-Gullit. Frank Rijkaard, neo acquisto, diventa il regista centrale della squadra. Marco van Basten, bersagliato dagli infortuni nella sua prima stagione, esplode con 32 gol ufficiali nell'anno. Ruud Gullit, alle prese con un ginocchio infortunato, può solo raramente mostrare la sua straordinaria forza trascinante. In campionato gli uomini di Sacchi abdicano ben presto in favore dell'Inter, tutti dedicandosi alla conquista della Coppa dei Campioni. Il Milan supera i bulgari del Vitocha (2-0 e 5-2), gli jugoslavi della Stella Rossa in una drammatica sfida, vinta ai calci di rigore, il Werder Brema (0-0 e 1-0) e il Real Madrid il cui mito viene fatto a pezzi nelle due partite al Bernabeu (1-1) e a San Siro (5-0). A Barcellona quasi 100.000 tifosi rossoneri, nel più grande esodo calcistico della storia, vedono il Milan annichilire in finale la Steaua di Bucarest per 4-0. E' del Milan anche la prima edizione della Supercoppa di Lega (3-1 alla Sampdoria). Proprio alla Sampdoria va invece la Coppa Italia.
da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il decennio della Stella e il buio dei primi Anni Ottanta"), maggio 2005
IL GRANDE MILAN NASCE DALLA NEBBIA
Con l'arrivo di Sacchi, il presidente Berlusconi aveva delineato la "missione" del Milan: essere primi nel mondo; dopo lo scudetto bisognava cominciare l'ascesa in campo internazionale.
Per la stagione 1988-89 arriva l'olandese Rijkaard, che già aveva notevolmente impressionato nel Mundialito '87 costituendo con i connazionali Gullit e Van Basten un trio ancora più entusiasmante del mitico Gre-No-Li svedese. Traguardo prioritario per la squadra diventa dunque la Coppa dei Campioni, anche perché ben presto la poderosa Inter di Lothar Matthaus, guidata in panchina dall'ex milanista Giovanni Trapattoni, s'invola imprendibile in campionato (terzo posto per i rossoneri). Dopo aver eliminato facilmente i bulgari del Vitocha con un 2-0 a Sofia e un 5-2 a San Siro con quattro gol dell'incontenibile Marco Van Basten, i rossoneri affrontano negli ottavi gli jugoslavi della Stella Rossa: ne risulta una sfida emozionante, altamente drammatica. L'andata a San Siro registra un 1-1 che complica non poco i piani dei nostri, mentre il ritorno si gioca il 9 novembre '88 in un gelido pomeriggio a Belgrado; all'inizio del secondo tempo, con gli slavi in vantaggio 1-0 (gol di Savicevic) e con i milanisti in dieci per l'espulsione di Virdis, la partita è sospesa per una fitta nebbia mai così benedetta dai milanesi, o almeno da una parte di loro: partita da rigiocarsi l'indomani. Durante la notte, nei corridoi dell'albergo che ospita la squadra, i sanitari e i tecnici mettono alla prova il ginocchio malandato di Gullit per valutare l'eventuale disponibilità dell'ultima ora dell'olandese. Il pomeriggio del giorno dopo le due squadre sono di nuovo in campo e Ruud è in panchina per un utilizzo part-time, ma basta la sua presenza a galvanizzare i compagni: il Milan segna con Mannari ma l'arbitro Pauly non vede la palla nettamente la di là della linea di porta. Van Basten porta in vantaggio i rossoneri, Stojkovic pareggia. Un grave incidente di gioco a Donadoni (che mette addirittura a rischio, per qualche minuto, la vita del giocatore) carica ancor più di tensione l'incontro; entra Gullit ma l'1-1 resiste anche nei supplementari: si va ai rigori. Dopo due esecuzioni per parte si è ancora alla pari; Giovanni Galli para i tiri dal dischetto di Savicevic e Mrkela, mentre Evani e Rijkaard fanno centro. Quando l'olandese corre a centrocampo ad abbracciare i compagni dopo il rigore decisivo, sono molti quelli che pensano che nulla può più fermare il Milan. A dicembre la rivista France Football consegna a Marco Van Basten il Pallone d'Oro, il primo dei tre che l'asso olandese conquisterà in cinque anni.
MAXI-ESODO AL CAMP NOU
Anche nei quarti coi tedeschi del Werder Brema c'è però da soffrire: dopo lo 0-0 in riva al Weser, ci vuole un rigore di Van Basten per eliminare gli ostici avversari. La semifinale col Real Madrid è, per molti, la finale anticipata. Dopo l'1-1 del Bernabeu, dove gli spagnoli sono salvati da alcune decisioni arbitrali, si assiste nel ritorno a San Siro, il 19 aprile, alla più folgorante vittoria del Milan "sacchiano". Il mito del Real viene distrutto con un 5-0 che porta la firma di tutto l'attacco rossonero con i gol di Ancelotti, Rijkaard, Gullit, Van Basten e Donadoni: lo schiacciante successo sul temutissimo Real segna la fine del ciclo spagnolo in Europa, ora è il Milan la squadra più forte del continente. A Barcellona, il 24 maggio 1989, per la finale si assiste alla più grande migrazione dei tifosi di un club nella storia del calcio: quasi novantamila tifosi rossoneri invadono la Catalogna e si presentano al Camp Nou; mai nessuna squadra era riuscita a spostare all'estero tanto pubblico. Contro la malcapitata Steaua di Bucarest è un 4-0 che rappresenta l'apoteosi della squadra e il raggiungimento della terza Coppa dei Campioni per la società. Poche settimane dopo, a suggellare il trionfo catalano, arriva la vittoria nella prima edizione della Supercoppa di Lega (3-1 alla Sampdoria).
La rosa rossonera della stagione 1988-89 |
dal sito www.wikipedia.org
1988-89: MILAN CAMPIONE D'EUROPA
Nella stagione successiva 1988-1989, ai due olandesi se ne aggiunge un terzo, Frankie Rijkaard (fortemente voluto da Arrigo Sacchi) a spese dell'argentino Claudio Borghi; pallino del presidente Silvio Berlusconi. A quasi quarant'anni di distanza dal leggendario Gre-No-Li si forma così un altro trio rossonero di grandi attaccanti.
Anche in questa stagione il Milan si rende protagonista in Coppa dei Campioni, anche se le difficoltà non mancano. Nel ritorno del secondo turno contro la Stella Rossa Belgrado (l'andata a Milano era finita 1-1) sul campo scende una fitta nebbia, spingendo l'arbitro tedesco Pauly a sospendere a norma di regolamento la partita dopo che, a visibilità già quasi nulla, gli slavi erano passati in vantaggio e Virdis era stato espulso. Da quel momento il Milan inanella una serie di risultati positivi, eliminando nell'ordine la Stella Rossa ai rigori nel recupero (dopo un gol rossonero non visto dalla terna nonostante la palla fosse entrata di almeno mezzo metro), il Werder Brema (anche qui gol rossonero non visto, anche se molto meno evidente di quello con la Stella Rossa) e il Real Madrid. Contro gli spagnoli, dopo una partita dominata al Santiago Bernabeu e caratterizzata da episodi sfortunati fra i quali un altro gol regolare annullato, i rossoneri sbaragliano le merengues con uno storico 5-0 a San Siro grazie ai gol di Ancelotti, Rijkaard, Gullit, Van Basten e Donadoni, in quella che molti considerano la più bella partita mai giocata dal Milan. La finale del 24 maggio 1989 mette di fronte il Diavolo e i temibili rumeni della Steaua Bucarest, già campioni d'Europa nel 1986. Di fronte ai quasi centomila sostenitori rossoneri accorsi al Camp Nou di Barcellona il Milan annichilisce gli avversari per 4-0. La partita della squadra è magistrale tatticamente e tecnicamente: già in vantaggio per 3-0 alla fine del primo tempo grazie alla doppietta di Gullit e ad una rete di Van Basten, i ragazzi di Sacchi arrotondano il risultato nella seconda frazione di gioco con un altro gol di Van Basten e conquistano così la terza Coppa dei Campioni della storia del Milan, a venti anni di distanza dall'ultimo successo europeo. In quell'anno la squadra rossonera si aggiudica anche la prima Supercoppa Italiana, battendo per 3-1 la Sampdoria. In campionato giunge terzo alle spalle di Inter e Napoli.
AVVENIMENTI
A un anno dal trionfo del Milan, fece il suo ritorno al successo l'altra compagine milanese, l'Inter. A nove anni dall'ultimo scudetto, la squadra nerazzurra disputò un campionato eccezionale, battendo record su record e andando a vincere agevolmente uno dei tornei più a senso unico della storia.
Il gol di Serena che decise il derby dell'11 dicembre. Il torneo 1988-89, ritornato da 16 a 18 squadre dopo ventun anni e con quattro retrocessioni, partì il giorno 9 ottobre, a causa delle Olimpiadi di Seul svoltesi nel mese di settembre. All'avvio si presentarono da grandi favorite il rinnovato Napoli di Ottavio Bianchi e il Milan campione uscente, ma si capì ben presto che quello sarebbe stato l'anno dell'Inter di Giovanni Trapattoni. I nerazzurri, infatti, volarono già in testa solitari alla quinta giornata, distanziando il Milan di un punto e la Sampdoria di due. Nelle giornate successive il Milan, impegnato anche in un favorevole cammino verso la Coppa dei Campioni, accusò un brusco rallentamento: l'11 dicembre, la sconfitta nel derby infranse il sogno dei rossoneri di bissare il titolo. L'Inter mantenne un ritmo impressionante e soltanto il Napoli, traghettato da Maradona, riuscì a seguirne la scia, a tre punti di distacco. La situazione non cambiò dopo lo scontro diretto del San Paolo, il 15 gennaio; il 5 febbraio l'Inter diventò campione d'inverno ma, la domenica successiva, la rocambolesca sconfitta di Firenze permise al Napoli di ridurre il distacco a un punto.
In realtà fu questo l'unico brivido stagionale per l'Inter, che vinse tutte le prime otto gare del girone di ritorno e allungò nettamente sui partenopei; il 9 aprile i punti di vantaggio tra prima e seconda classificata furono sette. Nelle successive giornate l'Inter si limitò a gestire la situazione e, vincendo lo scontro diretto del 28 maggio grazie a una punizione della stella della Nazionale tedesca Lothar Matthaus, i milanesi conquistarono matematicamente il loro 13° scudetto, il più agevole, incoronando il bomber Aldo Serena tiratore scelto con 22 gol. Fu lo scudetto dei record: mai nessuna squadra sarebbe riuscita a toccare quota 58 con i 2 punti a vittoria.
Buon campionato quello della neopromossa Atalanta che concluse in zona Uefa, settore della classifica particolarmente ampliato in questa stagione per il successo del Milan in Coppa Campioni e per la, da tempo programmata, finale di Coppa Italia fra Napoli e Sampdoria, eventi che individuarono nel settimo gradino della graduatoria il termine ultimo per l'accesso in Europa. In tale contesto la Roma agganciò all'ultima giornata la Fiorentina sconfitta a San Siro, ma le speranze dei capitolini furono spazzate via nello spareggio disputato a Pian di Massiano il 30 giugno, quando i toscani li respinsero all'ottavo posto finale; ironia della sorte, il gol fu segnato dal grandissimo ex ed idolo giallorosso Roberto Pruzzo, trasferitosi sulle rive dell'Arno nella stagione conclusiva della propria carriera.
In coda, oltre al Como e al Pisa condannati da tempo, retrocessero il Pescara e, clamorosamente, il Torino, al ritorno tra i cadetti dopo 29 anni. A condannare i granata fu la sconfitta del 25 giugno, ultima giornata di campionato, contro il neopromosso Lecce, che così ottenne la salvezza e il 9° posto, miglior piazzamento di ogni epoca del club salentino. Anche Bologna (alla prima stagione in massima serie dopo sei anni d'assenza), Cesena e Verona ottennero la salvezza all'ultimo turno. A invischiare i veneti nella parte bassa della classifica fu una lunghissima serie di pareggi, sufficienti, comunque, per evitare il declassamento.
STAGIONE 1988-89 |
Ragione sociale |
Milan Associazione Calcio S.p.A. (A.C.M.) |
Arrigo Sacchi,
alla guida del Milan 1988-89 |
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Colori sociali |
Rosso e nero a strisce verticali |
Data di fondazione |
13 dicembre 1899 |
Sede |
Via Filippo Turati, 3 - MILANO
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Centro Sportivo |
Milanello - Carbonolo di Carnago (VA)
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AREA DIRETTIVA |
Presidente |
Silvio Berlusconi |
Amministratore Delegato |
Adriano Galliani |
Direttore Sportivo |
Ariedo Braida, Silvano Ramaccioni |
AREA ORGANIZZATIVA |
Responsabile Organizzativo |
Paolo Taveggia |
Segretario |
Rina Barbara Ercoli |
AREA COMUNICAZIONE |
Addetto Stampa |
Renato Ferrari |
AREA TECNICA |
Allenatore |
Arrigo Sacchi |
Allenatore in Seconda |
Italo Galbiati |
Preparatore Atletico |
Vincenzo Pincolini |
Responsabile Settore Giovanile |
Fabio Capello |
Allenatore Primavera |
Andrea Valdinoci |
AREA SANITARIA |
Medico Sociale |
Giovanni Battista Monti |
Massaggiatori |
Pierangelo Pagani, Franco Pagani |
SQUADRA |
Capitano |
Franco Baresi II |
Sponsor |
Mediolanum Assicurazioni |
Campo sportivo |
Stadio San Siro - MILANO |
Giocatori di partite ufficiali |
Demetrio Albertini, Carlo Ancelotti, Francesco Antonioli, Franco Baresi II (cap.), Walter Bianchi, Massimiliano Cappellini, Angelo Colombo, Alessandro Costacurta, Roberto Donadoni, Alberico Evani, Filippo Galli, Giovanni Galli, Corrado Giannini, Ruud Dil Gullit, Fabio Lago, Christian Lantignotti, Paolo Maldini, Graziano Mannari, Daniele Massaro, Roberto Mussi, Davide Pinato, Franklin Rijkaard, Mauro Tassotti, Marco Van Basten, Matteo Villa, Antonio Pietro Paolo Virdis, Fabio Viviani |
Palmares |
3^ Coppa dei Campioni
1^ Supercoppa Italiana Torneo "Santiago Bernabeu" |
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