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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Al vertice societario c'è Vittorio Duina. Responsabile unico in panchina è Giuseppe "Pippo" Marchioro, cresciuto nelle giovanili rossonere. Gianni Rivera torna ad essere il capitano della squadra, cosicchè Romeo Benetti va alla Juventus in cambio di Fabio Capello (chiamato da "Giuan" Trapattoni, che cede alle lusinghe di Boniperti e si trasferisce a Torino anziché andare all'Atalanta, iniziando così un periodo d'oro per lui e per la società piemontese). Luciano Chiarugi, non senza rimpianti, va al Napoli per Giorgio Braglia.
Arrivano anche Giorgio Morini e Massimo Silva. Dal vivaio entra stabilmente in prima squadra Fulvio Collovati. La stagione è disastrosa. Il Milan corre un serio rischio di retrocessione. Si salva solo all'ultima giornata, a Cesena, dopo aver vinto una sorta di spareggio-salvezza al penultimo turno, in un San Siro strapieno, contro il Catanzaro di Gianni Di Marzio e Massimo Palanca. Alla fine del girone di andata, dopo il pareggio interno contro il Cesena (celebre lo striscione dei tifosi rossoneri "siamo disperati"), Marchioro viene esonerato e chiamato d'urgenza al capezzale del Vecchio Diavolo il "Paron" Nereo Rocco che porterà la squadra al decimo posto finale. I rossoneri vincono appena 5 partite su 30 totalizzando 17 pareggi. Lo scudetto, dopo un entusiasmante testa a testa tra il Torino campione d'Italia di Gigi Radice e la Juventus, finisce ai bianconeri. In Coppa Uefa veniamo eliminati con una grande dose di sfortuna dai baschi dell'Athletic di Bilbao, (che arriveranno poi alla doppia finale contro la Juventus, la quale, in quella circostanza, si aggiudicherà per la prima volta un trofeo internazionale, ah caro Trap...) dopo che a sette minuti dalla fine era stato rovesciato il risultato dell'andata, grazie ad un 3 a 0 che non ammetteva repliche, ma un incomprensione tra Albertino Bigon e Ricky Albertosi provoca un rigore che elimina i rossoneri. La Coppa Italia vede un Milan completamente trasformato. I Diavoli superano Napoli, Bologna e Spal con irrisoria facilità e si qualificano per la finale di San Siro contro l'Internazionale, che viene superata per due reti a zero, con reti di Aldo Maldera e di un redivivo Giorgio Braglia, mattatore della manifestazione. Una bella soddisfazione che cancella una stagione da incubo.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il decennio della Stella e il buio dei primi Anni Ottanta"), maggio 2005
Nel 1976-77 la presidenza passa a Vittorio Duina, e arriva come allenatore Pippo Marchioro; se ne vanno Benetti e Chiarugi, mentre arrivano Capello, Morini e Silva; dal vivaio progredisce fino alla prima squadra il giovane Fulvio Collovati. Il campionato è un disastro (solo cinque vittorie in totale) e a metà stagione Paròn Nereo è richiamato al capezzale del Milan, per salvarlo da una pericolosa situazione di classifica. La settimana precedente l'incontro di San Siro col Catanzaro, decisivo per la salvezza, Milano è tappezzata di manifesti e invasa di volantini rossoneri con la scritta "Forza Milan": il popolo milanista avverte il pericolo e si stringe con passione attorno alla squadra. Il 15 maggio 1977 il Milan, non senza patemi, supera 3-2 i calabresi e si salva (decimo posto finale).
Recuperata la serenità, la squadra finisce addirittura in trionfo la stagione superando nella finale di Coppa Italia l'lnter per 2-0 con gol di Maldera e Braglia: con una sola partita Rivera e compagni riescono a far dimenticare la brutta stagione.






La formazione del Milan scesa in campo nella prima giornata di campionato contro il Perugia il 3 ottobre 1976.
Da sinistra in piedi: Albertosi, Bet, Rivera, Turone, Aldo Maldera, Calloni.
Accosciati da sinistra: Capello, Collovati, Biasiolo, Morini e Silva



dal sito www.wikipedia.org
1976-77: LA SALVEZZA E LA COPPA ITALIA
Nel 1976-1977 il Milan, uscito enormemente indebolito dal mercato estivo in cui ha perso due elementi fondamentali come Romeo Benetti e Luciano Chiarugi, disputa una stagione in tono minore, culminata con l'esonero del tecnico Giuseppe Marchioro e il rischio della retrocessione in Serie B. A due giornate dalla fine, infatti, i rossoneri si trovano al terz'ultimo posto, prima che una doppia vittoria contro Catanzaro e Cesena, con Nereo Rocco di nuovo in panchina nelle ultime due gare, scongiuri il pericolo.
In Coppa Italia il Diavolo giunge in finale a suon di gol. Il 3 luglio 1977, sul terreno di San Siro, i cugini dell'Inter vengono sconfitti per 2-0. È la quarta Coppa Italia della storia rossonera.

AVVENIMENTI
Fu una piccola sorpresa il campionato che prese il via il 3 ottobre 1976, perché la Juventus del neo-allenatore Giovanni Trapattoni trionfò quando tutti si aspettavano il bis d'un Torino rinvigorito dalla vittoria dell'anno precedente, favorito ai nastri di partenza nonostante la clamorosa sconfitta subita a settembre dal poco quotato Lecce nel girone di Coppa Italia. La Juventus, ritenuta indebolita dagli addetti ai lavori a causa delle cessioni di Capello e Anastasi in cambio dei più maturi Boninsegna e Benetti, firmò invece una mossa vincente: le squadre torinesi diedero il via ad un campionato ancor più emozionante del precedente, chiuso a punteggi record.
Genoa-Sampdoria, Roberto Pruzzo segna il gol del 2-1.Già dopo due giornate, granata e bianconeri si ritrovarono soli in testa, dando il via al duello. La Juve arrivò al derby dell'ottava giornata (5 dicembre) con un punto di vantaggio: i "gemelli del gol" Graziani e Pulici colpirono e affondarono, decretando il sorpasso. Il Toro condusse per qualche giornata, per poi venire agganciato dopo un rocambolesco 3-3 contro la Lazio. Proprio la Lazio fu protagonista in quell'anno di due momenti drammatici: prima perse il 2 dicembre l'allenatore dello scudetto, Tommaso Maestrelli, spentosi dopo una lunga malattia. Poi, un mese e mezzo dopo, il 18 gennaio 1977, venne colpita dall'assurda tragedia del centrocampista Luciano Re Cecconi, che organizzò uno scherzo a un amico gioielliere, fingendosi ladro e venendo ucciso da un colpo di pistola.
Torino e Juventus, dopo continui sorpassi, conclusero a pari punti il girone d'andata il 6 febbraio 1977. Il ritorno iniziò sulla falsariga delle prime quindici partite. La Juve passò in vantaggio approfittando della sconfitta del Toro a Roma, il 3 aprile, limitò i danni nel secondo derby e condusse con un punto di vantaggio fino alla ventiseiesima giornata, quando a causa di un pareggio a Perugia fu raggiunta dai "cugini". La settimana dopo, il 2 maggio, un gol di Furino permise ai bianconeri di battere in extremis il Napoli e di approfittare del pareggio torinista in casa della Lazio. Fu lo scatto decisivo, visto che la Signora vinse le ultime tre partite e concluse il campionato alla quota record di 51 punti, seguita dal Toro a 50, mentre la Fiorentina, terza, si fermò a 35 e fu protagonista unicamente della lotta per l'Europa a cui si aggiunsero Inter e Lazio infruttuosamente tallonati da un sorprendente Perugia. I bianconeri condirono il tutto con la vittoria in Coppa UEFA a spese dell'Athletic Bilbao, ai granata rimase il titolo di capocannoniere per Graziani.
Crollò improvvisamente il Cesena, retrocesso in Serie B dopo i successi dell'anno precedente. Sudò freddo il Milan, che si salvò solo grazie alla rimonta che, nelle ultime due giornate, sancì la seconda retrocessione del Catanzaro e quella della Sampdoria.




dal sito forum.tifonet.it - Amarcord Rossonero
Cronaca del calciomercato 1976, inizio di una stagione dura e pesante per i colori rossoneri
BENETTI - Al Milan dicono che lo scambio Benetti Capello è stato fatto perché il nuovo allenatore Marchioro aveva bisogno di un regista dovendo spostare il funzionario della Siderurgica Duina comm. Gianni Rivera all'ala destra. In realtà si è trattato di un'epurazione in piena regola.
Nel Milan, Benetti ha sempre capeggiato la corrente anti Rivera e l'anno scorso aveva offerto champagne quando l'abatino aveva rotto con il Milan. Al ritorno si era rifiutato di ridargli il bracciale di capitano, e aveva preteso di diventare pure lui azionista del Milan. Per Rivera, Benetti era una spina nel fianco. Cosi l'ha fatto fuori.
CAPELLO - Fabio Capello ha tradito lo stile-Juventus in America. Quando ha dichiarato ai giornalisti che in Nazionale gioca meglio perché trova la massima collaborazione e tutti lo capiscono, mentre nella Juventus si trovava a fianco troppi pesi morti. Furino aveva subito reagito e Boniperti non si era limitato alla solita multa. Svolte le relative indagini si è reso conto che Capello si era messo contro tutta la squadra e che sicuramente avrebbe condizionato un allenatore ancora alle prime armi come Trapattoni. E così è stato lieto di accettare il cambio con Benetti, proposto dal Milan. Ma non l'ha fatto solo per dare una lezione a Capello, l'ha fatto anche nell'interesse di Trapattoni. Il quale al limite preferisce trovarsi una Juventus senza «cervello» piuttosto che avere un «cervello» che avrebbe voluto pensare anche per lui.
BOLDINI - E' inutile sottolineare che il Milan ha fatto tutta la campagna acquisti vendite senza mai interpellare Nereo Rocco che pure ha la carica di consigliere tecnico del presidente Duina. Rocco ha rotto i ponti con Rivera, quando il Milan ha riscattato Soldini a sua insaputa, versando al Como 300 milioni. Secondo l'allenatore Marchioro il suo ex allievo è il terzino ideale per il Milan perché sa marcare a zona. Secondo Rocco invece visto che il finanziere Duina aveva stanziato per la campagna acquisti solo 600 milioni era assurdo spenderne la metà per la metà di Boldini, dato che Maldera è molto più bravo di lui. Rocco per il momento si gode la famiglia a Trieste ed evita commenti a livello giornalistico ma è sicuro che il campionato dimostrerà che aveva ragione lui: e cioè che Boldini non è un terzino da Milan




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Ragione sociale Milan Associazione Calcio S.p.A. (A.C.M.)



Giuseppe Marchioro,
allenatore rossonero
fino a febbraio 1977
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Via Filippo Turati, 3 - MILANO
Centro Sportivo Milanello - Carbonolo di Carnago (VA)
AREA DIRETTIVA
Presidente Vittorio Duina fino al 29 maggio 1977, poi Felice Colombo
AREA TECNICA
Direttore Sportivo Alessandro Vitali
Allenatore Giuseppe Marchioro fino al 6 febbraio 1977
Direttore Tecnico Nereo Rocco dal 7 febbraio 1977
Allenatore in Seconda Alvaro Gasparini
Preparatore Atletico Aristide Facchini
AREA SANITARIA
Medico Sociale Giovanni Battista Monti
Massaggiatore Carlo Tresoldi
SQUADRA
Capitano Gianni Rivera
Campo sportivo Stadio San Siro - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Enrico Albertosi, Mario Angelo Anquilletti, Aldo Bet, Giorgio Biasiolo I, Albertino Bigon I, Simone Boldini, Giorgio Braglia, Egidio Calloni, Fabio Capello, Fulvio Collovati, Duino Gorin I, Giovanni Lorini, Aldo Maldera III, Giorgio Morini, Antonio Rigamonti, Gianni Rivera (cap.), Giuseppe Sabadini, Massimo Silva, Giorgio Tomba, Maurizio Turone, Francesco Vincenzi
Palmares 4^ Coppa Italia
La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Trofeo "Ottorino Barassi"
La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Trofeo "Luigi Carraro"
La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Torneo Int. di Argentan
Blue Stars Youth Tournament under 20 (a Zurigo)
(La Squadra "Primavera" perde la finale della "Coppa Carnevale" a Viareggio contro la Sampdoria)