Ha giocato nel ruolo di ala destra con il Bastiglia (D), il Moglia (D), il Pisa (A), il Cesena (C, B), il Catanzaro (B), il Novara (B), il Ravenna (C).
1 finale di Coppa Italia nel 1966 con il Catanzaro (19.05.1966, Fiorentina vs Catanzaro 2-1)
Dal sito www.wikipedia.it
GIOCATORE
Esordisce tra i semi-professionisti nel 1959 con il Cesena in Serie D quando ha 21 anni. Promosso col Cesena in Serie C resta in tutto quattro stagioni in terra romagnola quindi approda in Serie B dove disputa 4 stagioni al Catanzaro ed una al Novara, quindi nel campionato di Serie A 1968-1969 il suo esordio nella massimna serie con il Pisa, a trent'anni, nel quale disputa 21 partite. Chiuderà la sua carriera in Serie C con il Ravenna nel 1971 a trentaquattro anni.
ALLENATORE
Nella stagione di Serie A 1978-1979 è l'allenatore in seconda del Milan di Nils Liedholm e nell'estate del 1979, durante una tournée in Sud America viene stroncato da un infarto mentre siede in panchina. Morirà pochi giorni dopo (il 5 giugno) a Buenos Aires. I funerali si svolsero nella sua Cesena.
LA MORTE PREMATURA
Pur essendo stato stroncato da un infarto, il suo nome è stato incluso tra quelli dei deceduti per la SLA. Nel 2009 il suo nome è tornato agli onori delle cronache in quanto collegato alle morti sospette nel calcio italiano sulle quali, da tempo, indaga il pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello.
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"Una tragica notizia ha scosso tutto l'ambiente del Milan in tournèe a Buenos Ayres. Mentre i giocatori stavano salendo sul pullman per recarsi all'allenamento, hanno saputo che il loro allenatore attuale, Alvaro Gasparini, fedelissimo braccio destro di Liedholm, era morto pochi minuti prima in un ospedale della capitale argentina. Alvaro Gasparini, che in questa tournèe ha assolto le funzioni di tecnico in prima, per l'assenza di Liedholm, si era sentito male ieri mattina alle 11 locali, corrispondenti alle 16 italiane. Dopo una breve passeggiata intorno all'albergo, il tecnico ha chiesto al dottor Monti di visitarlo, perché sentiva un forte dolore al petto. Il dottor Monti, intuito subito la gravità della situazione, ha deciso immediatamente di trasportarlo con un'ambulanza in un ospedale cittadino, assieme con il massaggiatore, Guido Ruggero. All'ospedale, però, ci si è resi conto subito che non si trattava di un semplice malore, ma di un violentissimo infarto, di quelli che non perdonano. Gasparini è stato sottoposto a cure intensive ma tutto è risultato vano.
Alle 15 locali, corrispondenti alle 20 italiane, nell'hotel Continental, ove alloggia il Milan, è arrivata la tragica telefonata. Il dottor Monti, con la voce rotta dalla commozione, ha comunicato a Rivera che Gasparini era ormai privo di vita. Gasparini, nei giorni scorsi, non aveva accusato malesseri di alcun genere, e ieri si pensava all'inizio che si fosse trattato semplicemente di una banale gastrite, con forti dolori allo stomaco. I giocatori ovviamente sono rimasti costernati, increduli, senza parole, mentre Rivera, il dirigente Ghizzo cercavano in tutti i modi di mettersi in contatto telefonico con l'Italia, per avvertire il presidente. Da calciatore era stato un centrocampista di discreta quotazione. Nato in Romagna, aveva cominciato a giocare nei ragazzini della Roma, poi era passato al Pisa e al Catanzaro, dove era stato compagno di squadra di Pippo Marchioro. Successivamente, intrapresa la carriera di allenatore, era stato lo stesso Marchioro a portarlo con sé al Milan, in qualità di allenatore in seconda. Dopo aver coadiuvato fedelmente Marchioro, Gasparini era rimasto a lavorare anche agli ordini di Nereo Rocco prima e di Liedholm dopo, distinguendosi sempre per le sue doti di serietà, di competenza e di riservatezza. Sia Rocco sia Liedholm erano stati lietissimi di poterlo riconfermare a loro fianco e sarebbe probabilmente rimasto anche al fianco di Giacomini, se un infarto non lo avesse ieri fulminato. La notizia è giunta a Milano come un fulmine a ciel sereno ed ha riempito di costernazione sia il presidente del Milan, Felice Colombo, sia il d.s. Sandro Vitali." (Da "La Gazzetta dello Sport" del 6 giugno 1979)
Alvaro Gasparini ai tempi del Cesena |
Alvaro Gasparini premiato dopo la finale di Coppa Italia persa il 19 maggio 1966 contro la Fiorentina, da giocatore del Catanzaro
(Archivio Magliarossonera.it) |
Con la maglia del Pisa, 1968
(dal sito www.wikipedia.it) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Alvaro Gasparini, stagione 1976-77
(per gentile concessione di Renato Orsingher) |
Incontri, Albertosi e Alvaro Gasparini in allenamento, stagione 1976-77
(per gentile concessione di Andrea Leva) |
29 ottobre 1978, Milan vs Fiorentina 4-1, "Rivera in panchina, Antognoni in tribuna"
(dalla "Gazzetta dello Sport") |
Pochi giorni prima di morire, Alvaro Gasparini aveva guidato i rossoneri in una tournée in Sud America in sostituzione di Nils Liedholm, appena trasferitosi alla Roma. Ecco nel dettaglio gli incontri che lo videro sulla panchina rossonera:
20.05.1979, Buenos Ayres (Argentina), Boca Juniors-Milan 1-1, marcatore Capello. Argentini allenati da Juan Carlo Lorenzo, rossoneri allenati dal povero Alvaro Gasparini, spettatori 40.000 circa. Espulso Boldini per fallo di reazione.
23.05.1979, Cordoba (Argentina), Talleres Cordoba-Milan 1-1, marcatore Novellino. Allenatore rossonero Alvaro Gasparini.
25.05.1979, Buenos Ayres (Argentina), River Plate-Milan 1-1, rete di Capello di testa su punizione di Rivera, successivamente espulso per aver inveito contro un avversario. All. Alvaro Gasparini.
27.05.1979, Montevideo (Uruguay), Uruguay-Milan 0-0. Tra i rossoneri in campo Minoia, Cerrone, Carotti. Allenatore Alvaro Gasparini.
30.05.1979, Asunciòn (Paraguay), Olimpia Asuncion-Milan 2-1, rete di Chiodi di testa. Espulsi Bet e Rivera per proteste. Allenatore Alvaro Gasparini, che pochi giorni dopo (il 5 giugno), muore a Buenos Ayres stroncato da un infarto.
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Maggio 1979, Alvaro Gasparini dirige uno dei suoi ultimi allenamenti a Buenos Ayres
(Archivio Magliarossonera.it) |
Articolo della "Gazzetta dello Sport" del 6 giugno 1979 |
(dal "Corriere della Sera" del 6 giugno 1979) |
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La morte di Alvaro Gasparini
(da "La Stampa" del 6 giugno 1979) |
dal sito amarcordmilan.blog.lastampa.it
LA MORTE IMPROVVISA DEL GIOVANE TECNICO ALVARO GASPARINI
Durante la tourneè sudamericana di fine stagione, un infarto stroncò, ad appena 40 anni, la vita dell'allenatore rossonero in seconda, stretto collaboratore di Nils Liedholm
Il 5 giugno 1979 se ne andava per sempre Alvaro Gasparini, allenatore in seconda nel Milan che conquistò lo scudetto della Stella. Una morte improvvisa e repentina, durante una tourneè dei rossoneri in Argentina per festeggiare il decimo scudetto. Gasparini, nato in provincia di Modena nell'agosto del '38, era approdato al Milan nell'estate del '76. Prima stagione come vice di Marchioro (poi esonerato) e di Rocco, dalla stagione seguente fu il secondo di Liedholm, di cui fu un fedelissimo collaboratore.
Da calciatore, la sua carriera era cominciata e finita a Cesena (1959-1971). Nel '66 disputò una finale di Coppa Italia con la maglia del Catanzaro, sconfitto 2-1 dalla Fiorentina.
Un forte dolore al petto, la richiesta al medico sociale milanista, dottor Monti, di visitarlo. Poi, il trasferimento in ospedale e la terribile diagnosi: il malore era il preludio ad un violentissimo infarto, di quelli che non lasciano scampo. Il suo cuore cessò di battere all'ospedale di Buenos Aires. I giocatori, come riportato dalle cronache del tempo della Gazzetta dello Sport, appresero della sua morte mentre si avviavano all'allenamento in vista dell'incontro con l'Andes Talleres, ultima partita da calciatore di Gianni Rivera. E fu proprio il numero 10 rossonero, insieme al dirigente Ghizzo, che si mise in contatto con il presidente Colombo per comunicargli la tragica notizia.
I funerali si svolsero a Cesena, sua città d'adozione. Il comune di nascita di Gasparini (Bastiglia) gli ha dedicato la palestra comunale. Negli anni ottanta, per iniziativa del Milan Club Lissone, furono organizzati dei tornei giovanili intitolati alla memoria dell'vice-allenatore della stella rossonera.
Da Wikipedia si apprende che, pur essendo stato stroncato da un infarto, il suo nome è stato incluso tra quelli dei deceduti per la SLA. Nel 2009 il suo nome è tornato agli onori delle cronache in quanto collegato alle morti sospette nel calcio italiano sulle quali, da tempo, indaga il pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello.
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