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STAGIONE SUCC. >



da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Aumenta ancora il numero delle squadre iscritte al campionato. Sono 45 in tutto, suddivise in 6 gironi, 3 al nord e 3 al centro sud.
La Libertas Rancing viene "premiata" ed inserita nella 1^ categoria forse come riparazione ad un torto subito. Il Milan è inserito logicamente nel girone lombardo dove viene ospitata anche la Juventus che l'anno precedente aveva perso la prima categoria arrivando ultima nel girone piemontese. Il particolare non è ininfluente visto che proprio la squadra bianconera, classificandosi al secondo posto dietro l'Internazionale, nega ai rossoneri (terzi) la qualificazione. La grande stagione di Van Hege (21 gol nel girone) non compensa la partenza (destinazione Genoa) di Renzo De Vecchi.
Il Milan non si qualifica al torneo finale per la sufficienza con la quale affronta alcuni incontri casalinghi e che gli costa alcuni punti decisivi. Il campionato va sorprendentemente ai nerostellati piemontesi del Casale.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Dalla scissione alla Grande Guerra"), gennaio 2005
Per il campionato 1913-14 il Milan è inserito nel girone lombardo, dove è ospitata la ripescata Juventus (che avrebbe dovuto retrocedere in seconda categoria, essendosi classificata all'ultimo posto del girone piemontese nell'anno precedente). Nonostante la grande stagione di Van Hege i rossoneri, che pagano l'atteggiamento di sufficienza con cui affrontano gli avversari sulla carta più deboli, non superano il girone eliminatorio, preceduti in classifica da Inter e, beffardamente, proprio dalla Juventus. Nel girone finale saranno i nerostellati del Casale a classificarsi al primo posto e a vincere poi il titolo nella finale nazionale contro la Lazio, prima classificata del Centro-Sud.


dal sito www.ilveromilanista.it

STAGIONE 1913/1914: SE NE VA "IL FIGLIO DI DIO"
Non basta la dipartita per la sponda nerazzurra dell'anno prima di Cevenini I e dei suoi quattro fratelli, quando, dopo quattro campionati 63 presenze e 7 reti all'attivo se ne va pure Renzo de Vecchi, ammaliato dalle sirene della lanterna di Genova, sponda rossoblù. Il trasferimento viene ricordato come il primo vero atto di compravendita del calcio italiano. Aumenta ancora il numero delle squadre partecipanti al campionato. Ora le formazioni sono ben 45, suddivise in 6 gironi: 3 al nord e 3 al centro-sud sempre, quest'ultimi, a composizione regionale. Mentre in Europa cominciano a spirare venti di "guerra mondiale" il Milan affronta il suo ennesimo anonimo campionato. Trascinati da un implacabile Van Hege, autore di ben 21 reti e promosso al grado di Capitano, i rossoneri non superano nemmeno il girone eliminatorio, classificandosi solamente al terzo posto. Tre le sconfitte subite nel girone. Gli uomini di Pirelli vengono battuti in entrambi i derby ed a Torino contro la Juventus che soffierà la qualificazione proprio al Milan. A vincere il campionato sarà alla fine il Casale apparso sulle scene calcistiche solo due anni prima. Si imporrà in entrambe le gare della doppia finale contro la Lazio migliore espressione del calcio centro-meridionale.
Il Milan, nella stagione 1913/1914, presenta una divisa a larghe bande verticali rossonere, con pantaloncini a mezzagamba bianchi e calzettoni neri con bordo rosso.




dal sito www.milanhistory.blogspot.com
1913-1914, VAN HEGE SENZA LIMITI
QUALCHE CALO DI CONCENTRAZIONE E UN RENDIMENTO INCOSTANTE MINANO LA STAGIONE ROSSONERA, CHIUSA AL TERZO POSTO. PERSO DE VECCHI, I TIFOSI SI COCCOLANO IL SOLITO MITICO VAN HEGE, AUTORE DI 21 GOL IN 17 INCONTRI.

MILAN PENALIZZATO dalla Juventus: l'anno prima i bianconeri si erano piazzati ultimi nel girone piemontese e, per evitare la retrocessione, chiedono asilo al girone lombardo; ottenutolo, si piazzano secondi dietro l'Inter, qualificandosi al girone finale. Il Milan, giunto terzo, non la manda giù. Anche Rizzi, come Cevenini, passa all'Inter: la fascia di capitano passa sul braccio armato di Luis Van Hege, quarta stagione rossonera e già 54 gol sulle spalle. Il principe dei bomber traccia un'altro assolo poderoso, infilando una stagione da 21 gol in 17 partite! Purtroppo però è anche la prima stagione senza Renzo De Vecchi: il mitico terzino della Nazionale, che al Milan prendeva 100 lire, accetta il ricco contratto del Genoa (ben 20 mila lire!) e il posto di lavoro in banca garantitogli in Liguria.
A fine stagione il Milan paga qualche rilassamento di troppo in qualche gara interna, lo scudetto va sorprendentemente al Casale.

Orgoglio da big: Pietro Lana, dopo le ultime declinanti due stagioni, si reinventa gran attaccante e conclude la sua avventura rossonera con 9 gol in 16 match. Formazione appena rinnovata: in porta resta la bandiera Barbieri, con il pilasto Sala a presidiare la zona; con lui non c'è più Renzo ma Carlo De Vecchi (nessuna parentela), un onesto mestierante che ironicamente i tifosi chiameranno "il nipote di Dio". Polmoni e grinta caratteristici del senatore Scarioni a centrocampo; al suo fianco la pregevole tecnica del giovane Cesare Lovati, nato in Argentina e futura bandiera del Milan: ha debuttato nel 1910 e, dopo alcune esperienze con la prima squadra, ora è titolare apprezzato e costante nel rendimento. Dall'altra parte galoppa il solito indomito Trerè. Attacco tutto sulle spalle di Van Hege, con Lana, Ferrario e alcuni "nuovi": Ernesto Morandi, che ha esordito un paio di anni prima ed è ora promosso titolare, e Attilio Marchesi, che si alterna costantemente all'inglese Williams.

A NOVARA parte il torneo del Milan, che vince 4-0 grazie alla sua coppia di bomber: Van Hege apre e chiude, in mezzo due guizzi di Lana. Scena che si ripete simile sul Como: Van Hege infila il portiere, il nuovo inglese Williams raddoppia; va a segno anche lo stantuffo Trerè, poi Van Hege decide di chiudere la gara: ancora 4-0. Nella partita successiva il Milan ospita la Juve. Ancora l'incommensurabile Van Hege, con una pregevole doppietta, indirizza i destini della sfida, chiusa sul 3-1 dopo il primo centro in rossonero del promettente argentino Lovati. Con la piccola AC Milanese non c'è storia: i cuginetti osano andare in vantaggio, e Van Hege capisce che anche stavolta deve darsi una mossa per salvare i suoi: segna, raddoppia, ubriaca la difesa, triplica, scatta, tira, segna un poker, guizza, sale, scende, copre, lotta e infila la quinta pera; Ferrario archivia il 6-1. E' un Milan che si deconcentra facilmente, e anche con la Racing Libertas va sotto; ancora Van Hege provvede, ma stavolta si limita all'1-1. Dopo aver passeggiato sulla JuventusItalia (6-0: bis di Ferrario, gol di Van Hege, Lana, Lovati e un autogol), il Milan ospita l'Inter degli ex. Purtroppo i nerazzurri vincono, e con gol del grande Cevenini. Era destino. Lana sigilla il pari in casa della US Milanese, poi il Milan demolisce Nazionale Lombardia(5-1, con doppiette di Lana e Marchesi, e gol di Trerè) e Como (4-0: altra doppietta di Lana, rete di Morandi e gol di Van Hege, che non segnava da ben 3 partite!...) prima di impattare sulla stessa Nazionale Lombardia (2-2) e perdere in casa della Juventus; risultati alquanto altalenanti, dunque. La marcia prosegue con 2 goleade, 2 picchi di gioia in cui per l'ennesima volta splende incontrastata la stella di Van Hege: due triplette pazzesche, contro AC Milanese (6-1) e Racing Libertas (7-1). Il ritorno con la Juve è aperto dalla riservissima Avanzini, al debutto assoluto; raddoppia Lana, chiude sul 3-1 Morandi. Il derby è ancora sofferenza: 2-5, ma fa malissimo vedere Cevenini esultare in nerazzurro per la sua grande tripletta. Pareggiato il match con l'US Milanese (va in gol ancora Avanzini, alla seconda e ultima presenza rossonera!), il Milan chiude terzo con la vittoria a tavolino per forfait del Novara: a -5 dall'Inter e a -2 dalla Juventus.

VENTUNO GOL DI VAN HEGE: nelle 17 gare giocate, il formidabile cannoniere belga mette ancora una volta in luce tutto il suo inesauribile repertorio di bomber completo, tecnico, prolifico. Un attaccante totale, non un centravanti statico ma un micidiale killer che si muove a fondo in tutta la manovra offensiva. Un campione raro di qualità e quantità. In porta gioca quasi sempre il solito Barbieri (14 gare) e in difesa fa sempre la differenza la classe di Marco Sala (17), appoggiato dal De Vecchi... umano (16). Scarioni e Trerè sono i gladiatori che tengono la barriera mediana, ben aiutati dal giovane Lovati: argentini di Buenos Aires, 22 anni, Lovati ha una buona tecnica, la giusta personalità e sa creare buone occasioni; spesso si fa veder anche in zona gol. Aveva debuttato nel 1910, accumulando 8 presenze nelle prime tre stagioni; ora si impone come titolare e giovane tra i più interessanti del campionato, diventerà una bandiera rossonera lasciano il club solo nel 1922 dopo 114 apparizioni condite da 7 reti. Davanti, come detto in precedenza, spicca il canto del cigno di Lana, che segna 9 gol. Ferrario si accontenta di 4 centri. La commissione tecnica alterna Attilio Marchesi (8 presenze e ben 7 gol) al britannico Williams (9 e 1) che però non convince più di tanto. Buono il rendimento dell'ala Ernesto Morandi (17/3), un attaccante che non trova nel gol bensì nell'assist la sua massima aspirazione: è l'erede dell'uruguayano Bavastro (che ha salutato il Milan), ha 20 anni e giocherà 116 match in rossonero. In realtà aveva debuttato nel 1911, ma è nel 13/14 che diventa titolare, ruolo che ricoprirà fino al 1922; nel '23 si accontenta di fare la seconda linea, e chiude nel 1924 con gli ultimi 2 gettoni di carriera. In squadra si vedono anche Andrioli, Avanzini, Bozzi, Cappelli, Carito, Gaslini, Mosca e l'imperterrito Attilio Colombo, un senatore che fa da chioccia dopo aver passato gloriose annate in squadra. (Pubblicato da RG METAL'88)




Milan sempre in divisa "fantasia". Ogni giocatore ha la "propria" casacca. Tra i personaggi più autorevoli di questo Milan si riconoscono, in alto, il piccolo terzino Sala, il portiere Barbieri e Carlo De Vecchi; con il cappello Cesare Stabilini, nella fila di mezzo il baffuto Trerè con Scarioni, Cappelli e Williams; in basso, seduti, Morandi, Ferrario, il grande Louis Van Hege, Lovati e Lana.
Curioso rimarcare che nella foto compaiano 12 giocatori: probabilmente all'inizio della partita era presente una riserva in divisa da gioco pronta eventualmente a sostituire un compagno prima del via alla gara. Il primo in alto a sinistra è Bovati (ex giocatore). (Enrico Tosi, Milano)



AVVENIMENTI
Nel 1909, all'Istituto Tecnico di Casale Monferrato, si tenne un'infuocata assemblea. Il professor Raffaele Jaffe interpretò la rabbia dei casalesi per la seconda vittoria consecutiva che la Pro Vercelli aveva appena ottenuto in campionato il 28 aprile. Le due città erano divise da ataviche rivalità di origine medievale, e i casalesi non potevano tollerare di vedere questa continua serie di successi vercellesi. Fu così che si decise di fondare una squadra con l'esplicito intento di fermare i bianchi Leoni. La scelta del colore delle maglie fu ovvia: in contrapposizione alla Pro, il Casale sarebbe stato nero.
Finalmente, dopo una continua serie di rafforzamenti, nel 1913 i nerostellati ottennero ciò per cui erano nati. Nel girone ligure-piemontese la lotta fu durissima, complice l'inserimento del Genoa nella contesa, ma alla fine i casalesi riuscirono per un solo punto ad eliminare la Pro, che così perdeva il titolo dopo tre anni consecutivi di egemonia, e sei finali di fila.
Dato però che l'appetito vien mangiando, i nerostellati a questo punto provarono a dare l'assalto al titolo. Nel girone finale, tolta la solita irrilevante presenza delle compagini venete, ci si trovò di fronte anche l'Inter e la rinata Juve, che avevano a loro volta messo fuori il Milan, che pagava l'ennesima defezione, quella di Renzo De Vecchi, verso il Genoa. Erano tuttavia due formazioni convalescenti dopo gli insuccessi degli ultimi anni, che non poterono dare fastidio al Casale che, con due vittorie contro i genoani, riuscì ad ottenere uno storico, incredibile scudetto, confermato contro la sempre malcapitata Lazio. Casale Monferrato divenne così, ad esclusione delle intricate vicende del 1922, la più piccola città d'Italia a vincere un regolare campionato di calcio.



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Ragione sociale Milan Football and Cricket Club (M.F.B.C.C.)
Louis Van Hege
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Bottiglieria Franzini - via Mercanti, 1 - MILANO
AREA DIRETTIVA
Presidente Piero Pirelli I
Vice-presidente Giberto Porro Lambertenghi, Enrico Francesco Pio Canfari II
Segretario Alarico Ghezzi
AREA TECNICA
Direttore Sportivo Cesare Stabilini
Allenatore Commissione Tecnica: Cesare Stabilini, Mario Beltrami, Piero Peverelli
SQUADRA
Capitano Louis Van Hege
Arbitri Mario Birzio, Enrico Canfari II, Severino Cattaneo, Lorenzo Gaslini, Guido Moda I, Egidio Rovelli, Alessandro Scarioni II
Campi sportivi Campo Milan Porta Monforte (ingresso Via F.lli Bronzetti) - MILANO  /  Civica Arena / Velodromo Sempione (C.S.M.), Via Arona - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Luigi Andreoli, Augusto Gaetano Avanzini, Luigi Barbieri, Carlo Bozzi, Carlo Capelli, Arnaldo Carito I, Attilio Colombo, Carlo De Vecchi, Romolo Ferrario, Lorenzo Gaslini, Piero Lana, Cesare Lovati, Attilio Marchesi, Ernesto Morandi, Gino Mosca, Marco Sala, Alessandro Scarioni II, Attilio Trerè II, Louis Van Hege (cap.), Andrew Williams
Palmares Coppa Lario