(Archivio Magliarossonera.it) |
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Giberto PORRO LAMBERTENGHI |
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Nato il 18.01.1883 a Milano, † il 27.08.1917 ad Isonzo (GO) (sull'Altopiano della Bainsizza)
(Caduto durante la Grande Guerra del 1915-18)
Centrocampista (C), Dirigente e Vicepresidente, m ....., kg .....
DA GIOCATORE:
Stagioni al Milan: 4, dal 1905-06 al 1908-09, solo Giovanili e partite amichevoli
Cresciuto nel Milan
Nessuna presenza in partite ufficiali della Prima Squadra
Esordio nel Milan in gare ufficiali (Seconde Squadre) il 07.01.1906: Milan vs FBC Bergamo 5-1 (Campionato Riserve)
Ultima partita ufficiale giocata con il Milan (Seconde Squadre) il 21.03.1909: Genoa vs Milan 0-0 (Campionato Riserve)
Totale presenze in gare ufficiali (Seconde Squadre): 6
Reti segnate: 0
Palmares rossonero (Seconde Squadre): -
Esordio (e unica partita) nel Milan in gare amichevoli il 19.01.1908: Milan vs Torino 2-3
Totale presenze in gare amichevoli: 1
Reti segnate: 0
Partite amichevoli documentate da tabellino in Magliarossonera.it:
- 19.01.1908: Milan vs Torino 2-3
E' stato Arbitro nel 1909-10
DA DIRIGENTE:
Stagioni al Milan: 1, 1907-08
DA VICEPRESIDENTE:
Stagioni al Milan: 8, dal 1910-11 al 1917-18
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Giberto Porro Lambertenghi in una formazione della Mediolanum del 1902 |
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Altre due immagini della stessa formazione della Mediolanum del 1902, ricolorate digitalmente da Lorenzo Mondelli |
La lapide del Milan a ricordo dei propri tesserati scomparsi nella Grande Guerra
(4 novembre 1920)
(Archivio Magliarossonera.it) |
ULISSE BARUFFINI, IL PRIMO STORIOGRAFO DEL MILAN
Un serio tentativo di raccogliere faccende del primo Milan risale al 1925, all'indomani del venticinquennio, ed è opera dell'avvocato Ulisse Baruffini, un personaggio importante della storia milanista, un uomo di valore che nel 1921 - all'epoca della famosa secessione, di quei due campionati, di quell'antitesi FIGC e CCI che pareva un conflitto nordisti-sudisti - aveva capeggiato appunto quelli della Confederazione. Si può dire che il fascicolo di Baruffini ("Il Milan Football Club visto durante venticinque anni di sua vita"), oggi praticamente introvabile, sia rimasto poi anche l'unico vero tentativo di dare al Milan una sua storia.
E prima di esso, pare che ci fossero state solamente le annotazioni statistiche "ricostruite su ricordi personali" di un vice-presidente del Milan caduto nella guerra 1915-18, il marchese Giberto Porro Lambertenghi, ricordi approssimati, che quasi sempre prescindevano dai gol, dalle formazioni. Annotazioni statistiche, sì. Ma non troppo.
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Libro "Milan Football Club visto durante venticinque anni di sua vita" (1925), la prima pubblicazione in assoluto
sulla squadra rossonera |
Ecco la medesima lapide come si presenta oggi, posta sulla parete esterna degli spogliatoi del Tennis Club Lombardo, fondato nel 1946, già spogliatoi del Milan adiacenti al Campo di Viale Lombardia (da premettere che la costruzione sulla quale poggia la targa è effigiata in una foto del Milan della stagione 1923-24) |
La morte di Giberto Porro Lambertenghi
(dal "Corriere della Sera" del 29 settembre 1917) |
I caduti del Milan nella Grande Guerra del 1915-18
(da "Milan Squadra Mia", per gentile concessione di Sergio Taccone) |
dal sito www.comune.cassinarizzardi.co.it
LA STORIA
Cassina Rizzardi è un paese che vanta origini meno antiche di altri nella zona del Finese, non essendovi stato un vero centro abitato nel medioevo.
Fra le molteplici descrizioni ottocentesche, quella proposta da Bianchi Giovini e Fabi (1850) riporta:
"Cassina Rizzardi. Provincia e distretto di Como, comune con convocato, a cui sono unite le frazioni di Boffalora, Monticello e Ronco. Fanno in tutto 654 abitanti, compresivi 161 collettabili. Superficie pertiche 5,167.10. Estimo scudi 21,674.2.7. I suoi dintorni sono diligentemente coltivati a viti e gelsi. Sta presso il torrente Lura, 5 miglia ad ostro-ponente da Como e 2 a tramontana-levante da Appiano."
Cassina è una dizione di foggia lombarda, corruzione linguistica del vocabolo "cascina"; Rizzardi prende il nome dalla nobile famiglia comasca che ebbe in concessione i terreni attorno alla cascina.
Terra agricola, quindi, quella di Cassina Rizzardi, la cui fertilità ha consentito lo sviluppo delle coltivazioni rotatorie di avena, segale, frumento e mais, contornate da piantagioni di viti e gelsi, cui si sono affiancate le attività zootecniche.
La naturale e pregevole situazione ha reso ambiti i terreni di Cassina, che furono sotto il controllo di Enti ecclesiastici (grandi proprietari terrieri) in epoca medioevale, per diventare, dopo la Riforma Teresiana, proprietà quasi esclusiva di nobili.
Altro elemento di interesse primario per il nostro territorio è costituito dalle acque, sapientemente sfruttate nel corso dei secoli. Il rio Livescia, anche se non citato in nessun dizionario dell'epoca, nasce a Monticello, scorre fino a Boffalora e segna un tratto di confine comunale, per poi entrare nel territorio di Fino Mornasco, prima di confluire nel torrente Lura. Grazie ad esso hanno potuto funzionare i tre mulini a due pale ed è verosimile pensare che il conte Luigi Porro Lambertenghi nel 1815 abbia utilizzato le sue acque per il primo esperimento di filanda a vapore.
Nel maggio del 1859 arrivarono i garibaldini e l'Eroe dei due Mondi lasciò nella zona un ricordo personale, dato che dal Liber Chronicus Parochialis di Fino Mornasco si legge: "1860 - Il 18 gennaio il marchese Luigi Porro Lambertenghi, trovandosi a letto, delega suo figlio conte cav. Giulio, già discepolo di Silvio Pellico, a rappresentarlo quale testimone della damigella Giuseppina Raimondi nel suo matrimonio col generale Giuseppe Garibaldi." Durante il pranzo di nozze il Condottiero abbandonò la sposa insalutato ospite.
Alle tre di notte del 14 marzo 1900 alla Corte dei Balditt, si sviluppò un pauroso incendio che il vento impetuoso propagò rapidamente a tutto il paese. La cronaca del fatto inconsueto fu descritta sul giornale La Provincia di Como del 15 marzo 1900. Si salvarono solo la villa Porro Lambertenghi, la casa comunale e la chiesetta mentre duecentotrenta persone rimasero senza casa ma, fortunatamente, la maggior parte di esse erano assicurate.
Il 27 agosto 1917, il marchese Giberto Porro Lambertenghi morì in guerra, lasciando erede la figlia Elena, ma dichiarando nel testamento: "... voglio che la Villa di Cassina Rizzardi vada a finire in mani assolutamente estranee... Lascio la mia Villa di Cassina Rizzardi col mobiglio che contiene... alla Società Italiana per la Protezione dei Fanciulli che ha sede a Milano..." e con lo stesso documento lasciava la chiesetta al Comune di Cassina Rizzardi con l'obbligo di demolire il cavalcavia che la congiungeva alla villa. Fino alla metà degli anni ottanta la Villa fu utilizzata a scopo sociale, ospitò un centro socio-educativo e una scuola professionale; dopo un periodo di totale abbandono, l'Amministrazione Provinciale di Como, attuale proprietaria, ha iniziato i lavori di restauro, prevedendo l'utilizzo della struttura come casa di riposo per anziani.
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"I caratteri erano un po' quelli di moda nei primi anni '10 del 900 così come la grafica. Anche il calcio di Carlo Magno Magni, più o meno è così internamente, per il Porro Lambertenghi fu un po' un Casino. Aveva una figlia illegittima, non riconosciuta,
se non mi pare gli ultimi anni di vita e parte dei beni furono dati a degli istituti di beneficienza che li smembrarono."
(testo a cura di Victor Rafael Veronesi, immagini dal sito www.comune.cassinarizzardi.co.it) |
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Libretto "Football" datato 1909, tradotto dal tedesco all'italiano, che spiegava i regolamenti del gioco del calcio, facendo da saggio a chi avesse avuto intenzione di avvicinarsi a questo sport.
La dedica interna "Alle Giovani Reclute del Milan Football and Cricket Club" è del Marchese Giberto Porro Lambertenghi, socio, giocatore e Vicepresidente della Società Rossonera, caduto nel corso della "Grande Guerra" del 1915-1918 in data 27 agosto 1917 a Bainsizza (collezione privata di Gabriele Castelli, che ringraziamo per la concessione della pubblicazione) |
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