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(Archivio Magliarossonera.it) |
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Enrico Francesco Pio CANFARI (II) |
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Nato il 16.06.1877 a Genova, † il 22.10.1915 a Monte San Michele - Isonzo (Caduto durante la Grande Guerra del 1915-18, alla quale partecipò con il grado di Capitano)
Centrocampista (C) e Vicepresidente, m ....., kg .....
DA GIOCATORE:
Stagioni al Milan: 3, dal 1903-04 al 1905-06 (di cui 1 in Prima Squadra, 1903-04)
Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) il 06.03.1904: Milan vs Andrea Doria 1-0
Ultima partita giocata con il Milan il 20.03.1904: Milan vs Juventus 0-3 (Campionato)
Totale presenze in gare ufficiali: 3
Reti segnate: 0
Palmares rossonero: -
E' stato Arbitro nel 1913-14
DA VICEPRESIDENTE:
Stagioni al Milan: 1, 1913-14
Laureato in chimica, fu Socio Fondatore (nonchè secondo presidente della storia) della Juventus assieme al fratello Eugenio (* Genova 16.10.1878, † Torino 23.3.1962, primo presidente della storia della società torinese)
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Ha giocato anche con la Juventus (A).
"Eugenio Canfari, Enrico Canfari: la prima Juventus è legata ai nomi dei suoi due primi presidenti, convertiti al calcio che stava nascendo dai giovani entusiasti studenti del “Massimo d’Azeglio” che, sulla mitica panchina, avevano posto le basi della squadra bianconera. I due Canfari amavano la ginnastica ed il ciclismo (il padre era il proprietario di un negozio-officina di vendita e riparazione di biciclette in corso Re Umberto 42 a cento metri dal “d’Azeglio”), ma si appassionano presto al “football”.
Nel 1897, la loro bottega diventa la primissima sede della neonata Juventus, Eugenio assume la presidenza con un’impegnativa dichiarazione: «Chi indossa la nostra divisa, le rimarrà fedele malgrado tutto e la terrà come prezioso ricordo».
Il primo passo di Eugenio Canfari come presidente provocò un vero e proprio terremoto: la sua richiesta di una lira, come tassa, provocò alcune partenze. Qualche tempo dopo, essendo troppo stretta la bottega, dovette sborsare lui le sei lire dell’affitto di quattro camere e servizi che qualcuno chiamò allora «poco più di una stalla». Segretario fu eletto Enrico Piero Molinatti; era lui che doveva firmare le tessere, tenere la modesta cassa, provvedere all’acquisto del primo pallone scovato in un piccolo negozio di via Barbaroux, nel cuore della città, dove un certo Jordan vendeva stoffe e vestiti “principe di Galles”.
La presidenza di Eugenio Canfari durò un anno: il passaggio di consegne al fratello Enrico fu indolore, una semplice successione fra due persone che avevano sempre lavorato, sia per il negozio, sia per la società bianconera, fianco a fianco. Enrico rimase per tre anni alla guida della Juventus, ma non si allontanò dalla prima passione, anche dopo aver lasciato l’incarico. Viene descritto, nelle scarne cronache dell’epoca, come un presidente allegro, goliardico, amante dello scherzo. Doveva morire da eroe, capitano della fanteria nella guerra 1915-18." (Da Juventus 1897.it)
Dal sito www.wikipedia.org
«L'anima juventina è un complesso modo di sentire, un impasto di sentimenti, di educazione, di bohemien, di allegria e di affetto, di fede alla nostra volontà di esistere e continuamente migliorare.»
(Frammento del documento autografo di Enrico Francesco Canfari, 1877-1915, uno dei fondatori e secondo presidente della Juventus FC, incontrato nel 1914 alla Città di Torino e pubblicato dalla rivista istituzionale della società torinese Hurrà Juventus il 26 dicembre 1915).
Enrico Canfari, nato a Torino nel 1879 e morto nel 1915 durante la Prima Guerra Mondiale, è, insieme al fratello Eugenio il fondatore della società calcistica Juventus Football Club, attualmente la più titolata d'Italia. Canfari, assieme ad alcuni ragazzi del Liceo Classico Massimo D'Azeglio di Torino, fondò nel 1897 la società, destinata a diventare la più amata dai tifosi italiani.
Canfari giocò anche nella Juve nel campionato del 1900 e del 1901, prima di divenire a tutti gli effetti il secondo Presidente del club, dopo il fratello, Eugenio Canfari, che occupò il ruolo a partire dalla fondazione della Vecchia Signora.
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Foto Archivio Luigi La Rocca |
Foto Archivio Luigi La Rocca |
Foto Archivio Luigi La Rocca
Foto Archivio Luigi La Rocca |
(Archivio Magliarossonera.it) |
Foto Archivio Luigi La Rocca |
(da "La Stampa Sportiva" del 14 novembre 1915) |
(da "Lo Sport Illustrato" del 1915) |
(estratto dal libro "Il Milan F.C. visto durante
25 anni di sua vita", di Ulisse Baruffini, 1924.
Commento di Lorenzo Mondelli) |
La lapide del Milan a ricordo dei propri tesserati scomparsi nella Grande Guerra
(4 novembre 1920)
(Archivio Magliarossonera.it) |
Ecco la medesima lapide come si presenta oggi, posta sulla parete esterna degli spogliatoi del Tennis Club Lombardo, fondato nel 1946, già spogliatoi del Milan adiacenti al Campo di Viale Lombardia (da premettere che la costruzione sulla quale poggia la targa è effigiata in una foto del Milan della stagione 1923-24) |
(da "Tuttosport" del 16 gennaio 2019) |
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Foto servizio sacrario di Redipuglia - tomba n.6672, fila 4 |
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