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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Alla guida della squadra viene chiamato Gipo Viani che per nove anni legherà il suo nome a quello della Società milanese. Vengono acquistati Zannier, Bean, Galli, Soldan il norvegese Bredesen e l'argentino Cucchiaroni. Il Milan parte bene (3 vittorie) ma alla quarta giornata incappa in una gravissima sconfitta casalinga per 3-5 col Napoli (dopo che il primo tempo si era concluso 0-5!). La domenica successiva i rossoneri perdono nettamente anche a Padova per 0-2. Sembra l'inizio della fine. Invece, dopo il pareggio nel derby, il Milan vince a Firenze 3-0 contro i campioni. La vittoria dà slancio alla squadra che in poche settimane si ritrova in testa alla classifica. Domina il campionato e vince alla grande il suo 6° scudetto. Vera rivelazione dell'annata è Gastone Bean che con i suoi gol (17) guida il prolifico attacco milanista, vero punto di forza della squadra.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il Milan di Rizzoli incontra l'Europa"), aprile 2005
VIANI LO SCERIFFO
All'inizio della stagione 1956-57 arriva a Milano Gipo Viani (foto a fianco), che per nove stagioni sarà poi alla guida tecnica della squadra. Già calciatore a Milano negli anni '20 e '30 nelle fila di US Milanese e Ambrosiana, si era messo in luce come tecnico appena dopo la guerra, per innovazioni tattiche difensive che ne avevano fatto uno dei padri del catenaccio; è di modi rudi e il soprannome di "Sceriffo" gli calza a pennello. AI Milan trova tanti campioni e due uomini d'ordine come Liedholm e Schiaffino: abbandona i suoi vecchi moduli per privilegiare, intelligentemente, il gioco offensivo. AI centro dell'attacco si mette in luce il giovane Gastone Bean: se Nordahl è il "bisonte", Bean è il "torello". Dopo un inizio alquanto difficile, la squadra prende convinzione delle sue possibilità e, ben condotta da "Mastro Gipo", conquista il suo sesto scudetto.


dal sito www.acmilan.com
Esordisce in questa stagione sulla panchina rossonera Gipo Viani, un allenatore che legherà il suo nome al Milan per nove stagioni consecutive. Il Milan in avvio di stagione parte con tre vittorie consecutive, ma infila poi una serie di risultati negativi che lo allontanano dalla testa della classifica. Dopo la vittoria nel derby, però, i rossoneri ritrovano coraggio e in poche settimane riconquistano il primo posto, dominando poi la competizione fino alla fine della stagione. Vera rivelazione dell'annata è Gastone Bean che con i suoi 17 gol è il punto di riferimento dell'attacco milanista.






Una formazione del Milan per il campionato 1956-57. Da sinistra in piedi: Maldini, Liedholm (capitano), Galli, Soldan, Zagatti, Schiaffino. Accosciati da sinistra: Bredesen, Zannier, Bagnoli, Mariani, Bergamaschi (foto tratta da "Il Calcio Illustrato", 1956). Rispetto all'anno precedente, la maglia, sempre senza colletto, presenta una "V" nera a girocollo e comunque verrà modificata più volte nel corso della stagione stessa
(da "Il Calcio Illustrato")



di Luigi La Rocca, Milano
LA STAGIONE 1956-57 AI RAGGI X

ANNO DISPARI
TRE SCUDETTI + TORNEO DI VIAREGGIO
VIANI NUOVO ALLENATORE
LA METEORA GOMEZ
L'INIZIO DIFFICILE
LA MALATTIA DI LIEDHOLM
L'ESPLOSIONE DI BEAN
L'AMICHEVOLE CON LA HONVED SUBITO DOPO L'OCCUPAZIONE DI BUDAPEST
I FUTURI INTERISTI MILANI E TAGNIN IN PROVA
BEAN CALCIATORE DELL'ANNO PER IL CALCIO E IL CICLISMO ILLUSTRATO
LA COPPA LATINA SENZA SCHIAFFINO
LA RIZZOLI PROMOSSA IN IV SERIE
1957 anno dispari, anno da Milan. I rossoneri continuano la tradizione che li vede primeggiare negli anni dispari del quinto decennio del secolo scorso. Bella usanza inaugurata nel 1951, proseguita nel 1955, dopo un passaggio a vuoto nel 1953 e che si concluderà con lo scudetto del 1959.
Negli anni pari, si vivacchia un po' sugli allori, magari pavoneggiandosi sulla propria beltà, da diavolo narciso, dedicando le proprie risorse fisico-tecniche all'inseguimento della chimera della Coppa dei Campioni, raggiunta solo nel decennio successivo (1963 e 1969).
Dopo lo scudetto del 1955, nella stagione seguente (1955/56) il Milan di Hector Puricelli paga un inizio al rallentatore e deve soccombere all'esuberante Fiorentina di Fulvio "Fuffo" Bernardini che alla fine distanzia i rivali di ben 12 lunghezze. A parziale consolazione la conquista della seconda Coppa Latina nel giugno 1956. Durante l'estate il diktat che determinerà il destino rossonero negli anni seguenti. L'allenatore italo-uruguayano Puricelli si reca in Sudamerica, alla ricerca di un attaccante da affiancare alla stella Schiaffino ed in grado di sostituire l'ormai logoro Nordahl. Come ovvio che sia, la scelta cade sull'uruguagio Walter Gomez, che gioca a Buenos Aires nel Boca Juniors.
Mentre Puricelli scandaglia il Sudamerica, il presidente rossonero, coadiuvato dal cognato Giangerolamo Carraro (nessuna parentela con la famiglia Carraro che guiderà il Milan negli anni sessanta), di fatto lo esonera preferendogli l'emergente Giuseppe "Gipo" Viani, teorico di un calcio rivoluzionario per i tempi.
Gomez, tanta classe ma scarsissimo movimiento, gioca solo mezza partita nella primissima uscita agostana dei rossoneri a Valdagno contro il Marzotto, prima di essere girato gratuitamente al Palermo che nel frattempo ha assunto proprio Puricelli.
Al suo posto viene ingaggiato l'oriundo argentino Ernesto "Tito" Cucchiaroni, che in ogni modo, tra infortuni e difficoltà di ambientamento non inciderà in maniera decisiva sull'andamento dell'annata.
Il primo problema che si trova ad affrontare Gipo Viani è la sostituzione di un monumento come Gunnar Nordahl che dopo nove anni ed oltre 220 reti ufficiali, è stato ceduto alla Roma in cambio di Carletto Galli, mezzala destra con un innato senso del gol.
Ad inizio campionato, Viani impiega il neo acquisto Galli come centravanti, con esiti altalenanti. Troppo esile il filiforme Galli, stretto nella morsa dei corpacciuti centrali difensivi dell'epoca. Dopo la debacle casalinga (3-5) ad opera del Napoli subito bissata da un'altra sconfitta con il Padova di Nereo Rocco, la panchina di Viani traballa notevolmente.
La soluzione viene trovata lanciando in prima squadra Gastone Bean, tracagnotto centravanti delle giovanili rossonere. L'esordio in serie A di Mr. Bean, consente di spostare Galli in cabina di regia al fianco del fuoriclasse Schiaffino. Partendo da una posizione più defilata Galli, risulta letale per le difese avversarie offrendo, così, all'illuminato ed illuminante Schiaffino diverse soluzioni d'attacco. Bean sbalordisce, diventando presto il beniamino dei tifosi rossoneri che lo chiamano Nordahlino. A fine stagione inanellerà 17 reti in 25 partite laureandosi capocannoniere della squadra. Anche Galli con 14 reti in 23 gare risulterà fondamentale per il buon esito finale.
Altra "genialata" di Mastro Viani è l'invenzione di Nils Liedholm nel ruolo di libero. L'ultimo rappresentante del mitico trio svedese Gre-No-Li è ancora Lì a guidare il centrocampo del Milan. Purtroppo, un'epatite virale costringe il Conte (non ancora assurto al titolo di Barone) Liedholm a due mesi di forzato stop, da metà ottobre fino alla fine di dicembre 1956. Il suo rientro, sistema definitivamente il reparto difensivo e coincide con una serie di 12 partite utili consecutive che consentono di immagazzinare preziosi punti.
Dopo le sofferenze patite ad inizio stagione, la partita della svolta è la vittoria a Firenze in casa dei campioni in carica, alla fine di ottobre 1956. Un perentorio 3-0 che non ammette repliche, a cui nemmeno il nemico giurato del Milan, Concetto Lo Bello, arbitro dell'incontro, può porre rimedio. Da li inizia una cavalcata trionfale interrotta solo a marzo dalla sconfitta in casa dell'Udinese degli ex, con il dente avvelenato, Frignani, Menegotti, Secchi e Bigogno.
Ancora Lo Bello ci mette del suo nella contestata (ovviamente dai rossoneri - n.d.r.) vittoria della Lazio, all'Olimpico, anticipando, di fatto, quello che sarebbe successo 16 anni più tardi, con l'annullamento di una rete regolare di Luciano Chiarugi che probabilmente sarebbe valsa il sospirato scudetto della stella con un decennio d'anticipo (21.03.1973 - Lazio-Milan 2-1 - n.d.r.).
L'ufficializzazione matematica del sesto scudetto rossonero si concretizza il 19 maggio 1957 con il pareggio esterno per 2-2 con il Torino.
L'apoteosi per i tifosi rossoneri, si compie due settimane più tardi, il 2 giugno, nelle vittoria per 3-1 sulla Roma del grande Nordahl, anch'esso coinvolto nei festeggiamenti con gli ex-compagni. Memorabile il ricordo dei calciatori milanisti scesi in campo con una favolosa maglia bianca con banda orizzontale rossonera, con tanto di mazzetti di garofano in mano, poi lanciati alla folla inneggiante.
Alla celebrazione non partecipa il Divino Schiaffino, infortunatosi nella gara esterna contro il Genoa, un'assenza che peserà molto sul prosieguo della stagione. Infatti, a fine torneo il Milan partecipa a quella che sarà la sua ultima Coppa Latina, con alcune assenze di rilievo, non colmate dal rientro all'ovile di Eduardo Ricagni, tornato in rossonero dopo un'annata al Torino.
A Madrid nella semifinale con il Real, dopo un primo tempo concluso in parità, i padroni di casa dilagano imponendosi per 5-1. Buona solo per la statistica l'affermazione nella finalina di consolazione per il terzo posto contro il Saint Etienne. In Europa si soffre ancora, ma sono proprio queste prime esperienze internazionali che contribuiranno ad elevare la caratura mondiale della società. A parte questa delusione finale, la stagione è da ricordare a caratteri d'oro perché oltre allo scudetto con la prima squadra, il club si accaparra anche quello dei cadetti (disputato dalla riserve) guidati da Felice Arienti e quello dei ragazzi (oggigiorno primavera) condotti dall'Ammiraglio Mario Malatesta, uno dei migliori talent scout di tutta la storia del calcio italiano.
I suoi ragazzi, oltre a vincere il campionato di categoria, si impongono in una moltitudine di tornei tra cui anche nella vetrina internazionale del Viareggio. Tra quei baldi giovanotti alcune future stelle del firmamento nazionale come Salvadore, Trapattoni, Trebbi, Marchioro, De Paoli e Dell'Angelo, solo per citare i più importanti.
Caso più unico che raro, il giovane Cesare Reina (sic! - quasi un segno del destino) si laurea, nella stessa annata, per tre volte campione d'Italia, per aver giocato ufficialmente in tutti e tre i tornei disputati dal Milan. Un record, crediamo imbattuto, immortalato da una speciale medaglia d'oro donata al ragazzo dal munifico presidente Andrea Rizzoli.
Quest'ultimo è il vero asso pigliatutto della stagione, avendo, infatti, la soddisfazione di vedere anche la propria squadra aziendale, la Rizzoli per l'appunto, promossa in IV serie (l'attuale serie C2).
La ciliegina sulla torta è rappresentata dal riconoscimento assegnato da Il Calcio e il ciclismo illustrato a Gastone Bean come migliore calciatore dell'annata. Una grandissima soddisfazione per un esordiente in serie A.
Infine due curiosità degne di essere ricordate a corollario di un'annata memorabile. L'ospitalità offerta agli esuli della mitica Honved, pochi giorni dopo la tragica invasione di Budapest da parte dei carri armati sovietici, ingaggiati per una prestigiosa amichevole, vinta dai magiari per 2-1, che riscosse l'interesse dell'intera Nazione e i provini sostenuti in maglia rossonera (nelle amichevoli internazionali con Bellinzona e Olympique Marsiglia) di due futuri rappresentanti dell'Inter di Herrera, Milani e Tagnin, all'epoca tesserati per il Simmenthal Monza.



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La rosa del Milan 1956-57
(a cura di Luigi La Rocca)
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La stagione del Milan 1956-57
(a cura di Luigi La Rocca)




dal sito www.wikipedia.org
AVVENIMENTI
Nonostante la cessione del grande Nordahl, passato a inizio stagione alla Roma, il Milan riuscì a vincere lo scudetto, grazie all'allenatore Viani che seppe miscelare l'entusiasmo di giovani giocatori come Cesare Maldini e "Tito" Cucchiaroni all'esperienza dei grandissimi Juan Alberto Schiaffino e Nils Liedholm.
La partenza fu il 16 settembre 1956. Le prime giornate videro in testa la Sampdoria, che poi subì il sorpasso del Milan e della Fiorentina, vincitrice l'anno precedente. I rossoneri presero pian piano il largo: il 27 gennaio 1957 furono campioni d'inverno a quattro punti di distanza dai viola e cinque sull'Inter. Particolarmente vivace il giovane attaccante friulano Gastone Bean; ma proprio Bean e Cucchiaroni vennero improvvisamente colpiti dal tifo e furono costretti a passare gran parte del girone di ritorno confinati in una clinica di Monza.
Nonostante i problemi fisici di alcuni suoi giocatori, il Milan mantenne comunque la rotta. L'Inter si portò al secondo posto, ma crollò praticamente subito dopo la sconfitta in casa della Juventus e lasciò alla Fiorentina il ruolo d'inseguitrice, cedendo poi anche il terzo gradino alla Lazio e il quarto all'Udinese, ritornata in Serie A dopo lo scandalo che, due anni prima, le era costato la retrocessione. Il 17 marzo il Milan volò a più nove sulla Fiorentina e controllò fino alla fine del torneo, vinto con tre turni d'anticipo il 19 maggio.
Durò poco la permanenza in Serie A del Palermo; ad accompagnarlo tra i cadetti, la Triestina, che perse, l'ultima giornata, lo scontro diretto con l'Atalanta e fu superata in classifica dal Genoa del fuoriclasse Julio Cesar Abbadie, retrocedendo così per la prima volta in B. Il capocannoniere del campionato fu il brasiliano Dino Da Costa della Roma (22 reti).




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Ragione sociale

Associazione Calcio Milan (A.C.M.)





Gipo Viani,
direttore tecnico rossonero per la stagione 1956-57
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Via Andegari, 4 - MILANO
AREA DIRETTIVA
Presidente Andrea Rizzoli
Vice-presidenti Giangerolamo Carraro (detto Mimmo), Antonio Busini III, Giacomo Spadacini (detto Mino)
Segretario Guido Cappelli
AREA TECNICA
Allenatore Giuseppe Viani
Allenatore in Seconda e Riserve Bruno Arcari IV, poi Felice Arienti
Allenatore Ragazzi Mario Malatesta
AREA SANITARIA
Medici Sociali Alfredo Boselli, Crivelli
Massaggiatori Carlo Tresoldi, Guglielmo Zanella
SQUADRA
Capitano Nils Erik Liedholm
Campo sportivo Stadio San Siro - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Osvaldo Bagnoli, Gastone Bean, Eros Beraldo, Mario Bergamaschi, Per Bredesen, Lorenzo Buffon, Ernesto Bernardo Tito Cucchiaroni, Emiliano Farina, Alfio Giuseppe Fontana, Carlo Galli, Nils Erik Liedholm (cap.), Cesare Maldini, Amos Mariani, Gianni Meanti, Luigi Radice II, Cesare Reina, Eduardo Ricagni, Juan Alberto Schiaffino, Narciso Soldan, Francesco Zagatti, Luigi Zannier
Palmares Campione d'Italia (6° Titolo Nazionale)
Coppa Disciplina
La Squadra "Riserve" è Campione d'Italia (Campionato Cadetti)
La Squadra "Riserve" conquista il 4° Torneo di Viareggio
La Squadra "Ragazzi" è Campione d'Italia