Ha giocato anche con la Lazio (A), l'Udinese (B), il Bari (A), il Messina (B), l'Horten (A, B).
"Il suo miglior ricordo italiano è certo la stagione '56-'57, in cui conquista lo scudetto giocando nel Milan: è lui il "terzo" straniero della squadra, gli altri sono due geni del calcio che rispondono ai nomi di Liedholm e Schiaffino. In quello squadrone, gioca ala o mezzala, appoggia i due giovani centravanti, Galli e Bean, che si contendono l'eredità di Nordahl..." (Da "Dizionario del calcio italiano", Baldini & Castoldi, 2000)
Ala vichinga attiva e dinamica, di buona tempra e di estro squisitamente offensivo. Arrivato in rossonero, addirittura dalla Serie B come terzo straniero, dopo Liedholm e Schiaffino, ha un inizio piuttosto deludente, poi si riprende." (Da "La Grande Storia del Milan", Gazsport 2005)
Dal sito www.laziowiki.org
Mezzala-attaccante. Nato a Orn Horten (Norvegia) il 22 dicembre 1930. Inizia la sua carriera nella squadra della sua città. A 18 anni, nel 1949, fa il suo esordio nella Nazionale maggiore mettendo a segno una rete. Con la Norvegia giocherà altre 18 partite in Nazionale segnando in tutto 7 goal. E' stato il giocatore Norvegese più noto e conosciuto di ogni tempo. Le sue poche presenze in Nazionale dipendono dal fatto che la federazione norvegese proibiva d'indossare la maglia della Nazionale ai giocatori professionisti e quindi, quando nel 1952 Bredesen fu acquistato dalla Lazio, acquistò automaticamente tale stato. Nella società romana giunge nell'ambito di un processo che doveva risanare il forte passivo con la vendita di giocatori molto forti ma anziani come Unzain, Sukru e Sentimenti (III) e l'acquisto di giovani calciatori come Caprile, Bettolini, Migliorini e appunto Bredesen, fortemente voluto dal Presidente Zenobi e messo a disposizione dell'allenatore Bigogno al posto del ceduto Larsen. In questo primo campionato gioca 32 partite e segna 6 reti. Viene riconfermato anche nella stagione successiva, sebbene il suo grande estimatore Remo Zenobi, fosse deceduto nel mese di maggio del 1953, dalla nuova gestione con Tessarolo presidente ad interim e Sperone allenatore.
Anche in questa stagione le presenze sono 32 e le reti sono ancora 6. Il campionato 1954/55 con l'allenatore Allasio vede Bredesen formare l'attacco biancoceleste insieme a Vivolo e al nuovo acquisto Hansen. L'intesa fra Bredesen e Hansen si rivela perfetta tanto che, alla fine del campionato, il secondo segnerà 15 reti, delle quali molte su assist del norvegese, mentre il primo, in 29 gare, segnerà 7 goal. E' proprio grazie a questi due giocatori che la Lazio, sia pure a stento, si salva. Alla fine del campionato Tessarolo cerca di porre rimedio alla difficile situazione tecnica acquistando il fortissimo svedese Selmosson dalla rivelazione Udinese. La società friuliana vende il proprio calciatore ma, oltre a ben 80 milioni in contanti, pretende l'aggiunta di Bredesen. Tessarolo, sia pure molto a malincuore, accetta e il calciatore finirà la sua avventura nella Lazio. Nel 1955/56 con l'Udinese retrocessa in serie B per un tentativo di corruzione, giocherà 34 gare mettendo a segno ben 15 goal. Nel 1956/57 e nel 1957/58 disputa due campionati nel Milan giocando 27 partite con 6 reti e vincendo lo scudetto il primo anno. Bredesen rimane ancora l'unico giocatore norvegese ad aver vinto uno scudetto in Italia. Nel 1958/59 passa al Bari dove disputa 21 partite e segna 5 goal. Alla fine della stagione viene ceduto al Messina, in serie B, dove in due anni gioca 38 partite con 5 goal complessivi. Nell'estate del 1961, non avendo il Messina rinnovato il contratto, Bredesen torna in Norvegia e lascia il calcio prematuramente. Scompare nel 2005 e a suo onore la società della sua città natale ha istituito un torneo giovanile di grande importanza.
Per Bredesen è stato sicuramente il miglior giocatore norvegese che abbia giocato in Italia. Non molto alto ma solido (m. 1,73 per kg. 70), rapidissimo, molto tecnico e tatticamente intelligente, sapeva colpire il pallone in modo secco e preciso aiutato anche dal suo essere perfettamente ambidestro. Spigoloso nei contrasti, ma molto corretto e coraggioso aveva il suo unico limite in una certa discontinuità. Ebbe due soprannomi, il primo era "Tocco magico" che sottolineava le sue eccelse doti tecniche, e l'altro, più familiare, datogli dai tifosi laziali, di "Varechina" a causa dei suoi capelli talmente biondi da sembrare bianchi. Intervistato a fine carriera espresse più volte il rammarico di aver abbandonato troppo presto il calcio e ribadì che il suo periodo migliore fu quello passato a Roma. In questa città era molto ben voluto dai tifosi, colpiti dal suo comportamento signorile ma al tempo stesso cordiale. Spesso Bredesen, nelle interviste, ricordava episodi simpatici e divertenti vissuti a Roma e manifestò sempre la nostalgia del suo bel villino rosso di Via Montebuono dove si trovava magnificamente. |
Bredesen ai tempi della Lazio |
Bredesen ai tempi della Lazio |
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Per Bredesen ai tempi della Lazio |
Per Bredesen ai tempi dell'Udinese |
Acquisto di Bredesen, estate 1956
(dal "Corriere dello Sport") |
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Foto della stagione 1956-57 |
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Bredesen in gol contro la Juventus, 1956-57
("Lo Sport Illustrato") |
Bredesen in azione contro il Manchester Utd, 1957-58
("Lo Sport Illustrato") |
2 gennaio 1957, Per Bredesen, infortunato nella partita contro il Genoa, insieme al figlio
(Archivio Magliarossonera.it) |
(Archivio Magliarossonera.it) |
(dal "Corriere dello Sport", estate 1957)
Partenze dal Milan di Bredesen e Frignani
(dal "Corriere dello Sport") |
Bredesen scappa in Norvegia
(dal "Corriere dello Sport") |
Bredesen scappa in Patria
(da "L'Unità" del 22 luglio 1957) |
Per Bredesen, di ritorno al Milan per la stagione 1957-58
(dal "Corriere dello Sport") |
(dal "Corriere dello Sport", estate 1958)
(dal "Corriere dello Sport", estate 1958) |
Scheda di Per Bredesen
(a cura di Fabrizio Schmid) |
Per Bredesen con Loris Boni, ex calciatore di Roma e Sampdoria |
Per Bredesen |
Per Bredesen, settembre 2020 (by Luigi La Rocca) |
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