da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005 Dopo l'8 settembre 1943 l'Italia si trova divisa. Al Nord la Repubblica Sociale con i tedeschi, al Centro Sud il governo monarchico con gli Alleati. Al Nord la Federazione (o meglio la sua parte rappresentativa), dopo qualche mese di ovvia impossibilità a procedere, organizza un Campionato Alta Italia su base regionale. Nel Milano raccogliticcio dell'anno, guidato "alla buona" dal Pin Santagostino giocano anche Ferruccio Valcareggi, futuro CT della nazionale e Romeo Menti che cadrà con il Torino a Superga. Tra gli allarmi aerei e con una precaria disponibilità dei giocatori, sempre a disposizione delle Autorità Militari, il Milano si classifica solo 5° nel girone lombardo venendo escluso dalla fase interregionale cui accedono invece Ambrosiana e Varese. Il campionato di guerra è vinto in modo rocambolesco dai Vigili del Fuoco di La Spezia davanti a Torino Fiat e Venezia.
da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Dopo 44 anni, di nuovo lo scudetto"), marzo 2005
Caduto il regime fascista, con l'armistizio annunciato dal governo Badoglio l'8 settembre '43, il Paese si ritrova spaccato in due: al Nord la Repubblica Sociale Italiana con l'occupazione tedesca, al Sud il Regno d'Italia con gli eserciti alleati. Nel settentrione viene organizzato, pur tra mille traversie, un campionato "Alta Italia 1944" strutturato su gironi regionali. Affidato al tecnico "Pin" Santagostino, il Milano gioca con una squadra rabberciata e approssimativa, nelle cui fila militano anche Ferruccio Valcareggi, futuro commissario tecnico della Nazionale italiana dal 1966 al 1974, e Romeo Menti, futuro giocatore del Grande Torino, anch'esso perito nel tragico schianto di Superga. I rossoneri finiscono quinti nel girone lombardo, mentre il torneo vedrà la sorprendente vittoria finale della squadra militarizzata dei Vigili del Fuoco di La Spezia.
Una formazione del Milan per la stagione 1943-44
(Archivio Luigi La Rocca) |
dal sito www.wikipedia.org
SCENARIO
Con l'Italia divisa in due parti dal fronte di guerra della Linea Gotica, la parte settentrionale controllata dalla Repubblica Sociale e la parte meridionale liberata dalle truppe alleate, venne meno anche l'unità della Federazione calcistica. A Milano, l'avvocato Mauro ed il dott. Baldo ressero un commissariato provvisorio, con sede in viale Tunisia, riuscendo ad organizzare il Campionato Alta Italia del 1943-44. Nel Sud la situazione fu invece diversa: Savarese, Zauli, Ventura e Malvicini rimasero legati agli ambienti del Coni e vennero disputati dei tornei a carattere regionale: la parte riguardante il settore pugliese venne vinta dal Conversano, mentre invece la Lazio si impose nella zona di Roma.
CAMPIONATO
Per quanto concerne il Campionato dell'Alta Italia, il torneo non venne organizzato con le regole del campionato nazionale precedente - quello del 1942-43 vinto dal Torino - ma fu diviso in gironi locali inquadrati complessivamente in tre fasi regionali le cui vincitrici avrebbero disputato le finali per l'assegnazione del titolo di Campione del Nord Italia.
SQUADRE FINALISTE
In finale giunsero Venezia, Torino ed i VV.F. Spezia. I veneti non erano più l'ottima squadra capace di conquistare il terzo posto nel campionato di due anni prima; il Torino, invece, era ancora il "Grande Torino", allenato da Vittorio Pozzo e campione d'Italia in carica, destinato a conquistare altri quattro scudetti al termine della guerra, prima della tragedia di Superga. La vera sorpresa era comunque costituita dalla squadra dei Vigili del Fuoco della Spezia. Questa compagine era nata dai resti dello Spezia Calcio, in grave crisi a livello dirigenziale: il presidente Perioli era stato catturato ed inviato nei campi di concentramento in Germania; Semorile, l'unico rimasto, decise di contattare il comandante dei Vigili del Fuoco cittadini, l'ing. Gandino, per allestire una squadra in grado di affrontare il Campionato Alta Italia. L'accordo venne presto raggiunto (in quel drammatico periodo anche la Juventus si era trasformata in Juventus Cisitalia ed il Torino in Torino FIAT), sotto l'impegno scritto di restituire tutti i giocatori allo Spezia al termine del conflitto, e costituì un ottimo stratagemma per sottrarre i calciatori agli obblighi del servizio militare.
Le partite finali vennero disputate all'Arena di Milano, quasi sempre semideserta per il timore di possibili rastrellamenti da parte dei tedeschi. Il 9 luglio 1944 si disputò la prima partita che si concluse con il pareggio tra Spezia e Venezia per 1-1, risultato che sembrava spianare la strada al Torino per la riconquista del titolo. Solo una settimana dopo, il 16 luglio, lo Spezia batteva invece per 2-1 i favoritissimi Granata sovvertendo qualsiasi pronostico. Il 20 luglio, infine, il Torino travolgeva il Venezia per 5-2 decretando la vittoria dei Vigili del Fuoco.
La rivendicazione del titolo
I FATTI DELL'EPOCA
Il giorno 17 luglio, proprio dopo la vittoria dello Spezia che escludeva di fatto il Torino dalla corsa per il titolo, la Federcalcio emanava un comunicato in cui dichiarava, in contraddizione con quanto predisposto all'inizio di quel torneo, che alla squadra prima classificata sarebbe stato assegnata la Coppa Federale del campionato di guerra e non il regolare scudetto. Infine l'8 agosto, a campionato finito, un ulteriore comunicato dichiarava che il titolo di campione d'Italia sarebbe rimasto al Torino (vincitore del campionato 1942-43) e ai Vigili del Fuoco della Spezia era assegnata la Coppa Federale.
IL DIBATTITO
Fino alle battute conclusive del torneo, in cui i VV.F. risultarono inaspettatamente campioni, tutti parlarono senza mezzi termini di Campionato Italiano e di Scudetto, sia i diretti interessati sia i principali quotidiani dell'epoca, primi fra tutti la Gazzetta dello Sport ed il Guerin Sportivo. Solo dopo l'imprevisto epilogo della competizione, sorsero i primi dubbi e nacquero le critiche riguardo la regolarità del campionato che si era appena svolto. Sia il comportamento contraddittorio tenuto dalla Federazione e descritto qui sopra, sia una campagna mediatica sostenuta da alcuni influenti giornalisti dell'epoca miravano a far passare il concetto che quello appena vinto dai VV.F. Spezia non poteva essere considerato -a tutti gli effetti- un vero scudetto. Si disse che il campionato era irregolare, voluto ed organizzato al solo scopo di propaganda per il governo di allora. Ma, probabilmente, furono determinanti anche i malumori e le proteste provenienti dagli influenti ambienti dirigenziali del Torino dell'epoca: non assegnando lo scudetto ai VV.F. Spezia, il Torino, vincitore nel 1942-43, sarebbe rimasto ancora campione in carica. È però vero che -di fatto- le squadre dell'Italia centro meridionale furono impossibilitate a partecipare al girone finale, che rimase quindi un affare ristretto alle squadre settentrionali. Poco conta che le squadre più forti dell'epoca fossero proprio quelle del Nord Italia e che nel campionato precedente la Lazio, vincente nel 1943-44 del suo girone regionale, non fosse riuscita ad andare oltre la metà della classifica; anzi addirittura lo stesso Silvio Piola, cannoniere della Lazio, disputò questo torneo in prestito proprio tra le fila del Torino.
LA PROTESTA DELLO SPEZIA
Alla ripresa dei campionati regolari, nel 1945-46, quando furono creati i gironi di Serie A e B lo Spezia chiese di essere ammesso di diritto nella massima divisione in virtù del sesto posto in classifica in Serie B nel 1942-43 e, soprattutto, in virtù del titolo nazionale vinto con la denominazione di VV.F. Spezia e qui sopra descritto. All'epoca però il titolo non era stato ufficialmente riconosciuto e, inoltre, la FIGC annullò per motivi burocratici la fusione tra il 42° Corpo Vigili del Fuoco La Spezia e l'A.C. Spezia. La richiesta dello Spezia venne respinta e la società, duramente provata dalle difficoltà dell'epoca, pur mantenendo il titolo per partecipare alla Serie B si iscrisse in segno di protesta al campionato regionale ligure: al suo posto venne quindi inserita nel campionato cadetto la seconda squadra cittadina, l'Ausonia Spezia. Infine a partire dal campionato ancora successivo (1946-47), lo Spezia venne riammesso a partecipare alla Serie B.
EPILOGO
Dopo anni di ricerche e richieste, grazie all'impegno dei giornalisti e delle autorità spezzine, il 22 gennaio 2002 la FIGC ha parzialmente accolto le istanze dello Spezia Calcio 1906 ed ha assegnato un titolo sportivo onorifico per la vittoria del campionato 1943-44, con una menzione particolare allo spirito di sportività con cui gli atleti dell'epoca affrontarono le difficoltà di un periodo storico in cui l'Italia era lacerata dai bombardamenti e dalla guerra civile. Oltre a questo titolo onorifico è stata conferita allo Spezia la possibilità di apporre permanentemente sulle divise sociali un distintivo-logo in ricordo di quell'impresa. Questa concessione costituisce un fatto molto raro: sono infatti poche le squadre che possono vantare l'esposizione permanente di un titolo sulla propria maglia e si tratta per lo più di simboli come la stella dei dieci scudetti o della Coppa dei Campioni.
dal sito clarence/forum.it
A campionato finito, le classifiche vengono scombussolate per l'irregolare posizione di molti giocatori.
La Finale mette comunque di fronte Bologna e i Vigili del Fuoco di La Spezia. A Bologna un'invasione di campo fa scattare il 2-0 a tavolino per gli ospiti. Nel ritorno previsto a Carpi, il Bologna rinuncia, consegnano il titolo.
A causa di irregolarità, anche le classifiche del girone finale vengono scombussolate ed alla fine vedono i Vigili del Fuoco di La Spezia, davanti a Torino Fiat e Venezia.
Questo campionato non verrà registrato nell'albo d'oro dei tornei nazionali, vista la partecipazione della sola Alta Italia.
STAGIONE 1943-44 |
Ragione sociale |
Associazione Calcio Milano (A.C.M.) |
Giuseppe Santagostino,
mister rossonero 1943-44 |
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Colori sociali |
Rosso e nero a strisce verticali |
Data di fondazione |
13 dicembre 1899 |
Sede |
Via del Lauro, 4 - MILANO
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AREA DIRETTIVA |
Presidente |
Umberto Trabattoni (Commissario Straordinario) |
Segretario |
Angelo Monti |
AREA TECNICA |
Allenatore |
Giuseppe Santagostino |
Direttore Sportivo |
Antonio Busini III |
AREA SANITARIA |
Medico Sociale |
Giuseppe Veneroni |
Massaggiatore |
Luigi Grossi |
SQUADRA |
Capitano |
Giuseppe Antonini I |
Campo sportivo |
Civica Arena - MILANO |
Giocatori di partite ufficiali |
Giuseppe Antonini I (cap.), Mario Begni, Ennio Bianchi, Aldo Boffi, Andrea Bonomi, Walter Del Medico, Attilio Gallo, Giorgio Granata, Bruno Mazza, Romeo Menti II, Romano Penzo I, Giovanni Rossetti, Paolo Todeschini, Gianni Toppan, Ferruccio Valcareggi I, Francesco Ventura, Luigi Zorzi I |
Palmares |
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