da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005 Con questa stagione il Milan lascia San Siro, difficilmente raggiungibile dai tram per carenza di energia elettrica, per trasferirsi nella più centrale Arena Civica. La squadra che viene rinforzata dall'arrivo di Rosellini, Rossetti e Bollano, è affidata al suo ex giocatore Mario Magnozzi. E' un campionato con più ombre che luci per i rossoneri che disputano un bruttissimo finale di torneo con 3 pareggi e 4 sconfitte nelle ultime 7 giornate, che posiziona il Milano appena sopra la zona retrocessione un punto avanti all'Ambrosiana anch'essa alle prese con un campionato fallimentare. Sotto accusa è la difesa che subisce 53 reti. Soddisfazione per Boffi che vince per la terza volta la classifica dei cannonieri con 22 reti. Ottimo invece il comportamento del Milano in Coppa Italia; è sconfitto soltanto nella finale dalla Juventus. Lo scudetto, per la prima volta va nel centro-sud, alla Roma.
da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Dopo 44 anni, di nuovo lo scudetto"), marzo 2005
La stagione 1941-42 non vede grandi mutamenti nella squadra: Rossetti sostituisce in porta Zorzan e allenatore diventa l'ex giocatore Mario Magnozzi. Per la prima volta nella storia del calcio italiano lo scudetto non viene vinto da una squadra del Nord: è la Roma ad aggiudicarselo. Il torneo dei rossoneri è modesto: ancora una volta, nelle ultime giornate si assiste ad un cedimento netto della squadra che, soprattutto in difesa, ha un rendimento quasi fallimentare. Per il Milano (nono posto) resta la modesta soddisfazione di precedere in classifica l'Ambrosiana, alle prese con una crisi tecnica che la porta ad un passo dalla retrocessione; le gioie vere per i milanisti arrivano, ancora una volta, da Aldo Boffi, per la terza volta capocannoniere (22 gol), e dalla Coppa Italia, che vede il cammino del Milano interrompersi solo in finale, vinta dalla Juventus (1-1 a Milano e 1-4 a Torino).
dal sito www.ilveromilanista.it
STAGIONE 1941/1942 - GRANDE BOFFI, PESSIMA DIFESA
Dopo una stagione strepitosa -terzo posto, Boffi straripante principe del gol, Meazza rinato sotto gli stendardi un tempo nemici- il Milano si avvicina alla nuova stagione in piena seconda guerra mondiale: viene addirittura abbandonato San Siro per irraggiungibilità, causata dalla carenza di energia elettrica. La squadra, rinforzata da elementi discreti come il portiere Rossetti e gli attaccanti Rosellini e Bollano, si sposta alla Civica Arena e viene affidata all'ex ala rossonera Mario Magnozzi, già bandiera del Livorno. Magnozzi arretra sulla trequarti Cappello e Meazza, per far spazio ai nuovi centravanti ai fianchi del principe Boffi. La stagione è discreta, ma il Milano totalizza 3 punti nelle ultime 7 gare e termina con un deludente decimo posto. Stagione fallimentare anche per l'Inter, dodicesima con un punto in meno degli uomini capitanati ancora dal 'Balilla' Meazza. Il club rossonero è appena sopra la zona retrocessione, con un bilancio in parità tra gol fatti e gol subiti -53- soprattutto grazie al solito Boffi, che segna 22 volte ed è per la terza volta capocannoniere di serie A. Lo scudetto va alla Roma, mentre Meazza non ripete l'exploit dell'anno prima, disputando un torneo anonimo. Il Milano si comporta bene, invece, in Coppa Italia: arriva in finale, ma lascia il trofeo alla Juve. Mister Magnozzi schiera questo undici tipo: Rossetti; Boniforti, Toppan; Antonini, Remondini, Todeschini; Meazza, Cappello; Bollano, Boffi, Rosellini.
DIFESA TRABALLANTE. L'avvio è di quelli col botto: Milano-Modena 7-1, con roboante tripletta di Boffi. Il cannoniere, alla sesta stagione a Milano, tocca 100 reti in rossonero. I nuovi acquisti Rosellini e Bollano, autore di due reti, esordiscono andando subito a bersaglio: di Cappello, 14 reti l'anno prima, l'ultimo sigillo. Il Milano nonostante l'avvio col botto, alla seconda giornata crolla a Napoli, trafitto dall'ex non troppo indimenticato Umberto Menti I (1-2). A rialzare la baracca ci pensa sempre Boffi, a bersaglio col Bologna (2-0, gol suo più autogol felsineo). Il bomber è sempre il rossonero più in forma, ma la squadra non è alla sua altezza: ovvio il ko nel match con la Juve (3-2), scandita dalla doppietta, manco a dirla, di 'Aldun'. Il centravanti lombardo ha però finalmente trovato una buona spalla nell'ottimo Cappello: il duo abbatte il Genova (3-0, con bis del regista avanzato) e dà speranze alla tifoseria. Ma è proprio un Milano che arranca: ko con la Roma (0-2) e con la Fiorentina (3-4), in casa con l'Atalanta (1-3, griffe di Boffi) e a Venezia (2-0), pari con la Triestina (2-2, Boffi e Bollano) e altro scivolone in casa del Torino, uno 0-1 segnato dal gol del più giovane e promettente dei fratelli Menti, vicentini. Meazza, purtroppo, è appesantito e poco incisivo; Bollano e Rosellini vanno a fasi alterne, e raramente trovano il gol: succede col Liguria, quando però il banchetto è stato già aperto dallo scardinatore Boffi (3-2). La regia a centrocampo è insufficiente, e i m uscoli di Antonimi e Todeschini prevalgono sulla qualità. La gara con la Lazio termina 2-2, ma la sfida Boffi-Piola è vinta questa volta dal rossonero, con 2 reti a una. Il derby diventa la giornata perfetta per ritrovare il morale: il Milano tira fuori l'orgoglio e doma l'Ambrosiana con reti di Boffi e Degli Esposti, ripescato dalla naftalina in una delle sue uniche 5 apparizioni stagionali: una domenica indimenticabile per lui. Boffi prende per mano il Milano, si veste da corsaro ed espugna Livorno (2-0), ma la squadra crolla ancora: 0-1 a Modena, 1-3 a Bologna, 1-1 con la Juve (grazie ad un autogol) e Genova (a segno l'alterno Bollano). In mezzo, solo il 3-1 col Napoli, conquistato grazie alla vena ritrovata di Cappello (2 centri) e dal solito killer instinct di Boffi. Il Milan ospita la Roma da sfavorito, ma il match di San Siro è uno spettacolo. Le squadre giocano a viso aperto, e alla fine i rossoneri si impongono per 4-2: sul taccuino finiscono il primo gol stagionale di Meazza, la doppietta di Bollano e il guizzo immancabile di Boffi. Il Balilla e Bollano, che si è sbloccato, sono le buone notizie in casa Milan: il capitano rossonero, infatti, va a bersaglio anche con la Fiorentina (2-1 completato da Boffi), dimostrando che l'età fiacca il corpo ma non il feeling col gol. Il Milan è nel suo momento migliore, e va a Bergamo per vincere: apre Boffi, chiude Cappello, 2-0 ipotecato. Boffi lascia il suo marchio anche nell'1-1 col Venezia. Il protagonista del pareggio a Trieste è invece il grintoso mediano Todeschini: è lui che segna il 2-2 finale, dopo che Cappello aveva aperto la sfida con un altro dei suoi numerosi gol. Il momento positivo termina bruscamente, con un 2-5 casalingo buscato dal Torino di Menti II, autore di una tripletta pesante: ancora a segno, nel Milano, Meazza. Perde anche la testa, il Milano, che crolla col Liguria (0-1) e ne busca 5 (a 2) anche dalla Lazio, sempre in casa. I meccanismi difensivi sono alquanto arrugginiti, e Boniforti e Toppan non garantiscono adeguata copertura a Rossetti. Il derby di ritorno termina 2-2: come all'andata va a bersaglio Boffi (che è un'abitudine), e come all'andata va in rete un volto insolito: prima Degli Esposti, ora il giovane esordiente Tra panelli. All'ultimo turno, il Livorno vince a Milano e i tifosi restano alquanto perplessi. Esaltante la corsa in Coppa Italia: il Milano elimina Fiorentina (4-1: Boffi, bis di Bollano, Meazza), Lazio (4-2: Rosellini, Antonini, Bollano e la riserva Sandroni rimontano lo 0-2 iniziale), Reggiana (6-0 con poker di Boffi!), Venezia (2-1: Meazza e Cappello) ed arriva in finale con la Juve: 1-1 all'andata (Cappello, tanto per gradire) ma rovinoso 1-4 a Torino: la Coppa resta un sogno.
BOFFI A TUTTA FORZA. L'eredità del 'gatto' Zorzan è pesante: ormai a fine carriera, l'anziano numero uno aveva lasciato la porta l'anno prima a Micheloni, ma presto era dovuto tornare a infilare scarpette e maglietta nera per dare ancora una mano al vecchio Diavolo. Bocciato Micheloni, Magnozzi prova a lanciare Rossetti: 29 gare per lui e un rendimento discreto, tanto che resterà al Milan fino al 1951. Zorzan si accontenta di pochissime briciole. Per i difensori è una stagione traumatica: il pur ottimo Boniforti, alla terza stagione nel Milan (32 gare) e il ruvido Toppan (30 gare) soffrono non poco le incursioni avversarie. Fa poco filtro il centrocampo, pur dotato dei polmoni di Antonini (34 matche 1 gol nella sua quinta annata a Milano) e della grinta di Remondini (31 gare, anche lui alla quinta stagione) e Todeschini (32 incontri e 3 gol). Magnozzi arretra Meazza e Cappello in cabina di regia offensiva: Gino Cappello, già autore di 14 reti l'anno ptima, si conferma prolifico e scaltro uomo d'attacco, realizzando 12 gol (10 in campionato) in 35 partite, non giocando da centravanti. Continuità e qualità sono le doti del Gino, molto gradito a San Siro. Va meno bene l'esperimento con Meazza, che veste ancora la fascia di capitano: l'anziano Balilla, 6 reti in mezza stagione nel 1940/41, conta solo 5 centri (3 in campionato), poco fiato e riflessi appannati: dopo queste altre 27 partite, si conclude la sua parentesi con i colori rossoneri, visto che nella stagione successiva rinascerà per l'ennesima volta e con un'altra rivale storica: la Juventus, dove segnerà 9 reti prima di tornare all'Inter dopo aver vestito anche i colori di Varese e Atalanta. In attacco, Boffi è il Signore incontrastato del gol: ne segna altri 28, 22 solo in campionato, vincendo la terza classifica dei cannonieri della sua brillante carriera. Giunto ormai alla sesta stagione rossonera, Boffi sale a 125 centri in maglia rossonera, diventando il più prolifico cannoniere della storia del Diavolo. Al debutto col Modena (7-1) segna una tripletta che lo porta dritto a quota 100, poi trafigge in serei Bologna, Genova, Atalanta, Triestina, Liguria, ancora Bologna, Napoli, Roma, Fiorentina, Venezia, di nuovo l'Atalanta, ancora il Venezia. Va a bersaglio in entrambi i derby, e all'andata il suo 2-1 finale è pesantissimo: il Milan chiude la stagione a +1 sui cugini. Per volte, Boffi realizza una doppietta: le vittime sono Juventus, Lazio, Livorno. In Coppa Italia esplode anche un poker, contro la Reggiana: un bomber implacabile che nessuno sembra fermare. Non all'altezza i suoi partner: troppo discontinui e senza fiuto per il gol Rosellini (34 gare e 5 gol) e Bollano, che pur realizza 11 gol (8 in campionato) in 28 gare: doppietta all'esordio, doppietta alla Roma e diverse reti in extremis per sbrogliare qualche situazione difficile. Degli Esposti, ex titolare senza troppi meriti, gioca solo 5 volte ma segna un gol pesante nel deerby d'andata, vinto 2-1. Solo pochi spiccioli di torneo per Sandroni, Granata, Guagnetti, Tra panelli, Vannucci, Ventura.
Una schierata del Milan per la stagione 1941-42
(Foto Archivio Luigi La Rocca) |
dal sito www.wikipedia.org
AVVENIMENTI
I primi bombardamenti nel Nord-Italia, l'età ormai avanzata dei giocatori del Bologna e l'avvento delle nuove leve, la chiamata di molti calciatori alle armi e gli esperimenti degli allenatori affascinati dal sistema inglese: tutto questo insieme di cose favorì cambiamenti radicali in vetta, e premiò una Roma che ottenne il primo scudetto assoluto per il Centro-Sud. Un campionato avvincente, dunque, che mescolò le carte e iniziò il 26 ottobre 1941.
Guidati dal giovane centravanti Amadei, i giallorossi balzarono subito in testa, mentre le altre squadre tentennarono (il Bologna campione, dopo tre gare, si ritrovò in solitaria all'ultimo posto a zero punti). Nonostante i blitz provienienti da Nord-Est (sugli scudi la grande sopresa Venezia e la Triestina), i capitolini ressero e alla fine del girone d'andata, il 1 febbraio 1942, furono in testa inseguiti dal Torino.
Alla diciannovesima giornata i granata approfittarono della caduta casalinga della Roma contro il Genova per raggiungere la vetta, in compagnia del Venezia dei giovani Loik e Mazzola. La settimana dopo i veneti scivolarono a Bologna e i piemontesi poterono tentare la fuga. I romani recuperarono però lo svantaggio e affiancarono il Torino alla 24. giornata. Tre settimane dopo, il 24 maggio, i giallorossi pareggiarono però nel derby, mentre il Toro sbranò l'Atalanta (9-1). Sembrò il momento decisivo, invece i granata caddero sette giorni dopo a Venezia e concessero alla Roma un punto di vantaggio. L'ultima giornata (14 giugno), battendo il già retrocesso Modena, la Roma diventò Campione d'Italia per la prima volta.
Oltre al Modena appena risalito in A, cadde in Serie B anche il Napoli, nonostante il tentativo finale di rimonta. Si salvò in extremis il Livorno, costretto ad espugnare il fortino del Milano all'ultima giornata per superare i partenopei e portarsi in salvo. Salvezza anche per il Liguria neopromosso.
STAGIONE 1941-42 |
Ragione sociale |
Associazione Calcio Milano (A.C.M.) |
Umberto Trabattoni,
Commissario Straordinario anche per la stagione 1941-42 |
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Colori sociali |
Rosso e nero a strisce verticali |
Data di fondazione |
13 dicembre 1899 |
Sede |
Via del Lauro, 4 - MILANO
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AREA DIRETTIVA |
Presidente |
Umberto Trabattoni (Commissario Straordinario) |
Segretario |
Angelo Monti |
AREA TECNICA |
Allenatore |
Mario Magnozzi II |
Direttore Sportivo |
Antonio Busini III |
AREA SANITARIA |
Medico Sociale |
Giuseppe Veneroni |
Massaggiatore |
Luigi Grossi |
SQUADRA |
Capitano |
Giuseppe Meazza |
Campi sportivi |
Civica Arena - MILANO / Stadio San Siro - MILANO |
Giocatori di partite ufficiali |
Giuseppe Antonini I, Aldo Boffi, Angelo Bollano Bisio, Enrico Boniforti II, Gino Cappello IV, Amedeo Degli Esposti, Giorgio Granata, Dante Guagnetti, Giuseppe Meazza (cap.), Leandro Remondini I, Luigi Rosellini, Giovanni Rossetti, Ernesto Sandroni, Paolo Todeschini, Gianni Toppan, Pietro Trapanelli I, Giuseppe Vannucci, Francesco Ventura, Mario Zorzan |
Palmares |
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