dal sito www.gazzetta.it

MILAN, RIMONTA DA IMPAZZIRE: DA 0-2 A 3-2 PIEGA L'INTER E VINCE LA SUPERCOPPA
Nerazzurri avanti con Lautaro e Taremi, poi i rossoneri la ribaltano con Theo, Pulisic e Abraham. Primo trofeo per Cardinale, 50° nella storia del club
Sergio Conceiçao è stato a Milano 24 ore e già metà città lo voterebbe sindaco: dopo una settimana al Milan, è già nella storia. Clamoroso, tachicardico, pazzo come piace a chi ama il calcio: il derby di Riad è esploso nel secondo tempo e il Milan lo ha vinto nel modo più bello. Oltre il minuto 89 di Gabbia: 3-2 all'Inter con gol di Tammy Abraham al 93’. È il primo successo della gestione RedBird e di Cardinale, arrivato quando mezza città festeggiava lo scudetto. Detto chiaro: è la vittoria di Conceiçao e di Rafa Leao, mezzo infortunato, gigante nei 45 minuti giocati. E ancora: la vittoria di Pulisic, ottimo come sempre, e di Theo Hernandez, che in una settimana è passato da ex talento destinato al mercato a uomo del destino. Una notte così il Milan non la viveva da maggio 2022… e il bello è che nessuno la aspettava.
INZAGHI, STAVOLTA NO — E l’Inter? Beh, Simone Inzaghi ha perso la terza finale della vita e l’ha persa in modo incredibile. Vinceva 2-1 a 15 minuti dalla fine, poi si è persa con i cambi – Darmian e Asslani, entrati, coinvolti nei gol – e ha finito a testa bassa. Ma forse è solo il destino, è solo che Conceiçao è protetto da qualcuno lassù, nel cielo d’Arabia. Thiaw e Tomori hanno sbagliato come altre volte ma lui, a differenza di Pioli e Fonseca, se l’è cavata.
PRIMO TEMPO CAMOMILLA — La Supercoppa è stata incredibile. Per un tempo, timida. Il Milan attento, con Jimenez a destra da previsioni e la linea difensiva che diventa spesso a cinque: due linee compatte e Morata solo davanti. L’Inter classica ma sotto ritmo, senza idee, qualche lancio e poco altro. Normale che le occasioni si contino. Minuto 15: Fofana verticale per Reijnders, che salta Bisseck alla grande ma cerca il palo lontano col destro. Palla fuori. Minuto 23: ripartenza Inter con una gran giocata di Barella, Taremi attraversa il campo e trova Dimarco che incrocia forte, bene, col sinistro. Maignan, scenografico ed efficace, devia in angolo. Poi, più che altro, notizie da infermeria. Calhanoglu deve uscire, sostituito poco oltre la mezz’ora da Asllani. Dumfries prende un colpo ma resiste. Poi il gol del vantaggio dell’Inter.
SVOLTA MILAN — Il primo tempo è finito, manca giusto il minuto di recupero quando c’è una rimessa laterale a sinistra, sulla linea di metà campo. Dimarco la batte in corsa e guadagna parecchi metri, Emerson Royal non legge la situazione, così la palla arriva a Mkhitaryan, che trova Taremi al limite dell’area e da lì la palla arriva a Lautaro, libero in area, che dribbla e col sinistro la mette vicino al primo palo. Si noterà che i milanisti nella frase non compaiono. Una catena di errori: Emerson clamorosamente cammina, Tomori si abbassa e lascia Taremi, Thiaw stringe e abbandona Lautaro. A chiudere, sia Malick sia Theo Hernandez cadono sulla finta del Toro.
TAREMI E THEO — Il gol di Lautaro così cambia tutto. Quando si rientra, l’Inter raddoppia. De Vrij lancia per Taremi, che taglia tra Tomori e Thiaw, ingiustificabili nella loro sorpresa. Mehdi è solo e bravo, punta la porta e dichiara palla in buca d’angolo: con il giro, la mette dove Maignan non arriva. Conceiçao a quel punto si gioca Leao, che si scaldava da 25 minuti. Che altro aspettare? Rafa si guadagna subito una punizione, che Theo sceglie di calciare bassa, sotto la barriera. “E il coccodrillo?”, cantavano i bambini. C’è ma è fuori posizione, e la barriera con lui: la palla passa ed è 2-1. Partita riaperta. Per l’autopsia del gol, c’è tempo, ma un po’ di domande si impongono: Sommer mette male la barriera? Lautaro è responsabile? I replay diranno.
SEI OCCASIONI IN 11 MINUTI — La partita a quel punto va in tachicardia. Succede di tutto. Tra il 16esimo e il 20esimo il Milan ha tre occasioni. Minuto 16: una sponda di testa libera a centro area Pulisic, che di testa appoggia a Sommer. Minuto 17: Leao via via secco a Bisseck (ma non stava maluccio?) e crossa basso, arretrato, per Reijnders, che in scivolata quasi fa gol. Quasi, perché Bastoni salva col corpo. Minuto 20: Emerson a destra trova Pulisic, che crossa sul secondo palo, dove Morata cerca il 2-2 di testa. Sommer, da dentro la porta, salva sulla linea. Il Milan non sfrutta le sue occasioni e allora l’Inter risale. Per non essere da meno, ha tre palle-gol in quattro minuti, tra il 23’ e il 27’. Dumfries in ripartenza cerca Taremi, che a due passi da Maignan non aggancia. Poi Lautaro calcia dal limite, troppo piano per Maignan, e Carlos Augusto prende il palo da due metri, saltando sopra a Musah su cross di Dumfries.
MOMENTO CHIAVE — Conceiçao a quel punto se la gioca a modo suo. Toglie Reijnders e mette Loftus-Cheek, che avvia un’azione lenta, solo che poi accelera. Theo a sinistra crossa basso e Pulisic prima anticipa Bastoni, poi brucia Carlos Augusto per reattività: è il 2-2. Inzaghi e Conceiçao provano con gli ultimi cambi. L’Inter mette Frattesi e Darmian per Barella e De Vrij, il Milan lancia anche l’ultimo dei retrocessi da Fonseca: Calabria. Nell’aria si sente profumo di rigori, ma invece sta arrivando il momento-Milan. Un’altra volta. Maignan fa una parata da fenomeno su Dumfries, poi il destino si compie. Pulisic con una gran giocata permette a Leao di accelerare e spalancare la porta a Abraham. Tammy, quando colpisce, sta già andando a esultare sotto la curva. Il Milan non ci crede: poche volte, negli ultimi 15 anni, è stato così felice.
Luca Bianchin


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - SCUSATE IL RITARDO... E' TORNATA LA THEAO, PULISIC UN ALIENO. LA FIRMA CONCEIÇAO
Le stavate aspettando, si sono fatte attendere, c'è voluto un po' di tempo per mettere in ordine tutto. Ecco a voi le pagelle del Superderby che ha portato il Milan a vincere la Supercoppa Italiana contro l'Inter con una rimonta spettacolare.
MAIGNAN 7.5: una parata devastante su Dimarco nel primo tempo che dà un segnale. Poi prende due gol sui quali non può fare nulla, ma la sua leadership si fa sentire. Reattivo sul palo di Carlos Augusto nel togliere il pallone dalla porta. Attentissimo negli ultimi assalti.
EMERSON ROYAL 6: sul gol dell’1-0 è messo fuori posizione dall’errore di Jimenez. Nel resto della partita non fa grandi errori. (dall’87’ CALABRIA SV)
TOMORI 6: strappa la sufficienza, anche se sul gol di Taremi si perde la linea insieme a Thiaw. Tuttavia tiene alta la concentrazione dentro tutta la gara.
THIAW 7: tanti salvataggi sporchi, ma efficaci. Balla con Theo sul gol di Lautaro, ma non è una macchia che può sporcare una prestazione di alto livello che conferma la sua crescita costante e continua.
THEO HERNANDEZ 8.5: è tornato. Lo si vede dallo sguardo, dalla corsa, da come mette giù la testa e sgasa fregandosene di prendersi a mazzate gratuite con Dumfries. Anzi. Vince i mindgames contro l’olandese e ara la fascia sinistra come non lo si vedeva da tempo. Trova il gol del 2-1 con una punizione all’arsenico, serve a Pulisic l’assist del gol del 2-2 e poi, nel finale, fa tanta densità nel respingere gli assalti conclusivi dell’Inter. Era una questione di feeling? Sì, era una questione di feeling. Bentornato TGV.
MUSAH 6.5: corre come un dannato facendo un lavoro sporco, ma utilissimo alla squadra. Non avrà piedi educati, ma con l’arrivo di Conceicao sembra aver svoltato anche lui a livello di testa e butta tutto sul campo. (dal 77’ ABRAHAM 7: segna il gol del godimento dell’Epifania. Uno dei più facili della sua carriera, ma anche uno di quello che lasciano il segno per sempre perché se la Supercoppa è rossonera è perché c’è lui a metter dentro l’assist di Pulisic).
FOFANA 7.5: semplicemente mostruoso. Non sbaglia praticamente niente, recupera un quantitativo industriale di palloni e vince il duello a distanza con i dirimpettai interisti. Fa da solo quello che di la fanno Barella e Calhanoglu, lasciando a Reijnders la possibilità di esprimersi al meglio. Una diga invalicabile e che dà una sicurezza epica alla squadra.
REIJNDERS 6: va a due velocità. Quella del primo tempo dove fa sbrilluccicare la sua classe salvo poi “piolizzarsi” quando manda fuori, con il sinistro, un numero da circo. Nella ripresa scende un po’ di tono e Conceicao, senza paura, lo capisce e lo toglie. (dal 77’ LOFTUS-CHEEK SV)
JIMENEZ 5.5: purtroppo scende sotto la sufficienza per l’errore che arriva l’azione del gol dell’1-0 dell’Inter mandando nella pattumiera il piano gara per il secondo tempo. Ma per 44 minuti si è visto un giocatore vero, attivo, cattivo, smaliziato. Si attende di vederlo terzino a destra. (dal 50’ LEAO 8.5: Conceicao non lo fa nemmeno entrare negli spogliatoi, lo manda a scaldarsi subito e lui, quando entra, ha gli occhi di chi sa che può e deve fare la differenza. Si prende la punizione che Theo tramuta nel gol del 2-1, poi mette in porta Reijnders il cui tiro è murato da Bastoni di faccia. Bisseck e Dumfries non gli stanno mai dietro. E quando vede Theo con quello sguardo lì, che solo loro hanno, devasta la fascia).
MORATA 6: arriveranno tempi migliori dal punto di vista realizzativo, ma ha attitudine e mentalità da vendere. Non molla mai e tiene sulle spine la difesa nerazzurra non dando mai un punto di riferimento vero a De Vrij.
PULISIC 8.5: che giocatore signori. Un Campione vero, di quelli che alzano il loro livello di prestazioni quando le partite diventano vere. Un gol bellissimo, forse il più bello di serata come cifra stilistica, che agguanta il pareggio. Poi, quando mancano due giri d’orologio, apparecchia la tavola per Abraham per il gol che fa esplodere di gioia la Milano rossonera. Quella che conta.
ALL. CONCEICAO 8: chiamato al capezzale di una squadra sull’orlo del baratro si è presentato con il suo metodo. È entrato fin da subito nel cranio dei suoi calciatori, che lo hanno ripagato con due rimonte epiche. Azzecca i cambi nella ripresa, non si fa prendere dallo sconforto dopo il 2-0 di Taremi e ha mentalizzato tutta la squadra. Capolavoro.