dal sito www.gazzetta.it
FUORI DALLA CRISI IN 30 MINUTI: SUPER MILAN, COL VENEZIA FINISCE 4-0. SORRIDONO ANCHE THEO&LEAO
Tutto facile per Fonseca a una settimana dal derby, qualche punto interrogativo solo in fase difensiva. Gol dell'ex ribelle Hernandez su assist del gemello, raddoppio di Fofana (gol inizialmente dato a Gabbia), due rigori di Pulisic e Abraham
La riabilitazione di Theo e Leao, il primo sorriso rossonero di Abraham, quattro reti in mezzora di gioco, porta finalmente chiusa a chiave. Una volta Pato, in gol dopo un lungo infortunio, esultò mimando il gesto del “togliersi la polvere” di dosso: ecco, questo Milan è uguale. Con il 4-0 al Venezia magari non ha cancellato – no, non si poteva chiedere una grazia così grande – i tormenti delle tre uscite precedenti, ma quanto meno è tornato a riavere lineamenti un po’ più rilassati. Si è grattato via un po’ di ruggine. Era la cosa più importante con Liverpool e derby in agenda nei prossimi otto giorni. Il tutto sotto gli occhi di Cardinale, tornato al capezzale del Diavolo malato per dargli conforto e supporto, e dei 71mila arrivati a San Siro nonostante le pessime esibizioni precedenti. Un contesto in cui il Venezia – che resta fermo a un punto e un gol segnato – ha fatto davvero troppo poco per dare al sabato sera un’impronta diversa.
LE SCELTE — Per la sua quarta formazione differente in altrettante uscite, Fonseca ha fatto diversi aggiustamenti. I più attesi sono stati la riabilitazione di Hernandez e Leao dal primo minuto (rispettivamente capitano e vicecapitano). Davanti, debutto da titolare di Abraham. Poi, variazione tattica interessante: Reijnders al centro della trequarti (con Loftus in mediana accanto a Fofana). Infine, con l’ormai inamovibile Pavlovic la scelta è caduta su Gabbia. Di Francesco ha ritrovato Busio sulla trequarti, in appoggio a Pohjanpalo assieme a Oristanio. E bisogna dire che Busio, in tandem con Zampano, sulla sinistra ha creato svariate ansie al Milan, solo che il Venezia è durato concretamente circa un quarto d’ora. Poi, complice una serata sciagurata del portiere Joronen, ha abbassato le dighe del Mose e il Milan si è infilato liquidamente da tutte le parti. Arrivando persino a divertirsi, chi l’avrebbe mai detto dopo i primi 270 minuti di campionato. Il buongiorno si è visto dal primissimo mattino (centoventi secondi), ed è stato un buongiorno dolce e confortevole perché l’hanno confezionato proprio i reprobi: Theo ha anticipato secco Oristanio e allungato per Leao, che gli ha liberato la corsa con un tacco bello e soprattutto efficace. Quando il francese è arrivato nei pressi della porta, il resto l’ha fatto Joronen: tiro non irresistibile ma passato sotto le gambe e messo in buca dal piede destro del portiere.
LIBERAZIONE — Per il Milan trovare il vantaggio così presto è stata la migliore delle liberazioni, anche se va sottolineato che la generosità del tabellino non rende giustizia complessiva: è stato ancora un Diavolo impacciato nelle uscite, nel superare la linea di pressione più alta dei lagunari. E, soprattutto, è stato ancora un Diavolo troppo incerto in fase difensiva. Le volte in cui il Venezia si è affacciato dalle parti di Maignan, ha sempre dato la sensazione di poter affondare il colpo. Pohjanpalo, per esempio, si è divorato (8’) un gol praticamente fatto e in un altro paio di occasioni la difesa rossonera ha tremato, poco organizzata e poco serena. Una sensazione di precarietà. I campanelli d’allarme in vista di Champions e derby, in questo senso, restano. Fonseca intanto dovrà per il momento rassegnarsi: in vigilia aveva ribadito di preferire una squadra dominante piuttosto che contropiedista, eppure le cose migliori il Diavolo le ha mostrate quando è ripartito, non grazie al palleggio. Gli altri gol: angolo di Pulisic spizzato da Fofana, poi il rigore di Pulisic (Joronen su Abraham) e quello di Abraham (Schingtienne su Leao). Anche per lui – unico centro della scorsa stagione ad aprile – una liberazione.
VENEZIA IN 10 — La partita è evidentemente terminata qui. La ripresa, che ha registrato un gol di Zampano annullato dopo check al Var (e relativa espulsione di Nicolussi Caviglia) non ha offerto spunti capaci di cambiare il copione: possesso palla accademico per il Milan, alcuni tentativi orgogliosi e nulla più per il Venezia. Qualche appunto sparso: c’è da lavorarci ancora su, ma Reijnders in quella posizione è opzione intrigante; Pavlovic si è confermato sicuro e roccioso; Leao, sostituito dopo un’ora di gioco, ha lasciato il campo più mugugnante che sereno. Poi, abbraccio con Fonseca a scacciare potenziali nuovi temporali. Per il Milan era una serata di sorrisi e alla fine tale è rimasta.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - PULISIC DOMINANTE, ABRAHAM UTILE E IN GOL. BENE THEO E LEAO
MAIGNAN 6: a parte un’uscita bassa nel primo tempo e qualche giro palla che mette a rischio le coronarie, è sostanzialmente inoperoso.
EMERSON ROYAL 6: è il terzino destinato a rimanere bloccato. A inizio primo tempo ha qualche sbandata, poi la partita gli agevola il compito.
GABBIA 6.5: alla prima da titolare, la Lega gli toglie la gioia del primo gol a San Siro mandando il risultato sul momentaneo 2-0. È affidabile, è in fiducia, è in crescita fisica, tecnico-tattica e mentale. Oggi dà più sicurezza di Tomori, giocando più vicino a Pavlovic.
PAVLOVIC 6.5: forte, possente, leader. Alla prima a San Siro con i colori rossoneri fa capire di che pasta è fatto.
THEO HERNANDEZ 6.5: inizia e finisce l’azione dell’1-0, rubando palla a Candela e chiudendo il triangolo con Leao. Palla in mezzo alle gambe di Joronen e sguardo a San Siro festante. Secondo tempo di gestione.
LOFTUS-CHEEK 6: convincente quando fa la mezzala in possesso, un po’ pigro quando deve correre indietro per seguire il suo uomo di riferimento. Nell’arco della partita gli scappano due-tre volte alle spalle.
FOFANA 6.5: la Lega gli assegna il gol del 2-0, togliendolo a Gabbia, che gli alza il voto. Nonostante ciò, forse non è ancora al top della condizione, ma fa degli errori che francamente non ci aspetterebbe da uno come lui, che si è preso la titolarità della mediana della Francia. Gioca un po’ troppo in orizzontale e questo lo espone a scelte complicate. (dal 79’ ZEROLI SV).
PULISIC 7.5: Fonseca si affida, giustamente, a lui e Christian ripaga con la sua moneta qualitativa. Leader silenzioso di una squadra che non può fare a meno di lui. Disegna l’angolo da cui nasce il gol di Gabbia, si muove bene negli spazi e detta il ritmo dell’azione offensiva quando il pallone è nelle sue zone. Ha poco supporto da Emerson Royal. Segna il rigore del 3-0 con freddezza e precisione. Paritone e standing ovation. (dal 79’ CHUKWUEZE SV).
REIJNDERS 6.5: si trova decisamente a suo agio ad agire tra le linee. C’è da dire che il Venezia ha una fase senza palla decisamente porosa nella quale lui si butta a capo fitto. È bello da vedere quando avanza a testa alta e scannerizza la situazione davanti a lui. (dal 63’ OKAFOR 6: dinamico e cerca di trovare spazi interessanti).
LEAO 7: era uno dei due osservati speciali insieme a Theo e si fa trovare pronto all’interrogazione. Il Venezia gli lascia spazio per giocare e lui non si fa pregare. Bello e preciso il tacco con cui chiude il triangolo con Theo Hernandez per il gol dell’1-0. Aggredisce la fascia con sfrontatezza. Si prende il rigore del 4-0. Gli manca il gol personale, che sfiora in avvio di secondo tempo, ma ha già dato un segnale deciso di ripresa. (dal 63’ MORATA 6: mette minuti nelle gambe con un movimento continuo e costante).
ABRAHAM 7: pressa, cuce il gioco e attacca il secondo palo come non accadeva da tempo (era lì sul gol di Theo Hernandez). Si procura il rigore del 3-0, aggredendo la saponettata di Joronen. Poi si prende la responsabilità di segnare, poco dopo, quello del 4-0 con il suo primo gol con la maglia del Milan. Sembra ampiamente integrato nello spirito di gruppo della squadra e lavora molto volentieri per i compagni. (dal 74’ MUSAH: SV)
ALL. FONSECA 6.5: la vittoria era il minimo sindacale dopo i due punti nelle prime tre partite. Interessante Reijnders trequartista, ma la fase difensiva continua a mostrare lacune che lasciano pensare dove debba lavorare in vista del decisivo doppio impegno contro Liverpool e Inter.
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