dal sito www.gazzetta.it
GABBIA FA RINASCERE IL MILAN DOPO SEI SCONFITTE. L'INTER DELUDE, FONSECA È SALVO
Pulisic e Dimarco segnano nel primo tempo, poi il più milanista dei milanisti salta sopra a Frattesi e decide. Vittoria meritata: il tecnico portoghese si rilancia
Tra la Pennsylvania e Busto Arsizio ci sono un Oceano, il Mediterraneo, svariate isole e due modi di essere distanti come i due poli del mondo, ma il derby ha unito i puntini e azzerato le distanze. Quando si vince si è tutti uguali e sorridenti. Il Milan torna a vincere la stracittadina dopo sei sconfitte di fila grazie a Christian Pulisic e a Matteo Gabbia, capaci di infilare i campioni d’Italia e spezzare la maledizione: 2-1 alla squadra di Inzaghi, tutt’altro che arrembante come nelle uscite precedenti. Fonseca se la ride e respira: ha raggiunto i cugini in classifica. Il derby era l’ultima spiaggia, ma l’impressione è che continuerà a passeggiare sul bagnasciuga ancora per un po’. Fin qui è stata la sua gara migliore. Ha sorpreso l'Inter con un approccio aggressivo tagliando in modo netto il filo col passato, quei gol nei primi 21 minuti che avevano affossato Pioli in più di un'occasione.
ASSETTO — L’undici iper offensivo di Fonseca prende il largo dopo un paio di minuti. Il tandem Abraham-Morata davanti non è altro che la punta di diamante di un 4-2-4 con due ali larghe, Fofana in mezzo a mo’ di diga e un Reijnders double face, un po’ regista e un po’ incursore. Una delle chiavi del match. L’Inter, sorpresa dall’assetto avversario, inizia a incassare i primi affondi col passare dei minuti: un doppio dribbling dell’olandese al 4’, un’uscita pulita di Theo in mezzo a due avversari al 5’ e un sinistro di Morata deviato in angolo da Sommer (6’). Il tutto mentre Inzaghi, senza giacca già dopo due minuti, si sbraccia a bordocampo cercando di trovare la quadra con gli esterni. Nel primo quarto d’ora non hanno vita facile. Fonseca costruisce due gabbie laterali lungo le corsie dell’Inter per limitarne le fonti di gioco. Theo, Leao e Reijnders a sinistra. Emerson, Pulisic e Fofana a destra. Barella e Mkhitaryan, infatti, sono costretti ad abbassarsi lasciando a Lautaro il compito di avviare l’azione con tocchi di prima e sponde.
I DUE GOL — I due squilli del primo tempo sono lo specchio di filosofie diverse. Il gol del Milan, arrivato al 10’, è un elogio al gesto tecnico del singolo, mentre il pareggio nerazzurro è il trionfo del collettivo. I frontmen sono Christian Pulisic e Federico Dimarco. Il primo soffia la sfera dai piedi di Mkhitaryan, si invola a testa bassa in mezzo ad Acerbi e Pavard e poi punge Sommer con un tocco di destro facile facile. Pulisic sigla il terzo gol in campionato ed esulta a modo suo, come se volesse dire “visto, sì?”. Il giorno del primo derby milanese tra due proprietà statunitensi non poteva che segnare un ragazzo della Pennsylvania. A riportare la sfida alle origini ci ha pensato Dimarco, al secondo gol in un derby dopo quello in Supercoppa. Il primo a San Siro. Al 27’ raccoglie un bell’assist di Lautaro e punge Maignan con un sinistro rasoterra (male Emerson, esce dalla marcatura e lascia libero il terzino). Un’azione iniziata con Sommer, continuata con Dumfries e Barella e poi finalizzata dal ragazzo di Porta Romana. Sei passaggi, un’apertura da fascia a fascia e una stilettata mancina all’angolino.
GABBIA DECISIVO — Le squadre si sfilacciano col passare dei minuti a beneficio dello spettacolo, ma la costruzione resta mirata. L’Inter si affida al sinistro di Dimarco per creare gioco, e infatti al 50’ va quasi in porta con quattro passaggi di prima (decisivo Gabbia in scivolata). Il Milan, invece, è un arrembaggio continuo in contropiede. Meglio i rossoneri: al 66’ Leao entra in area e appoggia la sfera a Reijnders, che impegna Sommer dal limite. Un paio di minuti dopo Mariani assegna un rigore al Milan, ma il Var ci mette una pezza: il tocco di Lautaro è con la spalla. L’ultimo quarto d’ora l’Inter lo gioca con il centrocampo 2.0 - Zielinski, Asllani, Frattesi -, ma in mezzo non c’è filtro e i nerazzurri si sgretolano. Le chance più clamorose capitano sui piedi di Leao e Abraham. Il primo calcia addosso a Sommer, il secondo a fil di palo. Il Milan si fa sotto più e più volte, alza la testa e sfrutta le fasce. L’Inter soffre fisicamente e arretra sempre di più. L’esito è scontato: all’89’, su una punizione di Reijnders, Gabbia sbuca all’improvviso sopra a Frattesi e segna il gol della liberazione. Il destino ha voluto che il primo derby “made in USA” della storia di Milano lo decidesse un ragazzo nato e cresciuto a casa Milan. A fine partita la squadra canta sotto la sud. Nessuno fischia, nessuno contesta. Fonseca predicava serenità. L’ha ottenuta e meritata.
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - GABBIA È L'ANIMA ROSSONERA CHE ERA MANCATA. FONSECA LA PREPARA MAGISTRALMENTE
Maignan 6.5 - Thuram si gira, lui risponde da campione. Può poco sul diagonale di Dimarco.
Emerson Royal 5.5 - Ancora una volta, il Milan prende gol da quella zona del campo. Permette a Dimarco prima di avviare l'azione del pari, poi di finalizzarla lasciandolo incredibilmente solo. Cresce col passare dei minuti, l'impegno c'è la precisione un po' meno.
Gabbia 8 - È l'anima rossonera che troppo spesso è mancata, soprattutto in partite così. Preferito a Pavlovic, soffre anche lui su Lautaro, specie nell'azione che porta all'1-1. Provvidenziale nella ripresa con un paio di grandissime chiusure e tanto basterebbe per rendere la sua prestazione più che positiva. Sceglie all'89' di entrare nel mito, svettando più alto di tutti e gonfiando la rete. Un ragazzo del vivaio che ridà al Milan la supremazia cittadina e forse dà la svolta alla stagione. Una favola.
Tomori 6 - Si presenta con una bella chiusura su Dumfries, si fa apprezzare anche nel gioco aereo ma ha la colpa di tenere tutti in gioco nell'azione che porta al pareggio dell'Inter. Una leggerezza a cui pone rimedio lasciando passare pochissimo nella ripresa e che passa in cavalleria grazie all'incornata vincente di Gabbia.
Theo Hernandez 6 - Più utile dietro nel contenere Dumfries. Resta di fatto basso e quando prova a sganciarsi viene chiuso dalla morsa interista.
Pulisic 7.5 - Capitan America si conferma la luce del Milan anche in un periodo di grande difficoltà come quello attuale. Si costruisce il gol tirando fuori scaltrezza, agilità e grandissime qualità tecniche. Svaria sulla trequarti, aiuta nei raddoppi e quando non arrivano i palloni se li va a prendere. Dal 78' Okafor sv
Fofana 6 - Di fatto è l'uomo davanti alla difesa nel 4-1-4-1. Non benissimo in appoggio, si fa apprezzare per qualche buona chiusura ma l'ammonizione nel finale del primo tempo lo limita.
Reijnders 7 - Resta schiacciato nella sua metà campo per un tempo, suona tutt'altra musica nella ripresa dove ispira e prova anche la soluzione personale. Impegna Sommer, trova giocate intelligenti, su tutte un filtrante che mette Abraham nelle condizioni di calciare da posizione favorevole, infine pennella per Gabbia per il gol della vittoria. È uno dei giocatori più "da Fonseca" che il portoghese ha a disposizione.
Leao 6 - Nel primo tempo è in campo ma non si vede, latita sulla fascia, non riceve palla e non fa nulla per prenderla. Si sveglia nella ripresa, un perfetto terzo tempo di testa impegna Sommer e poi serve Reijnders per un'altra occasione rossonera. Ma ha sulla coscienza due clamorose occasioni sprecate. Dall'87' Chukwueze sv.
Morata 6 - Un po' punta, un po' trequartista. Si mette al servizio di Abraham, sgomita con i difensori interisti e con Calhanoglu. Per come si sbatte è ammirevole. Dal 78' Lofuts-Cheek sv.
Abraham 6.5 - La sua fisicità è importante per tenere occupati i difensori nerazzurri e far salire la squadra. Buona tecnica che lo aiuta a destreggiarsi in situazioni difficili e a distribuire palloni importanti per i compagni di squadra. Grande partita con l'unico neo dell'imprecisione sotto porta. Ma alla fine la vittoria arriva ugualmente.
Allenatore Paulo Fonseca 8 - Toccato il fondo col Liverpool non restava che inventarsi qualcosa per cambiare la rotta del Milan e salvare la sua avventura in rossonero. Partita preparata magistralmente. Intelligente la scelta delle due punte, il Milan fino al gol del pareggio nerazzurro dà anche ottime impressioni e mostra coraggio anche nella ripresa, col passare dei minuti, credendoci e riuscendo a centrare una storica vittoria, quando quasi nessuno alla vigilia ci credeva. Regala ai rossoneri un derby dopo l'umiliante striscia di 6 partite senza sconfitte. E tanto basta per meritarsi la fiducia.
|