dal sito www.gazzetta.it
FONSECA-THEO, ALTA TENSIONE: ECCO PERCHÉ IL TECNICO È SCONTENTO E GIOCA JIMÉNEZ
“Jiménez in questo momento è un titolare”, dice Paulo Fonseca e fin qui, tutti felici: Alex piace a tutti, dentro e fuori da Milanello. Il punto è il corollario: Theo Hernandez, in questo momento, non è un titolare del Milan e questo è clamoroso. Non è normale che sia rimasto fuori in due partite di fila e rischi seriamente di guardare dalla panchina anche la prossima, contro la Roma. Che cosa è successo? E’ successo che il suo allenatore non è contento di lui, del suo atteggiamento, e non ha apprezzato nemmeno il Theo Hernandez di Verona-Milan. Fonseca ha messo l’atteggiamento, l’applicazione in allenamento e in partita, al centro del suo programma di governo rossonero. Per questo ha mandato in panchina Leão, e Rafa, dopo tre panchine in quattro partite, ha risposto con due grandi serate a Madrid e Cagliari. Con Theo la situazione è più complessa: Fonseca non è contento di Hernandez e glielo ha anche detto, davanti ad alcuni compagni di squadra. E ora? La logica, per il Milan, dice che è il caso di trovare un modo per lavorare in armonia. Troppo forte Theo, troppo importante per la squadra. Non per caso, Fonseca nelle ultime dichiarazioni è stato conciliante: “Theo ha giocato tanto, è stato in nazionale. Non è mai una punizione per lui, è semplicemente per farlo tornare nella condizione migliore. Continuo a dire che per me è il miglior terzino del mondo”. La situazione insomma resta delicata anche per l’extra-campo. Theo ha il contratto in scadenza a giugno 2026 e il club, che ha incontrato il suo agente lunedì 16, è ottimista sul rinnovo. Theo vuole restare a Milano anche se il feeling con Pioli, indubbiamente, era un’altra cosa. Il futuro, così, va vissuto giorno per giorno. Un’offerta da una big europea potrebbe convincere tutti a voltare pagina ma l’attualità parla del dualismo con Jiménez, il più strano dell’anno. Per la Roma, a inizio settimana, è favorito il biondo del 2005. Per la Supercoppa, chissà. (Luca Bianchin)
NUOVO ATTACCO: TRA INFORTUNI, IDEE E CALENDARIO FITTO, FONSECA CAMBIA TUTTO
L’attacco del Milan, tra Natale e l’Epifania, rischia la ristrutturazione pesante. Nell’ultima partita dell’anno, contro la Roma, Fonseca potrebbe cominciare con Chukwueze, Reijnders e Jiménez dietro a uno tra Morata e Abraham. Nella prima del 2025, la semifinale di Supercoppa contro la Juve, spera di far giocare dall’inizio Pulisic, Loftus-Cheek, Leao e Morata. Rafa Leao è il grande tema. Ha un’elongazione al flessore sinistro che gli farà saltare la Roma. Per la Supercoppa, siamo in bilico… e con lui il Milan. Senza di lui, siamo agli esperimenti: Okafor è fermo, Jiménez da ala è adattato. Ci sarebbe Pulisic ma… anche lui lavora per rientrare. CP11 tornerà ad allenarsi con il gruppo prima della partita con la Roma. È probabile che sia in panchina. Fonseca per il 3 gennaio, contro la Juve, ha un’idea chiara: Pulisic titolare. Il Milan in stagione, tra campionato e Champions, ha segnato almeno tre gol in 7 partite diverse. Pulisic in quelle partite è sempre stato titolare e quattro volte ha segnato. A sinistra Leao può tornare in Supercoppa, a destra o in mezzo Pulisic prova per la Roma, resta l’area. Resta Álvaro Morata. Nei primi quattro mesi milanisti ha confermato di avere classe e di essere un giocatore intelligente, non una punta da 20 gol. Per la Roma e la Supercoppa, l’idea è che rispolveri un’antica qualità: giocare meglio le partite importanti. (Luca Bianchin)
MILAN-ROMA, UNA SFIDA DA 1.783 MILIONI DI EURO
È l’impegno sostenuto complessivamente dalle due proprietà americane, fino a oggi. Tanti soldi. Le operazioni su Milan e Roma rappresentano delle scommesse da vincere. Sia Cardinale sia Friedkin ritengono imprescindibile la realizzazione dello stadio di proprietà, il tycoon giallorosso deve anche riportare la Roma in Champions per poter inseguire quell’equilibrio economico-finanziario che il Milan ha già virtuosamente raggiunto. Gran parte della somma stanziata da RedBird è servita per assumere il controllo azionario del Milan che, chiaramente, ha un valore aziendale nettamente superiore. Elliott ha consegnato a Cardinale un club risanato e di nuovo in Champions. Ciò ha evitato alla nuova proprietà di dover foraggiare il fabbisogno rossonero, limitando gli apporti di equity al dossier di San Donato e concentrando gli sforzi sulle strategie di crescita globale del marchio. Non a caso, il Milan ha chiuso in utile i due bilanci firmati da RedBird: 6 milioni nel 2022-23, 4 nel 2023-24. Al 30 giugno 2024 i ricavi hanno toccato quota 404 milioni (escluso il player trading), il patrimonio netto ammontava a 196 milioni e l’indebitamento finanziario netto era di appena 50 milioni. Tutta un’altra cosa rispetto alla Roma. Friedkin ha osservato quattro bilanci in rosso, con una perdita aggregata di 589 milioni puntualmente ripianata dalla proprietà, che ha pure contribuito a rimborsare il bond da 275 milioni. La maggiore fetta dell’investimento è stata, quindi, destinata a supportare le esigenze correnti del club. L’esercizio 2023-24, sebbene con ricavi in crescita a 254 milioni, ha riportato un deficit di 81 milioni, mentre la posizione finanziaria netta, negativa per 432, assorbe per circa 300 milioni i prestiti del socio ancora da convertire in conto capitale. (Marco Ilaria)
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