dal sito www.gazzetta.it
MILAN, GIÀ FINITO L'EFFETTO SUPERCOPPA? NON BASTA MORATA, MAIGNAN REGALA IL PARI AL CAGLIARI
Rossoneri illusi dal gol dello spagnolo, poi tante occasioni sprecate nel secondo tempo. Conceiçao stecca la prima a San Siro e viene beffato dalla rete di Zortea, agevolata dalla papera del francese
Certi errori non finiscono, fanno dei giri immensi (insomma, nemmeno tanto) e poi ritornano. Quest’anno mai dare il Milan per guarito, perché è esercizio di pura illusione. Cambiano gli allenatori, si ingrossa la bacheca, ma un determinato tipo di problemi resta, resiste e appesantisce una volta di più la classifica. Questo pareggio col Cagliari è gelido come la notte di San Siro perché guasta le magnifiche sensazioni di Riad e perché lascia in dote al Diavolo l’ennesima occasione sprecata per rosicchiare punti in chiave Champions: i pareggi di Lazio e Juve avrebbero dovuto essere santificati e invece le distanze restano invariate. Ma se il Milan non riesce a vincere in casa (un solo successo nelle ultime sei uscite al Meazza in campionato) contro la terzultima, allora quando può riuscirci? E’ amaro il debutto in campionato sulla panchina rossonera di Conceiçao, costretto a osservare le stesse brutture della versione precedente: errori capitali sotto porta e ripartenze avversarie imbarazzanti. Il Cagliari quest’anno è particolarmente amaro per i rossoneri: alle imprese di Madrid e Riad sono seguiti due pareggi tristi contro i sardi, che conquistano un punto d’oro per la salvezza e danno continuità dopo la vittoria di Monza.
LE SCELTE - Conceiçao non ha smentito le ipotesi della vigilia, ovvero Calabria (niente fascia, rimasta sul braccio di Maignan), Tomori e Thiaw centrali, Musah in mediana con Fofana, Reijnders dietro Morata e il ritorno di Leao dal primo minuto. Okafor, promesso sposo del Lipsia, non convocato (così come Rashford a Manchester). Nicola ha preferito Adopo a Deiola, Viola a Gaetano e Felici ad Augello. Attacco affidato a Piccoli e in porta debutto per il nuovo arrivato Caprile, che nei primi venti minuti è rimasto con la testa sott’acqua senza mai prender fiato di fronte a un Milan altissimo e feroce in tutte le sfumature possibili: nella pressione, nei raddoppi, sulle seconde palle. Al Cagliari va dato il merito di essersi raccolto – costretto a farlo, più che altro – in un fazzoletto corto e con pochissimi spifferi, ma per oltre metà del primo round è mancata totalmente la fase offensiva. Il Milan in mezzo al campo ha costruito una gabbia con Musah, Fofana e Reijnders, veloce a irrobustire la mediana in fase di non possesso, che ha ucciso nella culla qualsiasi ambizione sarda. Adopo e Makoumbou sono finiti nella ragnatela rossonera e gli sbocchi sulla corsia preferita, la destra, sono arrivati col contagocce.
DOV'È RAFA? — Venti minuti di monologo rossonero, dicevamo. La novità più evidente? Un giro palla finalmente veloce, una squadra dall’aspetto frizzante e mentalmente carica, che ha cercato sia l’ampiezza sia la profondità, consegnando in qualche caso la regia avanzata nelle terre centrali a Leao. Servirà lavorarci ancora su ma, al di là della posizione, per Rafa un corposo passo indietro rispetto alle bollicine di Riad. Il Diavolo ha mosso il pallone rapidamente, ma è mancato in concretezza e viene da pensare che possa essere successo addirittura per eccesso di autocompiacimento dopo le imprese arabe. Paradosso clamoroso: la squadra che aveva paura della propria ombra diventata un gruppo alla ricerca dell’estetica. Una piacevolezza per gli occhi che non ha quindi prodotto una resa offensiva proporzionale, anche per eccesso di frettolosità nelle scelte degli ultimi trenta metri: Theo alto di un soffio (14’), un sinistro di Pulisic (18’) e un destro di Reijnders (19’) bloccati con un filo di affanno da Caprile. Un copione strano, anche perché fino a quel momento l’unica vera palla gol era finita sui piedi di Viola (6’). Intorno al 25’ i rossoneri hanno perso propulsione, diminuendo i giri e permettendo al Cagliari di mettere fuori il naso. Merito soprattutto di Adopo, che ha fatto salire la squadra di diversi metri e liberato più volte la corsa di Zortea, anche se l’occasione più limpida è arrivata sul versante opposto: un destro a giro eseguito magistralmente da Felici con altrettanto magistrale volo di Maignan.
L'ERRORE DI MIKE — Il Milan ha provato a iniziare la ripresa così come aveva approcciato il primo tempo e il copione ha funzionato. Prove generali al 47’ con una traversa di Pulisic e match stappato quattro minuti più tardi con Morata, veloce ad anticipare Palomino dopo un flipper tra Caprile e palo su tiro al volo di Pulisic. Quella che pareva una strada in discesa però è tornata subito un percorso accidentato: i rossoneri, installati nella metà campo sarda alla ricerca del colpo del ko, hanno perso palla (malissimo Fofana) e preso gol su ripartenza secca quattro contro tre. Blasfemia calcistica, certi vizi sono duri a morire. Rete firmata da Zortea e gentilmente agevolata da Maignan, che si è disteso goffamente sul destro poco pretenzioso dell’esterno rossoblù. All’ora di gioco dentro Abraham (Musah) e Jimenez (Calabria), ma il Milan ha proseguito a sbattere contro il muro sardo, anche perché il Diavolo ha iniziato a riversare in area una quantità industriale di cross lenti e leggibili. Anche queste, scene già viste. Il resto l’ha fatto Caprile ma soprattutto le scelleratezze rossonere sotto porta: prima Pulisic e poi Abraham, a tu per tu col portiere rossoblù, si sono fatti ipnotizzare. Due errori gravi, soprattutto quello dell’inglese. L’ultimo sussulto è stato un siluro su punizione di Hernandez allo scadere, murato da Caprile. Poi, sipario e qualche fischio dagli spalti.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - MAIGNAN PARA QUASI TUTTO. KJAER-TOMORI, CHE SERATA. FLOP FLORENZI
MAIGNAN 5: devastante la parata su Felici. Si mette il mantello e vola, con una parata bellissima e importantissima. Paperona sul gol di Zortea, dove sbaglia clamorosamente il tempo dell’intervento. Un errore che, alla luce dei fatti, costa la vittoria al Milan.
CALABRIA 6: torna titolare e in uno dei rari attacchi del primo tempo del Cagliari, è decisivo con una chiusura fondamentale su Viola che pregustava il rendez-vous con Maignan. (dal 63’ JIMENEZ 6: dentro per dare ancora più spinta, pennella un cross perfetto che Abraham cestina. Sempre molto propositivo ed elettrico).
THIAW 6: insieme a Tomori non passano una serata complicata contro gli attaccanti sardi.
TOMORI 6: vedi Thiaw.
THEO HERNANDEZ 6: nel finale Caprile gli disinnesca un siluro su punizione. Prova sufficiente del francese, che ha faticato a trovare spazi sulla corsia anche quando Leao andava dentro al campo perché il Cagliari mette il pullman.
MUSAH 6: (dal 63’ ABRAHAM 4.5: si mangia due gol, uno più clamoroso dell’altro. Il primo su cross di Jimenez, il secondo sul lancio in profondità di Morata. Su quest’ultimo, non dà né forza né precisione al diagonale, rendendo la vita facile a Caprile).
FOFANA 6: solita partita da recupera palloni. Forse poteva fare qualcosa di più in occasione dell’azione che porta al gol di Zortea dove, probabilmente, non interviene poiché gravato da diffida. Cerca più volte il tiro da fuori, senza successo.
PULISIC 5.5: sempre nel vivo del gioco, propizia il gol di Morata con il destro al volo che Caprile devia sul palo con Alvaro che arriva a rimbalzo e mette dentro il momentaneo 1-0. Colpisce una traversa in avvio di ripresa. Sull’1-1 ha la palla del possibile vantaggio, ma spara in bocca a Caprile.
REIJNDERS 5.5: non una serata di quelle da ricordare. Si muove tanto a caccia di qualche centimetro quadro in più per liberare la sua qualità, ma non riesce nell’impresa né con lo schieramento iniziale né con il 4-2-4 finale.
LEAO 6: spazi pochi, voglia tanta e ci prova finché ne ha. Raddoppiato e a volte triplicato in maniera sistematica, ha cercato di mettere la sua qualità al servizio della squadra provando a giocare anche dentro al campo pur di avere ossigeno. (dall’87’ OMOREGBE SV).
MORATA 6: gol da rapace che porta avanti il Milan, ma il resto della prestazione è il solito mix di taglia e cuci, sacrificio e assenza dalla zona calda.
ALL. CONCEICAO 6: la vittoria gli sfuma dalle mani per gli errori sottoporta di Pulisic e soprattutto Abraham e a causa della papera di Maignan. Il suo Milan ci prova fino alla fine, con determinazione e voglia di vincere ma questa volta non riesce a prendersi l’intera posta. C’è ancora parecchio da lavorare sulla cattiveria sottoporta.
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