dal sito www.gazzetta.it
DOPPIO LEAO E SUPER MAIGNAN: IL MILAN BATTE 3-2 L'INTER E VOLA IN TESTA
Il portoghese e Giroud stendono i nerazzurri in una partita ricca di gol e di occasioni. Nella ripresa il portiere rossonero si supera due volte e protegge i tre punti
Sono passate solo tre settimane, ma a osservare ciò che succede in mezzo al campo al fischio finale sembra appena finita la 38ª giornata: le casse che sparano Pioli is on fire a tutto volume, l’allenatore in mezzo ai suoi ragazzi che balla e i suoi ragazzi che gli fanno festa intorno, con la curva che canta “i campioni dell’Italia siamo noi”. Il primo derby stagionale finisce così e per certi versi condensa in novanta minuti l’intera stagione passata: ovvero due squadre che si sono rincorse, sfidate, che hanno provato a fuggire, si sono illuse, sono state riprese e sono di nuove scappate. Con un lieto fine rossonero. Perché il primo derby stagionale (ce ne saranno almeno tre) è stato questo: una centrifuga di gol, emozioni e bioritmi passati da una parte all’altra del campo come se ci fosse una mano invisibile a spostare gli equilibri. Un 3-2 rossonero dove ha aperto le danze l’Inter (Brozovic), ha fatto irruzione il Diavolo (doppio Leao, ai suoi primi gol nella stracittadina, e poi Giroud, che si è “girato” di nuovo) e ha ritrovato vigore nerazzurro nel gol di Dzeko. Menzione d’onore per Maignan: semplicemente fenomenale. Col senno del poi, Inzaghi probabilmente si chiederà a lungo il motivo per cui gli ha preferito Correa dall’inizio. Gerry Cardinale, in tribuna accanto a Paul e Gordon Singer, sorride, se la gode e santifica la prima partita da proprietario effettivo, con Zhang che rimugina mesto a pochi seggiolini di distanza. Per l’Inter è il secondo stop in cinque partite, entrambi arrivati con squadre d’alto bordo – non benissimo – mentre il Milan, per quel che vale ai primi di settembre, ritrova provvisoriamente la testa della classifica. Curiosità: anche gli ultimi due derby di campionato vinti dai rossoneri erano stati giocati di sabato alle 18.
LE SCELTE — Rispetto alla partita di Reggio Emilia Pioli ha rimesso tutti i tasselli al loro posto: Calabria in difesa, Tonali in mediana, De Ketelaere – ormai asceso a status di titolare – al centro della trequarti dietro Giroud, Messias a destra. In panchina i tre ultimi arrivati Thiaw, Vranckx e Dest. Inzaghi, che aveva già risolto in vigilia il punto di domanda su Bastoni – regolarmente in campo – ha sciolto i due ballottaggi in sospeso a favore di Darmian, preferito a Dimarco, e Correa, che ha spedito Dzeko fra i riservisti. Una scelta che si è evidentemente portata dietro ripercussioni tattiche da una parte e dell’altra. La più evidente: un’Inter che non ha dato punti di riferimento concreti davanti, con Correa spesso ad arretrare per ricevere palla e creare spazi, e Lautaro in agguato un po’ defilato. L’inserimento di Brozovic sul gol, giusto per fare l’esempio più robusto, nasce proprio dalla possibilità del 77 nerazzurro di infilarsi centralmente senza compagni a togliergli luce. E’ stato un derby fisico, intensissimo, a tratti nervoso e litigioso. Scintille prolungate tra Hernandez e Dumfries dopo nove minuti (giallo pesante per entrambi) e tra Giroud e Skriniar alla mezzora in una prima frazione dove si è fatto preferire piuttosto nettamente il Milan. Per un atteggiamento più rabbioso e soprattutto mettendosi semplicemente a contare le occasioni limpide. Molti rossoneri sono cresciuti col passare dei minuti e l’esempio più eclatante è Tonali, che ha fatto sparire Barella dai radar dopo un quarto d’ora. Inaridita una delle fonti di gioco principali, l’Inter si è ovviamente messa nelle mani di Brozovic, che come immaginabile non ha trovato in De Ketelaere un mastino con la bava alla bocca, e si è affidata alle sgommate di Dumfries, ben gestito da Hernandez. Il problema per i nerazzurri è stato – anche – proprio la posizione molto offensiva dell’olandese, che quindi ha dato una mano relativa a Skriniar con Leao. Rafa tra l’altro, a differenza di Reggio Emilia, ha battezzato il match con un approccio decisamente migliore, voglioso e costruttivo.
MONARCHIA — L’Inter ha colpito per prima, e lo ha fatto quando i rossoneri stavano crescendo di tono. Tragica la fase difensiva del Diavolo, con peccato originale sulla coscienza di De Ketelaere, che si è perso lo sganciamento di Brozovic e lo ha rincorso vanamente per quaranta metri. Menzione doverosa per Lautaro, che per qualche secondo si è trasformato in Lukaku, proteggendo benissimo palla e agevolando la percussione centrale di Brozovic. Difesa rossonera aperta orribilmente in due e Maignan senza possibilità di tamponare la corsa vincente del croato. Il Milan ci ha messo sette minuti per riacciuffare la partita. Passaggio sconsiderato di Calhanoglu sui piedi di Tonali, che ha servito sulla corsa Leao: sinistro potente e super angolato, Handanovic battuto. Da quel punto in poi – si era al minuto numero 28 – è stata monarchia rossonera. Un’onda d’urto che si è abbattuta sui nerazzurri con tre occasioni limpide per il Milan: una volée di Giroud alta di poco, un destro scarico di Tonali con tutto lo specchio della porta a disposizione e un siluro di Hernandez filato via a pochi centimetri dalla traversa.
CONSAPEVOLEZZE — La ripresa è finita come erano finiti i primi 45: tanto Milan. E al 9’ il Diavolo ha raddoppiato, sfruttando anche la morbidezza difensiva avversaria. Rimessa laterale battuta rapidamente e Inter sorpresa: tanto sorpresa che, sul cross di Leao, Giroud si è girato e ha calciato serenamente tra Calhanoglu, Bastoni e De Vrij senza nessuno di loro abbozzasse mezzo passo. Al quarto d’ora il tris, perché il Milan – che mentalmente ha ormai consapevolezze granitiche, quando vuole - ha provato a chiuderla definitivamente: sponda di Giroud e Leao ha saltato come birilli Bastoni e De Vrij, infilando nell’angolino. Derby finito lì? No, esattamente il contrario perché a quel punto da un lato è venuto fuori l’orgoglio nerazzurro e dall’altro Inzaghi ha azzeccato il cambio: fuori Correa e dentro Dzeko, che ha timbrato tre minuti dopo essere entrato, sfruttando un cross di Darmian. A quel punto tanta, tanta Inter, nella stessa misura in cui aveva dominato il Milan nella seconda parte del primo tempo. Lautaro ha concluso alto di un soffio e poi Maignan si è preso la scena. Due parate come due gol: una su colpo di testa di Lautaro (smanacciata via sulla riga la palla che gli è rimbalzata davanti) e poi ha usato la ragnatela di Spiderman andando a togliere dall’incrocio un magnifico destro di Calhanoglu. Ecco perché è fra i candidati del premio Yashin, il Pallone d’oro dei portieri. L’ultimo brivido per i rossoneri in chiusura di gara, quando un destro di Mkhitaryan ha sibilato a poche spanne dal palo. Poi, giù il sipario e orgogliosa festa rossonera sotto la curva Sud.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - LEAO MERAVIGLIAO. GIROUD SI È GIRATO DI NUOVO. MAIGNAN ILLEGALE
Maignan 8.5: è il portiere più forte del campionato e uno dei top mondo. La smanacciata su Lautaro passa in secondo piano in confronto al volo che fa sul missile di Calhanoglu indirizzato sotto l’incrocio dei pali. Parata senza senso che solo un top mondiale può fare.
Calabria 6: partita diligente da parte del capitano, che non soffre quasi mai le discese interiste, anche perché il duello si sposta tutto a sinistra. Sul gol del 3-2, i nerazzurri fanno una giocata con i tempi perfetti. (dall’82 Kjaer sv).
Kalulu 6: la prova è sufficiente, perché nell’uno contro uno Lautaro ci poteva essere una chiave di volta della partita. Il primo lo perde, e l’Inter segna. Poi però prende le misure e fa la sua solita partita, finendo a destra.
Tomori 6: Dzeko lo anticipa sul gol del 3-2 prendendogli il tempo. Una cosa rara per Fik, che poi però resetta e alza il livello dell’attenzione nel forcing finale dell’Inter, dove conta essere lucidi e pratici.
Theo Hernandez 6.5: l’asse con Leao è la chiave di volta della partita. Dumfries va sul portoghese, lui viene preso in prima pressione da Barella che non lo tiene mai. Già tre ammonizioni, con quella di inizio derby, che lo avvicinano già alla diffida.
Bennacer 7: finché la squadra ha il ritmo e la forza mentale di andare con lui, il Milan è uno spettacolo con Ismael in piena cabina di regia. Apre il gioco, detta i tempi, recupera palloni e fa un lavoro di cucitura impressionante.
Tonali 7.5: mezzo voto in più rispetto a Bennacer perché fornisce l’assist per il gol del pareggio di Leao. Legge benissimo il suicidio di Calhanoglu, che gioca dentro il campo una palla da manicomio. Ha l’occasione di trovare il primo gol nel derby, ma calcia male con specchio aperto. È ovunque. (dall’82 Pobega sv)
Messias 6: nel complesso, fa una partita diligente e di attenzione. Certo, senza Perisic e con Darmian, ci si poteva aspettare un po’ di intraprendenza in più. (dal 72’ Saelemaekers 6: entra con l’Inter in pressione dopo il gol del 3-2, fa il suo).
De Ketelaere 6: qui si potranno aprire dibattiti, perché l’errore sul gol di Brozovic dove non segue il croato, c’è. Ma ha la capacità, anche lui, di rimanere sintonizzato sulla partita e di rendersi non leggibile per il croato, che fatica a tenerlo sia fisicamente sia tecnicamente. Sfiora il gol di testa. (dal 62’ Brahim Diaz 6: buttato nella mischia al posto di CDK, si applica nella fase di non possesso e recupera diversi palloni che sono ossigeno puro per il Milan).
Leao 9: un alieno sul derby di Milano. Devasta la corsia di destra dell’Inter, con Skriniar che inizia a capire che sembianze abbia solo quando Rafa, nella ripresa, inizia a dare segnali di stanchezza. Pareggia la partita con un bel sinistro alto, incrociato, che frega Handanovic che stava chiudendo il primo palo. Serve l’assist per il gol del 2-1 di Giroud e poi segna un gol che vedremo e rivedremo per tanto tempo. Il tutto sotto gli occhi di Cardinale che dovrà blindarlo.
Giroud 7.5: l’ha fatto di nuovo, si è girato di nuovo. In maniera diversa rispetto a febbraio, ma si è girato e ha beffato ancora Handanovic e De Vrij. Si vedeva che era in partita e il suo gol è quello che ha spezzato la linea dell’equilibrio della partita. (dal 72’ Origi 6: dentro quando c’è da lottare forte sulla pressione dell’Inter. Esegue).
All. Pioli 7: fino al gol del 3-1, un Milan bello e concreto, forte e deciso. Poi, dopo la rete di Dzeko, 10-15 minuti di confusione con la squadra lunga lunga. Riprende la testa dei suoi guidandoli nel finale con indicazioni giuste. E vince il derby meritatamente.
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