dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN S'INCEPPA DI NUOVO: 1-1 CON L’UDINESE. UDOGIE, IL PARI È MOLTO DUBBIO: SEGNA COL BRACCIO?
Al gol di Leao nel primo tempo risponde il difensore nella ripresa, con il giallo di un presunto tocco col braccio: rete convalidata dopo controllo dal Var. I rossoneri pagano un secondo tempo sotto tono
Ammalarsi di pareggite proprio ora è il guaio peggiore che potesse capitare. E stavolta non c’era nemmeno Ibra ad agitare la bacchetta magica nel finale come all’andata, o come la scorsa stagione. L’Udinese si conferma per il Milan un cliente molto complicato e, sotto gli occhi di Berlusconi, impone ai rossoneri un altro pareggio dolorosissimo. A San Siro finisce 1-1 con i gol di Leao nel primo tempo e Udogie nella ripresa, ovvero il secondo mezzo passo falso di fila per il Diavolo che dilapida per strada altri punti preziosi nella corsa scudetto, in attesa che giochino Inter (stasera) e Napoli (domenica). Altro che mettere pressione alla concorrenza. Teoricamente alla fine di questa giornata potrebbero ritrovarsi in tre al primo posto a quota 57 (ma nerazzurri sempre con una partita in meno). Dopo Salerno il Milan si inceppa di nuovo, ma questo sarà ricordato anche come il pareggio delle grandi polemiche. Il Diavolo ha protestato con tutte le forze sul gol di Udogie per un presunto tocco col braccio del 13 bianconero: il Var, dopo controllo in sala monitor, ha convalidato. Diciamo che in questa stagione il Milan, al netto di questo episodio, non è decisamente stato “fortunato” dal punto di vista degli episodi arbitrali. Il tutto, beffardamente, nel giorno del decennale della rete fantasma di Muntari alla Juve. Detto dell’episodio, il Milan dopo un primo tempo non esaltante ma comunque giocato su buoni ritmi, ha pagato una prima metà della ripresa disastrosa, dove è stato a lungo messo sotto dai friulani. Due pareggi di fila nel cuore del rush scudetto sono qualcosa che devono far riflettere profondamente Pioli. Troppi i punti persi con le squadre di fascia più bassa. L’Udinese, dopo aver fermato la Lazio, si prende il gusto di farlo anche con la capolista e a fine gara giustamente Cioffi e i suoi si abbracciano.
LE SCELTE — Pioli ha confermato le proiezioni della vigilia, ovvero confermando la difesa di Salerno, schierando Kessie al posto dello squalificato Bennacer accanto a Tonali, e preferendo Messias a Saelemaekers su una trequarti completata da Diaz e Leao dietro Giroud. Cioffi nei giorni scorsi ha recuperato Udogie e soprattutto Pereyra, uomo cardine per gli equilibri di squadra, ma per entrambi è stata ancora panchina. Al loro posto Zeegelaar e nuovamente Arslan, a comporre una mediana con Walace davanti alla difesa e Makengo. Attacco affidato a Beto (ultimo gol un mese e mezzo fa) e all’ex Deulofeu, particolarmente vivace e fantasioso anche se col passare del tempo si è fatto ingoiare dall’egoismo e si è messo a sfidare da solo tutto il Milan. Lampi di Udinese qua e là, grazie anche agli inserimenti prepotenti di Molina, a formare una catena di destra incisiva proprio con Deulofeu. Lampi in mezzo al prevedibile possesso rossonero, gestito anche con una buona velocità ma sporcato da tante imprecisioni sulla trequarti. Nemmeno al momento dell’ultimo passaggio, ma del penultimo. Un Milan un po’ precipitoso e arruffone, ovvero proprio il difetto che aveva rimarcato in vigilia Pioli ripensando alla partita di Salerno. Errori tecnici che hanno rovinato un giro palla deputato a stanare un’Udinese corta e compatta, attentissima a non sfilacciare le distanze fra i reparti e abile a spegnere la luce nei pochi corridoi concessi.
GOL DA CENTRAVANTI — Un Milan padrone del campo ma imbrigliato, insomma. Cosa che con i friulani capita con una certa frequenza. Diaz si è mosso molto ma ha anche sbagliato parecchio, Molina ha indotto prudenza a Hernandez, Messias ha faticato a trovare lo spunto vincente nei duelli e così il match è stato scardinato da chi la trequarti solitamente non la frequenta così tanto: Tonali ha ricevuto palla dopo una percussione di Theo e ha disegnato un arcobaleno morbido e preciso per Leao, che si è liberato – piuttosto ruvidamente – di Becao e ha infilato Silvestri in uscita. Gol da centravanti più che da esterno, ennesimo segno della crescita del portoghese. Si era alla mezzora di gioco e ovviamente il gol ha scompaginato i piani bianconeri, decisamente più abili a contenere che a costruire. Ci ha provato Beto un paio di volte di testa (pericoloso nella seconda occasione), Deulofeu è andato a sbattere ripetutamente contro la difesa rossonera, Molina ha diminuito la propulsione e, insomma, Maignan tutto sommato non si è dovuto agitare più del lecito.
LEGGEREZZA — Nella ripresa il Milan è evaporato col passare dei minuti. Stanchezza? Di nuovo supponenza nonostante la lezione di Salerno? Fatto sta che prima Tomori ha rischiato conseguenze nefaste in area su Beto, poi Cioffi ha inserito Udogie e Pereyra e i friulani hanno piazzato le tende nella metà campo avversaria senza che il Diavolo riuscisse a trovare le forze e le idee per venirne fuori. Un Milan leggero, poco convinto, anzi proprio intimorito dall’atteggiamento dell’Udinese. Prima Molina ha dilapidato un’occasione d’oro dopo un’amnesia di Hernandez, poi Pioli ha cambiato Giroud con Rebic e i rossoneri hanno perso il punto di riferimento avanzato. L’Udinese ha pareggiato con i nuovi entrati: rovesciata “sporca” di Pereyra in area e palla deviata in rete da Udogie. Fortissime le proteste rossonere per un presunto tocco col braccio del 13 bianconero, ma gol convalidato dopo check dal Var. A quel punto i rossoneri hanno ritirato fuori la testa dal guscio, accompagnati però da un evidente affanno dettato dallo scorrere delle lancette. Leao ha provato a infilarsi ovunque poteva, anche e soprattutto centralmente. Alla mezzora ha saltato anche Silvestri ma la palla si è impennata e Pablo Mari è riuscito a sbrogliare. Poi è stato Becao a salvare con il portoghese lanciato in porta. E nel finale è toccato a Maignan salvare i suoi dal tracollo, respingendo un insidiosissimo destro di Deulofeu.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - PAGELLE - PRESTAZIONE PESSIMA DELLA SQUADRA. TONALI IL MIGLIORE
Maignan 6: battuto dal tocco di mano di Udogie. Attento sui pochi tiri nello specchio che fa l’Udinese, specie sulla capocciata di Beto.
Calabria 6: partita di ordinaria amministrazione. Gli unici sussulti glieli crea Deulofeu quando cerca di sfondare sulla destra.
Tomori 6: Beto lo mette in difficoltà sui palloni alti. Chiude diverse porte quando la squadra si sfilaccia.
Romagnoli 6: entra nell’azione del gol di mano di Udogie, dove le immagini vanno più sul tocco del giocatore dell’Udinese che sulla sua, eventuale, deviazione in porta.
Theo Hernandez 5.5: non sfonda come vorrebbe. L’Udinese gli chiude gli spazi per poter scaricare tutti i suoi cavalli sul campo. Manca tanto nella fase di proposizione.
Tonali 6.5: primo tempo importante, condito anche dall’assist per il gol di Leao che sblocca la partita. Non molla di un centimetro anche quando i compagni, inspiegabilmente, abbassano il livello di corsa.
Kessie 5: cammina in campo. Impreciso in più di un’occasione. Non si nota la sua presenza in campo. Ed è un problema.
Messias 5.5: dovrebbe essere uno di quei giocatori in grado di scavare dentro le trincee avversarie. Si liquefà senza incidere in nessuna occasione. (dal 65’ Saelemaekers 5: prosegue il periodo no, dove non becca un canale).
Brahim Diaz 5.5: non riesce a trovare una prestazione convincente dall’exploit derby-Lazio. Unico lampo: la palla scavata per Leao prima della sostituzione. (dal 85’ Maldini sv)
Leao 6.5: segna il gol numero 300 dei giocatori portoghesi in Serie A tramutando in rete un gran pallone di Tonali. È il pericolo maggiore della fase offensiva milanista, ma quando l’Udinese gli prende le misure, è come se gli togliesse l’ossigeno.
Giroud 5.5: gli arrivano palloni con i conigli dentro, difficili da gestire, sintomo di poca qualità da parte dell’esecuzione dei compagni. Non può fare granché. Con il risultato in bilico, sarebbe servito di più in campo che in panchina. (dal 65’ Rebic 4.5: pronti-via e si fa ammonire. Dovrebbe alzare il ritmo della fase offensiva, invece attiva due contropiedi friulani molto pericolosi).
All. Pioli 5: il canovaccio è lo stesso di Salerno, con l’aggravante che qui si giocava in casa. Non premia la scelta di togliere Giroud per mettere Rebic quando, invece, serviva aiutare maggiormente in francese in attacco. La domanda che poi sorge spontanea è: perché Daniel Maldini?
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