dal sito www.gazzetta.it
MILAN E JUVE NON SI FANNO MALE. E L’INTER È A +4 SUL DIAVOLO
Sfida combattuta ed equilibrata, ma brutta e avara di emozioni. Il pari penalizza maggiormente i rossoneri (raggiunti dal Napoli): ora l’Inter è a +4, con una gara in meno. Dopo la sosta arriva il derby. Ibra fuori per infortunio dopo mezzora
Equilibrio. Tanto equilibrio. Probabilmente troppo, tanto che Milan e Juve si sono praticamente annullate. Nella noia, però. A San Siro il big match finisce 0-0 ed è stato uno spettacolo bruttino. Anzi, brutto proprio. Partita combattuta, senz’altro, intensa, non c’è dubbio, ma avarissima di emozioni. Un pareggio che in ottica classifica penalizza maggiormente il Milan. Se è vero che la Juve fallisce l’aggancio al quarto posto, il Milan da parte sua si fa agganciare dal Napoli e soprattutto perde altro terreno sull’Inter, che adesso è a +4 con una gara in meno. Dopo la sosta arriva il derby e per i rossoneri l’unico risultato ammissibile sarà la vittoria. Per Pioli resiste il tabù Allegri (mai una gioia in 19 incroci), per la Juve quello degli scontri d’alta quota (nemmeno una vittoria fin qui contro le prime quattro), ma i bianconeri proseguono nel filotto positivo – nono risultato utile di fila ¬– mentre il Diavolo deve fare i conti con un solo punto messo in tasca nelle ultime due uscite. E con il nuovo infortunio di Ibra, fuori dopo mezzora per un problema al tendine d’Achille della gamba destra. E’ così venuto a mancare presto il super duello con Chiellini, ma anche gli altri – per esempio Hernandez-Cuadrado - non sono stati granché.
LE SCELTE — Pioli rispetto alle voragini degli ultimi tempi finalmente recupera qualche elemento di primo piano. Romagnoli, archiviato il Covid, si riprende la difesa (con Kalulu al suo fianco) e Tonali una mediana (accanto a Krunic) che ritrova anche l’opzione Bennacer. Rimesso in sesto anche Calabria, tanto da farsi preferire a Florenzi. Davanti, sulla trequarti, una scelta non così prevedibile: dentro Messias, fuori Saelemaekers. Ibra al centro dell’attacco. Anche Allegri alla fine ha optato per il 4-2-3-1 immaginato alla vigilia, eccezion fatta per una toppa messa in difesa nelle ultime ore: De Ligt è finito k.o. per una gastroenterite, al suo posto Rugani in coppia con Chiellini. Mediana affidata a Bentancur e all’ex Locatelli. Dietro Morata tridente con Cuadrado-Dybala-McKennie. La Juve è partita con la manetta spalancata. Un avvio rabbioso, imperioso, che nel primo quarto d’ora ha schiacciato il Milan negli ultimi trenta metri ma non ha prodotto pericoli proporzionali al dominio. Solo uno spunto, quello di Cuadrado che si è infilato nel cuore di una linea difensiva mal posizionata e ha spedito di poco a lato. Un primo tempo in generale stitico di occasioni vere, perché entrambe le difese si sono chiuse bene e perché la fluidità del gioco è stata frammentata da un’infinità di falli da una parte e dall’altra.
ZLATAN BANDIERA BIANCA — Non una gara cattiva, ma decisamente spigolosa, vissuta sull’intensità dei duelli in mediana, più che in area. Tonali si è fatto carico di Cuadrado quando il colombiano sterzava verso il centro, e ha curato anche i movimenti più arretrati di Dybala. Allegri ha comprensibilmente costruito una mini-gabbia attorno a Leao con l’obiettivo di non lasciare mai solo De Sciglio nell’uno contro uno: a turno si sono alternati efficacemente nel compito Cuadrado in prima battuta e Locatelli in caso di necessità. E infatti il portoghese si è ritrovato spesso senza quella profondità che tanto ama aggredire. Un match che inevitabilmente si è sviluppato per lo più su una corsia, quella di Hernandez e Cuadrado, sul versante dove ama partire anche Dybala. Per metà tempo si è fatta preferire la Juve come manovra, come idea complessiva di gioco, poi il Milan ha messo fuori il naso nella seconda parte con autorevolezza. Al 20’ Leao ha impegnato piuttosto severamente Szczesny dopo aver scambiato con Ibra, che alla mezzora ha alzato bandiera bianca: addio al duello con Chiellini e fuori con la borsa del ghiaccio sulla caviglia destra (possibili problemi al tendine d’Achille). Dentro Giroud. Un paio di tiri di Calabria sono gli unici altri sussulti di un primo tempo equilibrato.
MOSSE SENZA ESITO — Equilibrio mantenuto anche nella ripresa, ma con l’aggravante di un calo nel ritmo generale. Meno intensità, meno spunti, emozioni vicine allo zero. Giusto un colpo di testa a lato di Morata, un sinistro insidioso di Hernandez ben controllato da Szczesny e un calcione da dietro di Messias a Morata in area che poteva avere conseguenze. Intorno all’ora di gioco dentro Bennacer e Saelemaekers per Messias e Diaz da una parte (Krunic avanzato al centro della trequarti), Arthur e Bernardeschi per Locatelli e Cuadrado dall’altra. Poi Kean per Morata e Rebic per Leao. Mosse che non hanno sortito effetti particolari. L’ultimo spicchio di partita è stato un batti e ribatti piuttosto sconclusionato e anche abbastanza triste, che ha ulteriormente imbruttito il match. La sensazione nel finale è stata quella di osservare due squadre accontentate dal risultato. Che però non dà benefici alla classifica di nessuno.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - CALABRIA-KALULU, PARTITA IMPORTANTE. DELUDONO LE PROVE SINGOLE DI MOLTI
Maignan 6: sostanzialmente non viene mai impegnato con parate. Gioca tanto con i piedi e urla, con costanza, alla squadra di andare su. Ma ad un certo punto sembra che i compagni si accontentino dello 0-0.
Calabria 7: rientra dal primo minuto e lo fa con una grande gamba. Sue alcune delle iniziative più pericolose del primo tempo, con due conclusioni dalla distanza che fanno venire i brividi ai tifosi juventini. Esce nel finale quando la stanchezza gli presenta il conto. Su di lui c’è un episodio dubbio in area juventina in avvio di partita. (dal 76’ Florenzi 6: viene poco impiegato nel giro palla offensivo nel quarto d’ora finale).
Kalulu 7: partita praticamente perfetta di Pierre, che annienta Morata e spesso va anche a rompere le uova nel paniere anche a Dybala. La partita non va a un ritmo molto alto, lui non sbaglia niente nemmeno quando la Juve cerca di trovare dei varchi.
Romagnoli 6,5: Dybala è il suo spauracchio da una vita, ma Alessio questa volta sembra aver trovato l’antidoto per tenerlo a debita distanza. Non si fa pregare nello spazzare via il pallone quando serve pulire l’area di rigore. Un buonissimo rientro da titolare dopo il covid.
Theo Hernandez 6: Allegri prepara la partita per evitare che lui e Leao possano accendere il lanciafiamme e incenerire De Sciglio, portando Cuadrado e uno dei due mediani a stringere la linea di corsa del francese. Lui gestisce bene la diffida e nella ripresa crea una delle poche occasioni della partita.
Tonali 7: aveva un conto aperto con Dybala dalla gara d’andata e gli fa capire subito che non è serata per fare robe particolari. Gli sradica dei palloni importanti e poi spinge la manovra in avanti con lucidità. Il Milan cala, nella costruzione, quando lui abbassa il suo ritmo.
Krunic 5,5: sufficiente da mediano, scolastico e non incisivo da trequartista. Non trova mai, da avanzato, un guizzo che sia uno.
Messias 5: rimane ibernato. Pioli gli dà una chance da titolare in un big match, ma lui non ha spensieratezza e incisività nelle giocate. Ammonito per un’entrata in ritardo su Chiellini, rischia anche un rigore. (dal 61’ Saelemaekers 5,5: prova a dare ritmo alla fascia destra, ma il suo moto propulsivo non è costante né qualitativamente impattante. Un lampo: il cross che Giroud non schiaccia in porta. Troppo poco).
Brahim Diaz 5,5: parte bene, determinato, grintoso. Il campo non lo aiuta ed è un fattore. Pioli sceglie di toglierlo tenendo dentro Krunic per avere maggior fisicità. Forse, nonostante fosse un po’ in calo, sarebbe tornato utile. (dal 61’ Bennacer 6: cerca di dare ritmo alla manovra quando la partita cala. Ma non può fare tutto lui).
Leao 6: ci si aspettava tanto da lui, perché il mis-match con De Sciglio era a suo favore. La scelta di Allegri di chiudergli spazio vitale lo limita. Sua una grande occasione che Szczesny disinnesca vista la frustata, violenta ma centrale, di Rafa. (dal 76’ Rebic 5,5: l’anti Juve, questa volta, non trova la giocata importante).
Ibrahimovic 5: a prescindere dall’infortunio, viene troppo fuori dall’area di rigore a cercare il pallone e questo è un problema per i compagni che, alzando la testa, non trovano niente. Poi il problema lo chiama fuori. (dal 28’ Giroud 5: sembra entrare bene, ma poi si perde un po’. Gli arrivano due cross molto belli, ma non riesce a indirizzarli bene verso lo specchio della porta).
All. Pioli 6: uno 0-0 strano, da ritmi bassi e dove la squadra è sembrata impaurita dal perdere la partita dopo la beffa di lunedì sera. La Juve non crea pericoli, ma i suoi giocatori non sembrano avere la forza mentale di trovare il colpo risolutore. Proseguire con ibra titolare inizia ad essere un problema.
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