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23 gennaio 2022, Milan vs Juventus 0-0




dal sito www.milannews.it

PROBABILE FORMAZIONE - CALABRIA E MESSIAS VERSO UNA MAGLIA DA TITOLARE
Vincere contro la Juventus per dimenticare l'orrenda sconfitta tra le mura domestiche di San Siro con lo Spezia di Thiago Motta e per restare in scia dell'Inter. Il Milan, domani, ospiterà la seconda squadra più in forma del campionato, dato che la banda di Massimiliano Allegri ha totalizzato 13 punti su 15 nelle ultime cinque partite. Rossoneri che saranno chiamati a stringere - per l'ennesima volta - i denti, a causa degli infortuni, e che dovranno entrare sin da subito in partita per evitare di dover rincorrere una squadra che fa della tenuta difensiva il suo forte.
TORNANO ROMAGNOLI E TONALI - Dopo lo stop dovuto alla positività al Covid, Alessio Romagnoli tornerà al centro della difesa, da capitano, e affiancherà Pierre Kalulu. A sinistra agirà il diffidato Theo Hernandez, mentre a destra Calabria parte favorito su Florenzi per una maglia da titolare. In porta il solito Mike Maignan. In mediana riecco Sandro Tonali, che rientra dalla squalifica dopo il quinto giallo ottenuto nel match contro il Venezia. Accanto a lui ci sarà uno tra Rade Krunic ed Ismael Bennacer (tornato ieri a Milanello dopo la Coppa d'Africa), con il bosniaco in leggero vantaggio.
BALLOTTAGGIO MESSIAS-ALEXIS - Per quanto riguarda la trequarti e l'attacco, invece, tre posti sono praticamente assegnati: dietro alla punta Zlatan Ibrahimovic, infatti, ci saranno a sinistra Rafael Leao, autore di tre gol e tre assist nelle ultime quattro partite, e Brahim Diaz al centro. L'unico ballottaggio riguarda la fascia destra, dove, al momento, Junior Messias sembrerebbe destinato a partire dal 1' minuto, con Alexis Saelemaekers che andrebbe così in panchina.
PROBABILE FORMAZIONE MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Krunic; Messias, Brahim Diaz, Rafael Leao; Ibrahimovic. All.: Pioli.



dal sito www.milannews.it

CURVA SUD E MILAN CLUB: "NON ENTREREMO A SAN SIRO PER MILAN-SPEZIA E MILAN-JUVE"
Attraverso una Storia Instagram, la Curva Sud Milano e l'Associazione Italiana Milan Club hanno comunicato ufficialmente l'intenzione di non recarsi a San Siro per le prossime due sfide di campionato contro Spezia e Juventus, per le quali saranno previsti solo 5000 spettatori a fronte di una capienza di 76000 persone: "Nelle prossime due partite, vista la capienza ridotta e le misure anti-Covid ancora più stringenti, Curva Sud Milano e AIMC hanno deciso di NON entrare allo stadio".



dal sito https://rrossonera.wixsite.com
a cura di Fabrizio Perotta

L'ANGOLO AMARCORD
MANCHESTER 2003: Milan-Juventus 3-2

Manchester 2003: non è solo il racconto di una trasferta, è la storia di due settimane di passione, l’epilogo di un lungo cammino cominciato con i preliminari nella Repubblica Ceca alluvionata e proseguito con trasferte mitiche come Monaco di Baviera, Mosca e Madrid.
Dopo i gironi eliminatori le emozioni sono addirittura aumentate. Prima l’Ajax, con la sempre affascinante Amsterdam da visitare e una qualificazione guadagnata all’ultimo minuto, poi il derby che ha sicuramente accorciato di qualche anno la vita di tutti i tifosi rossoneri. La finale contro la Juventus si presenta quindi come la degna conclusione di questa avventura.
Il tempo per organizzare la trasferta è limitato. In Viale Bligny (storica sede della Fossa) la circolazione è praticamente bloccata da una fiumana di tifosi riversa in strada per sfuggire alla calura. Un’anomala bolla africana contraddistinguerà infatti tutta l’estate, divenendo per Milano memorabile come la storica nevicata del 85.
Arriviamo a Manchester nel pomeriggio (sono insieme all’amico Lucio), rinunciando così a visitare la città, tra l’altro non certo famosa per attrattive turistiche particolari.
Si discute molto nel pre partita del rischio di incidenti con i tifosi bianconeri, soprattutto dopo i recenti scontri. La polizia inglese ha promesso il pugno di ferro e i bene informati vociferano di un presunto patto di non belligeranza tra ultras per non far degenerare la situazione. La circostanza viene seccamente smentita dalla Curva rossonera ma, in ogni caso, non succede nulla di particolare per la mirabile attività preventiva dell’organizzazione. La quasi totalità degli Juventini atterra infatti a Liverpool e da lì direttamente condotta nei settori dell’Old Trafford a loro riservati.
La tensione nel “Teatro dei Sogni” è palpabile. La Curva Sud realizza una splendida coreografia che copre l’intero West Stand, con la perentoria esortazione a riconquistare quella che è la ‘nostra’ coppa.
Shevchenko segna subito ma la rete viene annullata per un discutibile fuorigioco. Poco dopo è Buffon a superarsi su un colpo di testa di Inzaghi.
Nel secondo tempo la Juve cresce, colpisce una traversa con Conte e mantiene un maggior possesso palla. A sostituzioni terminate, poi, l’infortunio di Roque Junior ci costringe di fatto ad affrontare i supplementari in inferiorità numerica. Non succede tuttavia nulla di rilevante e si arriva ai tanto temuti calci di rigore.
Dalla curva si alza un possente coro:
“Forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai”.
In queste poche parole è racchiusa tutta l’essenza del tifare Milan L’invito a combattere, a vincere, ma con la più grande dichiarazione d’amore che qualsiasi cosa accada, noi ci saremo sempre.
Il primo a presentarsi sul dischetto è Trezeguet. Dida para. Serginho ci porta in vantaggio ma è ancora troppo presto, infatti la rete di Birindelli e l’errore di Seedorf riequilibrano il punteggio.
Al successivo errore di Zalayeta fa seguito un tiraccio centrale di Kaladze.
Parte Montero e Dida para il suo terzo rigore su quattro.
Ora è la volta di Nesta, non certo un rigorista ma in questo momento serve più che altro il carisma e la forza mentale. Sandro non sbaglia. Del Piero è a sua volta impeccabile, quindi tocca a Sheva.
Tutto dipende da lui , la pressione è enorme perché la gloria è a soli 11 metri di distanza e Sheva, dopo interminabili secondi di attesa, segna spiazzando Buffon.
È difficile descrivere con le parole quello che succede dopo. Gli spalti tremano e sembra di essere travolti da un’onda gigantesca. La gente urla a squarciagola, piange. In questo momento sembra non esserci nulla di più importante al mondo.
L’altoparlante trasmette a tutto volume l’inno “Milan, Milan” e poi “We are the Champions” dei Queen.
Paolo Maldini, 40 anni dopo suo padre Cesare, alza la Coppa dei Campioni nel cielo d’Inghilterra. È la coppa che rende giustizia alle nefandezze juventine negli anni 70 e 80 e mi piace immaginare su quel palco anche Gianni Rivera che pagò in prima persona la ribellione al Palazzo, sottomesso in quei tempi come non mai alla dinastia sabauda.
Dopo due ore la curva è ancora gremita e un solo coro si ode dentro e fuori l’Old Trafford:
“Siamo noi, siamo noi .. I campioni dell’Europa siamo noi”
E’ una notte indimenticabile, una notte che vale una vita, un carico di emozioni capace di colorare mesi di ordinaria monotonia. Il Milan è nella leggenda e noi anche.
Tutti i voli sono in enorme ritardo e il terminal 2 del Manchester Airport si trasforma in un’arena improvvisata dove dare ancora una volta sfogo alla nostra gioia.
L’adrenalina è fortissima e dormire è semplicemente impossibile. Il mio volo non parte sino alle cinque del pomeriggio successivo (14 ore dopo l’orario previsto) così quando sbarco a Malpensa sono letteralmente trasfigurato per la stanchezza ma con la consapevolezza di avere assistito alla più grande vittoria di sempre.
28 maggio 2003: il Milan è campione d’Europa.





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La capienza è stata ridotta a 5.000 spettatori per disposizioni governative relative alla pandemia.
Gli stessi erano dislocati nel primo anello arancio e nel primo anello rosso; il settore ospiti era chiuso, così come gli altri rimanenti settori



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Francesco Cardello e Diego Passalacqua
di Caltagirone Rossonera in partenza
per Milano per Milan vs Juventus


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La Curva Sud incita i ragazzi
all’esterno di San Siro
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Foto by Jacopo Garrone Brüt Baloss
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La Curva Sud incita i ragazzi dall'esterno di San Siro
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Per Zlatan Ibrahimovic purtroppo si parla di interessamento del tendine d'Achille. Domani gli esami strumentali, rischia uno stop lungo
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dal sito www.gazzetta.it

MILAN E JUVE NON SI FANNO MALE. E L’INTER È A +4 SUL DIAVOLO
Sfida combattuta ed equilibrata, ma brutta e avara di emozioni. Il pari penalizza maggiormente i rossoneri (raggiunti dal Napoli): ora l’Inter è a +4, con una gara in meno. Dopo la sosta arriva il derby. Ibra fuori per infortunio dopo mezzora
Equilibrio. Tanto equilibrio. Probabilmente troppo, tanto che Milan e Juve si sono praticamente annullate. Nella noia, però. A San Siro il big match finisce 0-0 ed è stato uno spettacolo bruttino. Anzi, brutto proprio. Partita combattuta, senz’altro, intensa, non c’è dubbio, ma avarissima di emozioni. Un pareggio che in ottica classifica penalizza maggiormente il Milan. Se è vero che la Juve fallisce l’aggancio al quarto posto, il Milan da parte sua si fa agganciare dal Napoli e soprattutto perde altro terreno sull’Inter, che adesso è a +4 con una gara in meno. Dopo la sosta arriva il derby e per i rossoneri l’unico risultato ammissibile sarà la vittoria. Per Pioli resiste il tabù Allegri (mai una gioia in 19 incroci), per la Juve quello degli scontri d’alta quota (nemmeno una vittoria fin qui contro le prime quattro), ma i bianconeri proseguono nel filotto positivo – nono risultato utile di fila ¬– mentre il Diavolo deve fare i conti con un solo punto messo in tasca nelle ultime due uscite. E con il nuovo infortunio di Ibra, fuori dopo mezzora per un problema al tendine d’Achille della gamba destra. E’ così venuto a mancare presto il super duello con Chiellini, ma anche gli altri – per esempio Hernandez-Cuadrado - non sono stati granché.
LE SCELTE — Pioli rispetto alle voragini degli ultimi tempi finalmente recupera qualche elemento di primo piano. Romagnoli, archiviato il Covid, si riprende la difesa (con Kalulu al suo fianco) e Tonali una mediana (accanto a Krunic) che ritrova anche l’opzione Bennacer. Rimesso in sesto anche Calabria, tanto da farsi preferire a Florenzi. Davanti, sulla trequarti, una scelta non così prevedibile: dentro Messias, fuori Saelemaekers. Ibra al centro dell’attacco. Anche Allegri alla fine ha optato per il 4-2-3-1 immaginato alla vigilia, eccezion fatta per una toppa messa in difesa nelle ultime ore: De Ligt è finito k.o. per una gastroenterite, al suo posto Rugani in coppia con Chiellini. Mediana affidata a Bentancur e all’ex Locatelli. Dietro Morata tridente con Cuadrado-Dybala-McKennie. La Juve è partita con la manetta spalancata. Un avvio rabbioso, imperioso, che nel primo quarto d’ora ha schiacciato il Milan negli ultimi trenta metri ma non ha prodotto pericoli proporzionali al dominio. Solo uno spunto, quello di Cuadrado che si è infilato nel cuore di una linea difensiva mal posizionata e ha spedito di poco a lato. Un primo tempo in generale stitico di occasioni vere, perché entrambe le difese si sono chiuse bene e perché la fluidità del gioco è stata frammentata da un’infinità di falli da una parte e dall’altra.
ZLATAN BANDIERA BIANCA — Non una gara cattiva, ma decisamente spigolosa, vissuta sull’intensità dei duelli in mediana, più che in area. Tonali si è fatto carico di Cuadrado quando il colombiano sterzava verso il centro, e ha curato anche i movimenti più arretrati di Dybala. Allegri ha comprensibilmente costruito una mini-gabbia attorno a Leao con l’obiettivo di non lasciare mai solo De Sciglio nell’uno contro uno: a turno si sono alternati efficacemente nel compito Cuadrado in prima battuta e Locatelli in caso di necessità. E infatti il portoghese si è ritrovato spesso senza quella profondità che tanto ama aggredire. Un match che inevitabilmente si è sviluppato per lo più su una corsia, quella di Hernandez e Cuadrado, sul versante dove ama partire anche Dybala. Per metà tempo si è fatta preferire la Juve come manovra, come idea complessiva di gioco, poi il Milan ha messo fuori il naso nella seconda parte con autorevolezza. Al 20’ Leao ha impegnato piuttosto severamente Szczesny dopo aver scambiato con Ibra, che alla mezzora ha alzato bandiera bianca: addio al duello con Chiellini e fuori con la borsa del ghiaccio sulla caviglia destra (possibili problemi al tendine d’Achille). Dentro Giroud. Un paio di tiri di Calabria sono gli unici altri sussulti di un primo tempo equilibrato.
MOSSE SENZA ESITO — Equilibrio mantenuto anche nella ripresa, ma con l’aggravante di un calo nel ritmo generale. Meno intensità, meno spunti, emozioni vicine allo zero. Giusto un colpo di testa a lato di Morata, un sinistro insidioso di Hernandez ben controllato da Szczesny e un calcione da dietro di Messias a Morata in area che poteva avere conseguenze. Intorno all’ora di gioco dentro Bennacer e Saelemaekers per Messias e Diaz da una parte (Krunic avanzato al centro della trequarti), Arthur e Bernardeschi per Locatelli e Cuadrado dall’altra. Poi Kean per Morata e Rebic per Leao. Mosse che non hanno sortito effetti particolari. L’ultimo spicchio di partita è stato un batti e ribatti piuttosto sconclusionato e anche abbastanza triste, che ha ulteriormente imbruttito il match. La sensazione nel finale è stata quella di osservare due squadre accontentate dal risultato. Che però non dà benefici alla classifica di nessuno.
Marco Pasotto


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - CALABRIA-KALULU, PARTITA IMPORTANTE. DELUDONO LE PROVE SINGOLE DI MOLTI
Maignan 6: sostanzialmente non viene mai impegnato con parate. Gioca tanto con i piedi e urla, con costanza, alla squadra di andare su. Ma ad un certo punto sembra che i compagni si accontentino dello 0-0.
Calabria 7: rientra dal primo minuto e lo fa con una grande gamba. Sue alcune delle iniziative più pericolose del primo tempo, con due conclusioni dalla distanza che fanno venire i brividi ai tifosi juventini. Esce nel finale quando la stanchezza gli presenta il conto. Su di lui c’è un episodio dubbio in area juventina in avvio di partita. (dal 76’ Florenzi 6: viene poco impiegato nel giro palla offensivo nel quarto d’ora finale).
Kalulu 7: partita praticamente perfetta di Pierre, che annienta Morata e spesso va anche a rompere le uova nel paniere anche a Dybala. La partita non va a un ritmo molto alto, lui non sbaglia niente nemmeno quando la Juve cerca di trovare dei varchi.
Romagnoli 6,5: Dybala è il suo spauracchio da una vita, ma Alessio questa volta sembra aver trovato l’antidoto per tenerlo a debita distanza. Non si fa pregare nello spazzare via il pallone quando serve pulire l’area di rigore. Un buonissimo rientro da titolare dopo il covid.
Theo Hernandez 6: Allegri prepara la partita per evitare che lui e Leao possano accendere il lanciafiamme e incenerire De Sciglio, portando Cuadrado e uno dei due mediani a stringere la linea di corsa del francese. Lui gestisce bene la diffida e nella ripresa crea una delle poche occasioni della partita.
Tonali 7: aveva un conto aperto con Dybala dalla gara d’andata e gli fa capire subito che non è serata per fare robe particolari. Gli sradica dei palloni importanti e poi spinge la manovra in avanti con lucidità. Il Milan cala, nella costruzione, quando lui abbassa il suo ritmo.
Krunic 5,5: sufficiente da mediano, scolastico e non incisivo da trequartista. Non trova mai, da avanzato, un guizzo che sia uno.
Messias 5: rimane ibernato. Pioli gli dà una chance da titolare in un big match, ma lui non ha spensieratezza e incisività nelle giocate. Ammonito per un’entrata in ritardo su Chiellini, rischia anche un rigore. (dal 61’ Saelemaekers 5,5: prova a dare ritmo alla fascia destra, ma il suo moto propulsivo non è costante né qualitativamente impattante. Un lampo: il cross che Giroud non schiaccia in porta. Troppo poco).
Brahim Diaz 5,5: parte bene, determinato, grintoso. Il campo non lo aiuta ed è un fattore. Pioli sceglie di toglierlo tenendo dentro Krunic per avere maggior fisicità. Forse, nonostante fosse un po’ in calo, sarebbe tornato utile. (dal 61’ Bennacer 6: cerca di dare ritmo alla manovra quando la partita cala. Ma non può fare tutto lui).
Leao 6: ci si aspettava tanto da lui, perché il mis-match con De Sciglio era a suo favore. La scelta di Allegri di chiudergli spazio vitale lo limita. Sua una grande occasione che Szczesny disinnesca vista la frustata, violenta ma centrale, di Rafa. (dal 76’ Rebic 5,5: l’anti Juve, questa volta, non trova la giocata importante).
Ibrahimovic 5: a prescindere dall’infortunio, viene troppo fuori dall’area di rigore a cercare il pallone e questo è un problema per i compagni che, alzando la testa, non trovano niente. Poi il problema lo chiama fuori. (dal 28’ Giroud 5: sembra entrare bene, ma poi si perde un po’. Gli arrivano due cross molto belli, ma non riesce a indirizzarli bene verso lo specchio della porta).
All. Pioli 6: uno 0-0 strano, da ritmi bassi e dove la squadra è sembrata impaurita dal perdere la partita dopo la beffa di lunedì sera. La Juve non crea pericoli, ma i suoi giocatori non sembrano avere la forza mentale di trovare il colpo risolutore. Proseguire con ibra titolare inizia ad essere un problema.