dal sito www.gazzetta.it
GIROUD RIBALTA L'INTER: IL MILAN SI PRENDE IL DERBY E RIAPRE IL CAMPIONATO!
Dopo un pessimo primo tempo i rossoneri si impossessano del match nella ripresa con la doppietta del francese, che risponde al vantaggio di Perisic. Diavolo a -1 dai nerazzurri. Espulso Hernandez
Manca il 40enne Ibra? Ci pensa il 35enne Giroud. La doppietta in tre minuti del francese del Milan rivolta come un guanto un derby pazzo e forse anche la lotta allo scudetto. L’Inter si butta via dopo avere meritato per 75’, subisce la seconda sconfitta in campionato (e come all’Olimpico perde la testa nel finale) e manda in paradiso un Milan operaio che nel secondo tempo, con gli ingressi di Messias e Diaz, ha però giocato il suo calcio. Murata più volte da super Maignan e illusa da Perisic – il migliore per distacco dei suoi e uscito troppo presto –, la capolista passa da un potenziale +10 sui cugini a un sottile punticino, pur con una gara da recuperare. Un 2-1 su cui Inzaghi e i suoi dovranno riflettere a lungo. Nel finale espulso Hernandez per un brutto fallo su Dumfries.
PRIMO TEMPO — Nessuna sorpresa nelle formazioni. Inzaghi è costretto a mandare in tribuna Caicedo (affaticamento) e sugli esterni punta su Dumfries e Perisic, con Lautaro preferito a Sanchez per affiancare Dzeko. Senza Ibra, Rebic e con Tomori dalla panchina, Pioli punta su un Milan corrazzato. Kessie avanza infatti sulla trequarti, con Tonali e Bennacer mediani. L’agonismo di Saelemaekers viene preferito ai lampi di Messias. A sinistra c’è Leao, davanti Giroud. Milan più aggressivo in uscita dai blocchi, forse anche perché spinto dalla Sud, mentre la Nord (curve peraltro strapiene malgrado il distanziamento) abbozza una sorta di sciopero in polemica con la società per questioni di biglietti. Con Brozo schermato, l’Inter fatica a uscire pulita e i rossoneri si prendono anche le fasce. A Barella e compagni bastano però pochi minuti per scrollarsi di dosso la ruggine da sosta e iniziare a macinare gioco e chilometri. Al 10’ i nerazzurri andrebbero anche in gol, con Dumfries che sovrasta Theo e di testa buca Maignan su un cross di Perisic, scattato però in lieve fuorigioco. Il portiere francese è poi attento su un mancino di Brozo deviato, ma il gioco fatica a decollare perché anche le mezzali nerazzurre e i due mediani rossoneri si braccano a vicenda. Con Leao e Lautaro che non vengono innescati per sollecitare Skriniar e Kalulu, si procede a sportellate, con troppa frenesia. Mentre però la squadra di Pioli non riesce ad avvicinarsi ad Handanovic, Maignan ringrazia che al 26’ il destro di Barella esca di poco ed è prodigioso al 28’ sul solito Dumfries. Il primo squillo milanista arriva al 35’ con una sassata di Tonali e Kessie che sulla respinta di Handanovic non trova l’attimo. Pioli prova a spostare Leao a destra, ma proprio sul ribaltamento passa meritatamente la capolista. Lautaro dal limite costringe Maignan in angolo. Batte il fischiatissimo Calha, Calabria e Kalulu si perdono Perisic che con un chirurgico piattone mancino al 39’ trova la buca d’angolo. Al 42’ Guida risparmia un giallo a Theo per una gomitata a Barella. Si va al riposo con l’Inter che può rammaricarsi per il vantaggio minimo, anche perché nel recupero spreca in contropiede un’altra occasione per raddoppiare.
SECONDO TEMPO — Pioli capisce che per risalire serve un po’ di qualità e tiene negli spogliatoi Saelemaekers per Messias. Lo spettacolo ne guadagna, anche perché le squadre si allungano un po’ e ora c’è spazio per qualche sgasata, soprattutto di Theo e Barella. Preso atto che Brozo si era alla lunga liberato del guinzaglio di Kessie, al 57’ Pioli completa la conversione dell’attacco da muscolare a tecnico con Diaz per l’ivoriano. Guida ha il merito di lascare giocare e di non cambiare metro, anche se a volte sembra davvero che abbia perso il fischietto. Diaz si muove bene tra le linee e costringe Brozo a lavorare anche in marcatura, ma quando riparte l’Inter dà sempre l’impressione di poter far male e Perisic al 69’ va vicino al gol in fotocopia, prima di lasciare il posto a Dimarco, mentre Sanchez rileva Lautaro e poco dopo Vidal rimpiazza Calha, che era pure ammonito. Il Milan ha il merito di crederci e al 75’ dal nulla Giroud piazza la zampata su un tiro deviato di Diaz. Qualche perplessità però resta per l’intervento dello stesso francese su Sanchez a inizio azione. Si annuncia un finale di fuoco. E la miccia la accende di nuovo Giroud, che al 78’ riceve in area da Calabria, si gira magnificamente sfruttando anche un’indecisione di De Vrij e un riflesso precario di Handanovic per completare il ribaltone con il mancino. Quasi incredula per come si è buttata via in tre minuti, l’Inter ha la colpa di innervosirsi (vero Skriniar?) e lasciar scorrere i minuti senza che si giochi. Nel far west finale Theo esagera su Dumfries e si prende un rosso diretto. Ma la festa è tutta milanista.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - GIROUD-MAIGNAN, DERBY IN SALSA FRANCESE. RISCATTO BRAHIM
Maignan 8: salva lo 0-0 con una parata super sulla deviazione di Kalulu sul tiro di Brozovic. Esaltante quando esce da difensore centrale su Calhanoglu. Decisivo anche su Dumfries con un’altra grande parata che impedisce all’Inter di andare sul 2-0. Fondamentali le sue uscite, sia alte sia basse.
Calabria 6: Perisic è un bruttissimo cliente, come sempre. Specie se Saelemaekers non lo aiuta. Paradossalmente, nel secondo tempo ha una visione più chiara della situazione e soffre molto di meno.
Kalulu 6: si, lo sappiamo, perde Perisic sul gol del vantaggio interista. Ma nella partita più difficile dell’anno, regge l’impatto di Dzeko e Lautaro quando agiscono nelle sue zone. Come tutti, meglio nel secondo tempo.
Romagnoli 6,5: si prende il giallo al primo fallo vero della partita e, inevitabilmente, gioca condizionato. Ma non per questo molla la posizione e la concentrazione, facendo una buonissima partita.
Theo Hernandez 6: soffre un po’ Dumfries, poi nel secondo tempo inizia a macinare qualcosa di più. Di ignoranza pura il rosso diretto nel finale, ma è la fotografia della garra che ci ha messo in un derby fondamentale nella stagione rossonera.
Tonali 7: è quella settimana lì, è quella partita lì e Sandro scende in campo con il coltello tra i denti. Non si tira indietro dalla lotta. Sua la transizione che porta al gol del pareggio del Milan, con rifinitura di Brahim e spaccata di Giroud.
Bennacer 6: è stata la scelta convinta di Pioli, ovvero quella del doppio play. Anche lui sa che in mezzo al campo c’è da lottare duro e lo fa, beccandosi anche il giallo.
Saelemaekers 5: derby sottotono del belga, che tornava titolare in un big match. Dovrebbe aiutare Calabria sulla fascia destra, invece lo lascia spesso solo nell’uno contro uno con Perisic. Esce all’intervallo (dal 46’ Messias 5,5: sbaglia almeno due transizioni che potevano essere decisive. Meglio di Alexis).
Kessie 5: la mossa di Pioli per limitare Brozovic non produce gli effetti sperati, perché il croato riesce a fare il suo gioco e lui, in appoggio a Giroud, non è concreto. Quando esce, paradossalmente, cambia la partita (dal 58’ Brahim Diaz 7: aveva voglia di dimostrare che le critiche e l’esclusione lo hanno segnato. Entra alla grandissima e confeziona l’assist che permette a Giroud di segnare il primo gol, quello del pareggio. In più confeziona qualche tunnel da applausi).
Leao 5.5: gli occhi erano su di lui, non accende la luce come ci si sarebbe aspettato. Dumfries e il sistema difensivo interista non gli consente mai di andare in isolamento. Sbaglia delle scelte anche in fase di rifinitura. Capita.
Giroud 8: Milano ai suoi piedi. Dentro dopo il ko di Ibra, già nel primo tempo fa la guerra con De Vrij, ma non ha grandi palloni da giocare. Nel secondo, gli arrivano due palle in area di rigore e ne pianta due alle spalle di Handanovic. Eroe di una notte, eroe per sempre. Adesso, se entra in fiducia, può fare sfaceli.
Pioli 7: il voto si ribalta clamorosamente per la vittoria, con la prestazione del primo tempo che è davvero brutta. La sua squadra, però, ha il merito di crederci sempre e dopo il punto del pareggio, la va a vincere con una super giocata di Giroud. C’è vita anche senza Ibra nella fase offensiva.
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