dal sito www.gazzetta.it
MAGIA DI IBRA E FANTASTICA DOPPIETTA DI MESSIAS: IL MILAN FA PIANGERE SHEVA
Pioli ritrova gioco, gol e spirito. Ma c’è apprensione per Kjaer, uscito per infortunio dopo pochi secondi
Considerazione romantica: no, non poteva essere Shevchenko a aprire ufficialmente lo stato di crisi rossonero. Considerazione pratica: il Milan annulla il Genoa del suo grande amore Andriy e cancella tutte le fatiche – fisiche, mentali e di classifica - delle ultime settimane. Il novembre orribile, lungo il quale il Diavolo in campionato non aveva mai vinto, è finalmente alle spalle. A Marassi finisce tre a zero con Pioli che ritrova in un colpo solo tutto ciò che era mancato negli ultimi tempi: gol, atteggiamento, porta inviolata. Troppa grazia? No, fattori indispensabili dal momento che lassù la corsa è frenetica. A proposito: i rossoneri sono scesi in campo con l’Inter due punti più in alto, poteva esserci qualche ripercussione mentale e invece l’approccio è stato perfetto. E da Reggio Emilia nel finale è arrivato pure un regalo di Natale anticipato, con il Sassuolo che ha inchiodato il Napoli sul pari: ora i campani distano soltanto un punto. Sheva invece deve rimandare la prima vittoria sulla panchina rossoblù (e anche il primo gol), e la situazione inizia a farsi piuttosto complicata.
LE SCELTE — Genoa-Milan somiglia anche a una triste sfida su chi ha più assenti. Shevchenko, che deve rinunciare a Criscito, Maksimovic, Fares, Kallon, Caicedo e Destro, rispetto a Udine cambia a destra dando spazio a Vanheusden e Ghiglione, e conferma Bianchi ed Ekuban davanti. Pioli ai soliti lungodegenti (Calabria, Castillejo, Rebic) deve aggiungere Giroud e il malato dell’ultima ora Bennacer (labirintite). Oltre allo squalificato Romagnoli. Col Sassuolo i rossoneri erano apparsi particolarmente stanchi e quindi si cambia in mediana – al rientro Tonali e Kessie – e soprattutto sulla trequarti, dalla composizione inedita: Messias a destra, Diaz al centro e Krunic a sinistra, con Ibra davanti. In difesa si rivede Tomori. La lista dei k.o. rossoneri peraltro si arricchisce subito di un altro nome, ed è un nome pesantissimo: sono passati circa trenta secondi di partita quando Kjaer, nel tentativo di arginare Cambiaso, finisce a terra dolorante. Barella, borsa del ghiaccio sul ginocchio sinistro e arrivederci a presto, si spera. La prima diagnosi parla di trauma contusivo-distorsivo, domani a Milanello tutti gli esami del caso ma l’apprensione è alta. Fuori Simon e dentro Gabbia a freddo che più freddo non si può. Insomma, un avvio di gara funesto per il Diavolo, che però non si scompone e, anzi, torna a dare l’immagine migliore di sé. Quella che si era offuscata nelle ultime uscite. Una squadra dominante, aggressiva, alta e feroce nella metà campo avversaria, togliendo ossigeno e quindi idee al Genoa fin dalla culla, davanti a Sirigu. Una cattiveria agonistica prodotta da un attento esame di coscienza collettivo e magari anche dalle critiche. Un atteggiamento a cui il Grifone non è riuscito a opporre resistenza, schiacciato e compresso negli ultimi trenta metri. Cambiaso ha tentato qualche blitz ma non ha trovato la collaborazione degli attaccanti, mentre Sturato e Rovella erano azzannati alla gola ogni volta che maneggiavano palla.
TANTE SOLUZIONI — Un altro Milan e anche un altro Ibra. Praticamente ubiquo. Nei primi venti minuti l’abbiamo visto ovunque e gliene sono bastati dieci per lasciare il segno. Punizione più raffinata che potente da distanza non comodissima, che si è spenta nell’angolino basso. Un minuto dopo ha ciabattato malamente da ottima posizione e di lì a poco è stato Masiello a salvare la propria porta sullo svedese. Non solo Ibra, comunque. Riversandosi in massa nella metà campo rossoblù il Diavolo aveva sempre almeno tre soluzioni offensive quando si affacciava nei pressi dell’area genoana. Intorno alla mezzora gli uomini di Sheva hanno alleggerito un po’ la pressione, ma è durata poco e la scena se l’è presa Diaz, bravo a infilarsi due volte nel cuore del Grifone. Al secondo minuto di recupero il Milan ha raddoppiato con un colpo di testa di Messias, scaltro a dosare la parabola del pallone. Per il brasiliano, dopo la rete di Madrid, gol al debutto da titolare in rossonero. La ripresa (Pioli ha tolto Gabbia, ammonito, inserendo Florenzi con Kalulu centrale; Sheva ha tolto Sturato per Hernani) si è aperta con un’altra occasione per Ibra, ma anche con una parata spettacolare di Maignan su Hernani. Cenni di vita rossoblù? Macché. Al minuto numero 16, ovvero subito dopo il cambio di Ibra con Pellegri, Diaz ha servito Messias che ha superato di nuovo Sirigu, stavolta con un sinistro chirurgico. A quel punto la partita si è virtualmente conclusa. L’unica emozione è stata una genialata da metà campo di Portanova, che ha tentato il gol della vita ma ha trovato un altro prodigio di Maignan. Uno che di clean sheet se ne intende.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - MESSIAS, UNA SERATA "DIVINA". IBRA, COSÌ SÌ. MAIGNAN: DUE PARATE CLAMOROSE
Maignan 7,5: nello stadio in cui fece il suo esordio in Serie A, torna a sfoggiare una parata decisiva. È quella che fa in avvio di ripresa sul colpo di testa di Hernani, che indirizza la palla sotto l’incrocio alla sua sinistra, ma lui vola e lo toglie. Miracoloso sul tentativo di Portanova da metà campo. Aquila.
Kalulu 7: inizia come terzino, finisce come centrale laddove fece il suo primo gol con la maglia del Milan. E regala un’ottima prestazione. Di sicuro nel secondo tempo, con il Genoa che non spinge mai, mette la modalità del risparmio energetico e fa bene.
Kjaer sv: domani gli esami per lui (dal 5’ Gabbia 5,5: al primo fallo che commette, si becca un giallo che ne condiziona la partita e porta Pioli a toglierlo all’intervallo per evitare situazioni complicate. Dal 46’ Florenzi 6: Pioli lo tiene bloccato, perché è Theo che deve spingere. Gestisce la zona di competenza senza affanni).
Tomori 7: serata di rientro in campo e lo fa con la sigaretta in bocca. Il voto si alza di mezzo punto per la lettura sulla parata-miracolo di Maignan, dove spazza via in rovesciata e liberando la zona caldissima.
Theo Hernandez 6,5: sprinta come non accadeva da tempo sulla corsia mancina, specie nel primo tempo dove costringe il Genoa a stare molto basso sulla sua banda. Nella ripresa entra nell’azione del gol dello 0-3.
Tonali 6,5: detta legge, insieme a Kessie, in mezzo al campo. Non sbaglia niente nelle due fasi. Pioli si affida tanto a lui per dare ordine e far transitare l’azione in maniera veloce sulla trequarti. (dal 75’ Bakayoko 6: entra a risultato acquisito e ha poco da fare).
Kessie 6,5: padrone della metà campo. Alza la pressione, insieme a Tonali, e toglie ossigeno alla manovra del Genoa, che riesce a fare qualcosa quando lui e chi gli sta accanto tirano il fiato.
Messias 8: segna il primo gol di testa, con un lob preciso che batte Sirigu. Nella ripresa mette alle spalle del portiere genoano con un mancino a giro dolcissimo. Dà sempre la sensazione di poter essere pericoloso e di poter mettere seriamente in discussione la titolarità di Saelemaekers, perché fa un ottimo lavoro anche senza palla. Una serata da Dio per lui.
Brahim Diaz 7: sembrava non dover scendere in campo, invece Pioli – avendo ragione – lo preferisce a Saelemaekers. Il 10 è in serata e mette in scena diverse giocate, sfiora un gol clamoroso dopo una serpentina e apparecchia la tavola a Messias per il gol dello 0-3. (dal 75’ Saelemaekers 6: frizzantino nel quarto d’ora finale).
Krunic 6,5: decisamente una partita viva da parte di Rade, che fa filtro e gioca di fino, come dimostra la pisata per Diaz in occasione dell’azione del terzo gol. Un gesto che ha spalancato la strada al 10 milanista che ha poi fatto l’assist a Messias.
Ibrahimovic 7,5: sblocca la partita disegnando una punizione meravigliosa che impallina Sirigu e che vale il gol numero 90 con il Milan, il sesto in Serie A. Duetta con facilità con Brahim Diaz e Messias. Decisamente più presente. (dal 60’ Pellegri 5,5: nota stonata della serata. Entra con la gara apparecchiata e dovrebbe farsi vedere di più, in realtà pascola davanti ai centrali genoani senza dare spunti interessanti)
All. Pioli 7: voleva una reazione importante e l’ha avuta. Ibrahimovic più vivo nel gioco, Messias che ne stampa due, Brahim imprendibile tra le linee e Maignan che para quando deve parare. Si rimane al secondo posto, ma con uno sguardo più ottimista alle prossime gare.
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