dal sito www.gazzetta.it
L'INTER SPRECA TROPPO, IL MILAN SFIORA IL COLPO AL 90'. E IN VETTA RESTA TUTTO COME PRIMA...
Rigore di Calhanoglu, autogol di De Vrji e altro penalty fallito da Lautaro nella prima mezz'ora. Poi meglio i nerazzurri ma palo clamoroso di Saelemaekers
Si sono azzannate, colpite e sgambettate senza riuscire a sferrare il cazzotto del k.o. in un derby bellissimo con gol, autogol, rigori parati, salvataggi sulla linea e una commovente coreografia della curva rossonera dedicata a medici e infermieri in prima linea nella lotta al Covid. Milan e Inter si annullano sull’1-1, ma non si ferma il percorso che, per quanto visto anche stavolta, le manterrà sulla strada maestra di chi lotterà per lo scudetto fino alla fine. La mezza stecca casalinga del Napoli con il Verona dà ovviamente molto più gusto al Diavolo, che ci guadagna due volte: mantiene il primato in classifica e inchioda sette gradini più in basso proprio l’Inter. E’ il motivo per cui invece in casa nerazzurra si mastica un po’ più amaro, anche se la prestazione contro la capolista è stata assolutamente di buona fattura. Inter in vantaggio con un rigore di Calhanoglu e riacciuffata da un autogol di De Vrij. Tutto nel primo tempo per un pareggio sostanzialmente corretto mettendo sulla bilancia le occasioni da una parte e dall’altra.
LE SCELTE — Nella settimana in cui Pioli ha finalmente iniziato a ricevere qualche buona notizia dall’infermeria – sono tornati fra i convocati Florenzi, Pellegri e soprattutto Rebic -, ha però dovuto rinunciare nelle ultime ore a Romagnoli per un fastidio muscolare (il capitano comunque avrebbe iniziato dalla panchina). Il tecnico rossonero ha studiato una mossa a sorpresa nell’undici titolare: fuori Saelemaekers e dentro Diaz a destra con Krunic al centro della trequarti, quando il pensiero comune riguardava il ballottaggio fra lo spagnolo e il bosniaco. Come previsto al centro dell’attacco si è ripresentato Ibra e dietro a sinistra al posto dello squalificato Hernandez si è piazzato Ballo-Touré. Inzaghi non aveva alcun problema medico – tutti insieme appassionatamente – e quindi ha potuto concentrarsi sull’unico ballottaggio che agitava la sua vigilia: dentro Calhanoglu o Vidal accanto a Brozovic? L’ha spuntata il nazionale turco, sommerso dai fischi e dagli insulti del Meazza rossonero. Non che ci si attendesse qualcosa di diverso. Rispetto alla Champions, oltre a Calha da segnalare anche il rientro di Perisic.
BOTTA E RISPOSTA — Nel primo tempo è successo più o meno di tutto e più o meno da subito. Sono stati sufficienti otto minuti per scardinare l’equilibrio all’interno del quale si studiavano e stuzzicavano le squadre. Kessie si è addormentato col pallone fra i piedi in mezzo a Dzeko e Calhanoglu, col quale è venuto a contatto in area. Doveri ha indicato il dischetto, fra le proteste furibonde rossonere, e la decisione è stata poi confermata dal Var. Sotto gli sguardi minacciosi della Sud la responsabilità se l’è presa Calhanoglu, che ha fatto centro e ha poi avuto la sgradevole idea di vendicarsi degli insulti piazzandosi davanti alla curva milanista con aria di sfida e portando le due mani alle orecchie. Apriti cielo. Florenzi è schizzato in campo dalla panchina per mangiarselo e hanno faticato a placarlo. Il pareggio è arrivato al 17’ grazie a un autogol di De Vrij, che in pieno mischione ha infilato nell’angolino di Handanovic una punizione di Tonali. Appetiti soddisfatti? Macché. Otto minuti dopo i nerazzurri si sono nuovamente ripresentati dagli undici metri, stavolta per una sciocchezza colossale di Ballo-Touré, che prima non si è accorto dell’inserimento di Darmian e poi lo ha gambizzato in area. Stavolta si è presentato Lautaro e Tatarusanu non ha fatto rimpiangere né Donnarumma, né Maignan: parata sicura e tecnicamente pregiata. Siamo partiti dagli spunti principali di cronaca per raccontare una partita sempre viva e coinvolgente, con un primo tempo nel quale il Milan si è fatto preferire per la manovra complessiva, maggiormente elaborata, che l’ha portato a stazionare spesso e a palleggiare sulla trequarti, a fronte però di qualche appoggio sbagliato di troppo. Meglio l’Inter invece nelle verticalizzazioni e in ripartenza, anche perché la mossa di Pioli che ha piazzato Krunic ad alitare sul collo di Brozovic ha prodotto i suoi effetti, costringendo l’Inter a percorrere altre strade per preoccupare il Diavolo. E’ stata una partita in cui sono mancati soprattutto i grandi attesi: Ibra e Leao da un lato, Dzeko, Barella e in parte Lautaro dall’altro. Milan di manovra, Inter piuttosto pungente, però: tra il 44’ e il 45’ prima Barella si è fatto respingere sulla linea da Ballo-Touré, con Tatarusanu fuori causa, un destro scarico e centrale, e poi Lautaro ha spedito fuori di pochi millimetri. In entrambi i casi la difesa rossonera, mal piazzata, ha ballato sonoramente.
QUANTE OCCASIONI — Nella ripresa lo spartito dei primi 45 si è invertito: Inter con la palla fra i piedi e Milan ad aspettare e ripartire. Tanti gli errori di precisione da una parte e dall’altra, ma con un indice di pericolosità che si è spostato abbastanza nettamente dalla parte nerazzurra. Un’Inter più efficace e soprattutto molto più presente in fase offensiva di fronte a un Milan rinchiuso nel suo fortino per lunghi minuti. Pioli ha tolto Leao e Diaz per Rebic e Saelemaekers, Inzaghi è stato costretto a sostituire l’infortunato Barella (un guaio anche in chiave azzurra) con Vidal. A metà tempo Kalulu ha salvato due volte in pochi attimi un gol praticamente fatto proprio sul cileno. Poi ancora problemi fisici in casa interista: fuori Dzeko e Darmian, dentro Correa e Dumfries. Pareva un Milan molto provato, obbligato quasi esclusivamente a difendersi, ma negli ultimi dieci minuti i rossoneri sono tornati fuori con prepotenza e a quel punto sono stati i nerazzurri a ritrovarsi con la lingua di fuori. Schiacciati negli ultimi trenta metri. Prima ci ha provato Ibra su punizione, poi Bennacer ha spedito in cielo da ottima posizione, Rebic ha lisciato la più facile delle conclusioni in piena area e Saelemaekers ha preso un palo a un minuto dallo scadere. Un punto a testa: mettendo tutto sulla bilancia, si può dire che sia giusto così.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - TATARUSANU IPNOTIZZA LAUTARO. TONALI ENORME. MALE BALLO E BENE CHI ENTRA DALLA PANCHINA
Tatarusanu 7: sul primo rigore, quello di Calhanoglu, battezza l’angolo alla sua sinistra. Quando sul dischetto va Lautaro, invece, sceglie lato e tempismo giusto per disinnescare il penalty del potenziale 1-2.
Calabria 6,5: il duello con Perisic è un grande classico del derby. Si può dire che anche questa sera lo vince Davide, tenendo benissimo il croato e nel finale cerca di arringare squadra e folla per trovare il gol della vittoria.
Kjaer 6,5: prende Lautaro e lo mette in tasca. Nella fase difensiva di squadra, lui e Tomori sono quelli più solidi. Preciso nel controllo dell’area sulle palle inattive.
Tomori 7: Dzeko fa una fatica del diavolo così come Lautaro quando i due si scambiano. Una sola sbavatura, che porta il Toro al tiro dalla media distanza nel secondo tempo. È fondamentale nel salvare sulla linea il tiro a colpo sicuro di Barella nei minuti conclusivi della prima frazione.
Ballo-Touré 4: inspiegabile come perda di vista Darmian in occasione del rigore poi parato da Tatarusanu. Soffre le discese interiste su quella fascia. (dal 46’ Kalulu 6,5: entra bene, anche se si presenta con un giallo. Salva sulla linea il tiro a colpo sicuro di Vidal).
Kessie 5,5: Dzeko gli dà un calcetto, ma lui poi lo travolge. Il problema è che non doveva nemmeno arrivare dentro l’area di rigore per creare quella situazione che ha poi portato al gol di Calhanoglu. Sul palo di Saelemaekers ha la chance per diventare l’uomo derby, ma manda fuori col mancino.
Tonali 7: vecchio cuore Sandro, sente il derby e lo fa capire a Calhanoglu e Barella con un paio di entrate che sono il suo biglietto da visita. Lotta, ha lucidità nella lettura delle azioni e non molla mai fino a quando ne ha. (dal 71’ Bennacer 6,5: fosforo e precisione. L’arrembaggio finale ha una regia chiara e convincente. Ha sul destro una buonissima occasione, ma non riesce a calciare bene),
Brahim Diaz 5: questa volta la “piolata” non riesce. Parte a destra, ma poi dovrebbe cercare di entrare tra le linee e non ci riesce. Prende diversi calcetti, ma Doveri non gliene fischia mezzo. (dal 58’ Saelemaekers 6,5: entra molto bene in partita, dando ritmo alla corsia di destra. Il suo tiro, nel finale, si stampa sul palo con Handanovic che ringrazia lo sguardo laser).
Krunic 6,5: una partita di grande sacrificio su Brozovic e la mossa funziona, perché l’Inter non ha verticalità e il croato non ha la solida capacità d’impostazione. Paga questo lavoro quando da fase difensiva deve passare a quella offensiva. (dall’83’ Bakayoko sv).
Leao 5,5: l’Inter non gli concede mai l’isolamento in uno contro uno, lui prova a cercare spazio sui corridoi interni, ma trova spesso le sbarre abbassate. (dal 58’ Rebic 6,5: entra molto bene in gara e costringe Dumfries a stare basso. L’assalto dell’ultimo quarto di partita passa quasi sempre da lui).
Ibrahimovic 5: voleva essere protagonista, lo si vede solo per la punizione che Handanovic si ricorda di parare. De Vrji non gli dà spazio né respiro e lui paga tanto questo trattamento non di cortesia.
All. Pioli 6: alla fine il punto portato a casa va bene. Tanti giocatori erano al limite delle energie e quando sono entrati dalla panchina, si è visto che avevano bisogno di rifiatate. La classifica dice ancora imbattuti e primi in classifica con il Napoli. Non riesce l’esperimento di Brahim come trequarti di destra.
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