dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN NON SI FERMA PIÙ: IBRA E KESSIE PIEGANO ANCHE LA ROMA
Una punizione dello svedese nel primo tempo e un rigore dell’ivoriano nella ripresa confermano le ambizioni scudetto dei rossoneri. Di El Shaarawy la rete giallorossa nel finale. Espulso Hernandez al 22’ del secondo tempo: salterà il derby
Non sappiamo quando – e forse nemmeno se – Pioli pronuncerà mai la parola magica, ma tanto ci pensano i suoi giocatori e ci aggreghiamo senza problemi anche noi: gli ultimi punti di domanda possono tranquillamente evaporare sotto i riflettori dell’Olimpico, questo è a tutti gli effetti un Milan da scudetto e l’ennesima certificazione arriva proprio nello stadio dove il Diavolo ha vinto l’ultimo, dieci anni fa.
Chi attendeva uno scivolone nel primo atto di un trittico terribile, è costretto a ricredersi: dieci vittorie in undici uscite non possono più essere frutto di congiunture favorevoli o di una parentesi particolarmente propizia. Trovare il modo e la forza di prendersi i tre punti sul campo della Roma, diretta concorrente per la Champions (perché questo resta comunque l’obiettivo primario del Diavolo), giocando per oltre mezzo tempo con un uomo in meno, è un diploma di laurea dopo una serie di esami da lode. Mercoledì arriva il Porto per l’ultima chiamata Champions, domenica ci sarà il derby, ma ormai per il Milan gli avversari non fanno più differenza: questa è una squadra consapevole di poter vincere con chiunque. All’Olimpico hanno deciso una punizione di Ibra – prestazione maiuscola – nel primo tempo e un rigore di Kessie nel secondo. La Roma, che prosegue con un desolante mal di big (un punto in quattro incroci), ha accorciato nel finale con El Shaarawy ma non ha avuto la forza e la capacità di riacciuffare il match dopo l’espulsione di Hernandez, arrivata al 22’ della ripresa. La classifica dice ancora quarto posto, ma per sigillarlo a maggio ci sarà da faticare parecchio.
LE SCELTE — Mourinho ha confermato in blocco l’undici che ha vinto a Cagliari. Quindi con Mancini e Ibanez al centro della difesa, l’ex Cristante e Veretout in mediana e il tridente Zaniolo-Pellegrini-Mkhitaryan (vittorioso nel ballottaggio con l’altro ex El Shaarawy, che in vigilia pareva favorito) dietro Abraham. Nel riscaldamento apprensione per Pellegrini, visibilmente infastidito dal ginocchio sinistro: allarme poi rientrato. Pioli invece, un po’ per scelta e un po’ per necessità (sette gli indisponibili), rispetto al Torino ne ha cambiati quattro: Kjaer per Romagnoli, Hernandez per Kalulu, Bennacer per Tonali e Ibra – alla seconda da titolare - per Giroud. Dietro il francese il tecnico rossonero ha confermato Krunic, preferendo lasciare inizialmente in panchina Diaz, al rientro dopo l’assenza per Covid. Cambiano gli uomini, cambia il valore degli avversari, ma non cambia il Milan nel suo insieme. Una squadra che ha raggiunto una consapevolezza totale della propria forza, cosa che le garantisce una gestione matura in qualsiasi contesto. Anche in casa di una diretta concorrente europea che, soprattutto nei primi minuti, si è buttata in avanti e ha spaventato il Diavolo più di una volta. Solo che a spavento è seguita reazione.
CHE SFIDA SULLA FASCIA — E così ne è venuto fuori un primo tempo decisamente bello. Poche speculazioni tattiche, pochi calcoli e fase offensiva marcatamente aggressiva. Occasioni da una parte e dall’altra, Pellegrini ha fatto venire i brividi due volte a Tatarusanu nel primo quarto d’ora – fuori di poco in entrambe le occasioni – e i primi scorci di gara hanno offerto una Roma più convinta e un Milan più impacciato. Rapporti di forza che sono durati poco perché dopo una decina di minuti i rossoneri si sono sistemati e la Roma ha iniziato a trovare con maggiore difficoltà i corridoi giusti. Bennacer e Kessie si sono occupati a turno di Pellegrini, costringendolo ad arretrare il raggio d’azione, Kjaer ha cancellato Abraham e i giallorossi hanno dimostrato di patire in particolare i movimenti di Saelemaekers e Calabria sul centrosinistra, dove la cerniera Veretout-Mkhitaryan ha faticato a seguire gli avversari. Bellissima la sfida lungo la corsia sinistra del Milan, con Zaniolo e Leao a mettere a dura prova i nervi di Hernandez e Karsdorp. Ibrahimovic, come d’abitudine, è arretrato spesso a gestire palla sulla trequarti, aprendo spazi per un Leao sempre più ispirato. Il Milan è cresciuto con lo scorrere delle lancette e hanno iniziato a piovere occasioni: prima Kessie, poi Leao ha ciabattato da ottima posizione, Ibra ha alzato la mira davanti a Rui Patricio e poi ha colpito. Leao si è preso una punizione dal limite e Zlatan ha infilato la porta giallorossa con un destro basso e angolato.
LA LEGGEREZZA DI THEO — Era il 26’ e la Roma ha accusato il colpo, perdendo aggressività e lucidità, e agevolando la gestione del Milan. Maresca ha annullato un gol a Leao per fuorigioco di Ibra e anche la ripresa è iniziata con una rete cancellata ai rossoneri – stavolta di Zlatan -, sempre per fuorigioco. Mourinho ha ridisegnato la Roma con la difesa a tre, ma il Milan ha colpito ancora: lungo lancio per Ibra, entrata scomposta di Ibanez e rigore, assegnato subito e poi confermato dopo controllo al monitor. Zlatan ha ceduto cavallerescamente a Kessie: 2-0 e Roma mentalmente a pezzi. Pioli ha tolto lo svedese e inserito Giroud, Mou ha buttato dentro El Shaarawy e Carles Perez, ma la partita ha cambiato faccia al 22’ quando il Milan è rimasto in dieci: fallo volontario di Hernandez su Pellegrini, secondo giallo e Diavolo in dieci. Un’espulsione molto pesante anche in ottica derby. Pioli ha inserito Ballo-Touré per Saelemaekers e poi Tonali, Romagnoli e Bakayoko per Leao, Bennacer e Krunic. Una doverosa prudenza, che ovviamente equivale a una sofferenza sempre più opprimente. Nell’ultimo quarto d’ora è un assalto totale. Prima Kjaer suggella una prova fantastica salvando su Zaniolo con Tatarusanu battuto, poi il portiere rossonero disinnesca Mancini. Al 93’ El Shaarawy accorcia le distanze e trasforma gli ultimi tre minuti di recupero in un assedio senza respiro dove il protagonista è ancora Tatarusanu, che vola per disinnescare il sinistro di Carles Perez.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - IBRA E KJAER, CONSOLI DI ROMA. BENNACER SPIEGA E TATA È DECISIVO
Tatarusanu 7: decisivo nell’assalto finale della Roma, con le parate su Mancini e Carles Perez, inframezzate dal gol di El Shaarawy sul quale non può fare nulla. Non è bello da vedere, ma è efficace.
Calabria 6,5: partita molto solida, con scelte di tempo sempre precise e un’immensa capacità di soffrire quando serve. La sua maturità è anche in queste prove.
Kjaer 7,5: si prega il consiglio comunale di Milano di derogare alle leggi e istituire “Via Simon Kjaer” a Milano. La medesima richiesta viene inoltrata alla giunta comunale di Carnago. Un mostro, letteralmente. Forse il marcatore più forte del campionato, che si erige a muro quando la Roma carica a testa bassa.
Tomori 6,5: si completa con Kjaer alla grande. Per una volta passa quasi in secondo piano una prestazione di grande solidità.
Theo Hernandez 5,5: chiariamoci, l’insufficienza è per l’espulsione che gli farà saltare il derby e che ha causato un atto di scomunica generale da parte dei tifosi del Milan. Devasta la fascia quando accelera.
Kessie 7: glaciale quando si presenta sul dischetto del rigore per il gol dello 0-2, che bissa quello dello scorso campionato quando, invece, segnò il gol dello 0-1. In mezzo al campo si fa sentire, specie quando la Roma mette le tende nella metà campo milanista.
Bennacer 7: direttore d’orchestra di una squadra che gioca meglio di tutte. Quando è a questo livello, è un giocatore clamoroso che sa sempre cosa fare e quando farlo. (dal 75’ Tonali 6: chiamato alla lotta, non si tira indietro).
Saelemaekers 6: crea confusione nella metà campo della Roma, con questa posizione ibrida tra il trequartista e la mezzala. Viene sacrificato dopo l’espulsione di Theo Hernandez. (dal 68’ Ballo-Touré 6: fa il suo nel forcing romanista).
Krunic 6,5: si butta negli spazi e cerca di dare fastidio ai due mediani della Roma, con buone iniziative, ma anche qualche scelta sbagliata in fase di ultimo passaggio. (dal 75’ Romagnoli 6: buttato dentro per fare densità, un paio d’anticipi importanti nelle ammucchiate in area milanista).
Leao 6,5: dosa le energie e sceglie quando strappare. Deve fare anche la seconda punta quando Pioli lo affianca a Giroud. Anche lui richiamato per alzare le barricate a difesa del doppio vantaggio. (dal 75’ Bakayoko 6: fa sentire la sua presenza).
Ibrahimovic 7,5: anni 40, stato in campo: dominante. Zlatan spacca la partita con una punizione che infila Rui Patricio sul suo palo. Gli annullano due gol, manda in porta Leao e si prende il rigore che dà al Milan lo 0-2 decisivo. (dal 58’ Giroud 6: entra sperando di avere palloni giocabili, con il Milan in 10 fa il mediano).
All. Pioli 7: altra vittoria negli scontri diretti, infligge a Mourinho la prima sconfitta casalinga da quando allena in Italia e issa il Milan in vetta alla classifica. Sceglie bene Ibrahimovic come boa dall’inizio e incarta la partita ai giallorossi. Peccato, forse, non aver tolto Theo. È l’unica lettura che sbaglia. Ma questo Milan è forte forte.
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