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26 ottobre 2021, Milan vs Torino 1-0




dal sito www.milannews.it

PROBABILE FORMAZIONE - TORNANO KESSIE E GIROUD DALL'INIZIO
Non c'è tempo per godersi i tre punti di sabato sera a Bologna, siamo già alla vigilia di Milan-Torino, match valido per la decima giornata di Serie a in scena domani sera a San Siro alle ore 20:45 e visibile dai tifosi su DAZN. Per la difficile sfida contro i granata di Juric mister Pioli ritrova Kessie, pienamente recuperato dopo la febbre, e Theo Hernandez, che è pronto per giocare uno scampolo di partita dopo essere stato out per il Covid. Andiamo a vedere quelle che potrebbero essere le scelte del tecnico rossonero:
OLIVIER DALL'INIZIO - Pioli è stato sincero, i 95 minuti giocati da ibrahimovic al Dall'Ara non erano in programma: Zlatan ha sì bisogno di giocare, ma non bisogna esagerare. Per questo contro il Toro comincerà dalla panchina, con Oliver Giroud pronto a riprendersi una maglia da titolare: anche il francese non è al top della condizione ma ha più minuti nelle gambe dello svedese. Per il resto dell'attacco le scelte sono obbligate: Diaz, Rebic e Castillejo sono indisponibili, quindi domani sera scenderanno in campo dal primo minuto Leao, Krunic e Saelemaekers.
TORNA KESSIE - Franck Kessie è disponibile e partirà dall'inizio: dopo aver saltato Porto e Bologna per squalifica prima e per una febbre poi, l'ivoriano è pronto a tornare nell'undici titolare. Al suo fianco dovrebbe esserci Sandro Tonali, con Bennacer e Bakayoko pronti a subentrare dalla panchina.
RIPOSA KJAER, C'È ROMAGNOLI - Rispetto alla trasferta emiliana ci si aspetta un solo cambio, ovvero quello di Romagnoli per Kjaer. Sarà il capitano rossonero ad affiancare Tomori al centro della difesa. Sugli esterni ci saranno Calabria e Ballo-Touré, con Theo pronto per uno spezzone di partita nel secondo tempo nel caso ce ne fosse bisogno. In porta toccherà ancora a Tatarusanu.
MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Tomori, Romagnoli, Ballo-Touré; Tonali, Kessie; Saelemaekers, Krunic, Leao; Giroud.



dal sito https://rrossonera.wixsite.com
a cura di Fabrizio Perotta

L'ANGOLO AMARCORD
BOLOGNA AWAY - TORINO AT HOME (2001-02)

"Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio" . Questo aforisma di Jim Morrison, uno dei più grandi e iconici frontmen della storia del rock, non sembra scritto durante la rivoluzione socioculturale degli Anni 60 ma proprio dopo la trasferta a Bologna nel marzo 2002.
È infatti molto più di una sconfitta quella subita al Dall'Ara, una vera disfatta che sancisce il definitivo distacco tra squadra e tifosi. La stagione, invero, si era aperta tra l'entusiasmo generale grazie a una sontuosa campagna acquisti di cui Filippo Inzaghi e Rui Costa rappresentavano le stelle più luccicanti. Quella festosa presentazione dinanzi all'Hotel Gallia, che secondo molti avrebbe dovuto segnare il ritorno ai fasti del passato, ben presto si rivela però solo il piacevole ricordo di una calda mattinata estiva.
Dopo l'esonero di un imperatore senza impero (il turco Fatih Terim) nemmeno l'arrivo in panchina del vecchio cuore rossonero Carlo Ancelotti riesce infatti a invertire il trend negativo.
La squadra appare senza un'anima e anche l'obiettivo minimo - la qualificazione alla Champions League - si sta dimostrando, giornata dopo giornata, niente più di un'utopia. In questo contesto la partita contro il Bologna rappresenta una sorta di ultima spiaggia per agganciare i Rossoblu, autori al contrario un campionato sorprendente. Diretti in panchina da Guidolin, presentano soprattutto un attacco di prim'ordine con l'emergente centravanti argentino Julio Ricardo Cruz, detto "El Jardinero"e Beppe Signori, non più crepuscolare ma semplicemente eterno.
Quello che impressiona è però soprattutto la compattezza della squadra oltre al pressing portato quasi all'esasperazione. Il confronto con l'atteggiamento spesso indolente dei Rossoneri è impietoso.
Il campo non mente e così dopo soli 20 minuti il risultato ci vede soccombere per un 2-0 tristemente meritato.
L'assoluta mancanza di reazione induce la Curva alla decisione estrema di abbandonare anzitempo lo stadio. Una forma di protesta eclatante che ha un solo precedente (Roma-Milan 5-0, stagione 1997-98) ma assolutamente appropriata verso una squadra che non sembra dimostrare il minimo attaccamento alla maglia.
Sembra tutto finito ma, proprio come diceva Jim Morrison, è proprio il punto più basso quello da cui tutto può iniziare. E l'inizio avviene nel posticipo della domenica successiva. Sugli spalti infuria la contestazione con la Sud desolatamente vuota all'entrata in campo di Milan e Torino. La classifica, certo, non regala molte possibilità ma una prova d'orgoglio si impone.
I calciatori, spesso viziati e presuntuosi, con grande onestà questa volta riconoscono le loro colpe. E' forse proprio questa la giusta scintilla.
Il ritorno di Super Pippo Inzaghi dopo un lungo infortunio fa il resto e, pur con grande fatica, arriva una vittoria importantissima firmata Kaladze e Ambrosini. Che il vento stia cambiando lo dimostrano proprio l'estemporaneo capolavoro balistico del Georgiano e l'ultimo attacco dei Granata.
Si gioca il minuto numero 94 quando nell'area del Milan si accende una mischia furibonda con Cristiano Lucarelli che esplode un destro a colpo sicuro. Abbiati è battuto ma la palla lambisce il palo.
I risultati delle contendenti intanto regalano una nuova imprevista possibilità di raggiungere i preliminari di Champions, conquistati quindi nella storica domenica del 5 maggio. Lo stesso giorno in cui l'Inter conosce forse la sconfitta per eccellenza, raggiungiamo matematicamente il quarto posto più importante della storia.
Solo lo sciamanico Jim Morrison avrebbe potuto immaginare scenari ad altri non visibili: i preliminari contro lo Slovan Liberec, l'arrivo di Alessandro Nesta e il derby dei derby. In poco più di un anno dal pomeriggio al Dall'Ara di Bologna all'indimenticabile notte al Theatre of Dreams di Manchester.
Quando pensi che tutto sia finito, è quando tutto ha inizio: il Milan è campione d'Europa.





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In ricordo di Beppe Maniglia del Gruppo Brasato, mancato sabato 23 ottobre
e ricordato anche dalla Curva Nord dall’Inter nella partita contro la Juve
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Piero Wilkins e Family
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Foto by "Finché Vivrò"
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(by Luigi La Rocca)



dal sito www.gazzetta.it

GIROUD STENDE IL TORINO: UN MILAN SPIETATO ORA PROVA A SCAPPARE
I rossoneri attendono Napoli-Bologna di giovedì cullando ambizioni di primato solitario. Buona prestazione per i granata, ma poca lucidità in fase offensiva
Per la seconda volta in tre giorni il Milan si mette comodo in poltrona a osservare gli altri con l’animo leggero di chi ha scaricato tutta la pressione sulle spalle degli inseguitori. San Siro in campionato per il momento è una sentenza: cinque vittorie in cinque uscite e questa sul Torino permette ai rossoneri non solo di conservare il primato in classifica ma anche, perché no, di cullare il sogno proibito di ritrovarsi soli davanti a tutti giovedì notte, dopo che il Napoli avrà ospitato il Bologna. Decide un gol di Giroud, e pure lui al Meazza è una sentenza: 4 gol in campionato, tutti casalinghi. Nota di merito per la difesa: la porta è rimasta chiusa a oltre un mese dall’ultima volta. Il Torino non riesce a dare continuità di risultato ai grandi sorrisi raccolti col Genoa, ma la trova nel gioco: i granata hanno trovato una prova di ottima personalità in casa della capolista e condotto le danze per buona parte di gara, sfiorando il pari nel finale. Contro le big, però, il piatto piange parecchio.
LE SCELTE — Il numero da cui è partito Pioli stavolta è stato otto. Otto come gli inquilini dell’infermeria, settore che registra nuovi arrivi non appena viene dimesso qualcuno. Una maledizione. Gli ultimi della lista sono Castillejo e Ballo-Touré, usciti malconci da Bologna. La buona notizia è il ritorno di Hernandez, ma occorrerà attendere la Roma (così come per Diaz) per rivederlo dal primo minuto. In avanti stavolta è toccato a Giroud, con Krunic confermato alle sue spalle. In mediana Kessie per Bennacer, in difesa Romagnoli per Kjaer e Kalulu a sinistra. Juric in attacco ha puntato subito su Belotti (il Gallo non partiva titolare da fine agosto, prima panchina stagionale per Sanabria), supportato da Linetty (preferito a Praet) e Brekalo. In mediana Singo e Aina in fascia (Ansaldi è andato k.o.), Lukic e Pobega al centro. L’ex rossonero si è calato subito in battaglia con Kessie e hanno finito per annullarsi a vicenda. Pochi metri più in là invece comandava Tonali, con una doppia fase esemplare, ma nei duelli non c’è stata una squadra che ha dettato legge. Sulla corsia sinistra del Milan, per esempio, Kalulu ha incontrato parecchie difficoltà nel contenere Singo. Al Torino va dato essenzialmente un merito: quello di essere sceso in campo senza badare alla classifica altrui, noncurante di essere in visita al domicilio della capolista. Il gioco granata fin dai primi minuti si è sviluppato armonicamente, fluido, ben ragionato, installato nella metà campo rossonera. Linetty e Brekalo hanno cercato di fornire pochi punti di riferimento, Belotti ha cercato di partecipare il più possibile a una manovra avvolgente, con l’unico – ma grosso – problema di esaurirsi sulla trequarti. Mancanza del passaggio decisivo da un lato, difficoltà da parte del Gallo di proteggere palla: la ruggine c’è per forza di cose e si è vista. Risultato: il Toro non ha praticamente mai tirato in porta.
INERZIA — Il Milan ha accettato il possesso granata, scegliendo per lo più di attendere e ripartire negli spazi. Una tattica vista già altre volte, che nasce dalla consapevolezza della propria pericolosità in contropiede. Leao ha cercato di aiutare e sfruttare Giroud sistemandosi il più vicino possibile al francese. Il gol è arrivato da un angolo di Tonali su cui il Toro è finito in letargo: spizzata di Krunic e Giroud che si è infilato in area piccola tra Lukic e Singo, rimasti a osservare il movimento del 9 rossonero. La ripresa è iniziata con sostituzioni ragionate da entrambe le parti: Hernandez per Kalulu, Kjaer per Romagnoli e Rodriguez per Buongiorno: erano ammoniti tutti e tre. L’inerzia del match non è cambiata: palla fra i piedi granata, Milan pronto a sbucare fuori e azzannare nell’ambito comunque di una partita vissuta su ritmi decisamente non eccelsi. Dopo una decina di minuti dentro Sanabria e Praet per Belotti e Linetty, mentre Pioli ha tolto Krunic e piazzato Bennacer sulla trequarti, ovviamente con ampie consegne di contenimento. La spinta di Hernandez in fascia si è fatta sentire in un paio di occasioni, ma il passare dei minuti senza trovare il colpo del k.o. ha portato il Diavolo ad arretrare il baricentro, permettendo al Toro di avvicinarsi alla porta. E così i granata nell’ultimo quarto d’ora hanno costruito tre occasioni importanti: sulla prima decisiva una parata di Tatarusanu su Sanabria, poi una traversa accarezzata da Praet e in pieno recupero ancora Sanabria non ha trovato il tempo giusto in area piccola.
Marco Pasotto


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - TONALI-TOMORI, PARTITONE. GIROUD È UN KILLER. TATA DECISIVO
Tatarusanu 6,5: non bello, ma decisamente efficace il suo intervento su Sanabria al 75’ a evitare il colpo del pareggio del Torino. In una partita in cui non è molto sollecitato, una parata decisiva è da far notare. Che poi diventano due nel finale.
Calabria 6,5: dove c’è una seconda palla in fase difensiva, c’è lui. Prestazione solidissima di un intoccabile di questo Milan che ormai sa sempre come interpretare le partite.
Tomori 7: ennesima partita di altissimo livello, per personalità e forza fisica. Impressiona per quanto possa rendere facili le cose a tutto il reparto. Decisivo nel deviare sulla traversa il destro a colpo sicuro di Praet nel finale di partita.
Romagnoli 6: ammonito dopo pochi minuti per un anticipo non riuscito su Belotti, non soffre particolarmente anche perché il Torino non crea niente di pericoloso con Belotti che agisce molto lontano dall’area di rigoe. (dal 46’ Kjaer 6,5: nel salvataggio finale che blinda l’1-0, c’è lui. Decisivo).
Kalulu 6: Singo gli scappa via una volta, lui lo tira giù prendendosi il giallo. A sinistra si vede che è adattato, ma tutto sommato non fa male. (dal 46’ Theo Hernandez 6: entra nella ripresa e si vede che è un po’ ingolfato. Tiene quando il Toro prova a metterlo in difficoltà).
Kessie 6: deve giocare per ritrovare ritmo e si vede. Ha momenti buoni mentre in altri compie scelte non felici, come quando scopre il pallone sulla pressione degli avversari.
Tonali 7: gioca con la sicurezza di un veterano. Non sbaglia un pallone, ne pulisce tanti anche quando i compagni gli alzano il tasso di difficoltà del controllo della sfera. Vince molti contrasti ed esce tra l’ovazione di San Siro. (dal 65’ Bakayoko 5,5: non è ancora in forma partita e nel rush finale, con il Torino che spinge, lui non prende le scelte corrette).
Saelemaekers 6: in rialzo le sue quotazioni rispetto a Bologna. Almeno questa sera si fa trovare spesso tra le linee, cosa che non gli era riuscita sabato al Dall’Ara.
Krunic 6: suo l’assist per il gol di Giroud che sblocca la partita. Molto lavoro sporco, pochi spunti in fase offensiva, quasi che Pioli gli avesse chiesto più contenimento che slancio. (dal 65’ Bennacer 6: fa transitare diversi palloni dai suoi piedi, ma con il Torino che carica a testa bassa, è chiamato al lavoro duro anche lui).
Leao 6: meglio nel primo tempo rispetto al secondo. Si vede a occhio nudo che è stanco e giocare senza un’alternativa vera alle spalle gli sta pesando.
Giroud 6,5: lotta tanto, decisamente più in palla rispetto alle partite contro Verona, Porto e Bologna. È rapace nel mettere alle spalle di Vanja Milinkovc-Savic la sponda di Krunic che sblocca la partita. Anche nella ripresa, visto che non gli arrivano palloni utili, aiuta i compagni giocando molto spalle alla porta. (dall’85 Ibrahimovic sv).
All. Pioli 6: il Milan vince, rimane in vetta alla classifica, ma soffre troppo nel finale di partita. Manca il colpo risolutore, ma quando hai una squadra che ha giocatori non al top della condizione e altri allo stremo delle forze, allora puoi inventarti poco. Tre punti fondamentali, di corto muso.