dal sito www.gazzetta.it
BROZOVIC+LUKAKU, L'INTER SI MANGIA IL MILAN NEL DERBY E FA QUATTRO SU QUATTRO
I nerazzurri colpiscono anche tre pali con D'Ambrosio, Politano e Candreva. Legno pure per i rossoneri con Theo Hernandez
Racconta Antonio Conte che "allenare l'Inter non è semplice", ma una cosa è certa: la classifica, dove i nerazzurri restano a punteggio pieno, non rispecchia tutte queste difficoltà. Lukaku e compagni superano anche l'esame derby al termine di una sfida non bella ma che ha correttamente premiato la squadra più meritevole. Il Milan se l'è giocata davvero soltanto nella seconda parte del primo tempo ed è evidentemente troppo poco. Segno che gli automatismi chiesti da Giampaolo faticano a sbocciare. Anche stavolta ha colpito in particolare la grande difficoltà nel portare pericoli alla porta avversaria mentre l'Inter, pur non giocando certo un calcio eccelso, quando si è presentata al cospetto di Donnarumma gli ha fatto venire i brividi svariate volte. Ben oltre i due gol. È dunque un derby che restituisce ai nerazzurri quelle certezze un po' smarrite in Champions e certifica le grandi difficoltà rossonere di questo avvio stagionale dove la squadra fin qui non ha ancora giocato una prova convincente. In casa rossonera la grande sorpresa – un po' com'era avvenuto con André Silva al posto di Piatek contro il Brescia – è l'impiego dal primo minuto di Leao. Il portoghese era stato (timidamente) provato fra i titolari lungo la settimana, ma pareva davvero difficile immaginarlo dentro dal primo minuto. In questo caso a pagare pegno è stato soprattutto Paquetà (e in minor misura Rebic), che in vigilia pareva il più accreditato con Piatek e Suso. Un Suso che così si è ritrovato sulla trequarti come a inizio stagione: 4-3-1-2, Giampaolo non intende evidentemente abbandonare il suo marchio di fabbrica, anche se poi lungo la sfida spesso e volentieri si trasforma in 4-3-3. In difesa Conti, come da pronostico, ha rilevato lo squalificato Calabria. Conte, dal canto suo, ha ridato fiducia al tandem Lautaro-Lukaku, nonostante l'esibizione non esattamente trascendentale in Champions e ha piazzato D'Ambrosio (preferito a Candreva) a tutta fascia. Seconda maglia da titolare consecutiva – in campionato – per Barella, che l'ha spuntata su Vecino.
LA PARTITA — Il primo tempo non è stato senz'altro bello in termini di spettacolarità e si è acceso soltanto intorno a metà frazione, ma da lì in poi ha regalato diverse emozioni. Il primo squillo arriva al 18' con Lukaku, con un destro rasoterra insidioso che Donnarumma smanaccia fuori dalla zona rossa. Tre minuti più tardi Sensi serve una palla deliziosa a Lautaro che conclude da pochi passi ma trova sulla traiettoria un super Donnarumma. Intervento di altissimo livello, dopo il quale D'Ambrosio, a porta sguarnita, riesce a centrare incredibilmente il palo. Sul ribaltamenti di fronte il popolo rossonero grida al gol sul destro di Calhanoglu, ma Doveri giustamente annulla per un braccio di Kessie che aveva agevolato il polacco. Donnarumma intanto prosegue a sfornare meraviglie: stavolta – siamo a meno dieci dall’intervallo – dice di no a una rovesciata di D’Ambrosio, che poi Lautaro ribadisce in rete. Gol annullato dal Var per fuorigioco. L'ultimo quarto d'ora comunque è quasi tutto del Diavolo, cresciuto col passare dei minuti. Prima Leao deposita un pallone perfetto sulla testa di Piatek (che poteva fare molto meglio) e poi Suso, su una pallaccia persa da Sensi, si fa tutto il campo fino al dischetto del rigore, dove pecca di egoismo e si fa disinnescare da un super recupero di Asamoah. Il problema del Milan alla fine resta sempre lo stesso: in 48 minuti nemmeno un tiro nello specchio della porta (tecnicamente ce n'è uno di Piatek, che arriva ad Handanovic circa ai due all'ora).
TINTE NERAZZURRE — L'equilibrio della sfida si spezza a inizio della ripresa. Ovvero al minuto numero 3, quando Conti (quanto è dura rimettersi in carreggiata quando si è fuori da un'eternità) atterra Sensi e, sugli sviluppi della punizione, nessun rossonero si sogna di uscire a murare Brozovic, che ha tutto il tempo di alzare la testa, prendere la mira e far partire un tiro che Leao devia visibilmente, spiazzando Donnarumma. C'è però bisogno della convalida del Var, per un movimento di Lautaro nei pressi di Donnarumma che alla fine viene ritenuto ininfluente. È un Milan molle e prevedibile, quello che si è ripresentato dopo l'intervallo, l'Inter se ne accorge e così aumenta nuovamente i giri, con Lautaro che si infila spesso e volentieri partendo da sinistra e accentrandosi. Il sigillo sulla gara arriva al 33' con Lukaku, che raccoglie un invito di Barella e infila Donnarumma sovrastando di testa Romagnoli. Dopo di che, a parlare sono solo episodi che non modificano più la sostanza: Politano coglie la parte superiore della traversa, Hernandez il palo esterno e Candreva un altro palo. Poi, squadre davanti alle curve: festa grande sotto la Nord, fischi al polo opposto.
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - GIGIO FA QUELLO CHE PUÒ. THEO, OTTIMO IMPATTO. BIGLIA FUORI FASE, RODRIGUEZ FISCHIATO. GIAMPAOLO...
G. Donnarumma 6,5: mette una toppa grossa così alla follia di Rodriguez del 10’. Neutralizza il primo squillo di Lukaku con una bella distensione alare. Il fuorigioco, millimetrico di D’Ambrosio, gli toglie la paternità di una parata ai limiti della legalità. Incolpevole sul tiro di Brozovic, deviato fatalmente da Leao, che lo manda fuori tempo. Anche sulla girata di testa di Lukaku non può farci niente.
Conti 5,5: tornare titolare nel derby non è facile. Andrea, soprattutto in fase di spinta, riesce a mandare in difficoltà Asamoah. Anche in fase difensiva appare migliorato. Genera il fallo da cui nasce il vantaggio dell’Inter.
Musacchio 6: mezzo punto in più di Romagnoli perché i gol non sono roba sua. Tiene benissimo Lautaro, non dandogli mai la chance di puntarlo.
Romagnoli 5,5: una partita praticamente perfetta fino al 77’, quando Lukaku gli passa davanti e gira alle spalle di Donnarumma il cross di Barella. Peccato perché era stato uno dei migliori in campo.
Rodriguez 5: al minuto 10 del primo tempo regala la follia del match, con un retropassaggio sul quale Lautaro si avventa come un falco. Donnarumma gli salva la faccia. Il resto della sua prestazione non è per nulla sufficiente. Esce tra i fischi di San Siro. (dal 72’ Theo Hernandez 6,5: entra e subito abbassa D’Ambrosio, perché è più veloce e perché punta il fondo. Guadagna due falli e prende un palo. Che sia titolare, subito).
Kessie 6: sta bene e si vede, perché recupera palloni, lotta e riparte. Sensi è un bel peperino da prendere in consegna, ma nel confronto fisico ha lui la meglio.
Biglia 5: perde una palla sanguinosa che manda Lukaku alla conclusione. In avvio di ripresa perde il pallone dal quale nasce il fallo di Conti che poi porta al gol del vantaggio dell’Inter. Corona la sua prestazione con una punizione dai 22 metri che finisce direttamente al primo anello.
Calhanoglu 5,5: gli annullano un gol per fallo di mano di Kessie, pasticcia in un paio di circostanze, tocca una miriade di palloni, soprattutto in fase transitoria, ma non trova concretezza, nemmeno quando può liberare il destro. (dal 64’ Paquetà 5,5: si presenta con un lancio panoramico che per poco mette Piatek davanti ad Handanovic. Quando entra Theo, ha qualcuno con cui duettare il profondità. Si spegne dopo il gol del 2-0)
Suso 5,5: grida vendetta la scelta finale che fa nel contropiede di fine primo tempo, quando ruba palla a Sensi e crea superiorità numerica contro i due difendenti interisti. Si fa ingolosire dalla conclusione in porta, murata da Asamoah con Leao e Kessie che gliene dicono dietro di ogni. Ma è il cervello offensivo della squadra, che senza le sue iniziative, è povera d’inventiva.
Piatek 5,5: arriva con una frazione di secondo di ritardo sul cross di Leao e non riesce a dare la frustata decisiva, con Handanovic che aveva già preso in mano il calendario per pregare che il pallone non finisse nello specchio. Errore che non passa inosservato.
Leao 6: la mossa a sorpresa di Giampaolo, quando viene innescato, crea grattacapi alla difesa dell’Inter. Il suo compito è quello di stanare Godin nell’uno contro uno che l’uruguaiano accetta spesso e volentieri. Mette un cioccolatino sulla testa di Piatek che sbaglia il terzo tempo. Sfortunata la deviazione sul tiro di Brozovic che spiazza Donnarumma. (dall’82’ Rebic sv)
ALLENATORE:
Giampaolo 5: sorprende tutti con Leao titolare, ma è nel collettivo che le cose non vanno. La squadra non ha avuto una reazione rabbiosa allo svantaggio iniziale, non ha creato occasioni da gol nel secondo tempo e solo raramente ha dato la sensazione di sapere cosa fare. E al 21 di settembre, tutto questo è preoccupante.
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