dal sito www.gazzetta.it
UN RIGORE DI PIATEK PIEGA IL VERONA IN 10. MA CHE FATICACCIA PER IL MILAN...
L'Hellas in inferiorità numerica per l'espulsione di Stepinski si difende con ordine, rischia poco, ma capitola per un penalty nella ripresa. E protesta nel finale per un fallo di Calabria: dentro o fuori area?
Tre punti, ma che fatica. Giampaolo alla vigilia aveva invocato un successo che avrebbe regalato al Milan maggior consapevolezza sulla strada del derby e indicato nel Verona di Juric un avversario tosto e difficile. Il successo sul temuto campo del Verona è arrivato, eppure c'è poco da gioire. Il Milan è ancora un cantiere e una squadra aggressiva, ridotta in dieci dopo venti minuti, lo tiene a bada e cede soltanto al 23' del secondo tempo. Primo episodio decisivo: l'espulsione di Stepinski per un fallaccio su Musacchio, punito dall'arbitro Manganiello con un giallo prima di rivedere l'azione al Var. Secondo episodio fondamentale, un tempo più tardi: combinazione Calhanoglu-Piatek, Calha va al tiro, Gunter allarga il braccio. È il rigore che porta al vantaggio del Milan. Il lato positivo per i rossoneri, classifica a parte, è il gol di Piatek, che interrompe un lungo digiuno e colora una partita così così, con un tiro alto sulla traversa dopo appena quattro minuti e poi molti appoggi sbagliati e poco altro. Ma sul rigore Kris è freddo e ravviva il suo score: non aveva mai segnato neppure in amichevole e in settimana aveva perso il posto anche nella nazionale polacca.
POCO MILAN — Per il resto, poco da segnalare: i soliti fastidiosi "buuu" a Kessie, il possesso palla piuttosto sterile del Milan, un paio di pali (uno per parte, sempre sullo 0-0) nel secondo tempo. Giampaolo continua sulla sua strada: 4-3-1-2 e fuori tutti i nuovi, compreso Bennacer, dentro Biglia a centrocampo e Paquetà dietro le punte, bocciato però dopo un tempo. Suso, in posizione ibrida, tocca molti palloni ma non è incisivo. Meglio Calhanoglu nel secondo tempo e soprattutto meglio Rebic che, entrato al posto di Paquetà, ha sbloccato la situazione, con accelerazioni che alla lunga hanno punito un Verona coraggioso e compatto, capace di tenere a lungo nonostante l'inferiorità numerica. Nel finale, un gol rossonero annullato dal Var e tanta rabbia dei tifosi di casa, soprattutto per un rigore reclamato allo scadere: pasticcio di Romagnoli, espulsione di Calabria, ma Manganiello concede soltanto una punizione dal limite: tira Veloso, il pallone finisce sulla barriera, Lazovic riprende ma il pallone esce di poco. Gigio Donnarumma festeggia e con lui la curva del Milan in trasferta. Ma la strada per tornare fra le squadre top è ancora lunghissima.
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LE PAGELLE - PIATEK SI SBLOCCA, PAQUETÀ BOCCIATO. MA SONO IN TANTI SOTTO IL 6
G. Donnarumma 6: attento nelle uscite alte, non deve compiere grossi interventi.
Calabria 5,5: peccato per il rosso finale, che lo fa andare sotto la sufficienza, perché nel corso della partita era stato uno dei più propositivi. Colpisce un palo clamoroso.
Musacchio 6: con Romagnoli tocca una valanga di palloni, soprattutto quando il Verona resta in 10 perché il baricentro della squadra sale oltre la metà campo veronese. Preciso quando serve.
Romagnoli 6: perde Verre in avvio, ma poi si riassesta e mette alla frusta Stepinski, che poi lo colpisce in faccia e lo porta all’espulsione. Poi controlla abbastanza bene le situazioni della sua zone e si dedica spesso all’impostazione dell’azione.
Rodriguez 5: perde Verre in occasione del palo che il Verona colpisce sullo 0-0, sbaglia un paio di aperture in maniera macroscopica e va in crisi quando Faraoni lo presso, anche nel finale di partita.
Kessie 5,5: partita in cui manca qualcosa quella di Frank. Meglio nel secondo tempo quando il Milan ritorna con la vecchia veste.
Biglia 5,5: regia spenta, senza una verticalizzazione e con poca qualità. Prova a mettere ordine, ma quando il Verona va in pressione, soffre.
Calhanoglu 5,5: tanti errori per il turco, che dovrebbe dare maggior qualità alla manovra. Soprattutto quando il Milan va in superiorità numerica. Riabilita parzialmente la sua prova procurandosi il rigore della vittoria.
Suso 5,5: dovrebbe fare la seconda punta, ma in realtà gioca esterno a cercare spazio sulle sue zolle. Tuttavia i giocatori del Verona riescono sempre a leggergli le giocate. Trova solo una volta il girello, ma non va in porta.
Paquetà 5: nel 4-3-1-2 di inizio partita, che sovverte l’annunciato 4-3-2-1, gioca da trequartista puro alle spalle di Piatek e Suso. Tuttavia, tende a cercare aria nelle zolle dello spagnolo, senza però trovare quegli spunti che sono nelle sue corde. Nervoso, ammonito, viene lasciato negli spogliatoi all’intervallo. (dal 46’ Rebic 5,5: allarga il campo, perché il Milan si mette 4-3-3, ma deve carburare per trovare i meccanismi giusti).
Piatek 6: 119 giorni senza gol prima del rigore di questa sera, che trasforma in maniera impeccabile. Sfoga la sua rabbia tenuta dentro con il segno del silenzio in favor di telecamera. Ma prima del duello dagli undici metri, non si era visto molto. Il Var gli toglie la doppietta.
ALLENATORE: Giampaolo 6: sufficienza raggiunta per la vittoria, ma la squadra, in 11 contro 10, non riesce a sfondare e a creare occasioni da gol vere. Capisce che il 4-3-1-2 con questi interpreti non funziona e mette il 4-3-3, che ridà un minimo di identità ai suoi giocatori.
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PANORAMA - LA TESTIMONIANZA DI UN TIFOSO DEL MILAN: "MAI PIÙ AL BENTEGODI"
La testimonianza shock di un tifoso milanista che, insieme al figlio, ha assistito a Verona-Milan di ieri dal vivo allo stadio Marc'Antonio Bentegodi.
Non certo serena ieri sera l'atmosfera allo stadio Marc'Antonio Bentegodi, in vista del posticipo di campionato tra Hellas Verona e Milan.
Non a caso il post-partita è stato infiammato dalle accuse rossonere, riguardo ai cori di stampo razzista nei confronti di Franck Kessie e Gianluigi Donnarumma. L'Hellas ha smentito tali manifestazioni, ma l'ambiente veronese si conferma tra i più caldi e accesi, anche in senso negativo.
Ad avvalorare la tesi c'ha pensato la lettera di un tifoso del Milan pubblicata oggi su Panorama.it, Marco Bergozzi: il supporter si è recato ieri al Bentegodi con il figlio per assistere al match vinto dai rossoneri per 1-0. Ma l'esperienza, secondo la sua testimonianza, è stata delle peggiori.
Ecco la lettera del suddetto tifoso, che conferma quanto la piazza veronese sia scomoda in tutto e per tutto, anche per via delle rivalità di tifo.
"Avevo già scritto tre anni fa in occasione di Verona-Milan per un episodio assurdo accaduto a mio figlio che allora aveva 9 anni. Da quel giorno mi ero ripromesso di non andare più in quello stadio per la qualità delle persone che lo frequentano.
Purtroppo passa il tempo e anche le cose più brutte si dimenticano e dato che un mio carissimo amico che lavora nell'ambiente del calcio mi ha offerto due biglietti ci sono di nuovo ricascato.
Poltrone ovest, buonissimo posto. Memore dell'altra volta niente sciarpe o magliette del Milan. Ci sediamo sotto ad un gruppo di signori tutti oltre la sessantina. Appena arrivati questi iniziano ad insultare tutti i milanisti: bastardi, figli di puttana, perfino "terroni". La cosa che più mi sorprende è il modo arrogante e pieno di rabbia che usano. All'arrivo sembravano dei signorotti anche mezzi sfigati, passatemi il termine, che si godono la partita di calcio. In branco si sono trasformati.
Inizia la partita e gli insulti si fanno sempre più pesanti. Espulso Stepinski, un milanista esulta pacatamente, mai lo avesse fatto, partono con minacce: "Tanto passi di qui quando esci, ti spacchiamo le gambe, etc.". Mio figlio prende paura e mi chiede di andare via. Eravamo appena a 25 minuti dall'inizio.
Decido di rimanere perché altrimenti hanno vinto loro. Da quel momento io poi non mi godo più la partita e penso a proteggere mio figlio da tutta quella violenza verbale e fisica che aumenta sempre di più. L'episodio più grottesco accade quando annullano il secondo goal al Milan: un povero vecchio (solo così si può definire) scende nel corridoio davanti alla balaustra e va verso un gruppo di presunti Milanisti tirando pugni a tutti quelli in prima fila. Questi, sorpresi, non hanno nemmeno il tempo di reagire e lui si rifugia nel suo branco che intanto minaccia da lontano.
Intendiamoci questi sono dei poveretti, ma credetemi che non è un episodio isolato in quello stadio e soprattutto non ha nulla a che fare con i cosiddetti ultras. Si tratta di persone comuni che diventano bestie in branco. Non deve e non può accadere.
Scusatemi ma questo non è lo sport di cui siamo innamorati io e mio figlio. Queste persone vanno allontanate dallo stadio.
Dimenticavo: ovviamente niente stewart nel settore!!!!
Io ho visto partite ovunque nel mondo. Mai visto uno spettacolo penoso del genere".
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