dal sito www.gazzetta.it
REBIC E CALHANOGLU STENDONO LA ROMA: ADESSO IL MILAN VEDE L'EUROPA
I giallorossi di Fonseca più pericolosi nel primo tempo, i rossoneri alzano il ritmo nella ripresa sfondano con il croato e un rigore del loro numero 10
Il Milan supera per la prima volta in stagione una big e affonda due a zero la Roma. Il match, dunque, emette un verdetto piuttosto chiaro: i rossoneri hanno tutte le carte in regola per conquistare un posto al sole in Europa League mentre per i giallorossi la Champions è qualcosa di sempre più lontano. Se non aritmeticamente, quanto meno per ciò che si è visto a San Siro, con un secondo tempo consegnato quasi interamente agli avversari.
30 GRADI A SAN SIRO — Il Milan ha vinto meritatamente, in virtù di una ripresa giocata con lucidità, aggressività e – fattore determinante di questi tempi – una tenuta atletica che gli ha addirittura permesso di chiudere la sfida a pochi minuti dal novantesimo. E’ però doveroso sottolineare che il Diavolo aveva giocato il turno precedente lunedì e la Roma mercoledì: due giorni di differenza, con gli oltre 30 gradi milanesi zeppi di afa delle ultime ore, sono parecchi. Pioli ha recuperato Kjaer in difesa e quindi ha potuto schierare lo stesso undici che ha sbancato Lecce in scioltezza. Ovvero quello con il tridente Castillejo-Bonaventura-Calhanoglu dietro Rebic. Fonseca è ricorso invece a un ampio turnover, cambiandone sei (fuori Bruno Peres, Ibanez, Kolarov, Diawara, Carles Perez e Pastore, dentro Zappacosta, Mancini, Spinazzola, Cristante, Kluivert e Pellegrini) rispetto all’uscita con la Samp.
SQUADRE A SPECCHIO — Sistemi di gioco a specchio, con fase offensiva giallorossa affidata a Kluivert, Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle di Dzeko. Il primo tempo è filato via senza grandi emozioni. Sensazione? Più per la paura di scoprirsi che dell’afa. In realtà nessuno ha voluto prendersi più responsabilità del lecito, restando in comfort-zone e confidando magari nell’errore dell’avversario. La Roma è riuscita a disarmare le fasce rossonere, tenendo basso Hernandez con Mkhitaryan e asciugando i rifornimenti a Castillejo, ma non è riuscita a sviluppare una pressione costante. In termini di organizzazione di gioco la Roma ha trasmesso sensazioni migliori, ma parliamo di differenze minime, che hanno portato i giallorossi a comandare davvero soltanto nella parte centrale, quando per circa un quarto d’ora il Milan si è ritrovato schiacciato davanti alla propria area. Donnarumma però ha corso un solo, reale pericolo, quando un cross di Kluivert sporcato da Kessie è terminato sulla testa di Dzeko, che ha girato a lato di pochissimo. Sul versante opposto la grande occasione è capitata invece sulla testa di Calhanoglu, imbeccato da Hernandez, ma il 10 rossonero, tutto solo, si è divorato il gol senza riuscire ad abbassare il pallone.
ROSSONERI MEGLIO NELLA RIPRESA — Nella ripresa meglio il Milan. Decisamente meglio, praticamente per tutti i 45. Più incisivo, con un giro palla più veloce anche grazie ai cambi effettuati quasi subito (9’) da Pioli: dentro Paquetà e Saelemaekers al posto di Bonaventura e Castillejo (mentre Fonseca ha inserito prima Carles Perez per Kluivert, poi Perotti per Mkhitaryan e Kalinic per Dzeko). I pericoli sono stati praticamente tutti per la Roma. Nell’arco di un paio di minuti – tra il 20’ e il 22’ – prima è stato Calhanoglu a impegnare molto seriamente Mirante, poi ci ha provato Paquetà con un destro insidioso. L’inerzia del match è rimasta la stessa fino al 31’, minuto del gol: erroraccio di Zappacosta che ha innescato Rebic, il croato ha atteso che i compagni salissero e il Milan è andato in buca spaziando da un versante all’altro. Paquetà ha crossato dalla parte opposta per Saelemaekers, che ha servito Kessie: acrobazia parata da Mirante e pallone sui piedi di Rebic (privo di marcatura), che prima è stato murato dal portiere giallorosso e poi è andato in buca.
CALHA LA CHIUDE — La Roma ha tentato una reazione, più che altro di pancia, senza riuscire a portare pericoli a Donnarumma, e a pochi minuti dallo scadere il match si è chiuso definitivamente: entrata scomposta di Smalling su Hernandez in area e rigore trasformato da Calhanoglu. Chiudere la sfida all’attacco e a pochi giri di orologio dal fischio finale è forse la notizia più bella della giornata in casa rossonera.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - REBIC KILLER, SAELEMAKERS-PAQUETÀ SPACCANO LA PARTITA
G. Donnarumma 6: il silenzio di San Siro ne fa apprezzare la leadership vocale verso i compagni. Inoperoso per quasi tutta la partita.
Conti 6,5: tiene bene botta su Kluivert e, nel secondo tempo, è anche intraprendente con qualche sgroppata che tiene giù Spinazzola.
Kjaer 7: regista difensivo puro. È lui a decidere spesso quando cambiare il versante delle giocate con aperture panoramiche molto interessanti. Dzeko gli gira alla larga perché non lo fa respirare.
Romagnoli 6,5: concorso di colpe sull’azione in cui Dzeko si divora il vantaggio. Poi, però, non sbaglia nulla.
Theo Hernandez 6: gioca molto all’indietro, con passaggi lineari per Romagnoli. Quando la Roma cala, affonda la lama contro Zappacosta e si prende il rigore del 2-0.
Kessie 6,5: presenza scenica e non solo per Franck, che sbaglia solo una situazione in fase di impostazione. Per il resto, domina su Pellegrini e si rende co protagonista dell’azione del vantaggio.
Bennacer 6,5: è vero, ha fatto qualche errore tecnico in fase di uscita palla, ma quando la Roma crolla, lui c’è. E si sente.
Castillejo 5,5: anche lui, dopo la gara di Lecce, si eclissa un po’ nel ritmo e nelle giocate. Spinazzola lo ferma sempre. E non da mai la sensazione di poter essere pericoloso anche quando cerca di giocare dentro il campo. (dal 54’ Saelemaekers 6,5: l’impatto che non ti aspetti. Con la Roma sulle gambe, il belga porta in campo un ritmo decisamente più alto che mette in difficoltà Spinazzola. Una bella novità che, in queste condizioni, può tornare sicuramente utile. Suo il cross che tiene viva la palla di Paquetà da cui nasce la mischia del vantaggio).
Bonaventura 5: fuori ritmo, paga oltremodo il caldo e la difficoltà – rispetto a Lecce – nel trovare una posizione congeniale. Pesa sulla sua valutazione anche l’occasione che sciupa nel primo tempo, quando Rebic gli apre la strada verso la porta di Mirante. (dal 54’ Paquetà 6,5: parte ad andamento lento, poi entra nel cuore della partita facendo vedere sprazzi del Paquetà che avevamo visto con Gattuso. Da giocatore sotto la prima punta rende meglio che da trequartista esterno).
Calhanoglu 6: ha l’occasione più ghiotta del primo tempo, quando viene messo in condizione di schiacciare di testa a porta sguarnita, ma non avendo il chip di Bierhoff, la spara alta clamorosamente. Sale un po’ nella ripresa, quando impegna due volte Mirante. La crescita della sua prestazione e che gli fa raggiungere la sufficienza, la si ha grazie al rigore del 2-0 che mette in banca i tre punti.
Rebic 7: apparecchia la tavola per Bonaventura nel primo tempo, ma Jack spara al primo anello verde. Nella ripresa inizia a carburare anche in fase di pressione e da una sua rubata, nasce l’azione del vantaggio, che finalizza dopo che Mirante si era opposto sulla sua prima conclusione, conseguente a quella di Kessie. E sono otto in campionato. (dal 77’ Leao sv).
All.: Pioli 7: zitto zitto, la ribalta con i suoi cambi. Vince il primo scontro diretto della stagione e fa un bel passo verso la zona Europa League con un Milan in fiducia mentale e fisica.
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