dal sito www.gazzetta.it
IL MILAN SENZA IBRA È UNA MACCHINA DA GOL: 4-1 A LECCE E AGGANCIO AL NAPOLI
Apre Castillejo, pari di Mancosu su rigore, poi i rossoneri si scatenano con Bonaventura, Rebic e Leao
Il dio Ibra esiste e non manca di ricordarlo sui social, ma esiste pure il Milan, e non ha bisogno di miracoli per brillare: per informazioni si prega chiedere al Lecce. La ripresa del campionato della banda Pioli è una prova di forza che rilancia le ambizioni europee dei rossoneri: manca Zlatan ma segnano tutti. Castillejo (che mancava all’appuntamento in A da un anno e due mesi), Bonaventura (che aspettava da dicembre), Rebic (che si conferma cecchino implacabile, ottavo centro tra campionato e coppa) e persino Leao, il gioiellino parcheggiato in panchina perché mordeva poco: per la prima volta in questo campionato il Diavolo cala un poker, l’unica occasione in cui ci era già riuscito risaliva ai quarti di Coppa Italia, dove però gli erano serviti i supplementari. Il 4-1 al Via del Mare non ha storia: rimette il Milan davanti al Verona (il Napoli per il momento è agganciato) e lascia Liverani in mezzo a un mare di guai. Ne aveva presi 7 dall’Atalanta prima della sosta, ne incassa altri 4 alla ripresa.
MILAN LOGICO — Il vantaggio con cui il Milan va al riposo è probabilmente quanto di più logico si sia visto nella discontinua stagione dei rossoneri: Pioli mette in campo un 4-2-3-1 dove Rebic si muove da centravanti e il trio alle sue spalle si sdoppia tra pressing e giocate che non lasciano punti di riferimento alla difesa – piuttosto statica, va detto – del Lecce. Il risultato è un Milan quasi sempre molto alto, che ruba i tempi di uscita ai ragionieri di Liverani e impegna Gabriel con regolarità: Bonaventura ci prova sugli sviluppi di un corner, Castillejo si scalda sfruttando una gran bella ripartenza di Hernandez, Kessie cerca la botta da fuori, Theo il diagonale dopo imbucata di Bennacer. Il portiere brasiliano portato in Italia proprio dal Milan di Galliani si oppone, ma è sorpreso al 26’: Calhanoglu, ingestibile pallina da flipper che parte dal centrosinistra e svaria su tutto il fronte di attacco, affonda a destra e mette in mezzo un pallone teso sul quale Castillejo “anticipa” Bonaventura mentre Lucioni e compagnia osservano senza intervenire. È l’1-0 del Milan, che poi perde Kjaer (dentro Gabbia, Pioli non ha altri centrali a disposizione) e rischia in un paio di occasioni: Meccariello al 36’ trova il gol ma la Var annulla per fuorigioco, Lapadula poco prima dell’intervallo sfiora il pari (diagonale fuori) e si arrende a un problema alla caviglia dopo una brutta caduta in uno scontro con Bennacer.
MILAN INSOLITO — Il calo di fine primo tempo preannuncerebbe un Milan balbettante e improvvisamente insicuro come spesso è capitato in quest’annata: il brivido che corre lungo la schiena di Donnarumma dopo un tocco fuori di pochissimo di Babacar (bella discesa di Saponara) pare andare in questa direzione e il rigore che Mancosu trasforma al 9’ – contatto Gabbia-Babacar, la decisione di Valeri sembra piuttosto generosa – fa scattare l’allarme. La reazione della banda Pioli, però, è un colpo di scena: niente soliti psicodrammi collettivi ma una rabbiosa e immediata spinta in avanti, che produce due gol in due minuti. Al 10’, il Diavolo arriva dal cerchio di centrocampo in pochi tocchi, Calha conclude dal limite e Gabriel respinge malissimo: Bonaventura sbuca dal traffico e infila il 2-1. Al 12’, con il Lecce tutto nell’area rossonera, ancora il turco recupera dal limite e lancia Rebic in contropiede: il croato, tutto solo, si fa mezzo campo palla al piede e supera Gabriel. Poi lascia il posto a Rafael Leao, il talentino che ha potenziale da campione ma sbaglia gli approcci: stavolta sorprende anche lui, che di testa confeziona il 4-1 sfruttando un cross di Conti al 27’. E ora sotto con la Roma.
Marco Fallisi
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - CALHA È DETERMINANTE, DAVANTI SEGNANO TUTTI. IL MILAN RIPARTE BENE
G. Donnarumma 6: partita nella quale non deve pressoché nulla. Non può parare un rigore a partita, anche perché Mancosu lo batte benissimo.
Conti 6: qualche incertezza in fase difensiva, ma poi corregge la sua prova nella ripresa, arrivando a fornire l’assist per il gol del 4-1 di Rafael Leao.
Kjaer 6: la speranza è che non si sia fatto nulla di grave al ginocchio. Perché fino a quando è rimasto in campo, ha giganteggiato contro Lapadula. (dal 40’ Gabbia 5,5: un po’ ingenuo nel body-check con Babacar che genera il rigore del momentaneo pareggio leccese).
Romagnoli 6: normale amministrazione in fase di copertura, anche perché è il Milan a fare parecchio la gara.
Theo Hernandez 6: più intraprendente nel primo tempo rispetto al secondo. Impegna Gabriel con un mancino violento, ma centrale che il brasiliano ha bloccato.
Kessie 6,5: discutibile il caschetto di capelli che si fa sopra la testa, ma estetica a parte è decisamente concreto e dominante in mezzo al campo. (dall’86’ Paquetà sv)
Bennacer 6: alza tantissimo il pressing nel primo tempo e va ad anestetizzare le fonti di gioco del Lecce. Nella ripresa mette in pilota automatico. (dall’86’ Biglia sv)
Castillejo 7: sblocca la partita con il suo primo gol in campionato e si mette alle spalle le ultime settimane. Frizzante e attivo sulla corsia di destra. È decisamente dentro la gara e ha gamba. (dal 68’ Saelemakers 6: fa il suo nella parte finale della gara)
Calhanoglu 7,5: entra in tre dei quattro gol. Assist a Castillejo, suo il tiro respinto da Gabriel per il gol di Bonaventura e ancora suo il lancio che manda in porta Rebic. Presente e costante durante tutta la partita.
Bonaventura 6,5; torna al gol ed ha tanta voglia di fare. Perde, in un paio di circostante, il tempo della battuta a rete e per poco non toglie il pallone del vantagio a Castillejo. Però ha ritmo nelle gambe e ha voglia di fare.
Rebic 7: si spara due allunghi di 70 metri per chiudere su Rispoli e questo in dica la sua condizione fisica. Poi, nella ripresa, si fa un contropiede solitario per il gol del 3-1 che sugella un’ottima prova. (dal 68’ Leao 6,5: al primo pallone, fa gol. Deve avere voglia di incidere).
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