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28 febbraio 2018, Lazio vs Milan 0-0   (4-5 d.c.r.)




dal sito www.milannews.it

PROBABILE FORMAZIONE - RIECCO I TITOLARI: A ROMA TORNA CALABRIA, IN ATTACCO PIÙ CUTRONE CHE KALINIC
Dopo aver ampiamente messo mano alla squadra nel ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League, Gennaro Gattuso torna ad affidarsi ai titolarissimi nell’importante match di domani sera contro la Roma. All’Olimpico proseguirà il caldo tour de force, iniziato con il match di andata contro il Ludogorets e reso ancora più rovente dal sorteggio di europeo che ha associato l’Arsenal ai rossoneri. Prima degli inglesi, tuttavia, il Milan affronterà Roma, Lazio e Inter in tre gare che diranno molto sulla stagione rossonera. Per la sfida contro la squadra di Di Francesco, quindi, il tecnico milanista schiererà in campo le proprie certezze. Si ricomporrà la difesa classica con Calabria, unico difensore rimasto fuori dalla partita di giovedì, e Rodriguez sulle fasce mentre Bonucci e Romagnoli formeranno la coppia di centrali.
BBK – La regia della squadra rossonera all’Olimpico, che si prospetta caldissimo, sarà affidata alle sapienti geometrie di Lucas Biglia. L’argentino, dopo un avvio di campionato tutt’altro che esaltante, ha finalmente trovato la forma migliore, portando così numerosi benefici al gioco del Milan che è nettamente migliorato nelle ultime gare. L’ex laziale sarà affiancato da Bonaventura e da Kessie. Il classe 1996 ha saltato la partita contro la Sampdoria per squalifica ed è stato schierato per 56’ contro il Ludogorets, prima di essere sostituito da Mauri. Il 79 rossonero ha quindi avuto modo di ricaricare le batterie per mettere a disposizione per il match contro la Roma la propria pericolosa esplosività negli inserimenti.
PIÙ CUTRONE CHE KALINIC – L’unico dubbio di formazione riguarda l’attacco. Sarebbero, infatti, in ballottaggio Patrick Cutrone e Nikola Kalinic per il ruolo di punta nel match capitolino. Tuttavia il ’98, schierato nell’insolita posizione di esterno offensivo giovedì in Coppa, sarebbe il favorito per una maglia da titolare con l’attaccante croato che dovrebbe accomodarsi in panchina insieme ad Andrè Silva, protagonista di una prestazione opaca contro i Ludogorets. Calhanoglu e Suso si riprenderanno le proprie fasce di competenza, completando il tridente offensivo.
Questa dunque il probabile XI titolare del Milan per il match di domani sera contro la Roma: (4-3-3) G. Donnarumma; Calabria, Romagnoli, Bonucci, Rodriguez; Kessie, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone/Kalinic, Calhanoglu.





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Il rigore decisivo di Alessio Romagnoli
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Donnarumma e Gattuso si abbracciano felici
dopo la sequenza dei rigori che ha premiato i rossoneri
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Video dei festeggiamenti post-partita




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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 1° marzo 2018)
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dal sito www.gazzetta.it

LAZIO-MILAN 4-5 DOPO I RIGORI: GATTUSO VOLA IN FINALE CON LA JUVE
Dopo lo 0-0 nei supplementari, un errore di Luiz Felipe e il gol di Romagnoli dal dischetto mandano in finale i rossoneri, che il 9 maggio sfideranno la squadra di Allegri
Non inganni la mancata esultanza di Alessio Romagnoli dopo l'ultimo rigore di Lazio-Milan, trasformato: in finale di Coppa Italia ci vanno lui e i suoi compagni, solo che il destino si è divertito a servire il colpo del k.o. ai biancocelesti al tifoso biancoceleste che gioca in rossonero. E così, dopo 210 minuti di parità e nessun gol, dopo 14 tiri dal dischetto, il Milan di Rino Gattuso vola all'appuntamento con la Juventus, il 9 maggio, sempre all'Olimpico. Quattordicesima finale per il Diavolo, la quinta contro i bianconeri, ormai sta diventando un classico della competizione. Il rigore del 5-4 finale (dopo lo 0-0 al 120') lo segna, dicevamo, Romagnoli, dopo l'errore fatale di Luiz Felipe. Prima di loro, Strakosha e Donnarumma avevano parato due tiri ciascuno.
RINO, PORTA BLINDATA — Il Milan torna in finale di Coppa Italia a due anni dall'ultima volta, sempre contro la Juve. Allora la giocò - finendo al tappeto - con un traghettatore in panchina, Brocchi, che aveva preso il posto dell'allenatore che aveva portato i rossoneri fino all'ultimo atto, Mihajlovic. Oggi si giocherà il trofeo con un tecnico arrivato come traghettatore e già passato allo status di allenatore del momento: Rino Gattuso è l'anima di questo Milan, lo ha fatto rinascere e in Coppa Italia raccoglie i risultati di un percorso netto. Zero gol subiti (3-0 al Verona, 1-0 all'Inter nei supplementari e doppio 0-0 alla Lazio in semifinale) e un carattere che poche squadre in Italia possono vantare in questo momento. L'ultima volta, la Coppa la decise Morata all'overtime, adesso Allegri è avvisato: questo Diavolo di ferro non conosce stanchezza.
NEI 90' — Nel weekend Inzaghi e Gattuso affronteranno rispettivamente Juventus e Inter, ma non hanno risparmiato nessuno: dentro tutti i titolari, compreso Cutrone tra i rossoneri (Kalinic entra a metà ripresa). Il copione della gara nei 90 minuti è quello che ci si aspettava alla vigilia: i biancocelesti tengono palla e cercano la porta con più insistenza, specialmente nei primi 45', i rossoneri tengono bene le posizioni e provano ad mordere in ripartenza. Donnarumma mura chiunque, da Immobile (colpo di testa al 5') a Milinkovic (tiro ravvicinato al 17') e rischia di confezionare e scartare un regalo per il solito Immobile valutando troppo presto fuori un pallone in profondità che invece per poco non manda a segno il centravanti laziale. La banda Gattuso rimane in "modalità Olimpico" sulla scia del 2-0 alla Roma, anche se con meno lucidità in zona gol: l'occasione migliore capita al 55' sul destro di Calabria, che sfiora la "doppietta" romana in tre giorni dopo aver segnato il primo gol da professionista ai giallorossi, ma Strakosha salva. Ne viene fuori uno 0-0 che più bugiardo di così non si può, con grande equilibrio quanto a gioco tra i due round - più la Lazio nel primo tempo, meglio il Milan nel secondo - e quanto a occasioni: i biancocelesti tirano 5 volte in porta, gli ospiti 4.
MATCH BALL KALINIC — Il conto, nei supplementari, si pareggia e finisce per lasciare con l'amaro in bocca Gattuso. Ringhio intravede il colpaccio con una punizione di Calhanoglu deviata in angolo da Strakosha, un colpo di testa da due passi di Romagnoli (che manda fuori tra le proteste dei laziali per un fallo sul portiere non fischiato da Rocchi) e soprattutto con un contropiede a 2' dai rigori che Bonucci rifinisce alla grande e Kalinic spreca sparando in curva, solo davanti a Strakosha.
Marco Fallisi 


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - BONUCCI-ROMAGNA, MURI E CECCHINI. GIGIO TORNA SUPER. KALINIC DA MATITA BLU, MA È FINALE
G. Donnarumma 7,5: tiene a galla il Milan con tre parate decisive su Immobile e Milinkovic-Savic. Avventuroso in due uscite alte, dove decide di andare col pugno. Para due rigori che sono decisivi nel tenere a galla il Milan nella serie decisiva.
Calabria 6,5: Lulic è una brutta bestia da tenere a bada e anche Immobile e Milinovic-Savic gravitano spesso e volentieri nella sua zona. Rocchi lo ammonisce in maniera molto fiscale, ma Davide – che sfiora il gol – non sembra risentirne. Decisivo nel chiudere un destro al volo di Immobile nei supplementari.
Bonucci 7,5: prova da leader maximo, sia tecnico sia caratteriale. Ringhia sui giocatori della Lazio che si lasciano andare troppo facilmente nei contatti e fa notare a Rocchi certe situazioni. Tecnicamente è lui a guidare la linea che mette spesso in off-side Immobile. Glaciale dal dischetto nel segnare il rigore che manda la serie ad oltranza.
Romagnoli 7,5: difensivamente parlando, fa una partita mostruosa. Anche lui vittima della troppa severità a senso unico di Rocchi, gioca con un giallo sulla testa. Chiude tutto ed è determinante all’alba del secondo supplementare nel fermare Milinkovic-Savic. Si divora il gol della vittoria di testa. Regala al Milan il biglietto per la finale con un rigore perfetto.
Rodriguez 5,5: da sempre quella sensazione di scoprire il pallone quando lo ha tra i piedi. Marusic gli crea grattacapi e Felipe Anderson agisce nella sua zona perché sa che, nel breve, lo svizzero va in difficoltà. Involuzione anche dal dischetto.
Kessie 6,5: partita di grande spessore di Franck, che viene gravato da un cartellino giallo fiscalissimo, ai limiti dell’invenzione, da parte di Rocchi. Il duello fisico con Milinkovic-Savic è di quelli d’altri tempi, ma lui ne esce benissimo. (dal 96’ Montolivo 6: entra per far respirare Kessie e ci mette esperienza e fisico. Calcia maluccio il rigore).
Biglia 6,5: sente la partita, ma il ritorno nell’Olimpico laziale è di grandissimo livello. Perde solo una palla sanguinosa in tutta la partita, ne recupera e ne pulisce una quantità imprecisata e fa valere la sua leadership tecnica in campo.
Bonaventura 6,5: strappa sempre per innescare i contropiedi e Suso non lo premia quando, a fari spenti, aveva occupato il corridoio libero che la difesa della Lazio gli aveva concesso. Toppa un paio di scelte in fase di rifinitura, ma è costante in tutti i 120 minuti. Glaciale dal dischetto.
Suso 5,5: due occasioni del Milan nascono dal suo mancino. Un tiro che Strakosha devia con più di un grattacapo ed il pallone che manda in porta Calabria. Tuttavia non entra nell’economia generale del match come dovrebbe e come richiederebbe l’occasione. (dal 108’ Borini 6: impeccabile dagli undici metri).
Cutrone 6: da solo si trova a dover trottare contro i tre centrali della Lazio. De Vrji, in più di una circostanza, lo soffre e lo perde. Arriva lungo in un paio di circostanze e non chiude uno dei tanti contropiedi concessi dalla Lazio al Milan, ma arriva stanco e poco lucido sul pallone di Bonaventura. (dal 70’ Kalinic 4,5: ha avuto la palla per redimersi, per cancellare mesi di critiche e di digiuno. Solo, davanti a Strakosha, manda la palla della qualificazione sul fondo in maniera dilettantesca. Ad oggi, 25 milioni non giustificabili. Peccato per l’obbligo di riscatto).
Calhanoglu 6,5: ha le Duracel nelle gambe e nei polmoni. È ovunque, sulla corsia di sinistra. Aiuta Bonaventura e Rodriguez, si mangia un gol in contropiede, costringe Strakosha alla grande parata su punizione. Rigore spettacolare.
Gattuso 7: squadra che corre, lotta e soffre. Amministra e si divora tanti gol in contropiede. Viene tradito da Kalinic al tramonto dei supplementari. Ma la sua squadra non muore mai. Capopopolo e caposquadra di una rivoluzione che ha ricompattato sempre più l’ambiente.