dal sito www.gazzetta.it
DOPPIO BENATIA, QUARTO TRIONFO DI FILA
Doppietta del difensore, doppio errore di Donnarumma, gol di Douglas Costa e autorete di Kalinic: i bianconeri dilagano nel secondo tempo e vincono la coppa per la quarta stagione di fila
L'impero colpisce ancora. Sempre Juve, solo Juve in Coppa Italia, un torneo che è diventato una dittatura bianconera, una competizione a cui partecipano in 78, dalla Serie A alla D, e alla fine vincono sempre loro, quelli con la maglia bianconera addosso. Al Milan Madama concede un tempo di equilibrio, poi lo tritura nel giro di 8 minuti (Benatia-Douglas Costa-Benatia, con gli omaggi di Donnarumma) e lo affossa con un altro regalo, l’autorete di Kalinic. Il Diavolo si interrogherà a lungo su una stagione fallimentare, mentre la Juve conta le Coppe Italia in bacheca: siamo a 13 successi, di cui gli ultimi quattro consecutivi, record. Siamo al quarto double consecutivo Coppa Italia-scudetto, record (virtuale, la matematica ci impedisce ancora di assegnarle il titolo di campione di Italia). Siamo alla quarta Coppa Italia di fila vinta dallo stesso allenatore, altro record: anche Mancini ed Eriksson hanno calato il poker, ma non col filotto come ha fatto stasera Allegri.
TRA DOHA E L’OLIMPICO — L’ultima volta che si erano giocate un trofeo, Juve e Milan si erano incrociate a Doha, e il miracolo di Gigio Donnarumma su Dybala al rigore decisivo aveva regalato la Supercoppa ai rossoneri. Un anno e mezzo dopo, i guanti del bambino prodigio col 99 hanno fatto disastri, mettendo al sicuro il vantaggio firmato Benatia all’11’ del secondo tempo (testa vincente su angolo di Pjanic) con una doppia papera: un tiro di Douglas Costa dal limite non trattenuto (16’) e un colpo di testa di Mandzukic respinto malamente sul piede del marocchino (19’). Dall’altra parte, il 40enne Buffon ha esaltato la curva bianconera parando di tutto (nulla di irresistibile, per la verità, anche se Cutrone e Suso lo impegnano sullo 0-0): doveva essere un passaggio di consegne dell’eccellenza italiana tra i pali, è stato un confronto impietoso stravinto da Gigi.
FOTOGRAFIE — Allegri ha raccolto il massimo con il minimo sforzo: troppo brutto e debole per essere vero il Milan della ripresa, troppi regali dai gattusiani, oggettivamente non all’altezza di una finale. E così questo 4-0 bianconero è la foto perfetta della stagione di entrambe: Juve bella a sprazzi e non più dominatrice del gioco come ci aveva abituato negli anni passati, ma ricca di risorse, sempre solida e perciò vincente. Benatia firma due gol ma nel primo tempo guida la difesa materializzandosi su ogni potenziale pericolo rossonero, Dybala stavolta non segna ma è lui che accende la luce a inizio ripresa chiamando Donnarumma agli straordinari tre volte di fila, prima del crollo di Gigio; Cuadrado e Douglas saltano l’uomo, a differenza di Suso e Calha, e creano scompiglio. Il Milan incassa, crolla sul più bello e il presidente Li Yonghong, in tribuna, assiste all’autogol dell’uomo da 30 milioni che avrebbe dovuto garantire le reti per la Champions. Invece, se Europa sarà, sarà quella minore. E col rischio di partire dai preliminari.
Marco Fallisi
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - GIGIO, ERRORI GRAVISSIMI. TRACOLLO VERTICALE DAL QUALE SI SALVANO IN TRE
G. Donnarumma 4: Va in cortocircuito con la prima papera su Douglas Costa, che bissa in occasione del 3-0 di Benatia. Una serata da libro degli orrori, perché aveva disinnescasto Dybala per quattro volte: prima su tiro-cross e poi sul mancino a giro a inizio ripresa e infine su un fendente che genera l’azione del gol dell’1-0 della Juve.
Calabria 5: rispetto a due anni fa, dove giocò una grande finale, questa volta non si ripete. Douglas Costa è uno spauracchio che gli disinnesca la possibilità di spingere come vorrebbe.
Bonucci 5,5: capitano di una nave che affonda non per colpa sua, ma della quale è comunque il leader. Lo psicodramma milanista lo rende impotente davanti agli errori marchiani dei singoli.
Romagnoli 4,5: perde Benatia in occasione del gol della Juventus ed è un errore pesante, perché il marocchino scappa dalla sua marcatura e la incrocia perfettamente alla sinistra di Donnarumma. Va in tilt come tutta la squadra.
Rodriguez 5,5: non fa una brutta partita, anche perché tre gol arrivano su calcio d’angolo e gli uomini che segnano non sono di sua competenza. Ma in tre circostanze, in fase offensiva, la fascia sinistra avrebbe avuto bisogno di lui.
Kessie 5: arriva alla finale con le pile scariche e si vede. Ci mette 30 minuti per rompere il fiato e trovare qualche spunto che sia degno di essere segnalato. Affonda con tutta la baracca.
Locatelli 6: è tra i pochissimi a meritare di salire sulla scialuppa di salvataggio. Parte a cablaggio ridotto, poi si scrolla di dosso la paura e alza il ritmo della sua partita. Impegna anche Buffon per provare a rendere meno pesante il passivo. Esce per salvaguardia in vista di Bergamo. (dall’80’ Montolivo sv).
Bonaventura 6: superata la metà del primo tempo ha la palla per spaccare la porta, ma la colpisce con lo stinco sinistro. Nel naufragio generale, è quello che di fatto ha creato di più in fase offensiva. Tra gli ultimi a mollare e gliene va dato atto.
Suso 4,5: impegna Buffon con un mancino velenoso a metà del primo tempo. Ma li finiscono i segni della sua presenza in campo. Ancora una volta, nelle grandi occasioni, si scioglie come neve al sole. (dal 68’ Borini 5,5: entra per togliere minuti a Suso in vista dell’Atalanta. Punto).
Cutrone 5: costruisce con Calhanoglu la prima occasione del match per il Milan, ma sul più bello, spara centrale su Buffon con tutto lo specchio della porta aperto. Poi non gli arriva più un pallone e la connessione con i compagni si inceppa (dal 62’ Kalinic 4,5: ritrova il gol, ma nella sua porta con un bell’anticipo su Donnarumma).
Calhanoglu 6: se la squadra avesse la sua voglia, determinazione e classe, probabilmente staremmo parlando di un Milan da primi quattro posti. Picchiato da Cuadrado e da Benatia, merita il salvagente per l’impegno che ci ha messo.
Gattuso 5: doveva essere una finale da coppa del Mondo, ma il suo Milan crolla verticalmente nella ripresa. Effettivamente la parte positiva della prestazione dura 30 minuti circa. Gli altri 60, conditi da errori sesquipedali dei singoli, sono da museo dell’orrore. E l’Atalanta domenica sente già l’odore del sangue.
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