dal sito www.gazzetta.it
IL PORTIERE BRIGNOLI SEGNA AL 95', PRIMO PUNTO IN A
Gattuso debutta con un pari clamoroso: Brignoli di testa segna all'ultima azione e regala un risultato storico ai suoi, ai rossoneri non bastano Bonaventura e Kalinic. Espulso Romagnoli
Rampulla, spostati. Il nuovo mito dei portieri in libera improvvisazione, il nuovo simbolo degli uomini in lotta con la banalità – perché restare in porta quando tutto sembra crollare? – è Alberto Brignoli da Trescore Balneario (Bg), portiere del Benevento di proprietà della Juve. Al minuto 50 del secondo tempo, con il Milan avanti 2-1, è andato nell’altra area e ha girato in porta il 2-2 da attaccante: gol a Gigio Donnarumma, un collega da 60 milioni e notorietà planetaria. Questa fa il giro del mondo, in giornata la vedranno a Sydney, a Mosca, a San Francisco. Cinque minuti dopo, quando lo speaker urla, “risultato finale Benevento-Milan 2-2”, lo stadio ancora non ci crede. Il Benevento ha fatto il primo punto della sua vita in Serie A, nel modo più originale del mondo. Il Milan invece torna a casa incredulo: i gol di Bonaventura e Kalinic, forse rinati dopo mesi di difficoltà con la prima partita di Gattuso, così servono a poco.
IL MILAN DI GATTUSO — Tutto strano, ma meritato. La partita infatti aveva mandato un messaggio da Benevento a Pomigliano d’Arco, distanza 41 chilometri: non è più il Milan di Montella. Se questo sia il Milan di Gattuso - e se tutto questo sia un bene o un male - non è ancora chiaro, ma di sicuro la squadra è diversa. Non necessariamente migliore o peggiore, diversa. Hanno segnato Bonaventura e Kalinic, entrambi in fase decisamente scura negli ultimi tempi con l’allenatore-Aeroplanino, e il Milan ha giocato una partita molto più difensiva del previsto. Molto meno possesso rispetto alle abitudini, tanto aiuto reciproco come piace a Gattuso e qualche momento di sofferenza sia in undici sia nell’ultimo quarto d’ora più recupero, quando Mariani ha espulso Romagnoli per doppia ammonizione. Gattuso in difesa è passato immediatamente a quattro, poi addirittura a cinque quando ha scelto Zapata per Suso. L’uomo è concreto e non si fa problemi se gli ultimi cinque minuti diventano un assedio del Benevento, che altri allenatori delle grandi non tollererebbero.
I TRE GOL — Il Benevento, appunto. De Zerbi comincia con un abbraccio riappacificante con Gattuso e chiude col sorriso. Anzi, forse ha addirittura dei rimpianti. Un po’ per un paio di occasioni mancate, un po’ per la natura dei gol. Il primo è episodico e, banalmente, nasce da una rimessa laterale di Borini. Kessie fa la cosa che gli riesce meglio in questi tempi grami: difende palla e vince un duello col fisico sulla linea di fondo, poi scucchiaia da destra oltre la difesa per Bonaventura. Jack tira due volte di testa in due secondi: il primo tiro finisce a metà tra Kalinic e Brignoli, che si contendono la palla col risultato di scatenare un rimpallo. Quando un difensore allontana, Bonaventura è al posto giusto per il secondo tentativo, quello buono. Il secondo gol è da distrazione. Angolo per il Milan da destra, la palla va a Bonaventura che crossa e Kalinic, dimenticato dalla difesa, firma il bigliettino per i ringraziamenti e appoggia in porta. In mezzo, il pareggio durato sette minuti. Altro angolo, questa volta da sinistra, tiro fortissimo di Letizia da lontano e tap-in di Puscas, attaccante prestato dall’Inter, dopo la bella parata di Donnarumma. Un mezzo gol da derby.
LA PARTITA — Il resto è calcio di lotta, con un Milan povero di idee offensive, Montolivo e Kessie in buona giornata, Suso molto opaco. Nel complesso, una partita mediocre. I primi 35 minuti sono una pubblicità ai lunghi sabati sera con amici, quelli con rientro assonnato alle 6 di mattina: dormite pure fino all’una, tanto nell’anticipo succede pochino. Il Milan è ordinato ma offensivamente quasi nullo, così il Benevento spesso fa la partita. De Zerbi deve aver pianificato attacchi laterali, alle spalle di Borini e Rodriguez, perché dall’inizio cerca D’Alessandro e Parigini con lanci lunghi. Il piano ha un senso perché Donnarumma rischia un paio di volte su altrettanti cross da destra. Parigini al 21’ libera con una sponda Memushaj, che calcia fuori, e al 32’ fa fare la stessa fine a una palla extra lusso di D’Alessandro. Gattuso un po’ si agita ma nel complesso trova il modo di stabilizzare la partita, con un paio di chiusure di Bonucci e dieci uomini a difendere in alcuni momenti del secondo tempo. Sembra la prima partita di una nuova epoca, invece sarà ricordata come un mondo a parte: il pomeriggio in cui Brignoli ha segnato a Donnarumma.
Luca Bianchin
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - I MIGLIORI BONUCCI E BONAVENTURA NON BASTANO. AL VIGORITO UN INCUBO DIVENTATO REALTÀ
G. Donnarumma 6: a suo modo passerà nella storia per esser stato il primo portiere del Milan ad aver preso gol da un collega. Ma prima della prodezza di Brignoli, aveva potuto fare poco sul tap-in di Puscas, che nasce da una sua super parata sulla volé di Letizia che vede sbucare all’ultimo.
Musacchio 5: quando Parigini lo punta a campo aperto sono sempre dolori, anche perché Borini non lo aiuta quasi mai. Non sa chi prendere nell’assalto finale del Benevento tra Brignoli, che gli prende il tempo e l’avversario che gli taglia davanti.
Bonucci 6,5: nel cataclisma milanista, è uno dei pochi a poter uscire dal Vigorito a testa alta. Interventi sempre puntuali e precisi, mai una sbavatura e lanci che tornano ad essere precisi come ai tempi della Juventus.
Romagnoli 5: voto dettato più dalla pesantezza della sua uscita, a livello numerico, che dalla prova in generale. Ma con un giallo già sul groppone, poteva legger meglio la situazione che ha portato all’espulsione.
Borini 5: completamente fuori fase. Il Benevento lo tagliava sempre fuori con la palla alta e poi dorme, in combinata con Kessie, in occasione del gol del pareggio di Puscas. (dal 60’ Abate 5: rileva uno spento Borini, ma lui non è che accenda la luce sulla corsia di destra. Dal suo fallo su D’Alessandro nasce la punizione del 2-2 del Benevento sulla quale lui non marca nessuno).
Kessie 6: nel computo del risultato, entra in due gol. Il primo è quello del Milan, dove crea la palla che poi Bonaventura, al termine di un batti e ribatti, mette dentro. Il secondo, invece, è il “vai tu che vado io” con Borini che apre la strada a Puscas per il pareggio. Dentro la partita, però, non fa male.
Montolivo 6: conferma il suo buono stato di forma con un’altra prova ampiamente sufficiente. Il Benevento spesso gli lascia spazio per pensare e lui interagisce bene con i compagni. (dal 73’ Biglia 5,5: entra molle in un momento delicato della partita e anche nei minuti finali non è lui).
Rodriguez 6: da esterno rende certamente meglio che da centrale e si vede. Poi, alla lunga, è costretto a pensare più alla fase difensiva che a quella offensiva.
Suso 5: pochi spunti degni di nota. Contro un avversario di caratura non eccelsa, era legittimo aspettarsi una gara diversa da parte sua. (dall’87’ Zapata sv).
Kalinic 6: prima si mangia il gol dell’1-0 dopo aver intercettato un retropassaggio verso Brignoli. Poi entra nell’azione del gol di Bonaventura anticipando il portiere beneventano e, infine, segna il gol del momentaneo 2-1.
Bonaventura 6,5: partita in crescendo quella di Jack, che riposizionato come esterno d’attacco ritrova, seppur dopo una fase di rodaggio, le sue giocate. Si sblocca con il gol dello 0-1 e poi mette in porta Kalinic per quello del 2-1 milanista.
Gattuso 5,5: una settimana di lavoro è forse troppo poco per poter incidere come vorrebbe sulla testa dei giocatori ed il risultato si è visto. L’espulsione di Romagnoli lo porta ad abbassare il baricentro. Ma rimarrà nella storia per aver regalato il primo punto in A al Benevento.
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