dal sito www.gazzetta.it
NAPOLI-MILAN 3-0: BENITEZ A -4 DALLA LAZIO, INZAGHI AL 3° K.O. DI FILA
I rossoneri restano subito in dieci per l'espulsione di De Sciglio, resistono fino al 70' anche grazie al rigore parato da Diego Lopez a Higuain, poi crollano subendo tre reti in sei minuti da Hamsik, Higuain e Gabbiadini
NAPOLI, 3 maggio 2015 - In vigilia Inzaghi raccontava che a fine stagione non vorrà avere rimpianti. Missione impossibile, ovviamente. E non solo perché il 31 maggio, oltre a essere l’ultima di campionato, sarà anche la sua ultima partita alla guida del Milan. Ma perché sarebbe bastato davvero poco per riuscire ad arrivare al sesto posto, e quindi in Europa, visto il cammino a singhiozzo delle concorrenti. I rossoneri invece si sono sgonfiati proprio quando c’era da preparare lo sprint decisivo e quindi non stupisce che anche al San Paolo sia andata male: 3-0 (gol di Hamsik, Higuain e Gabbiadini), terza sconfitta nelle ultime tre gare. Anche perché il Napoli – un’altra che ama l’ottovolante – ha invece l’obiettivo ben preciso di restare aggrappato con le unghie al terzo posto (che adesso dista una lunghezza in meno: da più 5 a più 4) e, perché no, anche al secondo.
ASSENZE — D’altra parte non avrebbe potuto finire diversamente se è vero che i numeri consegnano al Milan una sola vittoria nelle ultime dodici trasferte e, più in generale, due punti nelle quattro partite che precedevano questa sfida. In più ci si sono messi anche diversi problemi di formazione, dal momento che Inzaghi ha dovuto fare a meno in un colpo solo di Abate, Mexes e soprattutto Menez, tutti squalificati. Il francese è capace di qualsiasi cosa nel bene e nel male (ultimamente soprattutto nel male), ma resta anche l’unico capace di inquadrare la porta con continuità. Così Pippo in avanti si è affidato a Destro, la cui avventura stagionale in rossonero si sta concludendo nel peggior modo possibile. Anche il Napoli, peraltro, era reduce da uno scossone notevole: il poker incassato a Empoli ha smorzato l’entusiasmo delle gare precedenti e comunque la testa è già ormai tutta alla semifinale di Europa League di giovedì contro il Dnipro (San Paolo piuttosto vuoto, infatti: si riempirà in coppa). I ballottaggi Gabbiadini-Hamsik e Inler-Jorginho vengono vinti dallo slovacco e dal brasiliano.
LENTEZZA — Lo shock rossonero in avvio è di quelli violenti, perché quando De Sciglio atterra Hamsik in area, dopo essersi fatto infilare molto ingenuamente, sono passati soltanto 43 secondi. Sembra tutto già fin troppo scritto e prevedibile, ma Higuain non fa i conti con Diego Lopez, che gli mura il destro dal dischetto con un intervento da urlo (è il terzo rigore sbagliato in questo campionato). Può capitare, certo, e comunque tutti pensano che la capitolazione del Milan sia solo questione di minuti, anche perché Destro fatica a tenere palla e praticamente si gioca in un’unica direzione (quanto sarebbe servita una punta come Menez in una circostanza del genere). Invece i rossoneri riescono a compattarsi in un 4-4-1 cortissimo e strettissimo, dove il Napoli fa una gran fatica a infilarsi. La colpa più grave degli azzurri è non essere riusciti ad alzare quasi mai il ritmo: giro palla troppo lento, con poche verticalizzazioni. Così il Milan non ha fatto altro che attendere senza troppi patimenti. Il tutto permettendosi anche qualche alleggerimento: al 13’ una bella combinazione porta al tiro Bonaventura ed è lo stesso Jack ad avere la palla più pericolosa di tutto il primo tempo, con un colpo di testa che scheggia il palo e mette i brividi a un immobile Andujar. Chiaro, sono solo un paio di sprazzi in mezzo a un tormentone azzurro, che però al massimo produce un bel tiro di Hamsik sul finire di tempo. Un po’ pochino per una squadra in superiorità numerica.
CROLLO — Il Napoli se ne accorge e nella ripresa prova, riuscendoci, ad alzare i ritmi. Nulla di così vertiginoso, ma c’è più lavoro sulle fasce e più inserimenti, con l’effetto che il Milan si allarga e apre più spazi. Inzaghi prova a inserire una punta fresca, Pazzini, per Destro, che non la prende molto bene. Mossa che non sortisce effetti. Al 14’ un tiro di Hamsik (forse deviato da Paletta) sbatte contro il palo, al 23’ Gabbiadini non arriva per un millimetro (anche perché è tenuto per la maglia da Paletta) su un cross di Ghoulam. E’ il preludio al gol di Hamsik, che approfitta di un respinta corta di Bonera e la piazza dove Diego Lopez non può arrivare. Il gol produce sul Milan un effetto devastante: il bel lavoro difensivo visto sino a quel momento crolla e insieme crolla la tenuta psicofisica. Così Higuain raddoppia e Gabbiadini fa il tris. Tre gol in soli sei minuti. Partita chiusa (con Inzaghi che fa debuttare in A il Primavera Felicioli) e Milan nuovamente alle corde. Ma ormai non fa più notizia.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
MILAN STOICO, MA NON BASTA. DIEGO LOPEZ PARA QUASI TUTTO. DE SCIGLIO, CHE ERRORE
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 7: pronti, via e ipnotizza Higuain nel duello tutto tra ex Real Madrid dagli undici metri. Para tutto quello che può, cade sotto i colpi dei partenopei che sfondano per forza d’inerzia.
De Sciglio 4: entra nei libri di storia per l’espulsione più veloce della storia della Serie A (battuto il record di Oliveira del campionato 1998-99). Il suo fallo su Hamsik lascia il Milan in 10 per 90 e rotti minuti. Speriamo che questo momento finisca il più presto possibile.
Alex 5.5: finché riesce, resiste all’urto dell’onda napoletana. Poi, però, viene travolto.
Paletta 6: la sua prova sarebbe da 7 se il Milan fosse riuscito a tenere il pareggio fino alla fine. I tre gol che arrivano, con errori di reparto, fanno abbassare il giudizio, che però non può andare sotto la sufficienza.
Bocchetti 4.5: in estrema difficoltà sia con Insigne sia con Callejon. (dal 61’ Bonera 5: rinvio errato, seppur in condizioni d’equilibrio precario, in occasione del gol di Hamsik).
Poli 5: gioca 90 minuti da terzino, ma lo fa più con il cuore che con il resto. Il Napoli capisce che quello può essere il lato debole del Milan e fa si che si giochi spesso nella sua zona. Nell’azione del 2-0 perde il taglio di Mertens.
De Jong 5.5: fa legna, lotta, ma non basta.
Van Ginkel 4.5: travolto totalmente dall’impeto degli avversari.
Bonaventura 6: l’unico che si rende pericoloso con un colpo di testa che colpisce il palo. Dei tre d’attacco è quello che crea qualcosa. (dall’84 Felicioli sv: esordio assoluto in Serie A per lui).
Destro 5: già fa fatica quando il Milan gioca in 11, figuriamoci in 10. Non gli arriva un pallone – come troppo spesso accade – ed esce in aperta polemica con Inzaghi. (dal 57’ Pazzini 5: stesso discorso, senza la vena polemica, fatto per Destro).
Honda 5: prestazione incolore del samurai, anche lui in crisi d’identità. |