dal sito www.gazzetta.it
MILAN-GENOA 1-3: INZAGHI CROLLA ANCORA, GASPERINI IN ZONA EUROPA LEAGUE
Bertolacci, Niang e Iago condannano i rossoneri alla quinta sconfitta stagionale a San Siro. Inutile la prodezza di Mexes, Menez espulso nel momento migliore dei rossoneri. Il pubblico fischia, mentre i rossoblù balzano al sesto posto scavalcando anche la Fiorentina
MILANO, 29 aprile 2015 - Dormire quattro notti a Milanello non è servito neppure a ritrovare l'orgoglio: il Milan arricchisce la collezione di figuracce e contro il Genoa subisce la quinta sconfitta della stagione a San Siro. Finisce 3-1 per i rossoblù che la spuntano grazie ai gol di Bertolacci, Niang e Iago, scavalcano anche la Fiorentina e balzano al sesto posto entrando in zona Europa League. Fino a due settimane fa era anche l'obiettivo di Inzaghi. Ma questa squadra allo sbando, con alle spalle una società probabilmente in vendita, non può ambire a nulla. La Sud contesta Galliani e invoca la Primavera in campo, San Siro fischia sonoramente: la pazienza è finita da un pezzo e quel "Basta" disegnato dagli ultrà è lo specchio dell'umore dei tifosi. Anche l'avventura di Pippo, del resto, sembra al capolinea: Galliani si è preso una notte di tempo, poi dovrebbe affidare la panchina a Cristian Brocchi fino al termine della stagione.
DOMINIO Bastano 46 secondi per capire cosa ne sarà di Milan-Genoa: Bertolacci, schierato a ridosso di Niang, è libero di calciare dal limite chiamando Diego Lopez al primo intervento della serata. Il portiere guadagna in pochi minuti la palma del migliore in campo mettendo a referto un'uscita tempestiva su Bergdich e un'altra grande parata su Niang, più quella doppia su Iago e Lestienne all'88'. Il Milan semplicemente non esiste: Inzaghi si inventa Cerci falso nove per disorientare Gasperini e invece disorienta solo la sua squadra: il tridente con Honda e Menez non produce alcun pericolo e gli unici brividi a Perin li mette Burdisso con un paio di ingenuità. Gli esperimenti del Genoa funzionano decisamente meglio: perso Perotti, Bertolacci più avanzato è l'idea migliore perché dà il la al pressing e perché al 37' si inventa un gol pazzesco andando via al lentissimo Van Ginkel e saltando lo sciagurato Rami prima di battere Diego Lopez. Rincon e Bergdich, mezzali di un inedito centrocampo a 5, alternano coraggiose sovrapposizioni a sapienti coperture degli esterni Iago ed Edenilson con il primo che si occupa anche di tenere a bada Bonaventura, mentre Tino Costa non sembra risentire dell'assenza di 25 giorni, comanda le operazioni da regista e partecipa attivamente al 2-0 in apertura di ripresa con il tiro deviato in rete da Niang. È la vendetta quasi involontaria dell'ex che spiana la strada a un successo storico: il Genoa non vinceva in casa del Milan dal 1958.
REAZIONE— Il gol di Mexes che al 65' riapre teoricamente la partita è un capolavoro: destro sotto la traversa con Perin incolpevole. La prodezza quasi stona con la partita inguardabile del Milan, il cui sussulto d'orgoglio viene rovinato dall'espulsione di Menez: il secondo giallo al francese è un errore dell'arbitro perché il fallo lo commette Mexes, ma anche il difensore, in ogni caso, era già ammonito e avrebbe meritato il rosso. Inzaghi si gioca il tutto per tutto con Pazzini e Destro, ma non ne ricava nulla. E mentreBerlusconi è seduto a tavola con Mr. Bee a decidere il futuro del Milan, al 93' Iago segna il rigore che chiude la partita e spiega bene qual è il presente di una squadra che non c'è più.
Ivan Palumbo
dal sito www.milannews.it
LA BARCA E' AFFONDATA DEFINITIVAMENTE CON UNA PRESTAZIONE INDEGNA
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 6,5: se il Milan evita l'imbarcata è merito suo, che soprattutto nel primo tempo compie tre parate importanti.
Abate 5: fumoso e sempre in difficoltà.
Rami 4: dopo aver perso Badu a Udine, è colpevole nel gol di Bertolacci che sblocca la partita.
Mexes 6: cerca, in qualche modo, di tenere in piedi la baracca. Segna un eurogol che servirà solo per le statistiche.
De Sciglio 5.5: nel piattume generale, anche lui non brilla al suo rientro da titolare. (dall'81' Destro sv).
Van Ginkel 4.5: perde il pallone dal quale nasce l'azione del gol del vantaggio genoano. Impreciso, impalpabile, inconcludente.
De Jong 5: travolto dal ritmo della squadra di Gasperini.
Bonaventura 5.5: pur essendo in difficoltà fisica (è stanco), è l'unico che prova a trovare qualche giocata, senza successo.
Honda 4: il samurai è rimasto in Giappone a dicembre. (dal 54' Pazzini 5: si sbatte, affonda con tutta la nave)
Cerci 4: un fallimento totale
Menez 3: continua la sua fase irritante. Non conclude niente, si fa cacciare e rischia un lungo stop per aver dato del figlio di buona donna all'arbitro.
Inzaghi 4: la barca è affondata definitivamente
dal sito www.pianetagenoa1893.com - a cura del prof. Stefano Massa
CAMPIONATO 1914/15, IL SETTIMO SIGILLO: IL GENOA CALA IL TRIS COL MILAN E TORNA IN TESTA
Campionato Italiano di Prima Categoria 1914/1915
Risultati e classifiche di domenica 9 maggio 1915
ITALIA SETTENTRIONALE Girone Finale
Risultati della IV giornata: a Genova: Genoa-Milan 3-0; a Milano: Internazionale Milano-Torino 2-1.
Classifica dopo la IV giornata: Internazionale Milano, Genoa punti 5; Torino punti 4; Milan punti 2.
ITALIA CENTRALE Girone Finale
Risultati della V giornata: a Pisa: Pisa-Lucca 4-0; a Roma: Roman-Lazio 1-5.
Classifica dopo la V giornata: Lazio punti 8; Pisa punti 6; Roman [una partita in meno]; Lucca [una partita in meno] punti 2.
ITALIA MERIDIONALE Girone Campano
Il campionato avrà inizio domenica 16 maggio 1915.
Contro il Milan il Genoa si riscatta e torna in testa alla classifica del Girone Finale dell’Italia Settentrionale
GENOVA, 9 maggio 1915
Non è stato sicuramente facile il lavoro che questa settimana Garbutt ha dovuto fare per ricostruire moralmente e tatticamente il Genoa dopo la disfatta (1-6) subita nell’ultima partita di campionato disputata (in trasferta contro il Torino). L’incontro casalingo di oggi con il Milan, sulla carta quello con il coefficiente di difficoltà più basso tra i sei del Girone Finale dell’Italia Settentrionale, è stato affrontato con lo spirito giusto, come dimostrato dal fatto che due dei giocatori che avevano più deluso domenica scorsa, il terzino destro Casanova II e il centromediano C. Sardi I (quest’oggi finalmente calato in pieno nella parte che il ruolo richiede), sono stati tra i migliori in campo. Anche l’allenatore inglese ha corretto gli errori che aveva commesso nella partita malamente persa sette giorni fa, operando cambiamenti meno sperimentali alla formazione-base, che deve fare i conti con gli impegni miltari di molti elementi: ha tolto di squadra gli inesperti Barabino e Bergamino I, riproponendo come mediano sinistro al posto del titolare Leale (assente come A. Magni, sostituito da Pella) l’affidabile Traverso I, che era sceso in campo l’ultima volta due mesi fa a Casale Monferrato, e schierando come centravanti il recuperato Walsingham, con conseguente spostamento di Benvenuto I a mezzala destra. Il funambolico attaccante inglese ha avuto il fondamentale merito di sbloccare il risultato dopo cinque minuti (per la prima volta nelle partite dei rossoblù nella fase finale la prima rete dell’incontro non è stata segnata dagli avversari), facendo sì che svanissero i timori di non poter più competere per il primato e che lo scoramento si trasferisse tra le fila della compagine rossonera (oggi nella stessa formazione che aveva affrontato in casa il Genoa tre settimane fa, con l’unica variante dell’inserimento di Er. Morandi all’ala destra e il conseguente spostamento di Greppi a centravanti al posto di Mosca), che solamente con un én plein nelle tre partite (le prime due delle quali in trasferta contro Genoa e Torino) del girone di ritorno avrebbe avuto qualche speranza di agganciare, con otto punti in totale, la vetta della classifica in solitudine o in coabitazione. Gli ospiti dopo solamente un’ora di gioco hanno pagato la tassa «dell’almeno tre reti al passivo» imposta dal Genoa nelle partite casalinghe (finora dieci, tutte vinte, con 51 reti segnate e 5 subite) di questo campionato ad ogni avversaria, con l’unica eccezione dell’Alessandria (che uscì sconfitta 1-2 dallo “Stadium” prospiciente alla stazione di Brignole domenica 29 novembre 1914). Il Milan si è dimostrato, come già evidenziato nelle due precedenti esibizioni nella propria città (1-1 interno contro il Torino e 1-3 esterno contro l’Internazionale Milano), di caratura inferiore alle altre tre contendenti del Girone Finale dell’Italia Settentrionale e solamente il portiere L. Barbieri e la talentuosa mezzala sinistra belga Van Hege si sono dimostrati validi e Sala, Scarioni II e Soldera I elevati sulla mediocrità generale. La prestazione dell’arbitro Pedroni II di Milano è stata insoddisfacente, quella del Genoa di livello medio (tutto sommato, quindi, positiva, visto il peso psicologico della disfatta subita domenica scorsa), con note di merito, oltre che per i due soprammenzionati, per il portiere Rolla (poco impegnato, ma sempre pronto negli interventi, che gli hanno permesso di mantenere inviolata la porta genoana, cosa che non accadeva dall’incontro interno vinto domenica 7 febbraio 1915 con lo stesso risultato contro i campioni d’Italia del Casale, visto che nei successivi sei incontri, i primi tre con Lissoni tra i pali e gli altri con lui, essa era stata infilata per ben 15 volte), per capitan R. De Vecchi (oggi con la rete del definitivo 3-0 su calcio di rigore per la prima volta a segno contro la sua ex squadra), per Pella, per Berardo II (opportunista nel segnare la seconda rete e nel procurare il calcio di rigore per la terza), per Walsingham e per Santamaria I (oggi a digiuno di segnature, dopo il «filotto» di quattro partite consecutive con ben 10 reti). A Milano in una partita che ha lasciato uno strascico di polemiche da parte degli ospiti, che hanno accusato di partigianeria l’arbitro Portigliatti, socio della Juventus (quello che tre domeniche fa aveva convalidato la rete-fantasma di Santamaria I sul “Campo del Milan”), reo, a loro giudizio, di non aver annullato la prima rete dell’Internazionale Milano di Agradi I, viziata da fuorigioco, e di avere ad essa concesso due calci di rigore (il primo fallito da Cevenini III e il secondo trasformato da Cevenini I), il secondo dei quali per un fallo di mani involontario di Ca. De Marchi, il Torino, sconfitto 1-2, ha perso l’imbattibilità in campionato ed ha ceduto il primato in classifica ai rossoblù e ai neroazzurri (in testa con 5 punti), che si dovranno affrontare domenica prossima sul campo di questi ultimi. C’è da dire che, se nei voti della compagine di Pozzo c’è il pareggio nello scontro tra le due capoliste rivali, la formazione che avesse la meglio metterebbe una serissima ipoteca sulla vittoria nel Girone Finale dell’Italia Settentrionale e sulla – a quel punto indiscutibile – conquista del titolo nazionale. A sei chilometri dallo stadio di Marassi quattro giorni fa, a Quarto dei Mille, Gabriele d’Annunzio con il suo discorso interventista ha «dato una spallata» notevole in direzione dell’ingresso dell’Italia nel conflitto, sicché non si sa se il Campionato avrà termine e, qualora si giochino ancora degli incontri, con quali formazioni le squadre, che hanno molti giocatori in grigioverde, li possano affrontare. I neroazzurri finora hanno vinto tutti gli incontri disputati a Milano (dieci successi sul loro campo di via Carlo Goldoni, con 68 reti fatte e 3 subite, e due nei derbies esterni, giocati in casa dell’Unione Sportiva Milanese e della Juventus Italia, rispettivamente per 4-2 e 4-1), mentre il Genoa nelle trasferte contro avversari competitivi ha finora perso tre incontri (0-3 con l’Alessandria, 1-2 con il Casale e 1-6 con il Torino), ne ha pareggiato uno (1-1 con il Milan) e ne ha vinti due (8-0 – ottenuto, peraltro, a Genova – con l’Andrea Doria e 5-2 con la Juventus). Il favore dei pronostici per l’incontro e per il primato finale nel girone (davvero pieno di colpi di scena!) va, quindi, all’Internazionale Milano, che nell’ultima giornata dovrà affrontare il Milan sul campo dei rossoneri, i quali, al di là della rivalità cittadina, appaiono avversari molto meno ostici di quanto saranno quella domenica i calciatori del Torino per il Genoa sul campo dei rossoblù. Gli uomini di Garbutt sono costretti per non dire addio al sogno di rivincere il campionato dopo undici anni a fare almeno tre punti, che, dando per scontate due sconfitte del Milan negli ultimi due incontri, varrebbero loro uno spareggio finale con l’avversaria che in quelle due partite non avessero sconfitto.
Stefano Massa
CITAZIONE DAL GIORNALE MILANESE LA GAZZETTA DELLO SPORT [articolo di Attilio Carbone]: Non è potuto [sic!: potuta] certo sfuggire a chi ha seguito il Genoa in questi ultimi incontri la china pericolosa o forse fatale per la quale si è abbandonata purtroppo la bella e brillante compagine rosso-bleu.
Il Genoa poderoso, il saldo team che sotto le severe cure di mister Garbutt aveva superate [sic!: superato] le difficili gare eliminatorie [cioè: del Girone Eliminatorio e del Girone di Semifinale] [dell’Italia Settentrionale] e minaccioso per tutti i più agguerriti avversari si appressava con serii [sic!: seri] titoli alla conquista [della vittoria] finale è andato lentamente rilasciandosi [cioè: indebolendosi], perdendo, di gara in gara, [quasi] tutto il suo valore, [quasi] tutta la sua poderosa efficienza. È strano, ma in ogni stagione il Genoa deve soggiacere alle più dolorose crisi che lo colgono proprio nei momenti più difficili, quello in cui il Campionato sta per entrare nella fase risolutiva.
Cosi anche quest’anno per cause complesse e per mali irreparabili abbiamo visto il maestoso edificio genoano grado a grado sgretolarsi e la forte unità abbassare le armi proprio nel momento in cui pareva destinato a salire gli ultimi gradini del trono. Mai come nell’attuale stagione il Genoa avrebbe potuto aspirare alle piu grandi conquiste: ben costrutto [cioè: costruito], travolgente nella impetuosità delle sue azioni e più ancora [forte] per il valore singolo degli elementi [che lo compongono], era destinato ad ergersi indomito sopra ogni altro concorrente. Senonché bastarono le prime defezioni – causate dalle necessità imprescindibile del momento [cioè, il probabile approssimarsi dell’entrata in guerra dell’Italia] –, i primi incidenti, l’arresto di forma di qualche giuocatore per aprire nella squadra cittadina falle incalcolabili e sbalzarla di colpo dal magnifico piedistallo che si era costrutto [cioè: costruito] dopo un lungo e paziente periodo di preparazione.
Ecco in succinto dimostrato perché qui non hanno sorpeso e non devono sorpendere gli sbalzi continui e incostanti dei rappresentanti del massmo club genovese. In simili condizioni la squadra rosso-blu è indubbiamente condannata ad accontentarsi di successi parziali [cioè: vittorie in singoli incontri, ma senza la conquista del titolo nazionale], ottenuti non per virtù proprie, ma solo in seguito al sacrificio personale degli uomini migliori.
Ancor oggi lo squadrone genoano non ha potuto allinearsi al completo. Via via si allontana sempre più la probabilità di potersi trovare in regolare formazione nelle prossime prove.
Contro un Milan presentatosi nella sua formazione migliore e deciso a giuocare la sua ultima carta il Genoa scendeva con due sostituzioni [obbligate per defezioni] importantissime, precisamente quelle di Leale e di [A.] Magni, i due perni [laterali] della linea di sostegno dei rosso-bleu [rispettivamente rimpiazzati da Traverso I e Pella]. Se la combattiva squadra milanese avesse dunque saputo rinnovare qualche impetuoso slancio nei quali ha brillato in precedenti incontri non meno importanti, sarebbe facilmente [cioè: probabilmente] quest’oggi riuscita a strappare, pure con una gara disputatissima, un’affermazione sugli indeboliti avversari.
Invece ha piegato subito dopo i primi approcci per non trovare più energia sufficiente a rialzarsi rimanendo travolto dal tumultuoso giuoco che il Genoa ha tentato subito di imporre e che riusciva efficace grazie allo slancio irrompente e disperato di tutti i suoi uomini. Non è stata dunque una bella gara perché, appunto, per l’incertezza [dell’esito dell’incontro] che si presentiva, lasciava sperare assai di più di quanto realmente la partita odierna ci ha offerto.
Gli è che dopo le prime raffiche colle quali la risorta squadra di mister Garbutt ha fatto convergere sulla porta di [L.] Barbieri tutto il peso fitto di un pericolosissimo attacco, fino a pervenire all’immediato successo [con la rete di Walsingham dopo cinque minuti], i milanesi si sono dati per vinti retrocedendo tutti in difesa, stretti per tentare di arginare la spigliata avanzata e gli avanti genoani. Il Milan non poteva quindi con le isolate azioni di Van Hege – sempre brillante ed efficacissimo – sperare di rivalersi [cioè: prendere la rivincita] [sugli avversari] tanto più che troppe deficienze sono risultate fra gli altri attaccanti rosso-neri, i quali mai seppero coordinare l’offese anche quando l’occasione presentava loro azioni con la [concreta] probabilità di raggiungere un successo.
Conviene dire che la difesa genovese si è trovata quest’oggi in una forma magnifica; particolarmente Casanova [II], quello che più di tutti sembra[va] in continuo declino, ha avuto oggi una giornata eccezionale e l’aiuto che i due terzini [Casanova II e R. De Vecchi] oggi seppero rendere agli avanti è stato veramente proficuo.
Il match, però, nel suo scialbo svolgimento non merita profonda considerazione; a volte fu fiacco, a volte, viceversa, movimentato. Ma pur sempre caotico e totalmente privo di un’azione veramente bella, né scientificamente degna di due grandi finaliste.
Il Genoa ha condotto la gara en grand seigneur [cioè: da gran signore (ovverosia: in completo dominio)] nei confronti del Milan, che non è esistito coi nostri [il redattore, pur scrivendo per La Gazzetta dello Sport, parla con una prospettiva locale], senza però che la squadra del Genoa abbia fatto progressi né sia riuscita a ritornare la bella combattente delle semifinali [cioè: del Girone di Semifinale].
[…]
Il match finisce così con la netta vittoria degli uomini di Garbutt per tre a zero. Fra i migliori in campo notiamo: la difesa del Genoa, [C.] Sardi [I], il minuscolo [era alto circa un metro e mezzo], ma vivace e resistente, Pella e Berardo [II]; del Milan molto bene [L.] Barbieri, Soldera [I], Scarioni [II] e Van Hege. L’arbitraggio dell’avv. Pedroni [II] ha suscitato qualche vivace protesta da parte del nostro pubblico, invero la sua opera in frequenti occasioni non è stata troppo felice.
CITAZIONE DAL GIORNALE ROMANO L’ITALIA SPORTIVA [articolo di Lorenzo Bagnasco]: Il «Genoa», nel proprio campo, ha vinto, dominandoli, i rosso-neri del «Milan». Ma, francamente, il «Genoa» di oggi non è stato il «Genoa» che ammirammo negli scorsi incontri ed abbiamo invano cercato nello svolgimento dell’incontro quella foga e [quella] tecnica che distingue entrambe le antiche antagoniste oggi di fronte e ne fu causa principale la mancanza da ambo le parti di un condottiero nella linea mediana [il redattore non ritiene all’altezza le prestazioni di C. Sardi I e Soldera I, positivamente giudicate da altri suoi colleghi].
Lo stesso si dica per le linee d’allaccio [sic!: d’attacco] e così l’andamento della partita è stato poco goduto dal pubblico. Ma a farlo divertire, vi ha pensato l’arbitro Pedroni [II], che ne ha fattte veramente delle carine.
Così come non concesse ai rosso-bleu un evidentissimo calcio di rigore nel primo tempo, appioppava numerosi calci di punizione agli [cioè: a favore degli] stessi con un criterio tutt’altro che encomiabile. […]
Il Genoa mancava di [Leale ed A. Magni, sostituiti da] Traverso [I] e Pella; i suoi migliori uomini furono Rolla, Casanova [II] e [R.] De Vecchi per la difesa, e all’attacco Berardo [II] e Santamaria [I]. Il Milan era nella solita formazione.
Il migliore dei milanesi fu Van Hege. Gli altri apparvero poco più che mediocri.
CITAZIONE DAL GIORNALE GENOVESE CAFFARO: Per la finalissima di [sic!: la quarta giornata del Girone Finale dell’Italia Settentrionale del] campionato [italiano] si sono incontrate ieri sul campo sportivo di Marassi il «Genoa [Cricket and Foot Ball] Club» contro [sic!: e] il «Milano [sic!: Milan] [Foot Ball and Cricket Club]».
Il Genoa Club dopo l’insuccesso riportato a Torino è ritornato ancora agli antichi splendori, riportando ieri una netta vittoria sul fortissimo Milan, una vittoria che lo rimette ancora tra le primissime squadre che vantano ogni migliore diritto per il conseguimento del maggiore titolo.
[…]
Tra i migliori in campo notiamo nel Genoa la difesa[, composta da Rolla, Casanova II e R. De Vecchi], [C.] Sardi [I], Pella, Berardo [II]. Nel Milan [L.] Barbieri, Soldera [I], Scarioni [II], Van Hege.
L’arbitraggio dell’avv. Pedroni [II] ha suscitato qualche vivace protesta da parte del nostro pubblico ed invero il suo operato in frequenti occasioni non è stato troppo felice.
CITAZIONE DAL GIORNALE GENOVESE IL SECOLO XIX: Per l’ultimo incontro (o il penultimo?) [frase che, sia che si riferisca al Girone Finale dell’Italia Settentrionale sia che riguardi le partite del Genoa a Marassi (i rossoblù dovevano giocare in trasferta il 16 maggio contro l’Internazionale Milano e in casa il 23 maggio contro il Torino e poi, in caso di primato finale, affrontare in incontri di andata e ritorno, presumibilmente il 13 e il 20 giugno, la formazione campione dell’Italia Centro-Meridionale) fa capire quanto la sospensione del Campionato per l’entrata in guerra dell’Italia fosse incombente] ci aspettavamo qualcosa di più dal Genoa. Ma dove sono andate finire le cure del simpatico Mister Garbutt, se poi all’ultimo momento la squadra doveva risultare così sconquassata? Colpa di chi? Non certo di Garbutt che si è dato anima e corpo, per far vincere almeno quest’anno il campionato al Genoa. Colpa di alcuni giocatori allora? Non lo crediamo neanche. E la fatalità che vuol così. E così sia. Ma non ci inchiniamo!
Se il titolo di campione doveva darsi a una squadra dalla tecnica pressoché impeccabile, questo toccava (checchè ne dicano i miei anonimi [detrattori]) al Genoa.
Se poi questa squadra non ha potuto, per circostanze indipendenti dalla volontà e dai criteri del trainer, corrispondere, come si credeva dai più, alle più comuni aspirazioni, pazienza!
Questo diciamo perché oggi si è vinto assai malamente.
Non sappiamo proprio come siano stati segnati quei tre goals. Coi piedi certamente: ma non furono tre bei goals.
Non mette conto di far la cronaca del match. Fu un caos continuato. Ognuno andava per conto suo. Tanto la prima linea [cioè: l’attacco] del Genoa quanto quella del Milan, non ha[nno] esistito [sic!: sono esistite]. Potremmo fare una eecezzione per Van Hege, il quale fu solo all’altezza del suo compito.
[…]
Abbiamo dimenticato di dire che il Genoa era una volta di più trasformato. Al posto di [A.] Magni figurava Pellin [soprannome dato a Pella in ragione della sua limitatissima statura, di circa un metro e mezzo], al posto di Leale, Traverso [I]. Il Milan era al completo, invece.
[…]
Ci piacquero [C.] Sardi [I], al suo posto di centro half [cioè: centromediano], Pella, [Ed.] Mariani, Benvenuto [I], Walshingam. Casanova [II] era, come abbiamo detto in buona giornata, il nostro Renzo [De Vecchi] e più di tutti Rolla.
Del Milan, Van Hege solo merita qualche lode, non perché è belga [evidente il riferimento alle simpatie degli Italiani per il popolo belga, il cui territorio, a dispetto della neutralità della nazione, aveva subito l’invasione della Germania, nella manovra di attacco alla Francia; per fornire solidarietà morale ed economica al Belgio erano stati disputati parecchi incontri amichevoli di calcio in Italia tra il dicembre del 1914 e il 1915], ma perché è l’unico che si prodiga realmente. Sala andò bene: Lovati fu provato [dalla fatica e dagli incidenti], tanto [è] vero che per due volte [la seconda in maniera definitiva al 25’ della ripresa] dovette abbandonare il campo.
Tutti gli altri si comportarono male, ad eccezione di [L.] Barbieri.
CITAZIONE DAL GIORNALE GENOVESE IL LAVORO: Con la vittoria d’ieri i rosso e bleu si sono notevolmente rinfrancati ed hanno rialzato la sorte per l’agognata conquista, tuttavia [cioè: tuttora] oscura ed insoluta, del campionato italiano, che dopo la disgraziata giornata col Torino [la sconfitta esterna per 1-6 di domenica 2 maggio 1915] sembrava inesorabilmente perduta.
La squadra del Genoa, ancora una volta obbligata ai cambiamenti, per l’assenza di [A.] Magni e Leale, efficacemente sostituiti da Pella e Traverso [I], ha giuocato con tutto l’impegno [di cui è capace] benché il giuoco apparisse incolore.
[…]
La partita ha invero mancato [alle attese] per il giuoco scomposto, piuttosto individuale e le azioni non ebbero che rari tratti di attività, di tecnica, ciò che dovevano compiere le due forti avversarie messe di fronte per l’importanza della partita. L’arbitro poi con le sue strane decisioni, sfavorevoli al Genoa, distolse [l’attenzione de]i giuocatori e seccò il pubblico.
Nella ripresa l’avv. Pedroni [II] è stato più felice, ma pur tuttavia il giuoco ormai aveva preso la piega del primo tempo.
La superiorità del Genoa è apparsa sicura, tanto nel primo tempo che nel secondo. […] Così il Milan, che ha lottato un po’ svogliato, si è salvato da una disastrosa sconfitta. Però i diavoli ross[oner]i, questa volta furono poco pericolosi e nemmeno il lore duce [cioè: giocatore di maggior prestigio (ovverosia, Van Hege] ha potuto far culminare la sua azione [offensiva, generalmente] riconosciuta pericolosa, perché [R.] De Vecchi e Casanova [II] spazzarono con facilità le poche incursioni dell’astuto belga.
CITAZIONE DAL SETTIMANALE MILANESE SPORT [articolo di «Chantecler»]: A Genova, il Milan è venuto meno ad ogni aspettativa.
La squadra che vietava, nella giornata inaugurale [pareggiando 1-1 sul suo campo] delle finali [cioè: del Girone Finale] [dell’Italia Settentrionale], la vittoria all’undici di Garbutt, fuori del suo terreno e demoralizzata dall’ultimo insuccesso contro l’Internazionale [Milano] [sul cui campo era stata sconfitta per 1-3 domenica 2 maggio 1915], nel quale sono [sic!: erano] naufragate le chances finaliste [cioè: di vittoria del Girone Finale dell’Italia Settentrionale] dei rosso e neri, è apparsa in tutta la sua attuale disorganizzazione.
Il Milan quest’anno è stato qualche volta sorpreso da una malattia strana in una squadra che per tradizione è la più battagliera che combatte sulle nostre pelouses [cioè: sui nostri campi di gioco]: e questa malattia è la sfiducia in se stesso. Il Milan sfiduciato! Sembra di sognare! Eppure il Milan, non nei due incontri con l’Internazionale [Milano] [la formazione rossonera, oltre che nel già ricordato incontro esterno di campionato, aveva subito una sconfitta interna per 2-5 nel derby amichevole contro l’Internazionale Milano disputato a Pasqua, domenica 4 aprile 1915] e in quello ultimo col Genoa, [ma nelle] prime giornate finali [cioè: del Girone Finale dell’Italia Settentrionale], [aveva dimostrato un coraggio che] gli ha fatto conseguire risultati [i due pareggi interni per 1-1 contro Genoa e Torino] superiori al suo merito e alla sua forma.
Quanto disorganizzato sia apparso a Genova il Milan, lo prova il netto successo conquistato senza troppe difficoltà, dopo un quasi assoluto predominio, da una squadra rosso e bleu incompleta [per le assenze dei militari A. Magni e Leale] e tutt’altro che uscita dalla grave e inesplicabile crisi che ha colto il Genoa proprio nel momento in cui Garbutt si riprometteva di raccogliere i frutti del suo lungo ed appassionato lavoro.
Ma il Genoa, dopo il recente insuccesso [la sconfitta esterna per 1-2 contro i neroazzurri domenica 9 maggio 1915] del Torino, ha ancora le sue chances [di vincere il Girone Finale dell’Italia Settentrionale]. Attualmente al primo posto, con punti pari a quelli dell’Internazionale [Milano], il Genoa, che nulla ha ancora perduto, può con un finish degno della classe dei suoi eccezionali campioni ritornare alla sua abituale potenza.
Certo il compito del Genoa appare molto più difficile di quello che attende l’Internazionale [Milano].
Ma l’ultima parola non è ancor detta.
Dopo la prima giornata [con i pareggi per 1-1 in Milan-Genoa e per 2-2 in Torino-Internazionale Milano], parve che il campionato dovesse vedere un successo milanese. Dopo la seconda [con la vittoria interna per 5-3 dei rossoblù sui neroazzurri e il pareggio per 1-1 in Milan-Torino], il Genoa conquistò il primato. Nella terza, fu il Torino ad imporsi [battendo in casa per 6-1 il Genoa e portandosi in testa da solo alla classifica] e a farsi pericolosissimo. La quarta segnò l’improvvisa apparizione dell’Internazionale [Milano], che conquistava un successo [per 2-1 in casa contro il Torino] che con tutta probabilità sarà decisivo.
Dopo tutto questo scombussolamento settimanale della classifica, chi dice che non dobbiamo [sic!: dovremo] ancora vederne d’altri colori?
PRIMA CITAZIONE DAL SETTIMANALE TORINESE GUERIN SPORTIVO [articolo di «Vidi»]: La partita ieri giuocata sul campo dei [sic!: di] Marassi doveva dire se il Genoa, dopo la sconfitta di domenica scorsa, era realmente in declino di forma, oppure se un’altra giornata nera [dopo quella in cui domenica 25 ottobre 1914 era stato sconfitto in trasferta 0-3 ad Alessandria] era stata la causa del disastro di Torino [l’1-6 subito in casa del Torino domenica 2 maggio 1915].
E ieri la nostra [il redattore, pur scrivendo per il Guerin Sportivo, parla con una prospettiva locale] squadra, se in parte ha cancellato la disonorevole sconfitta, non si è presentata ancora la brillante vincitrice delle eliminatorie e delle semifinali [cioè: del Girone Eliminatorio e del Girone di Semifinale] [dell’Italia Settentrionale], da molti critici pronosticata campione d’Italia. Il suo giuoco, tolto qualche buona battuta d’inizio, è stato caotico e poco preciso. La squadra che ancora una volta si dovette presentare mancante di due dei suoi migliori elementi [i militari A. Magni e Leale, rimpiazzati da Pella e Traverso I], non è riuscita a ritrovare quella coesione, e quella vivacità di giuoco, che un giorno era[no] suo vanto.
Solo l’estrema difesa [costituita dai due terzini] seppe ancora una volta [fare] il dover suo, e Casanova [II] specialmente, che nelle ultime partite si era dimostrato indeciso, ha fatto degno pèndant al figlio di Dio [iperbolico soprannome affibbiato a R. De Vecchi fin dai tempi della sua militanza milanista].
Il punto debole della squadra è apparso ancora la seconda linea. Mancanti di Leale, e per di più di [A.] Magni, gli halves [cioè: i mediani] [laterali Traverso I e Pella] sostituenti con al centro Sardi, malgrado abbiano fatto del loro possibile, non hanno portato quel valido appoggio agli avanti che era necessario. In ogni modo, anche la prima linea ha perduto quell’accordo che ammirammo altre volte. Specialmente sotto al goal, i nostri forwards [cioè: attaccanti] non dimostrano più quella prontezza di tiro che li rendeva temibili.
Neppure il Milan è apparso in buon giornata. Il giuoco della sua prima linea è troppo imperniato su Van Hege, ed è perciò facile per la difesa avversaria poterne troncare l’efficacia, paralizzando [con marcature asfissianti] il bravissimo belga.
La seconda linea [cioè: La linea dei mediani], invece, ha giuocato ottimamanente, ed è per merito di questa, e di [L.] Barbieri [il portiere], se i genovesi non segnarono di più. I terzini non si dimostrarono troppo precisi nei rimandi, e più volte poi peccarono di [senso della] posizione.
In complesso, non fu una bella partita, che è finita si può dire al[la fine del] primo tempo, perché alla ripresa il giuoco di entrambe le squadre fu così sconclusionato e fiacco da far dubitare che si trattasse di una partita finalissima di [cioè: valida per il Girone Finale dell’Italia Settentrionale del] Campionato [Italiano].
Il Genoa vinse sul vantaggio, portando più spesso l’offensiva [nel campo avverso]; i milanesi, scoraggiati, non furono certo i diavoli ross[oner]i di fama conosciuta. La vittoria è rimasta così al Genoa [Cricket and Foot Ball] Club con tre goals a zero, segnati due nel primo tempo, ed uno alla ripresa.
L’arbitro, avv. Pedroni [II], in pessima giornata, scontentò pubblico e giuocatori!
SECONDA CITAZIONE DAL SETTIMANALE TORINESE GUERIN SPORTIVO: Un giornale cittadino sparse la voce che la F. I. G. C. – in vista dell’imminenza di gravi decisioni nazionali [relative all’entrata in guerra dell’Italia] – aveva stabilito di anticipare ad oggi [giovedì 13 maggio 1915] i due matches [Internazionale Milano-Genoa e Torino-Milan] di girone finale [dell’Italia settentrionale] del Campionato [Italiano] che avrebbero dovuto disputarsi domenica, per modo che domenica 16 si sarebbero giocati quelli fissati in calendario per il 23 ed il [cioè: e l’esito del Girone Finale dell’Italia Settentrionale del] Campionato [Italiano] sarebbe stato così definito a tamburo battente.
La voce era vera, ma la Federazione [Italiana Giuoco Calcio], prima di decidere, volle interpellare le quattro Società finaliste [per sapere] se erano [sic!; fossero state] disposte ad accettare la proposta.
Tutte risposero affermativamente, meno il Genoa [l’atteggiamento del sodalizio rossoblù è spiegabile con il fatto che, se nella decisiva partita del 16 maggio 1915 a Milano con l’Internazionale avrebbe poi dovuto fare a meno di tre titolari (Benvenuto I, A. Magni e C. Sardi I) per l’espletamento dei loro obblighi militari, in una partita infrasettimanale avrebbe dovuto aggiungere le defezioni di altri giocatori, impossibilitati a liberarsi dai propri impegni di lavoro, sicchè, accettando la proposta federale, avrebbe, di fatto, rinunciato a conquistare il titolo nazionale], che si oppose. E così il [Girone Finale dell’Italia Settentrionale del] Campionato [Italiano] finirà, se potrà [… avrebbe potuto, ma la Federazione Italiana Giuoco del Calcio decise di interromperlo!], di qui a due domeniche.
Intanto il richiamo sotto le armi di nuove classi ha falcidiato ancora di più i nostri Clubs. Così il Torino è stato privato proprio ieri di Valobra [I] e di [C.] De Marchi, inaspettatamente [avverbio da sottolineare per scagionare il Genoa dal sospetto di un atteggiamento ostruzionistico nei confronti dell’accelerazione del Campionato per incontrare una compagine granata indebolita all’ultima giornata] richiamati.
Saremmo curiosi di sapere oggi di quali giuocatori potranno ancora disporre le quattro squadre finaliste per l’ultima domenica del [Girone Finale dell’Italia Settentrionale del] Campionato!...
Non avrebbe potuto la F. I. G. C. decidere di autorità [… quella che avrebbe ritrovato, tutta in una volta, sabato 22 maggio per sospendere il Campionato!] l’elaborata ed opportuna soluzione!
Ma già, dimenticavamo: … per agire d’autorità, … bisognerebbe averne!…
PRIMA CITAZIONE DAL SETTIMANALE MILANESE IL FOOT BALL: [articolo di «L’uomo che ride»]: Il Genoa non è più il Genoa. Così, almeno, risulta attraverso il parere di tutti quanti i componenti, ma per intanto prosegue nelle più strepitose vittorie che [con continuità] solo sa conseguire sul proprio terreno.
Ma il Genoa non sarà più il Genoa, perché ormai è destinato a mutare totalmente le sembianze.
Considerate per l’appunto che il Club rosso-bleu vanta attualmente sotto le armi ben sette elementi di prima categoria [cioè militanti nella prima squadra che partecipava al massimo campionato]: [R.] De Vecchi, Pella, [A.] Magni, [C.] Sardi [I], [Ed.] Mariani, Benvenuto [I], Santamaria [I] [a parte gli artiglieri A, Magni ed Ed. Mariani, militavano tutti in fanteria], e poi ditemi, col po’ po’ di movimento che si riscontra in questi gravidi momenti, quale trasformazione dovrà subire quel che fu il poderoso team della Superba.
– Occorre mutargli i connotati – così si esprimeva uno tra i più accalorati avversari, in un momento di indicibile sconforto – ed ecco che a breve scadenza, la profezia si è avverata.
Si poteva essere più esauditi di così?
SECONDA CITAZIONE DAL SETTIMANALE MILANESE IL FOOT BALL: [articolo di «L’uomo che ride»]: Tutto ormai è destinato a passare in secondo ordine [di fronte all’imminente ingresso dell’Italia nel conflitto]. Il Campionato [Italiano] di football naturalmente compreso.
Non però l’arbitraggio di domenica scorsa dell’avv. Pedroni [II] nel match Genoa-Milan, che ha dato luogo alle più aperte proteste del pubblico genovese.
Vi fu anzi un vivace battibecco tra due spettatori appollaiati nelle tribune.
- Ma perché si scalda tanto? Osservava l’uno: si vede proprio che non è addentro nelle segrete cose dell’Aia [cioè: Associazione Italiana Arbitri].
- Come? Ma che c’entra l’Aia [cioè: Associazione Italiana Arbitri]? Rimbecca l’altro; [ma mi] faccia il piacere; le pare un arbitro quello lì?
- Bravo, ma se le due squadre giuocano peggio di quelle di terza categoria [la Lega Pro dell’epoca], non trova giusto che anche l’arbitro abbia merito [cioè: livello] adeguato?!!!
Note all’incontro Genoa-Milan 3-0
La partita Genoa-Milan, valida per la IV giornata del Girone di Finale dell’Italia Settentrionale, ha inizio sul “Campo del Genoa Cricket and Foot Ball Club”, sito a Genova in via del Piano, alle ore 15,20 di domenica 9 maggio 1915, agli ordini del signor Pedroni II di Milano, socio dell’Associazione Milanese del Calcio. Il Genoa ha per allenatore Garbutt e il Milan è diretto da una Commissione Tecnica formata da Beltrami, C. Colombo e Stabilini. Le reti dell’incontro vengono segnate nel 1° tempo da Walsingham al 5’ e da Berardo II al 33’ e nella ripresa da R. De Vecchi su calcio di rigore al 16’. Nel 2° tempo abbandonano il terreno di gioco per infortuni il milanista Lovati al 25’ e il genoano Walsingham al 30’ circa, sicché l’incontro viene portato a termine da dieci uomini per squadra. |