dal sito www.gazzetta.it
UDINESE-MILAN 2-1, INZAGHI CADE ANCHE AL FRIULI: ADDIO ALL'EUROPA, TUTTI IN RITIRO
Pinzi e Badu piegano i rossoneri, inutile il gol di Pazzini nel finale: altra brutta prova della squadra di Inzaghi che resterà a Milanello fino a mercoledì
UDINE, 25 aprile 2015 - Fine. Fine delle speranze, delle (timide) ambizioni, di qualsiasi progetto di rimonta. Il Milan chiude a Udine uno dei campionati più deprimenti dell’era Berlusconi, Inzaghi (decisione sua condivisa dalla società) manda tutti in ritiro a Milanello fino a mercoledì e da domani in avanti la scena se la prenderà totalmente il futuro societario. Già, Berlusconi. Domanda da cento milioni di dollari: che cosa ne sarà di lui nei prossimi mesi? I punti di domanda sono tanti e di enorme spessore. Probabilmente uno dei motivi per cui i rossoneri sono scesi in campo al Friuli senza la testa.
DISTRATTI— Hai voglia a dire che le questioni extra-campo non influiscono sulla parte sportiva. Praticamente il Milan è rimasto negli spogliatoi, incapace di dare un guizzo alla manovra e di ricevere un minimo segnale da chi potrebbe fare la differenza. Il primo imputato è ovviamente Menez, in una di quelle prove indisponenti in cui a volte incappa. L’Udinese ha vinto praticamente per inerzia la sfida fra Stramaccioni (alla centesima panchina da professionista) e Inzaghi, tecnici amici, compagni a Coverciano e dal futuro piuttosto incerto. A questo punto, in realtà, quello di Pippo appare segnato: la società – al di là della qualificazione in Europa - gli aveva chiesto un finale di stagione costruito su spirito e carattere, e la risposta non è arrivata. E pensare che la sfida del Friuli sembrava la partita ideale per continuare a inseguire il sesto posto, se consideriamo che l’Udinese, prima di ieri, nelle dodici partite del girone di ritorno aveva vinto soltanto due volte.
E I TIRI?— Inzaghi conferma l’undici ipotizzato in vigilia, con Destro in panchina e Pazzini titolare per la seconda volta in questo campionato. In panca anche Cerci a beneficio di Suso. Stramaccioni invece cambia qualche carta: Thereau e Kone si accomodano accanto a lui e in campo a supporto di Di Natale vanno Guilherme sulla trequarti (al suo posto in mediana Badu) e Geijo. Nel concorso per il primo tempo più brutto di tutto il campionato rossonero, quello di ieri merita un posto di assoluto rilievo. Senz’altro da podio. Il Milan è stato di una pochezza imbarazzante, e ciò che fa effetto non è tanto la cosa in sé per sé – nel corso della stagione ci sono state altre prove simili – quanto la mancanza di stimoli in un gruppo aggrappato all’ultima ruota del treno europeo. Ci si aspetterebbe bava alla bocca – Inzaghi l’ha invocata tante volte, di solito inutilmente, quest’anno -, convinzione, pressione sugli avversari. Nulla: il nulla più assoluto. E non è un modo di dire. Nei primi quarantacinque minuti il Milan non solo non ha tirato in porta, ma nemmeno fuori, se escludiamo una conclusione di Van Ginkel buona per abbattere qualche piccione. È questo il punto su cui deve interrogarsi Inzaghi. Sul motivo per il quale la squadra, fondamentalmente, ha mollato la presa mentale. E di conseguenza fisica. L’Udinese, di fronte alla pochezza avversaria, avrebbe potuto fare meglio. Con un po’ di pressione in più il gol sarebbe arrivato, mentre a referto troviamo solamente tre azioni degne di nota: una botta di Di Natale dopo 42 secondi (Diego Lopez devia in angolo), un colpo di testa di Widmer al 43’ fuori di un nulla, e una conclusione di Guilherme un minuto dopo che sibila vicino al sette.
PALLE INATTIVE — Nella ripresa l’inerzia della sfida non è cambiata. Il Milan non è riuscito ad accelerare e così al 13’ l’Udinese (con una maglia un po’ patchwork bianconera-rossoblù in virtù dell’iniziativa pensata col main sponsor Dacia che prevede di dare visibilità ad alcune società extra-calcistiche) è passata. Ovviamente su angolo, ennesima rete subita dai rossoneri su palla inattiva in questa stagione. Il gol è stato firmato da Pinzi in totale solitudine dentro l’area. La cosa che ha ulteriormente confermato come il Milan sia ormai privo di stimoli è stata l’assoluta mancanza di reazione dopo il gol. E così, un quarto d’ora dopo, i bianconeri hanno raddoppiato con Badu, su cross di Guillherme. Partita chiusa, su cui il lampo di Pazzini a due minuti dal novantesimo, non ha avuto alcun potere rivitalizzante.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
POCO O NULLA DA SALVARE. INZAGHI E IL MILAN DICONO ADDIO A TUTTO
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Abate 5.5: spinge, corre, prova anche a tirare ma difetta di precisione.
Paletta 6: gioca un tempo e finché rimane in campo riesce a limitare Di Natale e Geijo. Esce per una forte contusione alla coscia destra nell’intervallo. (dal 45’ Rami 5: rientra dopo 62 giorni e si fa uccellare da Badu in occasione del raddoppio friulano)
Mexes 5.5: salva su Di Natale nel primo tempo, intercettando un cross di Widmer, esce tardi su Pinzi che riesce a godere di quei secondi necessari per prendere la mira e piazzare il pallone nell’angolino.
Antonelli 5: primo tempo da incubo, sbaglia tutto quello che può sbagliare. Non incide e sembra essersi allineato a livello medio della squadra.
Van Ginkel 5.5: è l’unico che prova a calciare verso la porta di Karnezis. Perde alcuni palloni che grondano sangue.
De Jong 5: il pressing dei mastini friulani lo manda in difficoltà. Impreciso quando deve trasmettere il pallone con una certa velocità.
Bonaventura 5: è stanco, lo si vede a occhio nudo e avrebbe bisogno di riposo. Prima prestazione davvero brutta dell’ex Atalanta. (dal 74’ Destro 5: è la mossa della disperazione, non gli arriva una palla, as usual)
Menez 4: dovrebbe essere il giocatore al quale affidare i palloni caldi, invece li sbaglia tutti. Non trova mai una giocata che sia una e da un suo pallone perso nasce uno dei due gol friulani.
Pazzini 6: sgomita in mezzo ai difensori di Stramaccioni, ma di palle giocabili non è che gliene vengano fornite molte. Appena viene messo un cross degno di tale nome, la mette dentro.
Suso 5: riconfermato titolare, non si accende mai. (dal 64’ Cerci 6: mette in area di rigore l’unico cross decente della partita e Pazzini lo mette dentro).
Inzaghi 4: sconfitta meritata, che va ben oltre il risultato di 2-1. Vedere il suo Milan è una forma moderna di tortura. Sono 30 partite, coppa Italia esclusa, che questa squadra non ha un’identità, non ha un gioco, non ha niente. Solo undici giocatori che vanno in campo senza idea di cosa fare. L’augurio è che questo campionato finisca presto, per poi salutarsi. |