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7 dicembre 2014, Genoa vs Milan 1-0




dal sito www.attualita.it

PREPARTITA - di Stefano Massa (membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)
QUANDO IL 7 DICEMBRE DI 84 ANNI FA «EL FILTRADOR» DIEDE INIZIO ALLA RIMONTA ROSSOBLÙ CONTRO IL MILAN
Domenica 7 dicembre 1930 il Genova 1893, reduce dalla doppia trasferta a Roma (0-5 contro la Lazio) e a Torino (2-0 contro i granata), tornava a Marassi per affrontare i rossoneri milanisti. C’era grande attesa tra il pubblico di casa (che si presentò in gran numero a dispetto della rigida giornata, in cui imperversava una gelida tramontana) per poter rivedere l’asso argentino dalla famiglia di origini italiane Guillermo António «el Filtrador» Stábile dopo l’abbagliante esordio assoluto nel Campionato Italiano del 16 novembre, quando aveva messo a segno tutte le reti nel 3-1 interno al Bologna.
Le condizioni climatiche segnarono l’andamento dell’incontro, che vide prevalere chi attaccava alla destra della da poco inaugurata Tribuna: il Milan nel 1° tempo e il Genova 1893 nella ripresa. Fin dai primi minuti di gioco la partita fu vivace: rientrato in campo, dopo aver assaggiato le durezze di Luigi Perversi, Felice Virgilio «Levre» Levratto II, ricevuto il pallone da Stábile, lo mandò con una cannonata a lambire la traversa e, sull’altro versante, Giuseppe «Pin» Santagostino fece partire un tiro che, deviato di testa dal terzino sinistro rossoblù (quel giorno per dovere di ospitalità in maglia bianca) Giuseppe Spigno, mise in grande difficoltà il portiere Manlio Bacigalupo III. Al 14’ gli ospiti ebbero una doppia occasione con Santagostino, che con un gran tiro costrinse a una parata alta Bacigalupo III, e con Roberto Sternisa, autore di una conclusione altrettanto potente deviata a fondo campo dall’altro terzino rossoblù, Amilcare Gilardoni. Al 20’ Levratto si involò, dopo aver superato il suo marcatore Luigi Oscar Moroni (un mediano destro, che, secondo i dettami tattici del «Metodo», fronteggiava l’ala sinistra avversaria), sulla fascia sinistra e, dopo essersi accentrato, servì l’accorrente Stábile, la cui conclusione venne rintuzzata dal portiere degli ospiti Giuseppe Carmignato.
Al 30’ Pietro Sante Arcari sbloccò con un preciso tiro nell’angolo sinistro basso della porta genovana il risultato dopo una respinta di Bacigalupo III a un precedente tiro di Mario «Motorino» Magnozzi II, che aveva ricevuto proprio da lui il pallone. Il Genova 1893 non si demoralizzò e seppe riagguantare il pareggio qualche attimo prima del duplice fischio del signor Rinaldo Barlassina di Novara: punizione di Giovanni «Gino» Puerari III, schierato nel ruolo di mediano destro, a lui poco congeniale, in quanto più portato ad offendere che a difendere, a favorire la non ancora ventenne ala destra Luigi «Falchetto» Patri (avrebbe festeggiato nella maniera migliore il significativo compleanno, segnando la rete della vittoria per 2-1 a Brescia la domenica successiva), che effettuò un traversone al centro su cui non riuscirono ad intervenire né Stabile né il difensore rossonero Alessandro Schienoni con il risultato di mettere in crisi anche Ottorino «Cannetta» Casanova, il quale ridiede il pallone al centravanti argentino, che seppe trovare una lenta quanto astuta deviazione vincente, mandando in visibilio la soprastante Gradinata Nord. Nei primi minuti della ripresa Levratto II con un colpo di testa su traversone di Patri, mandò il pallone sulla parte superiore della traversa. Al 16’ una splendida azione corale dei padroni di casa mise Casanova nella condizione di battere a rete da posizione favorevole, ma la conclusione del conte in forza al Genova 1893 non sorprese Carmignato. Al 18’ la grande occasione si presentò al Milan, che dopo una fuga di Magnozzi II e un suo traversone ebbe l’occasione di mettere due uomini davanti a Bacigalupo III, Santagostino ed Arcari III, il quale non seppe far meglio che tirare il pallone addosso all’estremo difensore genovano. Per la regola non scritta del calcio “rete fallita, rete subita” due minuti dopo su calcio d’angolo battuto da Patri, Levratto II con un colpo di testa costrinse Carmignato a respingere con i pugni il pallone, che da pochi metri venne spedito sotto la faccia inferiore della traversa e quindi in porta da un tiro di Berardo Frisoni I.
Dopo soli tre minuti Sternisa, lanciato in profondità da Moroni ebbe l’occasione di pareggiare, ma, dopo aver eluso per un attimo l’intervento di Bacigalupo III, non riuscì a segnare per il salvataggio in extremis di Gilardoni. Al 33’ su un’azione da calcio d’angolo si ebbe uno scontro tra Angelo Albertoni e Magnozzi II: ebbe la peggio il milanista, che, dopo aver abbandonato per qualche minuto il terreno di gioco ed avervi successivamente fatto ritorno, venne portato per accertamenti all’Ospedalle Pammattone, dove la ferita alla regione deltoidea sinistra che aveva riportato gli venne giudicata guaribile in otto giorni.





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Foto Curva Sud Milano



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La Curva dei tifosi del Genoa




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Menez in azione
(dal sito www.gazzetta.it)




Foto gentilmente concesse dal M.C. Inossidabili
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Foto gentilmente concesse da Alessia Carlino
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Foto da www.acmilan.com
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Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" dell'8 dicembre 2014
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dal sito www.gazzetta.it

GENOA-MILAN 1-0, GOL DI ANTONELLI. ROSSOBLÙ TERZIE
E' il nono risultato utile consecutivo. Con un gol dell'ex nel primo tempo, i rossoblù scavalcano il Napoli in classifica e raggiungono il podio
GENOVA, 7 dicembre 2014 - Il Milan s’è perso, il Genoa in paradiso. Cadono i rossoneri a quasi sette mesi dalla loro ultima sconfitta esterna (l’11 maggio a Bergamo) nel giorno in cui Gasperini conquista il suo successo numero 100 sulla panchina rossoblù. Il paradosso di questo uno a zero sta nel marcatore genoano, Luca Antonelli, il figlio di Dustin, uno degli uomini-simbolo dello scudetto rossonero della stella. Vittoria netta e meritata, quella dei padroni di casa: decisivo il ritmo del Genoa nel primo tempo, in cui il Milan patisce l’aggressività di un Genoa muscolare. Gasperini sceglie il carrarmato Kucka al posto di Edenilson e in avanti si affida a un inesauribile Perotti, il vero colpo del mercato di quest’anno. Il Milan va a sprazzi, e l’impressione nettissima che fornisce la squadra di Inzaghi è quella di essere sorpresa dalla veemenza e dalla qualità di un avversario che gioca senza timori. Fra gli ospiti, Honda gioca a sprazzi, Montolivo fatica a trovare gli spazi per aprire il gioco, Menez è poco incisivo e l’ex El Shaarawy sembra poco ispirato di fronte all’amico Perin.
L'ASSEDIO - Dopo un tiro debole di Menez bloccato da Perin (8’), Armero pasticcia con Diego Lopez e rischia il patatrac (14’). Milan nervoso: Tagliavento grazia Menez dal cartellino giallo, quando l’attaccante rossonero getta il pallone contro Bertolacci a gioco fermo. Inzaghi chiede con insistenza a Bonera di salire per dare una mano a un centrocampo che a destra soffre le percussioni di Perotti ed i raddoppi di Antonelli, ma è tutto vano. Genoa padrone del gioco. La squadra di Inzaghi ha un’occasione d’oro sull’unico errore rossoblù: Kucka (27’) perde palla e la disattenzione dello slovacco apre un’autostrada per Menez, che spara addosso a Perin. Nel Genoa, soltanto Matri là davanti viaggia sottotono. Al 31’ il capolavoro è di Diego Lopez che di piede evita a Bertolacci di andare a segno. Ma il gol del Grifone arriva al 32’, con una palla deviata di testa da Antonelli (Mexes salta a vuoto) nell’angolino alla sinistra di Diego Lopez. E’ la legittimazione di una pressione costante della squadra di Gasperini, che con Perotti manca il raddoppio grazie al salvataggio in extremis di Bonera.
RISVEGLIO TARDIVO- Nella ripresa il Milan sembra mostrare più incisività, ma il Genoa con Perotti continua a tenere altissimo il baricentro e il ritmo. Al 12’ Rami deve ricorrere alle maniere forte per fermare una lunghissima fuga di Perotti, che vola verso la porta di Diego Lopez. Il Milan gioca duro, Mexes butta giù duro Kucka, giallo anche per lui. Inzaghi si gioca la carta-Poli al posto di uno spento Montolivo nel tentativo di riacciuffare il pari nell’ultima mezz’ora. Ma la manovra è lenta, per linee orizzontali, e soprattutto sterile. Poche occasioni da rete, e al 27’ tocca all’ex sampdoriano Pazzini rilevare Honda, mentre Gasperini si chiude: inserisce Marchese al posto di Kucka e passa al 5-4-1. Tensione in campo: Sturaro stende Mexes, che reagisce in maniera violenta, ma non viene ammonito. L’episodio fa infuriare Inzaghi perché il Milan perde secondi preziosi. Il Genoa arretra, e Matri non trova la forza di servire Perotti (33’) in contropiede. Il finale è rossonero: al 43’ Bonaventura ha un’occasione per pareggiare, ma calcia altissimo.
GLI AZZURRI E L'ALLUVIONE - Prima del fischio d’inizio, il presidente della Regione Liguria, Caudio Burlando e l’assessore regionale allo sport, Matteo Rossi hanno illustrato la decisione presa dalla Regione Liguria di chiedere alla Federcalcio di destinare la cifra stanziata (600 mila euro) dopo l’incontro amichevole Italia-Albania pro-alluvionati non al ripristino dei campi danneggiati dalle due alluvioni, ma ad interventi più urgenti per le famiglie bisognose. Integrandola, poi, con i 248 mila euro dell’incasso, teoricamente destinati a rimanere nelle mani della Figc. Un’idea appoggiata anche dalla comunità albanese, che aveva riempito il Ferraris la sera della partita.
Filippo Grimaldi


dal sito www.milannews.it

SQUADRA SENZA IDEE E SENZA RITMO. SERVE UN BAGNO D'UMILTA'
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 5.5: è vero che Antonelli sbuca alle spalle di Bonera in occasione del gol ma l’incornata del capitano del grifone non è di certo irresistibile.
Bonera 5: come capitato spesso in questo campionato, chi fa gol al Milan su calcio piazzato gli sbuca alle spalle. È successo anche oggi con Antonelli ed è stato un errore decisivo. Perotti lo mette in difficoltà.
Mexes 6: almeno lui lotta. Annulla Matri, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e cerca, nella ripresa, anche di trovare il gol del pareggio. Sturaro se l’è vista brutta quando il francese gli è andato faccia a faccia.
Rami 6: come Mexes non soffre negli uno contro uno perché il Genoa gioca molto sugli esterni.
Armero 5.5: mette in mezzo alcuni palloni interessanti che non vengono sfruttati dai compagni. Nel primo tempo rischia grosso con un appoggio scellerato che poteva costare caro.
Montolivo 6: al rientro da titolare da tutto quello che ha. I compagni non lo assecondano con i movimenti giusti e lui, logicamente, fa fatica a impostare. Esce stremato (dal 18’ st Poli 5: impalpabile e inconcludente)
De Jong 5.5: torna titolare in mezzo al campo ma soffre il dinamismo e l’aggressività di due mestieranti agguerriti come Kucka e Sturaro.
Bonaventura 6: è l’unico della mediana rossonera che cerca di dare ritmo e dinamismo alla squadra. Ha l’occasione migliore del secondo tempo sul destro ma non trova la porta. Uno dei pochi a salvarsi dalla sconfitta.
Honda 4.5: debilitato dalla febbre nei giorni scorsi, viene mandato in campo lo stesso da Inzaghi ma il giapponese non ne azzecca mezza, perde quasi tutti i contrasti e anche sui calci da fermo, ovvero la sua specialità, non è preciso (dal 26’ st Pazzini 5.5: quando è in panchina, in area piovono cross. Quando entra, invece, è costretto a farsi dare palla sui piedi. Nel complesso non arriva alla sufficienza).
Menez 4: si divora il gol del potenziale uno a zero sparando su Perin. Quando è a ridosso degli ultimi 16 metri perde l’uso del passaggio. Nel secondo tempo è un ectoplasma.
El Shaarawy 5: brutta prestazione anche da parte di Stephan che si fa notare solo per un colpo di testa su cross di Armero nel primo tempo. Nella ripresa evapora e Inzaghi lo toglie (dal 33’ st Niang 5: non si capisce in che posizione voglia giocare. L’unico spunto degno di nota è la sponda per Bonaventura ma, per il resto, poca roba anche lui).
Inzaghi 5: i proclami portan male, soprattutto se si ha a che fare con una squadra discontinua che, inconsciamente, si monta la testa appena mette in fila due risultati positivi. Il Milan sceso in campo a Genova è stato letteralmente inguardabile: lento, prevedibile, con giocatori statici e senza un minimo movimento. Non si può sempre aspettare l’errore degli avversari per ripartire in contropiede. Quella contro il Genoa è l’ennesima occasione fallita dalla sua squadra per fare il salto di qualità.