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19 gennaio 2014, Milan vs Hellas Verona 1-0




dal sito www.milanday.it

PREPARTITA - di Marco Rizzo
IL PRE MILAN-HELLAS VERONA
Nuovo corso. Inizia con Milan - Verona l'avventura sulla panchina rossonera di Clarence Seedorf. Gara che già all'andata aveva dato il primo segnale di come sarebbe proseguito il cammino in campionato della squadra di Allegri.
A lui il compito di riportare entusiasmo, disciplina e mentalità alla squadra e all'ambiente tutto. Di dare una guida sicura e sostenuta alla squadra. La stagione, almeno in campionato, è stata fin qui disastrosa. 22 punti in 19 partite, 31 gol subiti, 7 sconfitte. Una tragedia, della quale ognuno ha le sue colpe.
Ma in qualche modo è necessario ripartire. Il Milan ha difatti dinanzi ancora obiettivi sensibili. La Coppa Italia rimane di fondamentale importanza. Prima la sfida secca con l'Udinese ed eventualmente la semifinale per tentare di andare a Roma a guadagnare un trofeo ed una qualificazione europea. Non poco per una stagione balorda.
La Champions, poi, con la sfida tra allenatori rampanti Seedorf-Simeone nell'ottavo tra Milan e Atletico di Madrid. E poi il campionato. Il Milan deve dare un segnale a se stesso e alle altre. Il Milan da ora riparte. Vuole rimontare i punti persi e provare a guadagnarsi un posto in Europa. I punti da rimontare per raggiungere il sesto posto sono parecchi. Per la precisione 10. Difficile, ma non impossibile.
E proprio a quota 32, assieme all'Inter, c'è proprio, a sorpresa, L'Hellas di Mandorlini. La neopromossa è certamente la rivelazione del torneo. 32 punti in un girone, salvezza già ottenuta e un occhio strizzato all'Europa. Non sarà facile mantenere questo ritmo anche per il girone di ritorno, anche perché il fattore appagamento superati i fatidici 40 punti attanaglia tutte le piccole rivelazioni della Serie A. da sempre.
Mandolini però è certamente garanzia di concentrazione e impegno fino alla fine. Questo Verona è una sua creatura. Dopo qualche avventura andata malamente, l'ex interista, sta trovando soddisfazioni incredibili in Veneto.
Prima la promozione in pompa magna, senza passare dal play off. E poi questo campionato. Ha valorizzato Jorginho, ceduto ora al Napoli. Ha rivitalizzato Toni e Romulo. Ha lanciato Iturbe. Insomma, ha fatto un gran lavoro. E pazienza se non è simpatico. Se qualche volta ha qualche uscita fuori dalle righe.
Il suo Verona gioca un 4-3-3 piuttosto classico nello sviluppo del gioco, ma anche parecchio efficace. Dopo un po' di rodaggio, ha saputo scegliere i suoi con fermezza. Iturbe e Gomez accompagnano benissimo Toni nel tridente offensivo. Donati è l'uomo d'ordine, Romulo quello di corsa e inserimento. La difesa, seppure senza nomi altisonanti, regge bene. L'Hellas è squadra propositiva. Non è in grado di difendersi ad oltranza come è tipico delle piccole squadre.
Prova sempre a giocarsi la gara. Lo fa anche nei campi importanti. Forse per questo che le sconfitte incassate dai veronesi sono quasi tutte nei match con le squadre piu' forti. Sconfitte a Firenze, Roma, Napoli, Torino ed a Milano con l'Inter. Nelle altre gare, raramente hanno steccato.
I numeri parlano di ben 8 vittorie casalinghe su 10. Meglio del Verona solo la Juventus con 9. I problemi arrivano lontano dal Bentegodi. 2 vittorie soltanto, a Bologna e Udine, con 2 pareggi e 5 sconfitte. Quelle citate in precedenza. Lo score realizzativo è simile a quello rossonero. Il Milan ha incassato 31 gol, segnandone 30. L'Hellas ne ha fatti 34 e subiti 30.
La due squadre si sono incontrate a San Siro solo 23 volte e i veronesi non hanno mai vinto a Milano : 14 vittorie del Diavolo e 9 pareggi. La vittoria più larga risale a 23 anni fa, nel campionato '83/'84, quando il Milan si impose con un 4-2 con due gol di Damiani e le reti di Fanna, Gerets, Galderisi e Blisset.
L'ultima sfida è quella del campionato 2001/2002, con l'ultima vittoria milanista targata Ambrosini e Contra. Finì 2-1, e per i veneti andò a segno Paolo Cannavaro. In panchina per il Milan c'era già Carlo Ancelotti. Poi il Verona ha militato per ben 10 anni tra serie C e serie B.
I gol realizzati sono 53, 40 rossoneri e solo 13 da parte dei veronesi. Mandorlini conferma il suo 4-3-3 ma ha da sciogliere il grande nodo. Chi sostituisce Jorginho finito al Napoli? Mandorlini sembra aver deciso, ma andiamo per gradi.
In porta ci sarà il brasiliano Rafael.
Classica difesa titolare con Cacciatore e Agostini sulle corsie e la coppia Maietta-Moras ad agire centralmente. Le mezze ali del centrocampo a 3 saranno Halfredsson e Romulo. Per il ruolo di nuovo Jorginho, è in rampa di lancio l'argentino Cirigliano. Tecnico anche lui, ma forse dal passo piu' compassato. L'alternativa è Donati, ex rossonero, qualora Mandorlini volesse un giocatore piu' fisico.
Tutto confermato davanti con Juanito Gomez e il gioiellino Iturbe ad accompagnare un Toni in versione Mondiale 2006. Assenti della sfida per il Verona solo Jorginho, per l'appunto, e Sala.
Il primo Milan di Clarence Seedorf parte da un nuovo modulo, il 4-2-3-1. Difficile capire chi potranno essere gli interpreti, dato che l'allenatore è in carica da solo tre giorni. Proviamoci.
In porta ci sarà senza dubbio Abbiati. Sulle corsie, sicuri del posto Emanuelson e De Sciglio. Qualche dubbio sulla coppia centrale, ma la sensazione e' che si vada verso la conferma di Bonera e Zapata. Ma la presenza di Toni nel Verona potrebbe spingere il neo allenatore rossonero a schierare uno tra Rami e Mexes, certamente difensori più fisici e quindi più adatti a marcare la forte punta dei gialloblù.
I due mediani saranno De Jong e Montolivo. La singola punta sarà certamente Mario Balotelli, anche perché non ci sono alternative. I dubbi veri sono nei tre trequartisti. Uno sarà certamente Kakà. Poi Honda, Birsa e Robinho, si giocano due maglie. Restano out per la gara Pazzini, El Shaarawy, Abate, Muntari e Saponara.
L'arbitro della gara sarà il Signor Bergonzi di Genova. I suoi assistenti saranno Alessandro Giallatini e Giulio Dobosz. Quarto uomo, Giacomo Paganessi. Assistenti addizionali Andrea De Marco, arbitro del recentissimo Sassuolo-Milan 4-3 e Renzo Candussio.
Bergonzi ha esordito in serie A il 7 dicembre 2003 in Lecce-Parma 1-2. Ha diretto 130 partite in Serie A tra cui alcune "classiche" come 1 Derby di Roma, 1 Roma-Juventus e 1 Inter-Roma e 94 in B. Sono 7 i precedenti di Bergonzi con i gialloblù, 1 in Serie A e 6 in Serie B. Una vittoria, 2 pareggi e 4 sconfitte l'attuale score. L'ultima sconfitta risale al 2-1 subito allo Juventus Stadium, contro i bianconeri nel settembre 2013.
Sono 9 i suoi precedenti con il Milan con un bilancio di 5 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. In 245 presenze tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, il fischietto ha inflitto 1.106 ammonizioni, 35 espulsioni ed ha assegnato 89 calci di rigore.
Seedorf ha parlato a lungo nella sua prima conferenza stampa di oggi da allenatore del Milan di filosofia, di mentalità. Di calcio offensivo e mentalità vincente.
E vedremo se già da domani inizierà a vedersi qualcosa di questi ingredienti importanti che negli ultimi mesi si erano un po' persi.
Certamente, però, sarà importante tornare alla vittoria. Cambiare marcia, per un nuovo corso. Tornare a essere il Milan, da domani, se possibile.





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Mario Balotelli festeggiato dai compagni dopo il rigore
(dal sito www.gazzetta.it)
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Mister Seedorf dopo il gol di Balotelli
(dal sito www.gazzetta.it)





Il rigore di Mario Balotelli, che decide la partita




Foto gentilmente concesse dal M.C. Inossidabili
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(per gentile concessione di Bomber Gaucho Diego)




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VIDEO
(da "Forza Milan" - facebook)






La "Gazzetta dello Sport" del 20 gennaio 2014


Il "Corriere dello Sport" del 20 gennaio 2014




Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 20 gennaio 2014
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dal sito www.gazzetta.it

MILAN-VERONA 1-0: GOL DI BALOTELLI SU RIGORE NEL FINALE. PARTE BENE SEEDORF
Partita risolta all'83' dal penalty di SuperMario dopo un ingenuo fallo di Gonzalez su Kakà. Rossoneri bene solo a sprazzi, veneti coraggiosi ma poco pericolosi
MILANO, 19 gennaio 2014 - Clarence Seedorf è un uomo fortunato. Il suo ottimismo, nonostante la prova a sprazzi del Milan, vale tre punti, guadagnati a fatica contro un Verona ordinato che lascia San Siro a testa alta. A rendere dolce l'esordio dell'olandese è Balotelli che trasforma un rigore all'82'. Una vittoria ottenuta con il gruppo, ma la ricerca dell'antivirus per riportare i rossoneri necessità di una ricerca più accurata.
FILOSOFIE - Il Milan di Seedorf è una vocale in più: dall'Allegri all'allegria, anche se il riassunto della partita racconta che al sorriso pieno la strada è lunga. Il Professore fa l'alchimista e in tre notti confeziona il 4-2-3-1. Quattro difensori e una cerniera a supporto: Montolivo e De Jong, poi spazio all'eclettico tridente alle spalle di Balotelli, Honda-Kakà-Robinho. Mandorlini, che deve rinunciare a Toni, propone il consueto 4-3-3, ma molto elastico. Vedere il Verona nella sua metà campo dietro la linea della palla è ricorrente, ma con predisposizione al contropiede, sfruttando la velocità di Iturbe, Cacia e Gomez.
VERONA ORGANIZZATO - Secondo le volontà di Seedorf, che predilige la fase offensiva, il Milan sfodera velocità e pressing. Il tiro di Robinho, troppo centrale, dopo 1' e 25 secondi è già un buon indizio. Il Verona gioca secondo logica: difesa organizzata e buona circolazione della palla. Chiamiamolo catenaccio morbido, ma così fitto da rendere contorta la manovra del Milan. Da annotare al 7' una proiezione di Emanuelson che obbliga Rafael a una deviazione difficoltosa. Al 9' Honda pennella una palla perfetta per Kakà che devia di testa ma a lato. Impressionante la precisione chirurgica del giapponese. Keisuke non fa mai una cosa inutile; tutto perfetto e calcolato. Al 14' Balotelli da buona posizione conclude di poco a lato. Al 17' è De Sciglio a pescare Honda nell'area piccola, ma il suo controllo è impreciso. Passati 25', il Verona diventa più intraprendente, per poi ricompattarsi in difesa, con molto ordine, spezzando la trama rossonera. Più bella la conclusione successiva di Balotelli che con un destro a giro impegna Rafael, e quella al 41' su punizione respinta con difficoltà dal portiere del Verona. Insomma, una parvenza di vero Milan c'è, ma Seedorf forse sbaglia a insistere troppo sulla posizione di Kakà, centrosinistro, che suda sette camice, forse più congeniale a Honda che gioca al centro, mentre Balotelli è discontinuo e spesso troppo defilato. I rossoneri chiudono il primo tempo con un 76 per cento di possesso palla; tanto impegno, più chiarezza nel gioco. Il Verona gioca a memoria; l'impostazione di Mandorlini regge. Romulo è l'uomo in più; la sua spinta sulla destra è una spina nel fianco.
I SOLITI DIFETTI - La prima parte della ripresa spiega a chiare lettere la posizione in classifica dei gialloblù, traducibile in semplicità della manovra, intesa perfetta fra la linea della difesa e quella del centrocampo e buona capacità di penetrazione. Al 7' Seedorf sostituisce Bonera con Silvestre per un problema fisico; Mandorlini richiama invece Cacia per Martinho. C'è spazio anche per Birsa, che rileva un Honda affaticato. Ma in debito di energia è tutto il Milan, difetto rilevato dal Verona che decide di spingere di più. Bella la penetrazione al 20' di Martinho che impegna sul primo palo Abbiati. Al 23' è invece il legno a ribattere la palla calciata da Robinho, deviata da Agostini. Al 26' Maietta con un tiro calibrato obbliga Abbiati alla respinta plastica.
INGENUITA' - Il finale sa molto di Allegri; il Milan infila le solite pecche affidandosi di più all'istinto che alla ragione. Troppi errori su tutti i fronti, mentre il Verona non fa una stecca. Petagna sostituisce Robinho e al 37' Bergonzi concede un rigore ai rossoneri per un netto fallo quanto ingenuo di Gonzalez su Kakà. Questa volta, dopo due rigori falliti, Balotelli non sbaglia. Il Verona non vende l'anima al diavolo e attacca con tutte le sue forze. Provvidenziali Abbiati e Zapata, che al 45' sradica la palla dai piedi di Iturbe. Ma il cuore del Verona non basta. Il rigore regge: Seedorf parte con la marcia giusta.
Gaetano De Sefano


dal sito www.milannews.it

BUONA LA PRIMA DI CLARENCE, MA C'È ANCORA DA LAVORARE. ROBINHO, DOV'È LA TUA GIOIA? DE SCI, CHE SUCCEDE?
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Abbiati 6: primo tempo da spettatore non pagante all’assalto dei compagni alla porta del dirimpettaio veronese Rafael. Nella ripresa viene sollecitato maggiormente e deve metterci i pugni su una conclusione da lontano di Martinho.
De Sciglio 5.5: Mattia, che succede? Primo tempo discreto, ripresa in difficoltà con , nasce il rigotrenessuno.
Zapata 6.5: attento, preciso e anche coraggioso in un paio d’interventi al limite ma, alla fine, puliti anche esteticamente. Reggio Emilia è alle spalle.
Bonera 6: ordinato come spesso gli accade. Guida bene la difesa finché resta in campo (dal 52’ Silvestre 6: entra al posto di Bonera e fa il suo)
Emanuelson 6.5: spinge come un motorino. Si fa trovare sempre oltre la linea dei centrocampisti e prova spesso lo sfondamento. Utilizzato così può essere un’arma in più.
De Jong 6: torna a giocare nel modulo che, forse, è quello che gli piace di più. Recupera tanti palloni, guida bene il pressing nella prima parte di partita. Poi nella ripresa abbassa un po’ l’intensità.
Montolivo 6: torna nella posizione che gli è più congeniale e distribuisce palloni come gli piace fare. In un Milan che cambia, lui deve essere un faro. Avrà tempo per diventarlo.
Kakà 6.5: si sbatte tantissimo, corre, non dà punti di riferimento agli avversari e sfiora il gol. Da un suo spunto, che poi sarebbe diventato vano, nasce il rigore che decide il match.
Honda 6: quando il Milan decide, nel primo tempo, di mettere all’angolo il Verona e di lavorarlo ai fianchi, lui entra in quasi tutti gli scambi. Nel secondo tempo prova anche la conclusione personale dopo che nella prima frazione non era riuscito a controllare un passante di Balotelli. (dal 63’ Birsa 5.5: entra bene, si spegne alla distanza).
Robinho 5: l’immagine emblematica è il suo tiro che, deviato, si stampa sul palo. Una serata non fortunata. (dal 78’ Petagna 6.5: entra come mossa della disperazione, lavora alla grande il pallone che serve a Kakà e dal quale nasce il rigore. Poi prova l’azione personale. Entra con la mentalità giusta).
Balotelli 6.5: cambia il modulo, cambia anche lui. Diventa più pericoloso verso la porta avversaria, sfiora il gol in paio d’occasioni e poi torna glaciale dal dischetto. Il cenno d’intesa con Seedorf è emblematico di un feeling già scattato tra i due.
Seedorf 6: esordio vincente per Clarence che nel primo tempo vede i prodromi del suo Milan. Nella ripresa la squadra cala un po’ dal punto di vista fisico ma Balotelli gli regala un esordio molto dolce. Ma c’è tanto da lavorare  e lui lo sa bene.