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4 dicembre 2012, Milan vs Zenit 0-1




dal sito www.milanday.it

PREPARTITA - di Marco Rizzo
IL PRE MILAN-ZENIT
Sono addirittura tre se si considera anche la vittoriosa trasferta in Champions a Bruxelles. Le cose stanno andando a posto in casa Milan. Lo staff tecnico è riuscito a trovare la quadratura tecnico-tattica della squadra, con il 4-3-3 come modulo base e con l'individuazione di 12-13 titolari più o meno fissi.
I giocatori appaiono ora più sicuri e sereni. Anche andare sotto di risultato, come a Palermo, Napoli e Catania, non li scoraggia. Tutte queste tre partite, un paio di mesi fa, sarebbero state perse senza attenuanti.
La società è tornata ad essere vicina come forse non lo era mai stata in tempi recenti. Difficilmente, infatti, si ricordano tre visite consecutive a Milanello da parte del Presidente Berlusconi da vent'anni a questa parte. Presenze che diventeranno probabilmente 4 già da questo Sabato prima della trasferta a Torino.
Ma domani torna la Champions. La partita per i rossoneri conta poco e niente, ma ci sono certamente buoni motivi per mettere in campo il massimo impegno possibile. Innanzitutto per rispetto di Zenit e Anderlecht, che si stanno giocando punto a punto la qualificazione all'Europa League.
Dare continuità di risultati, evitando passi falsi, sarebbe poi fondamentale in vista del rush finale prima della sosta natalizia, in cui la squadra di Allegri punta a riavvicinare le prime posizioni, visto le partite non impossibili che l'aspettano e alcuni scontri diretti che ci saranno tra le squadre che la precedono.
I giocatori che verranno messi in campo, che saranno presumibilmente quelli che hanno giocato meno, dovranno essere motivati a far vedere quanto valgono, non solo per un futuro riutilizzo, ma anche per cercare conferme verso il mercato di Gennaio, in cui il Milan ha già deciso di tagliare qualche testa per diminuire la rosa.
Ed a proposito di mercato: una vittoria in Champions porta nelle casse societarie 200.000 euro netti di premi dall'Uefa. In tempi di ristrettezze come gli attuali, sono somme da non sottovalutare, e siamo certi che Galliani, da buon amministratore delegato, arringherà i suoi anche sotto questo aspetto.
Di fronte ci sarà uno Zenit che, come detto, si gioca le ultime velleità europee della sua stagione. Una stagione che, fin qui, è stata piuttosto deludente. Con gli 80 milioni spesi nel mercato estivo, la qualificazione agli ottavi di finali ed un ottimo avvio in Campionato dovevano essere, per la dirigenza russa, un obbligo.
La squadra di Spalletti, ora messo in discussione, invece ha fallito quasi tutti gli impegni in Champions League ed ha accumulato un ritardo in Campionato. Ritardo che ora, con le ultime vittorie, è diminuito. Lo Zenit infatti è risalito nella graduatoria russa, assestandosi al terzo posto a contatto con l'Anzhi di Hiddink ed Eto'o, secondo, ma ancora con punti da recuperare rispetto al CSKA, primo in classifica.
La squadra della Gazprom ha avuto parecchie difficoltà nell'inserimento, tanto in campo quanto fuori, dei due maxi arrivi del mercato Hulk e Witsel, che hanno creato non pochi dissidi interni alla squadra. Denisov, il capitano, e Kerzhakov erano stati messi fuori rosa proprio per aver criticato le scelte societarie sugli ingaggi ai due giocatori. Ora la situazione è migliorata, grazie al reintegro in pianta stabile dei dissidenti, delle prestazioni in netto rialzo di Hulk e Witsel e anche grazie al ritorno di Danny, probabilmente il miglior giocatore della squadra.
Per arrivare terzo, lo Zenit, dovrà fare lo stesso risultato dell'Anderlecht, di scena alla Rosaleda di Malaga. Belgi e russi, infatti score pari negli scontri diretti, ma i ragazzi di Spalletti hanno una migliore differenza reti, che è la seconda discriminante in caso di pareggio nelle sfide dirette.
Il Milan cerca la prima vittoria interna nel Gruppo C avendo pareggiato le prime due partite in casa con Anderlecht e Malaga. Lo Zenit ha invece perso entrambe le trasferte senza segnare. L'unico successo esterno in Champions League su otto tentativi è arrivato in casa del Bate Borisov durante la stagione 2008/09. Lo Zenit non ha mai vinto in Italia dove ha perso due volte nel 2008/09, per 1-0 contro la Juventus e 2-0 in casa dell'Udinese negli ottavi di Coppa UEFA nella primavera seguente.
L'unica volta che lo Zenit ha evitato la sconfitta in Italia è stato contro il Bologna nel primo turno della Coppa UEFA 1999/2000 (2-2) uscendo però con un complessivo 5-2. L'ultima volta che il Milan ha ospitato una squadra russa è stato nel 2002/03 quando ha battuto la Lokomotiv Mosca 1-0 nella seconda fase a gironi per poi vincere il trofeo a Maggio, a Manchester contro la Juventus.
In precedenza i rossoneri avevano affrontato due volte lo Spartak Mosca a San Siro negli anni '70 ottenendo una vittoria ed un pareggio. I due tecnici Spalletti e Massimiliano Allegri in Serie A si sono scontrati solo due volte nel 2008/09. La Roma di Spalletti ha avuto la meglio per 3-2 sul Cagliari grazie ad un gol all'ultimo minuto allo Stadio Olimpico per poi rimontare due reti e pareggiare 2-2 in Sardegna nella gara del girone di ritorno.
Tra il 2005 e il 2009 sulla panchina della Roma, Spalletti ha vinto tre gare su quattro in casa del Milan. Il suo bottino complessivo contro il Milan come tecnico giallorosso è di cinque vittorie, due pareggi e una sconfitta. Al timone dell'Udinese tra il 2001 e il 2005, l'attuale tecnico dello Zenit ha ottenuto in casa del Milan 2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte.
Lo Zenit ha vinto solo una delle 11 trasferte in Champions League, qualificazioni incluse, mentre il Milan vanta un ottimo score casalingo. Nelle ultime 7 gare interne, il Milan ne ha vinte 3, pareggiate 3 e persa soltanto una, quella con il Barcellona per 2-3, quando tuttavia i giochi per la qualificazione erano fatti. Lo score parla di 11 gol realizzati e 4 subiti. Tuttavia quest'anno il Milan ha già perso 4 delle 8 gare giocate a San Siro. In ciascuna delle due precedenti stagioni di Serie A aveva subito solo due sconfitte in totale.
Spalletti, per la formazione di domani, dovrà far fronte all'assenza di Domenico Criscito, che tornerà solo nel nuovo anno, e dovrà valutare le condizioni di Faisulyn, uscito anzitempo nella gara vinta per 2-4 in casa dello Spartak Mosca nell'ultimo turno. In difesa, davanti a Malafeev, agiranno Anyukov e Hubochan sulle fasce, mentre Lombaerts e Bruno Alves saranno la coppia centrale.
A centrocampo, qualora Faizulyn non ce la faccia, spazio al trio composto da Witsel, Denisov e Shirokov. Davanti, tridente pesante con Hulk a destra, Danny a sinistra e Kerzhakov punta centrale.
Allegri, invece, può permettersi un discreto turn over, anche in vista dell'insidiosa trasferta all'Olimpico di Torino di domenica pomeriggio. Qualche giocatore ha bisogno di rifiatare, mentre altri hanno bisogno di mettersi in mostra. In porta dovrebbe essere confermato Amelia, a meno che si scelga di far esordire il giovane Gabriel.
La linea a 4 potrebbe rivedere il rientro di Ignazio Abate dal'1' minuto dopo l'infortunio. Al centro spazio a Zapata e Acerbi, mentre a sinistra potrebbe essere riconfermato Constant. Un alternativa potrebbe essere De Sciglio. Più difficile che parta uno tra Mesbah e Antonini, anch'essi reduci da infortuni.
In mezzo al campo, Flamini dovrebbe partire titolare come mezz'ala destra ed Emanuelson come mezz'ala sinistra. Dubbio al centro tra De Jong e Ambrosini. Dalla scelta in questione si capirà probabilmente chi giocherà a Torino.
Turno di riposo, dunque, per Montolivo e Nocerino. Davanti, con l'assenza di Pato, il riposo d'obbligo per Stephan El Shaarawy e l'indisponibilità di Niang, spazio a Boateng, squalificato per la gara di Torino, assieme alla coppia Bojan-Pazzini, bisognosi di giocare e segnare per convincere Allegri di emritare il posto lasciato libero da Boateng, dopo l'espulsione di Catania. Robinho sarà pronto a entrare a gara in corso.
La gara, l'abbiamo detto, non ha grande importanza. Ma i motivi di interesse e gli stimoli giusti per far bene non mancano.
Il Milan, tra l'altro, troppe volte è incappato in figuracce nell'ultima, ed inutile ai fini della qualificazione, giornata dei Gironi di Champions. Tifosi e società in questa stagione ne farebbero volentieri a meno, anche perché in questo avvio di stagione pieno di risultati negativi, sarebbe dannoso aggiungerne un altro.
Quindi, Forza Ragazzi!





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La formazione rossonera prima del match
(per gentile concessione di Salvatore Di Sarno)



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La formazione rossonera
(per gentile concessione di Salvatore Di Sarno)





La formazione rossonera





Massimo Ambrosini in azione
(dal sito www.gazzetta.it)





Un'azione di gioco
(dal sito www.gazzetta.it)





Il gol di Danny, che decide la partita
(dal sito www.gazzetta.it)






La "Gazzetta dello Sport" del 5 dicembre 2012


Il "Corriere dello Sport" del 5 dicembre 2012




Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 5 dicembre 2012
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dal sito www.gazzetta.it

SAN SIRO TABÙ DA CHAMPIONS. E IL MILAN PERDE CON SPALLETTI
I rossoneri già qualificati sconfitti 1-0 dallo Zenit dopo i pareggi con Anderlecht e Malaga. El Shaarawy entra all'80' e sfiora il gol
MILANO, 4 dicembre 2012 - "Balotelli non è un sogno" afferma nel pre partita Silvio Berlusconi. Frase che si presta a più interpretazioni, ma che allarga i cuori dei tifosi rossoneri. Perché SuperMario farebbe davvero comodo a un Milan che sa segnare solo con El Shaarawy, guarda caso utilizzato dall'80' e autore dell'occasione più netta. E' racchiusa in questa considerazione la sconfitta di misura dei rossoneri, battuti con gli ottavi in tasca dallo Zenit con un gol di Danny, dopo avere praticamente dominato la gara, ma senza mai spaventare Malafeev. Inutili gli appelli della vigilia, perché San Siro formato Champions continua a essere stregato: dopo i pareggi con Anderlecht e Malaga ecco l'1-0 per i russi che si consolano ottenendo il lasciapassare in Europa League. Qualificazione ottenuta quindi in trasferta grazie alle vittorie di San Pietroburgo e Bruxelles.
SENZA FARAONE - Il turnover di Allegri è totale. Forte della qualificazione aritmetica propone un'inedita difesa. Il "veterano" De Sciglio difende il reparto con Zapata, Acerbi e e Mesbah. Dopo mesi di duro lavoro si concede invece una pausa El Shaarawy dirottato in panchina. Boateng, Bojan e Pazzini coprono la linea offensiva. Rientra Ambrosini, ai suoi fianchi Emanuelson e Flamini. Una sorta di 4-3-3, con Bojan più propenso al ruolo di trequartista.
UN ERRORE, UN GOL - Nonostante i numerosi cambi, il Milan gioca in scioltezza e almeno fino al 35' del primo tempo non fa giocare lo Zenit, che si deve accontentare di alcune innocue ripartenze. L'uomo da tenere a bada è Hulk che di incredibile ha poco. E' semmai Pazzini a scuotere la difesa russa. Già al 4' l'occasione è ghiotta, ma l'inesperto arbitro francese Chapron non vede un colossale rigore di Bruno Alves sul Pazzo e con lui il giudice di porta Boisdenghien ben appostato. I rossoneri gestiscono bene il possesso palla, dominando anche sulle fasce, dove De Sciglio e Boa garantiscono continuità alla manovra. Da citare al 22' due buone occasioni; la prima quando Lombaerts anticipa di un nulla Pazzini pronto a insaccare, imbeccato da De Sciglio, e subito dopo quando l'ex interista fa sponda per Zapata che in scivolata conclude a lato di poco. Ma basta un'incertezza al fatidico 35' per rovinare tutto. Abile Danny a sfruttare uno spazio vuoto in area e infilare indisturbato Abbiati, nonostante l'intervento di Acerbi che si vede passare la palla tra le gambe.
EL SHA NON BASTA - Il Milan scopre quanto sia dura vivere senza il Faraone, capace non solo di segnare, ma anche di aprire spazi e regalare ordine alla manovra. Allegri non si fa tentare e riparte nella ripresa con identica formazione. L'occasione del pari arriva all'8' allorché Pazzini devia nell'area piccola esaltando però le doti di Malafeev che respinge. I rossoneri come nel primo tempo tornare a dettare le regole totalizzando una percentuale di possesso palla devastante, ma senza riuscire a concretizzare. Fa così il suo ingresso Robinho per Mesbah; mossa che fa arretrare Emanuelson in difesa. Corre il Milan, ma inevitabilmente va in debito di ossigeno, spalancando praterie davanti allo Zenit. Ma Allegri crolla e al 35' lancia El Shaarawy per Flamini. Ma chiedere miracoli al Faraone con un'orchestra ormai stanca sarebbe troppo. Eppure il fenomeno al 41' manca il pari di poco: una girata in area di mezzo metro a lato. L'ultimo guizzo è dello Zenit con miracolo di Abbiati che evita il 2-0. Sinceramente troppo per un Milan generoso e sempre in partita, ma ancora di più El Shaarawy-dipendente.
Gaetano De Stefano


dal sito www.milannews.it

MILAN DETERMINATO MA SCONFITTO. POCA PRECISIONE DAVANTI E IN MEDIANA, GRANDE PROVA DEI DIFENSORI
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Abbiati 6: può fare poco sul tiro di Danny, dopo un'ora da spettatore nega nel recupero il 2-0 allo Zenit.
De Sciglio 6.5: bene, anzi benissimo nel primo tempo, dove chiude, spinge e si propone con costanza maniacale. Nella ripresa è meno presente, ma si fa comunque sentire.
Zapata 7: perfetto in marcatura su Hulk, riesce a cavarsela con maestria anche nelle situazioni più complicate. Dimostra grande sicurezza in ogni frangente, in crescita.
Acerbi 6.5: esce un po' in ritardo su Danny in occasione del gol, ma le responsabilità non sono completamente sue. Per il resto domina la retroguardia e si propone come un leone anche in fase offensiva.
Mesbah 5.5: meglio in attacco che in difesa, dove soffre in diversi frangenti. Ha l'opportunità per una sponda vincente nel primo tempo, ma colpisce il pallone con il braccio. (Robinho 5.5: qualche pallone gestito male ed un tiro che sfiora il palo, si poteva fare meglio)
Flamini 5.5: l'incomprensione con Ambrosini costa il gol dell'1-0. In mezzo al campo corre come un forsennato, ma non incide tantissimo sul piano del gioco. Prova la via del gol con due bordate da fuori ma non è serata. (El Shaarawy 6: ha pochi minuti ma riesce comunque ad andare vicino al vantaggio, calciando di poco a lato)
Ambrosini 5.5: vedi sopra. Le responsabilità per il gol di Danny sono da dividere tra lui e Flamini. Battaglia come al solito, anche se da alcuni suoi anticipi mancati scaturiscono contropiedi pericolosi.
Emanuelson 6: se la cavicchia da mezz'ala, anche se tende a migliorare quando riesce ad allargarsi. Nel finale viene schierato terzino sinistro e si propone con continuità.
Boateng 5.5: dai suoi piedi parte qualche cross interessante, ma non basta. In attacco si vede poco. Dimostra cuore, retrocedendo spesso a dar man forte ai compagni.
Pazzini 6: nel primo tempo gli vene negato un rigore solare. E' l'unico attaccante che crea qualche piccolo scompiglio alla retroguardia dello Zenit, anche se riceve pochissimi palloni giocabili.
Bojan 5.5: molto bene a spaziare sul fronte offensivo, male invece negli ultimi metri, quando bisognerebbe concludere o servire l'assist decisivo. (Petagna: sv)
Allegri 6: ha il merito di caricare a dovere la squadra senza che vi sia l'assillo del risultato. La prestazione collettiva è stata buona, la sconfitta immeritata.