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21 novembre 2012, Anderlecht vs Milan 1-3




dal sito www.milanday.it

PREPARTITA - di Marco Rizzo
IL PRE ANDERLECHT-MILAN
Una svolta? presto per dirlo, ma senza dubbio se la gara di Napoli doveva essere quella che mandava l'undici di Allegri, ed il tecnico stesso, al tappeto definitivamente, come molti pensavano e speravano, le cose sono andate diversamente. Il Milan ha tirato fuori l'orgoglio e ha offerto una buona prestazione. Buon gioco complessivo, seppur con alti e bassi, certamente migliore degli azzurri, e carattere mai domo. Gli errori dei singoli tuttavia sono una costante che non sembra volersi allontanare, e che condanna il Milan sempre a rincorrere e a mettersi in condizione di non poter racimolare quanto merita. Se con la Fiorentina erano stati gli errori di distrazione di Mexes e dei compagni di reparto, Sabato sera è toccato di nuovo a Christian Abbiati portare a fondo per quasi tutto un tempo i rossoneri. Gli errori iniziano a sommarsi in maniera preoccupante. È su questo che si deve lavorare. Dopo aver ritrovato un buon spirito di gruppo e un gioco quantomeno discreto, ora sono gli errori individuali a dover essere annullati. Perché in Champions nessuno perdona.
E domani, il Milan si gioca tutto, in quella che probabilmente fino ad adesso è la gara piu' importante della stagione. Il superamento del turno a gironi è un passaggio obbligato della stagione. Garantirebbe gli introiti per restare a galla, anche in vista di una possibile non partecipazione alla prossima edizione della massima competizione europea, anche nel prossimo esercizio, e terrebbe il Milan nelle posizioni che contano nel ranking Uefa. Il girone C, dopo il solo punto ottenuto con il Malaga si è complicato. Ma le possibilità maggiori di passare rimangono ancora ben salde nelle mani degli uomini di Allegri. Al Milan basterebbero infatti 4 punti nelle gare con Anderlecht e Zenit. Ma qualora il Milan riuscisse a vincere domani e lo Zenit non portasse a casa la posa piena con gli spagnoli, allora i rossoneri sarebbero già nelle urne dei sorteggi. E in tal senso, il fatto che a Bruxelles si giochi con il risultato dell'altra sfida del girone già noto, non può che avvantaggiare. Le possibilità ci sono, ma bisogna coglierle al volo. Non bisogna assolutamente sottovalutare l'Anderlecht, come avvenuto nella gara d'andata di settembre.
I belgi infatti sono una buona squadra, e sono migliorati rispetto a gara uno di questo girone. Dopo un avvio un po' sottotono, la squadra di Van der Brom ha risalito la china ed ora è saldamente in testa al proprio campionato e, contro pronostico, arriva alle due giornate conclusive dei gironi eliminatori di Champions in terza posizione e con chances di passare il turno.
Il tecnico ha trovato una quadratura solida della squadra, con il 4-2-3-1, utilizzando una base di giocatori formata da 12-13 titolari fissi. La continuità nelle prestazioni nelle ultime settimane è cresciuta. Nelle ultime 5 partite disputate, infatti, i belgi hanno inanellato altrettante vittorie. È stata la degna riscossa dopo il doppio passo falso con Charleroi in campionato e Zenit in Champions, nonostante in Russia meritassero perlomeno il pareggio. I gol segnati in queste ultime 5 gare sono stati ben 17, mentre quelli subiti solo 3.
In generale i numeri della squadra di Bruxelles sono buoni : in campionato 34 punti in 16 giornate, con 36 gol fatti e 14 subiti, mentre in Champions ha ottenuto un pareggio, con il Milan, due sconfitte, con Malaga e Zenit, e una vittoria, quella nella gara di ritorno con i russi; i gol subiti sono 4, contro una sola rete realizzata, quella di Mobokani nella precedente sfida. E proprio su di lui e sul talento di Jovanovic e Biglia che fa affidamento Van Der Brom. L'Anderlecht gioca infatti un calcio abbastanza lineare, con due esterni parecchio larghi, una difesa solida e arcigna e con una tecnica che viene fuori solo a sprazzi, a seconda degli avversari.
Ma ad esaltare le caratteristiche del gruppo ci sono proprio i tre giocatori appena citati. Biglia è da tempo un centrocampista sui taccuini di molte squadre di livello. Il centrocampista di origine riesce a dare ordine e geometria al proprio centrocampo senza tralasciare la fase passiva. Jovanovic è il giocatore di maggiore esperienza europea. A Liverpool ha fatto bene a tratti, ma senza dubbio l'esperienza lo ha arricchito. Sulla fascia è un elemento da temere. Mbokani invece è lo sfogo naturale dell'intera manovra. Unisce un gran fisico ad un ottimo dinamismo e una discreta tecnica.
Degna di nota anche la buona, seppur un po' lenta, coppia centrale formata da Kouyate, capace anche di giocare da mediano, e quindi dal piede piu' educato, e da Nuytinck. Ciò che può preoccupare in casa Milan è anche l'entusiasmo che si respira a Bruexelles. A più riprese l'allenatore e qualche giocatore hanno dichiarato di non essere inferiori al Milan e di potersela giocare alla pari. Baldanza o no, lo dimostrerà il campo, ma senza dubbio ciò dimostra una certa sicurezza e una voglia di vincere importante. Questo probabilmente spingerà gli uomini di Van Der Brom a fare una partita più aperta rispetto alla gara d'andata e alle precedenti. Ora si giocano tutto. E da ciò potrebbe approfittarne la squadra di Allegri, che con le squadre chiuse e che pressano alto soffre parecchio, ma con le squadre che se la giocano e lasciano spazi, ha i giocatori per spaccare le partite.
Il pareggio per 0-0 dei due club a San Siro a settembre rappresenta il quinto confronto complessivo tra le due squadre, che si sono affrontate per la prima volta nella fase a gironi 1993/94, con altri due pareggi a reti inviolate. L'undici di Fabio Capello concluse al primo posto quel girone, mentre quello di Jan Boskamp arrivò ultimo.
Nella fase a gironi 2006/07, i rossoneri di Carlo Ancelotti hanno fatto visita all'Anderlecht e, nonostante l'espulsione di Bonera sullo 0-0, Kaká ha siglato il gol decisivo. Della formazione iniziale di entrambe le squadre, i soli Deschacht e Biglia saranno presenti, probabilmente, anche domani. Di quel Milan facevano parte Bonera e Ambrosini, entrambi assenti domani. La vittoria per 1-0 dell'Anderlecht contro lo Zenit nella quarta giornata rappresenta per il club il primo successo casalingo in Champions League dopo esattamente nove anni dall'ultima volta.
Un eventuale passaggio del turno per i belgi rappresenterebbe un traguardo storico: mai infatti l'Anderlecht si è qualificato per una fase ad eliminazione diretta della massima competizione europea.
Il Milan, invece, non viene eliminato in questa fase dalla Champions del 1990/1991. Il bilancio casalingo dell'Anderlecht contro avversarie italiane è di 7 successi, 4 pareggi e 4 sconfitte. Ma è' da 8 gare e quasi 12 anni che la squadra belga non vince contro un'italiana, in casa o trasferta. L'ultima vittoria risale al novembre 2000, quando la formazione belga si è imposta 1-0 sulla Lazio nella seconda fase a gironi di Champions League a Bruxelles. Il Milan non ha subito nessun gol nelle ultime cinque trasferte in Belgio vincendone tre sul punteggio di 1-0. Il bilancio complessivo dei Rossoneri in Belgio è di 3 vittorie, 5 pareggi e una sconfitta, maturata contro il Brugge nei quarti di finale di Coppa UEFA 1975/76.
Per quanto riguarda la formazione, Van Der Brom, va verso la conferma del 4-2-3-1 che ha contraddistinto la sua squadra in questa stagione.
In porta ci sarà Proto, di origine italiana e di fede rossonera, che cercherà di bissare l'ottima prova disputata all'andata.
Davanti a lui, difesa a 4 con Gillet a destra, la coppia centrale formata da Kouyate e Nuytinck, mentre a sinistra è in forte dubbio Descacht. Al suo posto potrebbe giocare Safari, in vantaggio sull'esperto Wasileeski.
Davanti alla difesa spazio a Biglia e Kljiejstan, che dovrebbe avere la meglio di Kanu. Dietro l'unica punta, che sarà il temibile Mbokani, agiranno Jovanovic e Bruno sulle fasce, con Praet centrale. Una variante potrebbe essere quella con Bruno centrale ad agire dietro a Mbokani, con Jakovenko schierato laterale. Qualcuno parla anche di una possibilità di 4-4-2, con inserimento di De Sutter davanti, con uno tra Praet e Bruno a sedersi in panchina. Ma questa ipotesi, dettata dalla necessità di vincere a tutti i costi, non trova molto fondamento.
Allegri invece all'ultimo deve rinunciare a capitan Massimo Ambrosini, rimasto a Milano. Assenti anche Bonera, Abate, Antonini e Mesbah nel reparto arretrato, mentre a centrocampo resta l'assenza di Sulley Muntari.
Il tecnico rossonero dovrebbe riproporre a grandi linee la formazione scesa in campo al San Paolo di Napoli.
Davanti ad Abbiati, chiamato a riscattare la prova deludente di Napoli, agiranno De Sciglio a destra, con Constant opposto a sinistra. La coppia centrale è forse uno dei dubbi maggiori. Mexes appare favorito, mentre al suo fianco pare poterla spuntare Mario Yepes, in leggero vantaggio su Acerbi. Ma non è detto nemmeno che all'ultimo possa spuntarla Zapata, più abile a contenere velocità e fisico di Mbokani.
Certezze a centrocampo, con Nocerino e Montolivo mezz'ali e con De Jong ad agire da schermo davanti alla difesa. Completano il 4-3-3, Boateng, Bojan ed El Shaarawy, che appaiono i favoriti per scendere in campo dal primo minuto. Pazzini, Emanuelson e Robinho hanno qualche chances di giocare, ma è piu' probabile che Allegri li tenga in panchina per poter cambiare la gara in corso d'opera.
L'arbitro designato per la partita è lo sloveno Damir Skomina. Il direttore di gara sloveno è classe 1976 ed ha due precedenti con il Milan in Champions League: Auxerre-Milan 0-2 nel 2010 e Arsenal-Milan 3-0 nel 2011. Entrambe le sfide decretarono il passaggio del turno ad una fase successiva di Champions.
Skomina è comunque considerato uno degli emergenti migliori da parte del designatore Collina. Il resto dello Staff arbitrale sarà formato dagli assistenti Zunic e Ul, dai giudici di linea Ponis e Peric, mentre il quarto uomo sarà Arhar.
Lo stadio che ospiterà la gara è il Constant Vanden Stock Stadion, stadio del 1918, poi ristrutturato più volte per ridurre la capienza ed adattare l'impianto alle esigenze richieste dalla Champions League, che dal 1983 prende il nome del presidente del Club. Ha una capienza di circa 27mila spettatori e si presenta come un classico stadio all'inglese. L'Anderlecht ha nelle idee una pronta ristrutturazione, ma già ora garantisce il calore e l'entusiasmo necessario per spingere la squadra verso la vittoria.
Ma il Milan dopo aver fatto una buona prestazione nel catino del San Paolo, non si fa certo spaventare dai tifosi belgi. La squadra di Allegri deve fare una gara di personalità ed equilibrio, ben conscia dell'importanza della partita. Chiudere le ostilità e indirizzare fortemente la qualificazione è l'obiettivo della spedizione in Belgio. Una possibile vittoria riuscirebbe anche a far fare al Milan il pieno di fiducia ed autostima, in vista della difficile gara di domenica sera con la Juventus, in cui ci sarà da vendicare la partita della scorsa stagione. Ma ora è necessario affrontare i belgi senza pensieri o distrazioni. Serve cuore, personalità e concentrazione.
Forza, Ragazzi!





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Bruxelles, 21 novembre 2012:
Stefano e Luca con una pezza di Maglia Rossonera


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(Foto Curva Sud Milano)
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(Foto Curva Sud Milano)


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(Foto Curva Sud Milano)


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La formazione rossonera
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La formazione rossonera





Esultanza rossonera per il gol del vantaggio di El Shaarawy
(dal sito www.gazzetta.it)



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La fantastica rovesciata di Philippe Mexes,
che porta il risultato sul provvisorio 0-2
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Esultanza dopo il gran gol del 2-0 di Mexes
(grazie al Milan Club Seregno)




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VIDEO
(da "Forza Milan" - facebook)






La "Gazzetta dello Sport" del 22 novembre 2012


Il "Corriere dello Sport" del 22 novembre 2012




Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 22 novembre 2012
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dal sito www.gazzetta.it

MEXES SI TRAVESTE DA IBRA. E IL MILAN È GIÀ AGLI OTTAVI
I rossoneri vincono 3-1 in casa dell'Anderlecht e si qualificano con un turno d'anticipo. Apre El Shaarawy, raddoppia Mexes con una rovesciata pazzesca prima dei gol di De Sutter e Pato
BRUXELLES, 21 novembre 2012 - C'est dangereux, è pericoloso avevano avvertito i giornali belgi. E il pericolo pubblico numero 1, l'infinito Stephan El Shaarawy, ha lanciato il Milan agli ottavi di finale di Champions League con un turno di anticipo, sfruttando il 2-2 fra Zenit e Malaga. Dopo il suo gol al 2' della ripresa, arriva il magnifico raddoppio in rovesciata di Mexes, anche se il finale è con il cuore in gola perché De Sutter, con i belgi in inferiorità numerica per l'espulsione di Nuytinck, fa sognare il pareggio. Ma è Pato a chiudere i conti - su assist del Faraone - fissando il risultato al 91'. Vittoria netta, ma anche prova di forza, maturata dopo un primo tempo molle e incolore, troppo brutto per non meritare un riscatto.
CHE FATICA - Contro l'Anderlecht al Vanden Stock il Milan è padrone del proprio destino. All'undici giovane e orgoglioso di Van den Brom, Allegri oppone ancora il 4-3-3 con Yepes preferito ad Acerbi. Ma insiste con il tridente in cui Boateng e El Shaarawy sono gli esterni. Bojan vince il ballottaggio con Pato, anche se il catalano appare troppo leggero per farsi spazio nella muscolosa difesa belga e pecca di leggera presunzione. Loro hanno il talento di Biglia e il guizzo di Mbokani, uno che fa reparto da solo. L'Anderlecht sfrutta il sostegno dei tifosi, un dodicesimo uomo in campo che accompagna la squadra senza pause. Il Milan non sembra soffrire, anche se ancora una volta deve fare i conti con l'atteggiamento talvolta passivo della difesa: Mexes all'inizio fatica, più attenti invece Yepes e Constant. I blackout dei rossoneri finiscono così per favorire i padroni di casa che al 13' sfiorano il gol: Jovanovic sfrutta un buco difensivo, penetra in area e mira l'angolo, ma Abbiati si supera respingendo con i piedi. Sulla ribattuta un rasoterra di Praet sibila di poco a lato. Il Milan dal canto suo manca di cattiveria e convinzione. Una costante stagionale dei rossoneri, se si pensa che di fronte c'è un gruppo compatto, ma in realtà modesto e abbordabile.
TUTTA UN'ALTRA RIPRESA - Allegri durante il riposo spiega ai suoi perché il Milan può e deve vincere. L'effetto è istantaneo. Al 2' infatti i rossoneri passano. Che poi a segnare sia Stephan El Shaarawy non è una novità, ma che bella l'azione del Milan: assist dalla destra di De Sciglio, stop col sinistro del Faraone al limite dell'area più piccola e tocco morbido di destro. Un gol che dilata il divario tecnico in campo. L'Anderlecht sì attacca, ma con poca lucidità. Entra Pato per Bojan toccato duro, e da lì a poco, al 26', arriva il raddoppio dopo l'espulsione di Nuytinck per un fallo da ultimo uomo su Pato. E' una miracolosa prodezza di Mexes che stoppa di petto al limite la palla calciata da Montolivo e con una rovesciata spettacolare infila sotto la traversa. Ma dalla gioia del raddoppio il francese passa al dolore di un infortunio al ginocchio che lo costringe a lasciare il posto a Zapata. Accade tutto fra il 33' e il 34' quando l'Anderlecht trova anche il gol con De Sutter: un tap-in facile facile. Nel Milan nel frattempo Emanuelson rileva Constant, anche perché pur in inferiorità numerica l'Anderlecht cerca un prodigioso pareggio. Ma tiene il Milan e in contropeide chiude il conto. Vola El Shaarawy sulla fascia, inquadra l'area e mette davanti a Proto dove Pato non può che spingere in rete. Il cerchio è completo.
Gaetano De Stefano


dal sito www.milannews.it

OH MY GOD MEXES! PRESTAZIONE IMPECCABILE E GOL DA URLO. STEPHAN RE DEL BELGIO. PATO, GOL PER IL MORALE
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Abbiati 6,5: ha un solo intervento da fare, quello su Jovanovic e lo fa bene. Incolpevole sul gol di de Sutter che riapre il match.
De Sciglio 6,5: primo tempo propositivo ma con qualche incertezza. Jovanovic lo prende d’infilata nell’azione principale del primo tempo ma lui non si butta giù. Serve a El Shaarawy il cross da cui nasce il gol del vantaggio.
Mexes 8: prestazione impeccabile di Philippe che fa ammattire Mbokani nei corpo a corpo con il congolese costretto a girargli a largo. Si inventa un gol pazzesco che ammutolisce lo stadio belga ed entra nella galleria delle perle più belle mai viste da un giocatore in maglia rossonera.
Yepes 7: da ragione ad Allegri che lo mette dentro e lui non delude. Non perde un colpo e con Mexes, in assenza di Bonera, forma una gran coppia difensiva.
Constant 6: nel primo tempo toglie dai piedi di Mbokani il pallone del possibile vantaggio belga. Nella ripresa rischia il rigore sul congolese ma Skomina lascia correre.
Nocerino 6: in ripresa. Nel primo tempo è lui che taglia sempre nel mezzo la difesa belga ma non viene mai servito sulla corsa. Nella ripresa fa densità e prova a instaurare un dialogo calcistico con El Shaarawy. E’ lucido nella ripartenza che porta al 3-1.
Montolivo  6,5: primo tempo da architetto, secondo tempo da manovale. Tocca sempre tantissimi palloni e cambia spesso gioco. Poi sono gli altri che a volte non sanno come proseguire ma lui, il suo, lo fa.
De Jong 6: partita da mediano di rottura puro. Interrompe numerose ripartenze dei belgi e nel finale, prima del 3-1 di Pato, fa capire a quelli dell’Anderlecht che sul piano dello scontro frontale non c’è partita.
Boateng 5: non trova posizione e misura dei passaggi. Di tirare in porta non se ne parla nemmeno. E’ una delle note – ancora – stonate di questa squadra.
Bojan 5,5: rapido e ficcante, lo spagnolo cerca subito di mettere in porta El Shaarawy ma non trova la misura del passaggio. Scivola nel momento cruciale a metà primo tempo ed esce per fare posto a Pato.
El Shaarawy 8: sa cosa vuol dire gestire la tensione. Lui aspetta il momento cruciale per colpire gli avversari su traversone di De Sciglio. In un paio di circostanze non trova né il passaggio vincente né il dribbling che lo manderebbe da solo verso Proto. Ma è sempre un pericolo. Serve a Pato l’assist del 3-1 finale che lo manda in gloria con il Man of the Match della UEFA.
Pato 6: prende tante botte ma si rialza. Senza lamentarsi. Il colpo alla tibia non lo frena e mentalmente ha la forza di seguire l’azione di El Shaarawy che gli mette li un cioccolatino, una pralina belga, da mettere dentro. Secondo gol stagionale, in Champions.
Allegri 6,5: la squadra ha sempre il solito problema ovvero soffre gli avversari quando vanno in pressione. Tuttavia la squadra segue bene le sue direttive e porta a casa la vittoria e la qualificazione. Ora sotto con la Juve con una convinzione: è il Milan che deve avere il possesso del pallone per stare tranquillo.