dal sito www.gazzetta.it
PATO E ROBINHO NON BASTANO. MILAN BEFFATO NEL FINALE A PRAGA
I rossoneri non vanno oltre il 2-2 in casa del Viktoria Plzen nell'ultima giornata di Champions League. Doppio vantaggio per la squadra di Allegri a inizio ripresa con i due brasiliani, nel finale arriva il pari dei padroni di casa che vanno in gol con Bystron e Duris
PRAGA, 6 dicembre 2011 - Era già tutto previsto, avrà pensato fra sé e sé Allegri: Pato e Robinho ritroveranno il gol. Detto e fatto. Dopo un primo tempo compassato, la coppia brasiliana nei primi 180 secondi della ripresa rivolta la partita segnando un gol a testa, frutto di un assist a testa. Ma il Milan non fa i conti con l'orgoglio del Viktoria che con un finale da sballo raccoglie il pareggio segnando all'89 e al 93'. Un 2-2 figlio della disattenzione e dell'eccessiva superficialità dei rossoneri, che regalano l'impresa ai ragazzi di Vrba dimenticando la lezione numero 1 di Allegri: le partite durano 95 minuti.
INEDITO ROSSONERO - Il turnover era infatti annunciato, così come la difesa inedita. Non solo Amelia, ma anche l'esordiente De Sciglio a destra (classe 1992), Bonera, Mexes e Taiwo. Allegri concede il riposo a Boateng, Abate, Thiago Silva e Ibra, anche se la panchina del brasiliano dura 40 minuti. Il difensore sostituisce infatti Nocerino che accusa un problema ai flessori. Il piatto forte è comunque in attacco, dove Seedorf gioca alle spalle di Pato e Robinho.
POCO MILAN - I cechi giocano la partita della vita; è evidente. Veloci e rabbiosi, sfruttano la manovra dei due esterni di centrocampo Pilar e Petrzela, mettendo in difficoltà la difesa rossonera. A dire il vero un po' tutto il Milan fatica, azzerando a ritmo talvolta esasperante le motivazioni in mancanza di un obiettivo forte. Così, se a volte è Amelia a metterci una pezza, altre è l'avversario a complicarsi la vita con errori banali in fase conclusiva. Comunque la squadra di Vrba fa una bella figura e sfiora il gol un paio di volte. Tra i rossoneri, almeno fino alla sostituzione, Nocerino conferma tutte le sue qualità e il giovane De Sciglio esibisce una prova a tratti autorevole. In attacco invece è notte fonda. Se Robinho almeno ci prova con qualche timido affondo, Pato si muove senza una meta precisa. Ai rossoneri non manca il possesso palla, ma lenti e prevedibili permettono ai cechi di chiudere gli spazi in difesa. Il gap tecnico è evidente, ma servirebbe un pizzico di cattiveria in più.
SAMBA! - Evidentemente educati negli spogliatoi da Allegri, i rossoneri indirizzano la partita nei primi tre minuti di gioco a ritmo di samba. Pato si risveglia dalle sue amnesie e come di incanto sfodera il suo magistrale repertorio. Al 2' riceve da Robinho, irrompe in area dopo uno stop fantastico con destro, evita in velocità Cech e gonfia la rete. Palla al centro, ma è subito 2-0. I due triangolano che è un piacere, penetrano nell'area di rigore del Plzen dove il "Papero" servo l'amico che questa volta non fallisce, scacciando i fantasmi di notti da incubo, scaricando in porta gli errori contro Barcellona e Genoa. Pato, come se si fosse liberato dalle catene, dà spettacolo: colpisce un palo all'11' e diventa il faro della manovra offensiva. In difesa, nonostante il tempismo di Thiago e Mexes, i rossoneri concedono ogni tanto spazi ai cechi, vittime però della loro inesperienza.
LA RIMONTA - Un uno-due che permette al Milan di condurre i giochi, anche se il Viktoria insiste a caccia di un gol. Emozionante, quanto i gol dei rossoneri, è però l'esordio di Bryan Cristante che prende il posto di Robinho all'81': 16 anni, il rossonero più giovane nella storia della Champions League. Ma il Milan, evidentemente sicuro del doppio vantaggio, si adagia e subisce con troppa sufficienza l'assalto finale dei cechi. Ci può stare la ciliegina di Bystron che raccoglie la gloria nel tripudio dello stadio sfruttando una bambola della difesa rossonera. Ma che poi si conceda anche il delirio, quando Duris con una zampata al 93' riacciuffa una partita ormai persa, è davvero troppo. Una lezione da non dimenticare.
Gaetano De Stefano
dal sito www.milannews.it
L'ORGOGLIO CECO BATTE LA LUCIDA SUFFICIENZA...
LE PAGELLE di Francesco Somma
Amelia 6: Beffato, con tutta la squadra, proprio all’ultimo secondo, macchiando una prova dignitosa e convincente
De Sciglio 6: Palesa una tranquillità da veterano fin dai minuti di riscaldamento, producendosi in una serata incoraggiante. Non fa sfracelli, ma dà una grande mano in attacco come in difesa
Mexes 6: Esordisce dal primo minuto con la maglia rossonera in una serata strana e poco significativa, cavandosela bene per 92 minuti, fino al gol di Duris
Bonera 5,5: Gli tocca il compito di affiancare Mexes e tenere in piedi un reparto arretrato imbottito di riserve, risponde senza intoppi per gran parte del confronto, ma finisce tra i più “affannati” negli ultimi disastrosi minuti
Taiwo 5,5: Chi si aspettava la serata della riscossa, è rimasto deluso, perché anche questa sera il nigeriano ha palesato pecche non trascurabili, sia sotto il piano fisico, che sotto l’aspetto tecnico. Superarlo in velocità è un gioco da ragazzi, ben più complicato è vedergli sfoderare un cross pericoloso (Zambrotta sv)
Nocerino 6: Per quarantacinque minuti dà il massimo, ed è tra i pochi a non tirar mai via la gamba, fino a quando la gamba non tira via lui dal campo (Thiago Silva 6)
Ambrosini 6: Allegri gli affida le chiavi del centrocampo, schierandolo in cabina di regia, dove riesce a comandare per più di un’ora, poi la stanchezza ha preso il sopravvento…
Emanuelson 5,5: Preferisce giocare sulla trequarti? Allegri lo ha accontentato a più riprese, senza riscuotere i risultati sperati. Rimaniamo in attesa di prove convincenti
Seedorf 5,5: Impiega più di trenta minuti per prendere le misure al confronto e indovinare le prime combinazioni. Sfrutta discretamente gli spazi che si aprono nella ripresa, senza comunque risultare determinante in zona gol
Pato 6: Un gol, un assist, un palo, e almeno due occasioni mancate clamorosamente, e pesanti alla luce del risultato finale. Un passo avanti rispetto alle ultime uscite, contraddistinto dalla solita latente dose di sufficienza…
Robinho 6: Per la terza partita consecutiva gli capita sul destro un pallone che attende solo di essere sospinto in rete, e lui non sbaglia. Finalmente. (Cristante sv)
Allegri 6: La vittoria non sarebbe servita a granché, ma perderla di mano in questo modo, nel giro di 3 minuti, non è esattamente il segno distintivo ideale di una squadra che vuole andare lontano in Europa. Alla fine lo ripagano più gli esordienti che i veterani… |