dal sito www.gazzetta.it
BOATENG TIENE A GALLA IL MILAN. GENOA STESO, VETTA ANCORA A -3
I rossoneri non tirano mai in porta nel primo tempo e sfondano il muro ligure dopo l'espulsione di Jankovic: decisiva la rete del ghanese al rientro, a quattro minuti dal termine. De Canio esordisce con un k.o., ma resta a +1 sul Lecce
MILANO, 25 aprile 2012 - Ottantasei minuti di sofferenza. Contro un Genoa in dieci dal 72'. Poi la festa della liberazione di Kevin Prince Boateng: pallone gettato dentro con rabbia. Ottenuto più col cuore che con il gioco; motivo oramai ricorrente in casa rossonera. Fondamentale per il Milan per mantenere la speranza, perché la Juve mantiene il suo vantaggio di tre punti. Micidiale per il Genoa a un punto dalla zona retrocessione e a secco di vittorie da tre mesi.
LA VOGLIA DEL FARAONE - Non siamo alla resa dei conti, ma poco ci manca. L'avere escluso per scelta tecnica Seedorf e Robinho è qualcosa di epocale; quasi un affronto. Allegri le vuole vincere tutte e cinque e ha bisogno di gente che corre, che voglia crederci fino alla fine. Mette El Shaarawy al fianco di Ibra; rilancia Emanuelson trequartista. In difesa si affida a Nesta e Yepes. In panchina porta Cassano e Boateng. Di fronte c'è il Genoa di Luigi De Canio chiamato a compiere il miracolo, dopo la disfatta con il Siena e la pazzesca rivoluzione di Marassi. Formazione compatta: 4-5-1 con Palacio punta unica. Regole poche: spazi chiusi e contropiede.
UN BEL GENOA - E bastano pochi minuti per capire che il Milan non c'è proprio; letteralmente dissolto. Impalpabile, abbonato all'errore sistematico. Già all'8' il Genoa protesta per un netto mani di Nesta, braccio alzato, sul bolide di Kucka. Rigore negato che carica i rossoblù, bravi ad alzare ritmo e baricentro. L'incipit rossonero è identico a quelli visti contro Fiorentina e Bologna e non è un caso vedere tutta la squadra rintanata nella sua trequarti. Partitaccia. E' il 23' quando il "difensore" Sculli mette in angolo il cross maligno di Nocerino. Niente di trascendentale, ma solo per segnalare il primo affondo di un certo rilievo di quello che resta dei rossoneri. Ci vuole El Shaarawy, al 31', per vedere qualcosa da Milan. Bravo il Faraone a difendere palla, evitare Moretti e scagliarla in mezzo da posizione defilata, ma Granqvist si immola, anticipando Ibra. Ma è solo un lampetto. Il Genoa non si fa intimorire a pressa. Azioni lineari, elementari ma efficaci, mentre i rossoneri balbettano senza anima. Senza Ibrahimovic e il suo mal di pancia compreso. Senza voglia di vincere. A Marassi gli avrebbero già chiesto di togliersi la maglia.
LA BOMBA DEL BOA - Al 3' della ripresa, Nesta con un prodigio anticipa Palacio al limite. La musica, insomma, non cambia. Due minuti dopo Allegri toglie El Shaarawy e Van Bommel. Tocca a Cassano e Boateng. Ibra si sveglia e mira il primo palo dove Frey si fa trovare pronto. A centrocampo Muntari va a fare il centrale, mentre Boateng scala a sinistra. Ma non sembra che le cose vadano meglio, anche se Antonio ci mette l'anima. Al 16' Biondini, con una zampata toglie la palla dal piede di Boateng pronto ad abbattere Frey. Pochi secondi dopo, Emanuelson, servito da Ibra, sfiora il palo. Il gol sembra a tanto così, ma il Genoa si ricompatta. De Canio alza la voce: fuori Birsa, dentro Carvalho. Ma i rossoblù restano in dieci per l'espulsione di Jankovic al 27': secondo giallo per fallo netto su Abate al limite. Superiorità numerica che potrebbe fare la differenza. Ma (almeno subito) non va. Come il destro di Cassano dal limite al 32'. Al 35', mentre Veloso rileva Belluschi, Allegri gioca la sua ultima carta: Maxi Lopez per Antonini. Ma la risolve Boateng alla sua maniera; bolide sul primo palo, imparabile. Per rimanere aggrappati alla speranza.
Gaetano De Stefano
dal sito www.milannews.it
MILAFFANNATO, LA TREGUA ARRIVA DAL BOA. IBRA, ALTRA SERATA NO-GOL...
LE PAGELLE di Francesco Somma
Abbiati 6: Attento nelle uscite che gli competono, nessun intervento degno di nota
Abate 5,5: Si difende senza grossi problemi, anche perché il Genoa privilegia le vie centrali alle fasce. Fa poco dalla mediana in su
Nesta 6,5: Insieme a Yepes, tiene in piedi la difesa e, di conseguenza, tutta la squadra
Yepes 7: Efficace come e più di Nesta, non ne sbaglia una: serata da applausi
Antonini 5,5: Vale per lui lo stesso discorso fatto per Abate. L’impegno non gli fa difetto neppure stasera, i cross dal fondo invece sì (Maxi Lopez: sv)
Nocerino 5,5: Si sbatte più di tutti a centrocampo, pressa e raddoppia in maniera efficace. Forse per questo si fa desiderare in fase offensiva
Van Bommel 5,5: Come avvenuto nelle ultime partite, va in confusione troppo facilmente. Sarebbe l’ago della bilancia, invece non è né carne né pesce (Boateng 7: San Siro s’infiamma al solo vederlo, lui ricambia con un destro da tre punti)
Muntari 6: Ha più tempo di Van Bommel per mostrare un piglio diverso, ma ci riesce solamente in parte. Siamo lontani dal “primo” Sulley
Emanuelson 5: Un tempo sulla trequarti, quindi in un ruolo non suo, e finisce sul centro-sinistra. Il tutto condito da una cara dose di passaggi sbagliati e dalla costante percezione di disagio ed evanescenza
El Shaarawy 5,5: Più che la pressione di Kaladze e Granqvist, subisce quella di Ibra, che lo guarda male anche quando non dovrebbe. Dal canto suo, ci mette troppo poco (Cassano 6: Un pizzico di coraggio in più per un reparto lento e opaco)
Ibrahimovic 5: Un gol in 180 minuti di inguardabile abulia. In tanti perdono palla, ma lui è l’unico a non impegnarsi per rimediare. Soffre la solidità dell’ottima difesa genoana e, per la prima volta, la pressione di non poter fallire
Allegri 6: Vede il campionato fuggirgli di mano, e si affida alle vecchie scelte, per fortuna cambiate in corso d’opera. Nel primo tempo regala Emanuelson, che può far danni solamente sulla sinistra, nella ripresa Cassano e Boa salvano una serata troppo brutta per essere vera. |