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SUPER DERBY, L'INTER VINCE E PRENOTA LO SCUDETTO
Con un gol di Adriano, viziato da un tocco con la mano, e uno di Stankovic nel primo tempo, i nerazzurri battono 2-1 il Milan che nella ripresa accorcia con Pato e sfiora più volte il pari. Inter a +9 sulla Juve e +11 sui rossoneri
MILANO, 15 febbraio 2009 - Il Milan è battuto. L’Inter porta a 11 la dote da amministrare sui rossoneri costruendo il successo sui gol di Adriano e Stankovic nel primo tempo (di Pato il 2-1 a metà ripresa). Sull’1-0 pesano i dubbi per un evidente tocco di braccio dell’Imperatore, non visto o valutato involontario da Rosetti.
TUTTO VERO - Quello di sabato non era un bluff: Maicon è lì, a destra, a versare potenza sulla fascia destra, a mettere in mezzo l’ennesimo assist, conservando l’assetto con Santon a sinistra e Chivu (non Cordoba) al fianco di Samuel. Per Ancelotti, costretto a rinunciare a Kakà, c’è poco da mimetizzare: Seedorf e Ronaldinho alle spalle di Pato, con Beckham, Pirlo e Ambrosini in mezzo.
AGILI - Il Milan chiude il primo tempo con un svantaggio doppio sostanzialmente per due motivi: il primo è la mancanza di sviluppo verticale nel gioco; il secondo la colpevole incertezza in difesa. Eppure all’inizio Jankulovski e Zambrotta si fanno apprezzare per la qualità degli inserimenti; Pato e Seedorf scambiano in velocità superando il marcatore diretto con relativa facilità; Dinho si fa notare con un paio di tocchi di prima per l’unico riferimento offensivo della squadra. Superiorità territoriale, ma inefficace. E l’Inter, quando riparte, fa malissimo.
GOL DI BRACCIO - Dopo 18 minuti Ambrosini annulla un gol praticamente fatto impedendo a Stankovic (troppo titubante) di battere da distanza ravvicinata. Poco prima della mezzora l’Inter ritira il premio trovando una rete destinata a far discutere: palla scaraventata in area da Maicon, Maldini è in ritardo su Adriano che colpisce male di testa, accompagnando la palla nell’angolo con un tocco di braccio. Deviazione involontaria, ma determinante per la traiettoria della palla. E’ solo Abbiati a protestare. Rosetti convalida. Parola alle moviole.
PATO E' SOLO - Una deviazione di Santon sulla combinazione tra Ronaldinho e Pato rischia di rovinare i piani a Mourinho due minuti dopo l’1-0. Il Papero detta bene il passaggio, però quando si tratta di concludere perde l’attimo e fa il gioco di Julio Cesar, anche perché nessuno lo accompagna. Poco prima del riposo altro errore (di Kaladze e Pirlo) e altro gol nerazzurro. Sulla punizione di Muntari il georgiano salta a vuoto su Ibra, Stankovic arriva da dietro e fulmina Abbiati con il destro.
ANTICIPI E BUCHI - E’ il primo derby per Santon, l’ultimo per Maldini, che ne ha disputati 42. E fa effetto vedere il baby nerazzurro nell’anticipo sicuro su Pato, o anche nel contrasto duro su Zambrotta: il derby non è una partita qualunque, e chi pensava che Mourinho non si fidasse di lui nei grandi appuntamenti è stato smentito. Il chiaroscuro tra l’efficacia del ’91 di casa Inter e i "buchi" dell’esperto Kaladze si fa sempre più marcato in apertura di ripresa, quando Adriano mangia a morsi la palla del 3-0 e Ibra non trova l’assist per il compagno di reparto a difesa saltata.
ORGOGLIO MILAN - Adriano strappa applausi con le cose semplici: un recupero o un tiro dal limite. Sembra più potente della prima versione, quella di inizio campionato, ed è prezioso anche in fase di appoggio per Ibra. Il Milan comunque non molla, e la resa di Beckham, per un probabile affaticamento, toglie ad Ancelotti l’ultimo dubbio circa l’inserimento di Inzaghi. In 20 minuti, gli ultimi, il Diavolo infiamma il derby: c’è l’anticipo a cinque stelle di Chivu su Seedorf in posizione di sparo; poi il gol di Pato (un piatto facile grazie al lavoro di Jankulovski in fascia); quindi l’intervento di Julio Cesar su Inzaghi in azione classica d’inserimento laterale.
ASSALTO RABBIOSO - La rincorsa del pareggio inietta la consueta dose di adrenalina nella storia recente del derby. A 15 dalla fine Abbiati è bravissimo a respingere la conclusione di Adriano. Tre minuti dopo Ayroldi segnala il fuorigioco di Inzaghi annullando giustamente il 2-2. Nemmeno 60 secondi ed ecco l’occasione di Pato, respinta dal portiere interista poco dopo una trattenuta dubbia di Chivu su Inzaghi, che chiede il rigore e forse non ha tutti i torti.
SUPER JULIO - Dopo il colpo di testa di Superpippo fuori bersaglio, Mourinho alza il muro con Burdisso, Vieira e poi Maxwell. I sei difensori del finale sono un’autentica novità per l’Inter, schiacciata nella sua metà campo dai rossoneri e salvata dal suo guardiano. L’ultimo affondo è di Inzaghi, con un diagonale incredibilmente neutralizzato da Julio Cesar con la punta del piede sinistro. Se l’Inter vincerà lo scudetto, sarà anche per questa prodezza del portiere brasiliano.
Gaetano De Stefano
dal sito www.repubblica.it
IL MIO DERBY
OGNUNO a modo suo. Da campione di razza eletta o da protagonista di un giorno, da attaccante puro o da mediano che si inventa goleador. La galleria del derby ha eroi speciali: Van Basten e Altobelli, Weah e Ibra, ovvio. Le comete, Attila Hateley che vola su Collovati e il bimbo Minaudo. Storici habitué come Oriali e Maldera, Serena e Massaro. Ne abbiamo scelti sei, ci siamo fatti raccontare il loro derby del cuore. Roberto Boninsegna, Inter-Milan 2-1, 2 dicembre 1973. Quell' anno, tra campionato e Coppa Italia, i nerazzurri fanno cappotto: quattro derby su quattro. «Pronti-via, 13 secondi e segno. Due scambi, mi arriva un pallone in mezzo, non faccio nemmeno in tempo a vedere chi mi crossa o chi mi sta marcando, credo Anquilletti. Erano stagioni un po' così, noi e i cugini al vertice, ma c' era la Juve a dominare il campionato e il derby ti salvava la stagione». Pietro Paolo Virdis, Milan-Inter 20, 24 aprile 1988. Cugini travolti, Napoli nel mirino, un mese dopo sarà scudetto. «Un ricordo fantastico, l' Inter faticava a uscire dalla sua metà campo, il risultato fu senz' altro stretto. Il mio gol? Pressing alto, intercetto un appoggio di Passarella, dribblo Zenga e segno sotto la curva. Ci volle un po' per assorbire il calcio di Sacchi: imparammo a giocare sulla fatica e a pressare sempre. Tutti: i vecchi come me, Maldini che era nato vecchio, gli olandesi». Nicola Berti, Milan-Inter 0-1, 18 novembre 1990. Trap batte Sacchi, ma lo scudetto andrà alla Samp. «Cinque minuti dalla fine, esulto sotto la curva rossonera e mi guadagno la loro stima, diciamo così... Cross di Klinsmann dalla riga di fondo, buonissimo, entro e segno il gol che tutti volevano segnare. Era un Milan stellare, pressavano sempre. Rijkaard un signore, Ancelotti il più tignoso, ma io bastavo per tutti e due. Ed era più sentito il derby, se incontravi un cugino in un locale uscivi subito». Walter De Vecchi, Inter-Milan 2-2, 18 marzo 1979. Sofferenza, rimonta e scudetto della stella. «Noi in testa, ma pieni di acciacchi. Arbitro: Agnolin. L' Inter è in forma, Albertosi para un rigore ad Altobelli, segna Oriali e poi Spillo. Nel finale, per orgoglio e disperazione, torniamo a giocare da capolista. Capello mi tocca una punizione rapida e ne segno uno, poi al 90' un destro che passa in mezzo a tante gambe e Bordon non vede. Il tiro ce l' avevo: la regola era che se non segnavi quattro o cinque gol a stagione, non eri da Milan». Evaristo Beccalossi, Inter-Milan 20, 28 ottobre 1979. Doppietta di Evaristo «scusate se insisto», lo scudetto cambia maglia. «Uno al volo, bello. L' altro dopo grande azione di Muraro, non potevo sbagliare. Campo ancora di rendita da quel derby. Non ci dormivamo la notte, in ritiro, per una settimana: i veterani Oriali, Bini, Baresi e Bordon a caricarci, io a consumare sigarette e l' allenatore Bersellini che faceva finta di non vedere. Poi correvo, sì: ma dalla metà campo in su». Gianni Rivera, Inter-Milan 2-3, 28 novembre 1971. Il più grande di tutti sceglie il più curioso. «Segnai il 2-1 ma eravamo paria cinque minuti dalla fine. Rinvio in area di Burgnich che colpisce Bigon tra polpaccio e sedere, pallone in porta, vinciamo 3-2. Ne ho giocati altri più belli, più divertenti, ma quello è il sogno di ogni tifoso. Vincere in qualsiasi modo, a prescindere, perché te lo chiede la gente».
Anni Sessanta-Settanta: BONINSEGNA E RIVERA - Bonimba, centravanti mantovano, classe ' 43, all' Inter dal 1969 al 1976: sette i suoi gol nel derby. Il Golden boy, anche lui del ' 43, alessandrino, mezzala, è al Milan dal ' 60 al ' 79. Ai cugini segna cinque volte.
Anni Settanta-Ottanta: BECCALOSSI E DE VECCHI - Walter De Vecchi, milanese classe ' 55, al Milan nel ' 73-' 74 e dal ' 78 all' 81. Il Beck, bresciano, più giovane di un anno, giocò in nerazzurro dal 1978 all' 84. Entrambi vantano una doppietta nella stracittadina.
Anni Ottanta-Novanta: BERTI E VIRDIS - Nicola Berti, classe ' 67, da Salsomaggiore, centrocampista dell' Inter dall' 88 al ' 98, tre gol nel derby. Pietro Paolo Virdis, attaccante sassarese, classe ' 57, al Milan dall' 84 all' 89, 4 volte in gol contro l'Inter.
Massimo Pisa
dal sito www.sportmediaset.it
LE PAGELLE di Alberto Catalano
Maldini 4,5: Non basta l'incoraggiamento arrivato dalla curva Nord prima del suo ultimo derby per consentirgli di tirare fuori le forze residue. Esce sconfitto da quasi tutti i confronti diretti con Ibrahimovic e Adriano, con l'aggravante di essersi completamente perso l'attaccante brasiliano in occasione del vantaggio nerazzurro.
Kaladze 4: La volontà di elencare i suoi errori termina al minuto 48, quando il georgiano supera ampiamente la doppia cifra. Impossibile fare una classifica (degli errori, s'intende), anche se il modo in cui viene sovrastato da Ibrahimovic in occasione del gol di Stankovic "merita" una citazione particolare. Era al rientro dopo l'infortunio: non basta per assolverlo. Non basta proprio.
Ronaldinho 7: Utilizza i primi 20 minuti per perfezionare il riscaldamento pre-partita; il perché non l'avesse fatto prima resta un mistero. Poi si sveglia. Esterno destro per Pato da spellarsi le mani, assist sempre per il Papero da urlo, azione in solitaria stile vecchia maniera. Non basta. L'Inter riprende il controllo e va sul 2-0. Nella ripresa (ri)ultilizza i primi 15 minuti per rifiatare (ci risiamo), poi si (ri)sveglia e nella "Scala del calcio" offre una prestazione da fuoriclasse del pallone. Non basta nemmeno stavolta. Ma non è colpa sua.
Adriano 7: Al rientro dopo la lunga squalifica, è fresco di gambe e forte, fortissimo, nella testa. Adesso più che mai, infatti, l'Imperatore sa di non essere in discussione né per Dunga, né per Mourinho e i risultati si vedono. Va a segno (con l'aiuto della mano), impegna l'intera difesa rossonera, si mangia un gol, aiuta i compagni. Tanta roba, insomma. E quasi tutta di qualità.
Stankovic 7,5: Inizia addormentandosi a pochi metri dalla porta con Ambrosini bravo ad anticiparlo, poi non sbaglia più niente. Marca Pirlo (annullandolo) e riparte. Una volta, due volte, tre volte, fino a quando non arriva il gol. Meritato, come il premio (virtuale) di migliore in campo.
Chivu 7: A una manciata dal termine si 'arrangia' su Inzaghi rischiando di fare la frittata dopo aver abituato tutti con caviale e champagne. Rosetti lo perdona e lui torna a brindare. In smoking.
Julio Cesar 7: Quando c'è da allungare l'ultima mano (o l'ultimo piede) sul risultato, ecco spuntare Giulio, per gran parte del tempo spettatore non pagante al Meazza. Autentico fuoriclasse nel ruolo, ha fugato anche gli ultimi dubbi: in questo momento, il più forte portiere d'Italia è lui. E per la proprietà transitiva...
PAGELLE A CURA DI FRANCO BOVAIO, GIORNALISTA DE "IL TEMPO"
ABBIATI 6 - E' sorpreso da Adriano sull'1-0 e non sa se uscire oppure no. E' l'unico errore di una partita in cui, nella ripresa, salva su Ibra a Adriano.
ZAMBROTTA 6 - Spinge moltissimo e non demerita. Cala nella ripresa.
MALDINI 5.5 - Era all'ultimo derby della sua lunga carriera. Encomiabile, ma Adriano gli sfugge nell'1-0.
KALADZE 4.5 - Perde il duello aereo con Ibrahimovic da cui nasce l'assist per Stankovic e poi buca su Adriano e Ibra. Non era al meglio e si è visto.
JANKULOVSKY 5.5 - Incerto dietro, dove non chiude su Stankovic nel 2-0. Bene se spinge, tanto che offre a Pato l'assist del gol.
BECKHAM 5.5 - Gioca una partita tatticamente accorta ma senza estro, frenato da un problema muscolare.
PIRLO 5 - E' preso spesso in mezzo dai più tonici dirimpettai interisti e non segue Stankovic nell'inserimento del 2-0. Si limita alla giocata facile col compagno vicino.
AMBROSINI 6 - Al 18' salva su Stankovic. Ci mette carattere e aggressività, ma al 56' rischia il rosso per doppia ammonizione.
SEEDORF 5.5 - Nel primo tempo vaga spesso a vuoto, nella ripresa cresce e ci mette grinta e anima.
RONALDINHO 6.5 - E' l'unico che inventa qualcosa e dà velocità alla manovra del Milan. Dai suoi piedi nasce il gol rossonero.
PATO 6.5 - Corre su tutto il fronte d'attacco e chiude in gol al termine di una bella azione.
INZAGHI 6 - Il suo ingresso dà profondità al Milan. Meriterebbe il rigore in un contatto con Chivu.
ANCELOTTI 5 - Il Milan ha schemi prevedibili e vive solo sulla fantasia di Ronaldinho. |