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26 aprile 1988 - pagina 34 sezione: SPORT - di Gianni Brera
L'ORA DEL MILAN PRODIGIO
ABBANDONO San Siro al 28' del II t., quando il mostruoso Gullit, ormai ciucco di ruggiti - apposta lo chiamo Simba -, cicca volgarmente la facile incornata su cross-gol di Evani piccolo e grande. Lascio San Siro e sono sinceramente sgomento per il Milan, di cui temo l'eccessivo eretismo podistico, e triste per l'Inter, che ho visto via via annichilire sotto le ventate cicloniche del Milan. La tristezza per l'Inter mi ricorda il grande Abegglen di Parigi Olimpica 1924, poco dopo che la sua Svizzera ha fatto bellamente fuori gli italiani. I suoi amici trionfano berciando in spogliatoio. Il grande Abegglen li ammonisce: "Ragazzi, vi ricordo che nello spogliatoio qui accanto qualcuno sta piangendo". Vorrei raccontare questo civilissimo episodio ai fratelli cacciaviti. Mi sento ingenuo come si merita la mia qualità di bi-tifoso. Rientro con gli amici in osteria e ordino un tè spaventando tutti. Adesso rivivo il 204 derby della mia città capitale. Vedo subito partire il Milan drogatissimo dall'orgoglio. Penso al temerario Righetto e al suo ginnasiarca emerito, che esclude si possa mai scoppiare seguendo le sue tabelle. Vedo Deltaplano Zenga poco meno che atterrito da una bomba di Gullit scagliata da oltre 20 metri: istintivamente oppone i pugni (ricorderò questo fatto più tardi: sono trascorsi 2' soli). Il Milan afferra l'Inter per il collo e con inaudito vigore la sgrulla fino a mortificarla. I poveri Ciocci e Altobelli sono esiliati in terra nemica. Quando qualcuno si attenta a lanciarli - oh, molto di rado -, vengono scherzati in anticipo. Il pubblico è ferocemente milanista (per almeno 8 decimi) e gongola esaltato. In centrocampo non si parla di Inter. Il primo rilancio interista ha luogo all'11'e ben quattro dell'Inter vengono lasciati in fuori-gioco. Lo scherzo si ripete al 21'e in fuori-gioco sono tre! A questo punto ricordo atterrito la Fiorentina, dominata "quasi a questo ritmo" per un'ora e poi sortita fuori per vincere 2-0. "Fa'un esame di coscienza - mi dico -: se sei buon lombardo non devi pensare che il Milan perda l'occasione di vincere il derby". Da Verona la notizia che Maradona ha segnato (26'). Il furore di Simba si trasmette ai compagni, che paiono invasati. La difesa dell'Inter, zeppa di miei benamati paesani, si batte digrignando. Ferri si bisticcia con Virdis, re pastore e sornione della madonna; Bergomi fregoleggia su Gullit con l'anima fra i denti. Il Simba ha sbagliato un difficile tiro-gol al 9'e ci rifà al 39'staccando in misura insufficiente (incorna fuori). I disimpegni del Milan sono maestosi e imponenti (belli, orcoccan); il centrocampo imperversa con Colombo (assatanato), Evani, Donadoni e Ancelotti il probo, che fa da perno costante e non è mai frivolo (meno una volta che scatta portando palla). Se sbagliano gol possibili Colombo e Donadoni, Ancelotti incorna sulla traversa un cross del bergamaschino (42'). Subito dopo, Evani fa sgusciare palla per Gullit sul centro sinistra: il Simba ha da ruggire forte mollando un sinistro sicuramente omicida: la palla sorvola Deltaplano: sul piano teorico, il tiro dovrebbe essere parato: ma questo non è un tiro: è un colpo di bazooka: e Deltaplano si è già umanamente spaventato al 2', quando il Simba l'ha cercato da oltre 20 metri: questa volta - mi dico - un ritegno inconscio gli vieta di allontanare le mani dall'addome e dai genitali: quando vi riesce, il violento proiettile del bazooka ha già sollevato la rete. Primum vivere, deinde philosophari. Nessuno ha il ticchio di criticare il grande Deltaplano. Il gol di Simba solleva i rossoneri fino al delirio. Anch'io smetto di pensare alla Fiorentina. Faccio la conta delle conclusioni milaniste nei primi 45': sono ben 20: e una sola è stata trasformata. Davvero poco, pochissimo! Ribadisco quindi a metà i rilievi sul primo Milan di Sacchi: molto lavora e corre, poco segna. In compenso, la difesa è ermetica. Il centrocampo sacrifica spesso all'onore della propria retrovia. Gli schemi si complicano solo in attacco, per le discrepanze di ritmo fra Virdis e Simba. Trovo comunque il Milan in forma "persino eccessiva" e tecnicamente migliorato d'oltre una spanna (Ancelotti, Evani, Donadoni); taccio dei difensori per non cadere in smaccata piaggeria: perfino Tassotti commette eleganze (oh yes). ONESTAMENTE, l'Inter non è esistita. Hanno tirato i soli Passarella (su punizione, contro la barriera) e Altobelli per disperazione (32'): da troppo lontano e fuori per giunta. Due volte il frale Scifo viene privato di palla dal Simba in recupero feroce. Per la massa di gioco svolto e per la superiorità dinamica, il Milan dovrebbe già condurre 3-0 come minimo: l'esile 1-0 è colpa sua - fuor di ogni dubbio - e disperato merito dei miei paìs difensori. Alla ripresa vedo disimpegnare a ritroso Baresi I su Passarella, che vorrebbe aprire a sinistra: Virdis oppone una piota e intercetta la palla: Passarella bestemmia forte e Virdis va via solo verso il gol. Deltaplano esce sconfortato, vinto: Massinissa lo scherza pure e fa rotolar palla verso il 2-0. Dice allora che Deltaplano agguanta Maldini e con il magone gonfio di rabbia (l'etimo di magone è gozzo) lo investe: "Ohei, bambi, non sarebbe ora che la smetteste?". Sono trascorsi 8'. Il Milan la smette davvero: e prima di tutti con il Simba, che non segna più e sbaglia pure. Il prodigioso Deltaplano deve respingere fiondate di Ancelotti e Virdis. Non scoppia però il centrocampo del Milan come la Fiorentina. Nessun Baggio imperversa. L'Inter ha smesso di reggersi. Leggo onesta rabbia sui volti dei pais (specie di Bergamo).
A Ferri viene addebitata una gomitata assassina a Gullit che invece è di Passarella, per fortuna. Duri sì ma non gratuitamente feroci, paesani. SE Gullit il Simba abbia fatto apposta a sbagliare non so: posso dire di averlo visto ciccare di fusilli un cross gol di Evani al 28'e j'ai foutu le champ. Ero triste e sgomento: ma sapevo di Verona, di Maradona e Galia; non ancora di Schopenhauer, che con curioso candore ha dichiarato: "Ho minga capì: se avessero giocato a questo modo, i miei non avrebbero certo perso tre partite quali hanno perso". Ma non avevano contro il Napoli, amico mio, e nessuno aveva promesso loro congrui premi (come io spero). Il Napoli ha retto a Verona più a lungo che a Torino con la Juve perchè Maradona ha segnato il primo, non Cabrini (o Galia). Poi -Giovannino Mura refert - è successo come a Torino. Il magnete non ha più trasmesso scintille. L'onesto Maradona, sommo poeta, ha fatto lo sterratore (che non è giusto); Careca era pure vivo ma solo. Tutti gli altri vistosamente scaduti. E Ottavio Bianchi ne era così cosciente da lasciare esterrefatti. Ora aspettiamo il 1 maggio al San Paolo. Forse non farà freddo come domenica scorsa a San Siro (e frigore salus): ma allora farà caldo anche per il Napoli. Io preparerò l'epinicio di nascosto (scire nefas) in onore di capitan Berlusconi e Righetto Sacchi: e per quel giorno ricorderò - vedrete - anche il nome del ginnasiarca atletico. Se la vittoria non sarà del Milan, sicuramente sarà del Napoli bicampeao: cambierò solo i nomi nelle dediche. Ah, mostruoso Milan!, questo sarà l'avvio. Se invece il Milan avrà la prodigiosa birra dimostrata con l'Inter, la sorte del Napoli risulterà segnata. Anche nel bene è mostruoso il calcio del Milan. Io mi debbo ancora convincere degli schemi perchè sono vecchio e troppe disillusioni ho già provato. Confesso che il Napoli elegante e misurato dei giorni migliori mi piaceva di più: quest'ultimo, invece, mi sembra destinato a subire sfracelli: si tratti o no di eretismo podistico, il calcio del Milan è oggi irresistibile. Che altro dire, dopo che il fecondo e bravo Righetto ci ha messi tutti K.O. (knocked out)? Sentivo che la fiera Juventus non sarebbe affondata a Marassi, non speravo tanto dal Como, non dall'Empoli nè dall'Avellino. Scusate le proporzioni balorde: però dovevamo pur dire al sole libero e giocondo che non vedrà nessuna cosa al mondo maggiore del Milan. Almeno per il momento. |