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11 dicembre 2024, Milan vs Stella Rossa 2-1




dal sito www.gazzetta.it

FONSECA, AGGRAPPATO ALLA CHAMPIONS
Quella in corso e quella della prossima stagione. Con i sogni scudetto spazzati via dalla mancanza di continuità di rendimento, Paulo Fonseca spera che la sua squadra finalmente si sblocchi e infili una serie di risultati che permetta ai tifosi rossoneri di pensare con fiducia al progetto varato la scorsa estate. L’attuale 7º posto in classifica è deludente, su questo in via Aldo Rossi niente da eccepire, ma la fiducia nel tecnico portoghese è intatta. L’obiettivo è quello di andare avanti con lui almeno fino al termine della stagione perché la convinzione è che riuscirà a trovare la quadra. Ciò premesso, per il club centrare la qualificazione alla Champions 2025/26 è l’obiettivo minimo e non raggiungerlo renderebbe inevitabile il cambio del tecnico. Perché retrocedere dalla Champions all’Europa League o alla Conference League sarebbe una mazzata terribile per i ricavi e farebbe tornare il Diavolo all’era pre Pioli. Le bordate di Fonseca contro l’arbitro La Penna non sono passate inosservate alla Procura federale che ieri ha provveduto ad acquisire i video delle varie interviste e domani mattina con ogni probabilità aprirà un procedimento. L’allenatore rischia una multa o una giornata di squalifica. La società è dalla sua parte e glielo ha ribadito anche ieri attraverso una telefonata. Paulo a caldo ha sottolineato il fallo a suo avviso commesso da CDK, saltato sulle spalle di Hernandez, ma è andato oltre spiegando che era stata l’intera direzione a condizionare il risultato. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sua pazienza visto che l’ex Lilla non era rimasto soddisfatto dell’arbitraggio neppure contro il Napoli, l’Udinese e l’Empoli. Fonseca non è alla ricerca di un alibi, ma è convinto che il Milan a Bergamo abbia disputato una buona gara e che avrebbe meritato il pareggio. Da qui la sua frustrazione, ieri ancora presente. (Andrea Ramazzotti)



dal sito www.milannews.it

VERSO MILAN-STELLA ROSSA: A DESTRA C'È CALABRIA. UN BALLOTTAGGIO IN ATTACCO
E' tempo di Champions League per il Milan di Paulo Fonseca che, dopo la sconfitta in campionato contro l'Atalanta, torna in campo contro la Stella Rossa nella sfida valida per la sesta giornata della fase campionato della massima competizione europea per club. Il tecnico rossonero dovrà fare a meno di Bennacer, Florenzi, Okafor, Jovic e soprattutto Pulisic, che si è infortunato al polpaccio venerdì a Bergamo.
E il grande dubbio degli ultimi giorni era proprio su chi avrebbe sostituito l'americano sulla trequarti. Ad annunciarlo è stato lo stesso Fonseca in conferenza stampa: sarà Loftus-Cheek a giocare al posto di Pulisic. Altra novità in difesa dove come terzino destro ci sarà Calabria e non Emerson Royal. L'unico dubbio è in avanti dove Chukwueze e Musah si giocano la maglia da titolare a destra, con lo statunitense al momento in vantaggio. Per il resto verranno confermati gli stessi giocatori che hanno iniziato il match di campionato contro l'Atalanta: Maignan tra i pali, Theo Hernandez terzino sinistro, Gabbia e Thiaw al centro della difesa, Fofana e Reijnders in mezzo al campo, in attaco Leao a sinistra e Morata prima punta.

MILAN (4-2-3-1)
16 Maignan
2 Calabria 46 Gabbia 28 Thiaw 19 Theo
29 Fofana 14 Rejnders
80 Musah 8 Loftus-Cheek 10 Leao
7 Morata
A disp.: Sportiello, Torriani, Emerson Royal, Terracciano, Tomori, Pavlovic, Chukwueze, Abraham, Camarda. All. Paulo Fonseca
Squalificati: /
Diffidati: Calabria, Tomori, Fofana, Chukwueze
Indisponibili: Bennacer, Florenzi, Jovic, Okafor, Pulisic
Ballottaggi: Chukweueze/Musah





Fonti immagini pre-partita: AC Milan - App Ufficiale, Gazzetta.it, Sport Mediaset, DAZN, Milannews.it,
Spazio Milan, Milan Press, Calciomercato.com, Milanismo, Pianeta Milan, aimc.eu
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Via Dante, Milano: le immagini dedicate al 125.mo anniversario di fondazione del Milan (credit Ph. Massimo Oriani)
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(by Sara Zaffoni)
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Trasferta vietata a Milano per i tifosi della Stella Rossa di Belgrado


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VIDEO della partita
(da Sky Sport)



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VIDEO 1
In attesa dell'ingresso
delle squadre in campo
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VIDEO 2
Riscaldamento prepartita
dei calciatori rossoneri
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VIDEO 3
Inno della Champions League nel prepartita


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VIDEO 4
Entusiasmo rossonero dopo il gol di Leao
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VIDEO 5
"Forza Diavolo alè..." nel secondo tempo
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VIDEO 6
"Da una vita lo cantiamo..."
nel secondo tempo


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VIDEO 7
Una fase di gioco del secondo tempo
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VIDEO 8
Una punizione di Reijnders
senza esito nel secondo tempo
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VIDEO 9
La squadra rossonera canta sotto la Curva
al termine dell'incontro



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VIDEO
Francesco Camarda, Cuore Rossonero, canta i cori della Curva Sud




Fonti immagini post-partita: AC Milan - App Ufficiale, Gazzetta.it, Sport Mediaset, DAZN, Milannews.it,
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11 dicembre 2024, dopo Milan vs Stella Rossa un tifoso rossonero perde la vita in un incidente stradale




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(I giornali del 12 dicembre 2024)




dal sito www.gazzetta.it

ABRAHAM, È UN GOL PESANTISSIMO: IL MILAN BATTE LA STELLA ROSSA, È ALMENO AI PLAYOFF
All'87' Camarda colpisce la traversa, poi ci pensa l'inglese a decidere una partita sofferta. In precedenza Radonjic aveva risposto a Leao. Infortuni per Loftus-Cheek e Morata
Una partita che a un certo punto era diventata grigia come le maglie del Milan, è tornata a essere improvvisamente verde come la carta d’identità di Francesco Camarda. Il Diavolo conquista la quarta vittoria di fila in questa Champions – ultimo filotto di queste dimensioni tra febbraio e aprile 2005 -, guadagna la garanzia di essere quanto meno ai playoff, allo stesso tempo mantiene vivo l’obiettivo di qualificarsi direttamente agli ottavi, e lo fa nel segno di Camarda. Il gol della vittoria è firmato da Abraham, ma è propiziato da un colpo di testa di Francesco, con palla deviata da Gutesa sulla traversa e carambolata sui piedi di Tammy. Anche per stavolta Camarda deve rinviare l’appuntamento col – in Champions sembra davvero una maledizione -, ma il suo ingresso è decisivo per piegare la Stella Rossa. La sfida con l’altro talento serbo, il 17enne Maksimovic, partito titolare, l’ha vinta sicuramente lui.
LE SCELTE — Il nodo che maneggiava Fonseca negli ultimi giorni riguardava quale forma dare alla sua squadra in assenza di Pulisic. La scelta è caduta su Loftus-Cheek, quella più acquisita nel tempo. E poi, nel nome sacro dell’equilibrio, a destra c’è finito anche stavolta Musah, che alle spalle però aveva Calabria e non Emerson. Davanti a Maignan confermati Gabbia e Thiaw: la coppia centrale di riferimento adesso sono loro. Milojevic in avanti si è affidato al talento 17enne Maksimovic, alle spalle del senegalese Ndiaye (11 gol in stagione) e nel suo 4-2-3-1 ha piazzato in mediana l’ex Krunic.
LEAO ANCHE REGISTA — Fonseca aveva chiesto espressamente a Loftus-Cheek di fare il Pulisic, ma sarebbe come pretendere da Leao di fare il mediano: ci si può anche provare, ma non è il suo. “Rubs” ha un altro passo e un altro approccio alla materia, e se a questo ci aggiungiamo Musah, sicuramente più estroverso con la palla fra i piedi ma non esattamente un fine dicitore, ecco in parte spiegate le difficoltà offensive del Milan per gran parte del primo tempo. In altre parole, il carico tecnico e di fantasia era tutto sulle spalle di Leao, che si è acceso a intermittenza ma quando l’ha fatto ha seminato il panico. Un Leao che si conferma tirato a lucido da Fonseca, che lo sta trasformando tatticamente: più dentro il campo, più dentro la manovra, a volte con compiti da regista addirittura sulla linea di centrocampo. L’evoluzione è decisamente interessante. E queste sono le cose belle. Poi ci sono quelle meno belle, ovvero un Milan per lunghi tratti del primo round troppo lento e macchinoso nella manovra, recidività plurima sotto questo aspetto. Scene tristemente viste e riviste: portatore di palla che non sa come liberarsene perché nessun compagno tenta un movimento. Insomma, un Diavolo che si era auto-incartato nonostante la pochezza tecnica della Stella Rossa: errori in uscita, ma anche nel giro palla, del tutto fuori contesto per essere Champions. Ai serbi però va il merito di aver comunque provato a giocarsela, senza parcheggiare file di autobus in area. Il Milan, anzi, deve ringraziare la traversa – sinistro di controbalzo di Maksimovic con la difesa rossonera immobile a osservare – se la porta non capitola dopo diciassette minuti.
NUOVO SPARTITO — Una sagra dello sbaglio dove si è accomodato più volte anche il Milan, fino al momento della svolta. Ciò che all’orizzonte sembrava un doppio nuvolone gonfio di pioggia – tra il 26’ e il 29’ fuori per infortunio Loftus-Cheek (adduttore) e Morata (flessore), dentro Abraham e Chukwueze - si è invece rivelato uno stimolo per la testa e un nuovo spartito per il gioco (con Musah dirottato obbligatoriamente al centro della trequarti) perché Abraham ha acceso la luce immediatamente - colpo di testa e punizione entrambi fuori per centimetri - e poco prima dello scadere il Diavolo è passato: lancio lungo morbido e preciso di Fofana per Leao, stop deluxe di destro e sinistro sotto la traversa. Tutto molto bello. La ripresa, però, invece di restituire una squadra che aveva ritrovato convinzione, ha generato nel Milan timori esagerati sotto la spinta della Stella Rossa, che ha fatto quanto di più logico ci si potesse attendere: alzare il baricentro per avvicinarsi alla porta. E i rossoneri si sono fatti spaventare (al 47’ murata di Maignan su Mimovic), perdendo sicurezze e distanze. Rintanati negli ultimi venti metri. Il momento cruciale della ripresa è un errore clamoroso di Abraham, che a porta spalancata ha tirato sulla schiena di Djiga, caduto a terra. Il due a zero che avrebbe chiuso il match è così diventato uno a uno: il neo entrato Radonjic ruba palla all’ingenuo Musah, prende la mira senza che nessun rossonero si disturbi ad accorciare (Thiaw, in particolare) e supera Maignan di sinistro. Quando tutto sembra mestamente finito, entra in scena Camarda: minuto 87, cross di Chukwueze per la testa di Francesco, smanacciata di Gutesa sulla traversa, e palla ad Abraham, che buca una porta piena di traffico. Il Var controlla (trattenuta di Tammy a un avversario) e poi dà luce verde. Il Milan è ai playoff e resta in corsa per i primi otto posti, e lo deve anche a Camarda.
Marco Pasotto


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - LEAO, GOL DA GENIO. ABRAHAM SI RISCATTA, CHE IMPATTO DI CAMARDA
Il Milan batte per 2-1 la Stella Rossa e prosegue il suo cammino in Uefa Champions League. Queste le pagelle dei giocatori rossoneri scesi in campo nel sofferto successo contro i serbi, arrivato nel finale di partita grazie al gol di Abraham, ma anche grazie all'ingresso di Francesco Camarda.
MAIGNAN 6.5: nel primo tempo manda la palla sulla traversa con le preghiere. A inizio secondo tempo dice di no, di posizione, a Mimovic dimenticato totalmente da Theo Hernandez. Incolpevole sul gol di Radonjic, che fa partire un missile imparabile.
CALABRIA 6: gioca una buona partita. Disegna il cross che Abraham cestina per quello che poteva essere il potenziale 2-0 rossonero. Titolare dopo parecchio, di sicuro dà più certezze. (dall’83’ EMERSON ROYAL sv).
GABBIA 6: attento, la Stella Rossa non è che produca così grandi pericoli. THIAW 6: l’affinità tecnica con Gabbia cresce partita dopo partita. Attento su un back door nel secondo tempo.
THEO HERNANDEZ 5.5: altra serata sotto la sufficienza, sia in fase offensiva sia in fase difensiva. Una triste costante che non fa bene a nessuno.
FOFANA 6.5: il solo pallone con cui spalanca la strada a Leao per il gol del vantaggio milanista è una delizia per gli occhi. È il solito leader della mediana, sia con Reijnders sia con Musah accanto.
REIJNDERS 5.5: non una sera di quelle da ricordare per Tiji che, a parte qualche fiammata, fa fatica ed emergere.
MUSAH 5: non è un esterno offensivo e lo si vede, perché quando arriva al limite, non sa cosa deve fare. Troppo molle sul pallone perso in occasione del gol del pareggio della Stella Rossa. (dall’83’ CAMARDA 6.5: entra, accende San Siro, costringe Guetsa alla paratona che poi porta al gol di Abraham e si sbatte come un matto. Avessero tutti la sua attitudine…).
LOFTUS-CHEEK 5.5: fuori per un problema muscolare, non impressiona nei minuti in cui è in campo. (dal 28’ CHUKWUEZE 5.5: non di certo un impatto di quelli da ricordare sulla partita, con tanti errori tecnici).
LEAO 7: sblocca la partita con un gol bellissimo: il lancio di Fofana premia, finalmente, uno dei suoi tanti corto-lungo. Lui poi ci mette tutto il suo talento con uno stop fantastico e un tiro con il mancino che non lascia scampo a Gutesa. In avvio di primo tempo il portiere serbo gli cancella il gol con una deviazione di tacco. Anche nel secondo tempo è l’unica luce dentro un Milan assai opaco.
MORATA 6: esce per un problema al flessore al termine di uno stint di gara dove ci mette la solita grinta e abnegazione nella fase senza palla. Speriamo non sia nulla di grave. (dal 29’ ABRAHAM 6.5: la chance che cestina al 54’ grida ancora vendetta anche se Dijga, in caduta, gli chiude molto spazio di tiro. Ma da pochi metri, poteva fare meglio. Si rifà nel momento più delicato della partita, con il gol del 2-1 che riaccende l’entusiasmo di San Siro e regala tre punti al Milan che sono vitali per centrare la qualificazione diretta agli ottavi di Champions League).
ALL. FONSECA 6: è un Milan che vince, ma continua a non convincere nel gioco e nelle idee. Porta a casa una vittoria fondamentale per la classifica, ma c’è poco di cui sorridere se non l’attitudine di Abraham, l’ingresso elettrico di Camarda e un Leao che predica nel deserto.


dal sito www.gazzetta.it

CAMARDA ENTRA E FA VINCERE IL MILAN: IN SERIE C FATICA, MA A SAN SIRO È GIÀ UN IDOLO
Il bene della squadra, gli obiettivi del gruppo, l'importanza del collettivo: tutti concetti nobili e imprescindibili per una squadra di pallone, ma vai a raccontarlo a un ragazzo di 16 anni che per due volte accarezza la favola del primo gol in Champions e per due volte gli si strozza l'urlo in gola. Ora, chiamarla maledizione è probabilmente eccessivo perché in entrambi i casi il Milan ha vinto e quindi sì, certo, la squadra viene prima dei singoli. Però, insomma, in termini personali diciamo che fino a questo momento le stelline della Coppa Campioni per Francesco Camarda non hanno brillato molto. Fonseca lo butta dentro al minuto numero 38 di un secondo tempo che stava andando nell'unico modo in cui non doveva: Milan impaurito, contratto, e acciuffato sul pari dalla Stella Rossa. Quando Francesco entra è come una scintilla che riaccende lo stadio. Il Meazza si rianima urlando il suo nome. L'affetto della gente rossonera per questo ragazzo è qualcosa di smisurato e viene ricompensato nello spazio di quattro minuti. Chukwueze crossa da destra e Francesco salta. Salta in alto prendendo il tempo al difensore. Anticipo secco, testa che ruota, pallone che finisce sul guanto del portiere Gutesa e da lì sulla traversa, per poi planare sul piede di Abraham, che infila la porta serba. Su quel tabellino resterà impresso il nome di Tammy, ma la genesi del gol l'ha firmata Camarda. Non per nulla Abraham poi se lo va a coccolare, dicendogli molto chiaramente "è merito tuo". Pochi minuti, fino al fischio finale liberatorio, ma intensi. Francesco lotta, sgomita, tenta un destro che si spegne fra le braccia del portiere. È un ragazzo in fiducia, e lo si vede chiaramente. Col Milan Futuro qualche giorno fa aveva sbagliato un rigore: forse ha davvero ragione Fonseca quando dice che per ragazzi come lui paradossalmente è più facile giocare in prima squadra che in Serie C. (Marco Pasotto)

FONSECA SPAZIENTITO, MA CON CHI CE L'AVEVA? THEO SOTTO ACCUSA, MA NON È L'UNICO
Fonseca ama suonare la batteria e sa che, certe volte, bisogna picchiare forte. Le sue interviste dopo la partita con la Stella Rossa cambieranno inevitabilmente la stagione del Milan: sono state garbate, come sempre, ma i concetti sono fortissimi e, soprattutto, lui è sembrato stanco. Fonseca avrebbe potuto limitarsi a frasi di circostanza, invece ha attaccato la squadra, a costo di mettere a rischio il suo futuro al Milan. Sì, ma che cosa voleva dire? Con chi ce l'aveva? Il significato dei suoi discorsi, piuttosto esplicito, gira intorno a una parola: atteggiamento. Fonseca pensa che la squadra sia forte ma vuole più impegno, più dedizione, più concentrazione da alcuni giocatori. E lo fa capire chiaramente dalla seconda giornata, dopo la sconfitta di Parma: "Sono deluso - disse -. Difficile spiegare il nostro atteggiamento difensivo". Il concetto, tre mesi e mezzo dopo, non è cambiato granché. L'atteggiamento di Fonseca, nemmeno: va dritto e forte. Questa volta ha scelto di chiamare i giocatori alle loro responsabilità. I destinatari non sono esplicitati e questa è la grande premessa. Qualcosa però si può dire. Primo: Fonseca si riferisce a 2-3 giocatori, non a tutta la squadra. Secondo: si discute anche dell'atteggiamento in allenamento, non solo in partita. Terzo: l'allenatore ha paradossalmente un rapporto più difficile con i senatori. Fonseca non è contento dell'applicazione di Theo Hernandez. Calabria ieri è uscito con la fascia al braccio visibilmente scontento per il cambio. Tomori ha addirittura preso un giallo mentre si scaldava: squalificato per la prossima partita senza giocare. La questione, a questo punto, è capire come cambieranno i rapporti tra l'allenatore e la squadra. Fonseca e i giocatori si rivedranno 12 ore dopo le parole in conferenza stampa e non potranno girarci intorno. Una direzione andrà presa e la frattura andrà ricomposta, se il Milan vorrà ripartire. L'orgoglio dei giocatori, chiamato pesantemente in causa dalle parole sui ragazzi di Milan Futuro e Primavera, dovrà intervenire e per il Milan è meglio così. (Luca Bianchin)

CALABRIA AL CAMBIO IGNORA FONSECA
Al cambio con Emerson Royal, Davide #Calabria è uscito tra i fischi di San Siro. Non si è, come solitamente accade, avvicinato a Fonseca per la classica stretta di mano post sostituzione, ma, proprio per evitare l'incontro con l'allenatore, ha costeggiato la panchina sui limiti dell'area tecnica. Fonseca lo ha rincorso per salutarlo, ma Calabria non lo ha degnato di uno sguardo. Il tecnico rossonero è riuscito solo a dargli una pacca sulla spalla senza, però, ricevere risposte in cambio. Evidente l'arrabbiatura di Calabria per il risultato, per i fischi ricevuti e per il cambio.

Fonseca a Sky: "Non sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto stasera come prestazione. Per me non conta solo il risultato: abbiamo vinto e siamo in una buona posizione, ma non mi è piaciuto l'atteggiamento. Ho la sensazione che non si faccia tutto per vincere la partita. Di cosa non sono soddisfatto? Prima devo parlare con la squadra, ma per me queste cose sono chiare. Non è una questione tattica e tecnica. Arriviamo a una partita decisiva per noi con la sensazione di non fare tutto per vincere ed è la peggiore sensazione. Sono stanco di lottare contro queste cose. Atteggiamento dei giocatori? Avere questa sensazione che non fai tutto per vincere è la peggior sensazione. La nostra squadra è una montagna russa, oggi stai bene domani non lo so."