dal sito www.gazzetta.it
THEO LA COMBINA GROSSA: IL MILAN RESTA IN 10 E IL FEYENOORD LO SBATTE FUORI DALLA CHAMPIONS
Non basta il gol di Gimenez dopo 37". Hernandez, espulso al 6' del secondo tempo, lascia un ottimo Milan in 10. Gli olandesi segnano di testa e, con il gol dell'andata, vanno agli ottavi dove troveranno Inter o Arsenal. Delusione enorme per Conceiçao
La notte del giudizio è nera, senza le stelle di una Champions che si perde nel buio di San Siro e che – di questo passo – potrebbe tornare soltanto nel 2026. Notte scura, giudizio spietato e inappellabile: il Milan saluta l’Europa più ricca e luminosa e le dà l’arrivederci a data da destinarsi. Se succede questo, però, non è per merito degli avversari, ma per un evidente autolesionismo. Iniziato a Zagabria, dove sono sfumati gli ottavi diretti ed è sopraggiunto lo sgradevole sovraccarico dei playoff. Proseguito a Rotterdam, con una prestazione non degna di un doppio confronto a eliminazione diretta. E completato a San Siro grazie a una follia di Hernandez, che dopo cinquanta minuti di gioco ha lasciato i compagni in dieci. Questo pareggio che condanna il Diavolo arriva nel segno del numero 19 rossonero – due ammonizioni folli - e dei suoi capelli rosa shocking. Per poter pronunciare ancora la parola Champions nel 2025 non resta che proseguire la salita in campionato: la pendenza non è banale.
LE SCELTE — Conceiçao dunque ci ha riprovato: dentro tutti i Fab Four come a Rotterdam, compreso Pulisic che pareva destinato alla panchina. E sorpresa in mediana: accanto a Reijnders si è piazzato Musah e non Fofana. In difesa Thiaw preferito a Tomori. Ma ha stupito anche Bosschaart: al centro dell’attacco, privo dell’infortunato Ueda, non ci è andato Carranza ma Redmond, 18enne classe 2006 al debutto in Champions e con sole tre presenze in prima squadra. Alla sua sinistra Paixao, passato in sei giorni da mvp a spettatore non pagante. Il Milan aveva una sola opzione per rimettersi in linea di galleggiamento: buttarsi verso la porta di Wellenreuther e cercare di indirizzare la sfida il prima possibile. Un piano gara obbligato e allo stesso tempo complicato per una squadra che ama regalare con generosità i primi tempi agli avversari. Stavolta l’obiettivo è stato raggiunto al di là di ogni più rosea previsione: cross sul secondo palo di Pulisic per la torre di Thiaw, che l’ha sistemata sulla testa di Gimenez, bravo e scaltro a prendere il tempo a Beelen. Il cronometro segnava 37 secondi di gioco e mentre Santi festeggiava chiedendo scusa ai suoi vecchi tifosi – gol nella porta sotto il settore ospiti – il Milan e San Siro speravano che nell’aria, finalmente, ci fosse qualcosa di diverso.
PRESSIONE — Il gol all’alba del match infatti non ha generato effetto sazietà, anzi ha aperto lo stomaco al Diavolo che si è installato nella metà campo olandese grazie a una pressione arcigna e ben eseguita. Viene da chiedersi se ci volesse tanto per riuscirci, ma nel Milan di quest’anno restano domande senza una risposta chiara. Un gol preso in questo modo, è chiaro, per il Feyenoord è stato una randellata dolorosissima. Un cazzotto alla bocca dello stomaco che ha tolto certezze e fiato ai ragazzi di Rotterdam, anche perché il Milan, soprattutto nella prima mezzora, ha concesso praticamente nulla. Giusto un paio di percussioni sulla destra, non banali ma smarrite al momento dell’ultimo passaggio. Feyenoord non pervenuto sulla corsia mancina, dove al De Kuip Paixao aveva fatto impazzire il Diavolo. Stavolta il brasiliano ha giocato più accentrato, per supportare il baby Redmond, e si è smarrito fra le maglie rossonere, irriconoscibile. Milan efficace in pressione, dicevamo, e nei raddoppi. Musah ha dato una mano robusta a Walker e anche a Thiaw su Paixao, Joao Felix è arretrato regolarmente per intralciare la costruzione olandese.
TRATTENUTA — Lo stacco netto dal primo round di Rotterdam è stato chiaro anche nella produzione della fase offensiva, e questo aumenta ulteriormente la rabbia. Il Milan è riuscito a entrare in area e a costruirsi potenziali occasioni da gol in diverse circostanze, molte delle quali passate dai piedi di Leao, al limite dell’immarcabile per il povero Read. Un Milan pericoloso insomma, capace di usare tecnica e qualità. Ci ha provato Joao Felix, alto di poco dopo un controllo volante extralusso (18’), poi Hernandez ha preso il palo esterno (23’), mentre Leao è stato murato dal portiere (43’). Attenzione però al minuto numero 44: Theo prende per la maglia Moussa, solo che la trattenuta dura diversi secondi ed è fatta con rabbia. Impossibile per Marciniak non mostrargli il giallo, assolutamente evitabile. Il Milan inizia con intensità anche la ripresa, fino a quando Hernandez mette la ciliegina su una stagione di desolante pochezza: Leao lo lancia in area e il francese invece di inseguire il pallone decide di schiantarsi sul prato senza che Read lo sfiori. Marciniak, arbitro d’esperienza, non abbocca e gli mostra il secondo giallo.
LA MOSSA — Le speranze di qualificazione rossonere fondamentalmente si incagliano qui perché sono passati solo sei minuti del secondo tempo e all’appello per il Diavolo mancherebbe ancora un gol. O quanto meno, occorrerebbe difendere il vantaggio. Una salita troppo ripida. La partita ovviamente cambia subito inerzia e la palla diventa olandese. Al 63’ Conceiçao toglie Pulisic per Bartesaghi, sette minuti dopo Gimenez per Fofana. Nel frattempo Bosschaart inserisce Carranza, che diventa la mossa vincente: cross di Bueno per la testa dell’argentino, a segno di testa tra Pavlovic e Bartesaghi. Non è ancora una partita chiusa in realtà, perché il Milan ci prova fino alla fine ma lo scorrere del cronometro annebbia i pensieri e appesantisce le gambe, dai piedi escono soluzioni improbabili e una sequenza infinita di errori negli appoggi. Dopo il fischio finale, si accende una rissa che coinvolge più o meno tutti: un triste epilogo per una tristissima partita che avrebbe dovuto finire diversamente.
Marco Pasotto
dal sito www.milannews.it
LE PAGELLE - THEO DA 3. CONCEIÇAO SBAGLIA TUTTI I CAMBI. JOAO FELIX INDECOROSO
MAIGNAN 6: partita serena se non fosse per il gol che prende, sul quale non può fare nulla.
WALKER 6: ordinato, non deve spingere più di tanto perché le consegne tattiche sono chiare. Deve alzare il baricentro nello scarno assalto finale.
THIAW 6.5: è il regista arretrato della squadra e il Feyenoord gli concede sempre la prima impostazione. Lui non si fa pregare e ora sventaglia e ora imbuca. Suo l’assist per il gol di Gimenez.
PAVLOVIC 6: mezzo voto in meno di Thiaw solo per il posizionamento non perfetto sul gol di Feyenoord. Si dimostra perno della difesa con tanti anticipi e letture di spessore.
THEO HERNANDEZ 3: al posto di mettere storie con canzoni dal contenuto rivedibile, sia nel testo sia nel titolo, pensasse a cambiare la testa, l’approccio e la lettura delle partite. Prende due gialli da taglio dello stipendio, lasciando la squadra in 10 contro 11 con una simulazione che non è accettabile. Si faccia un esame di coscienza approfondito e chieda scusa. Nel primo tempo, inoltre, si mangia il gol del potenziale 2-0 a pochi metri dalla porta di Wellenreuther.
MUSAH 5.5: quando vuole fare più del suo, sbaglia. Conceiçao lo sposta in diversi ruoli per emergenza, ma essere polivalente non sempre è un bene. (dall’83’ CHUKWUEZE SV)
REIJNDERS 5.5: parte bene, con un primo tempo positivo e una bella diagonale difensiva. Nel secondo tempo, specie dopo il rosso a Theo, patisce la risalita del Feyenoord. (dall’83’ ABRAHAM SV)
PULISIC 5.5: prova a fare qualcosina nel primo tempo, ma si vede che non è al top. (dal 62’ BARTESAGHI 5: preso in mezzo sul gol del Feyenoord. Basta quello che inquadrare la sua partita).
JOAO FELIX 4.5: troppo lezioso, troppi cotillon e troppa poca concretezza, anche nei momenti delicati. Anche lui, nel primo tempo, ha una bella chance per il raddoppio, ma non becca la porta. Secondo tempo indecente e viene una domanda: deve giocare per forza?
LEAO 6: dà la sensazione di essere in grande serata e regala strappi e numeri. Un’occasione fallita anche per lui nel primo tempo. Nel secondo si trova orfano per gran parte della frazione per i cambi senza senso di Conceiçao.
GIMENEZ 6.5: non tradisce e sblocca la partita dopo 45 secondi, deviando nella porta del Feyenoord la torre di Thiaw. Si sbatte tantissimo e detta diverse volte il passaggio ai compagni. È vittima dell’espulsione di Theo, perché la squadra non produce più come nel primo tempo e Conceiçao lo sceglie per far posto a Fofana. (dal 71’ FOFANA 6: il suo ingresso è tardivo, perché Conceiçao doveva metterlo subito dopo l’espulsione di Theo. Fa quello che può).
All. CONCEICAO 4: è vero che Theo Hernandez gli rovina il piano partita, ma sbaglia tutti i cambi. Togliere Gimenez quando devi comunque segnare un altro gol è un atto scellerato, specie se il campo c’è un Joao Felix che pascola e combina danni. Il voto è una sommatoria di Zagabria e la gara d’andata, perché il Milan è passato da essere tra le prime otto agli spareggi dove è stato eliminato dalle riserve del Feyenoord.
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