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6 ottobre 2024, Fiorentina vs Milan 2-1




dal sito www.milannews.it

VERSO FIORENTINA-MILAN: TORNA MORATA DAL 1'. AVANTI CON GABBIA-TOMORI
Passano le partite ma Paulo Fonseca non ha intenzione di fare cambi alla formazione titolare. Contro la Fiorentina il tecnico portoghese confermerà gli undici che hanno giocato le ultime partite, con l'aggiunta di Alvaro Morata, non al meglio in settimana e partito dalla panchina in Champions League: lo spagnolo è recuperato pienamente e come ci ha abituati giocherà poco dietro a Tammy Abraham nell'attacco rossonero. A completare il reparto offensivo: a destra Pulisic, a sinistra Leao. A metà campo torneranno a giocare uno accanto all'altro Fofana e Reijnders, coppia sempre più rodata. In difesa, a destra ci sarà ancora una volta Emerson Royal visto che Calabria è indisponibile per una lesione di basso grado al soleo del polpaccio sinistro.
Il capitano sarà sottoposto a controllo fra sette giorni. Non saranno convocati nemmeno Luka Jovic e Ruben Loftus-Cheek. Il serbo non farà parte della squadra per un sovraccarico in zona pubica; risentimento al flessore destro per l'inglese. L'unico ballottaggio sembrava relativo alla retroguardia tra Tomori e Palovic, ma le parole di Paulo Fonseca in conferenza stampa hanno tolto ogni dubbio su quale sarà la coppia centrale. A sinistra c'è Theo. In porta c'è ovviamente Mike Maignan, che sta tornando a livelli importantissimi.

MILAN 4-2-3-1
16 Maignan
22 E.Royal. 46 Gabbia 23 Tomori 19 Theo Hernandez
29 Fofana 14 Reijnders
11 Pulisic 7 Morata 10 Rafa Leao
90 Abraham
A disposizione: 25 Raveyre, 96 Torriani, 31 Pavlovic, 28 Thiaw, 42 Terracciano, 20 Jimenez, 80 Musah, 18 Zeroli, 17 Okafor, 21 Chukwueze, 73 Camarda. All. Paulo Fonseca
Squalificati: Bartesaghi
Diffidati: nessuno
Indisponibili: Bennacer, Florenzi, Sportiello, Calabria, Loftus-Cheek, Jovic



dal sito www.gazzetta.it

CARDINALE DEVE RIDARE 680 MILIONI A ELLIOTT: LA VIA DEL RIFINANZIAMENTO
Il Milan gode di ottima salute: l’assemblea dei soci celebrerà il secondo bilancio consecutivo in utile. Il Milan non ha debiti finanziari di rilievo. Ma il suo azionista di maggioranza sì, e questo rende incerte le prospettive, non tanto sul club quanto sulla sua catena di controllo. Red Bird, il fondo gestito da Gerry Cardinale che attraverso il veicolo olandese Acm Bidco detiene il 99,93% della società rossonera, nel 2022 finalizzò l’operazione di acquisto potendo contare un “vendor loan”, cioè un prestito concesso da Elliott in cambio del pegno sulle azioni del Milan. E i patti prevedono che entro il 31 agosto 2025 Red Bird rimborsi il finanziamento. Quanti soldi? I 550 milioni di quota capitale (i 560 si sono ridotti) più gli interessi a un tasso dell’8%, un totale di circa 680 milioni. Il “vendor loan” ha rappresentato quasi la metà dell’enterprise value, pari a 1,2 miliardi, assegnato al Milan all’atto dell’affare. Su Red Bird, che ha investito i restanti 650 milioni attraverso i propri sottoscrittori, pende questa spada di Damocle. Tra meno di un anno dovrà trovare il cash necessario a ripagare Elliott. Questo può giustificare possibili manovre per cedere quote di minoranza. L’alternativa sarebbe quella del rifinanziamento con Elliott. Elliott ha avuto il merito di salvare il club da uno stato pre-fallimentare, subentrando a Li Yonghong nel 2018. Salvataggio e risanamento. Nel quadriennio di gestione della famiglia Singer, la proprietà ha immesso 565 milioni coprendo le perdite ed abbattendo il debito. Il deficit è passato dai 194,6 milioni del 2019-20 ai 96,4 del 2020-21 ai 66,5 del 2021-22. A quel punto, con un Milan scudettato e in Champions, il testimone è stato ceduto a Red Bird che ha festeggiato il primo utile (6,1 milioni al 30 giugno 2023). Con i ricavi caratteristici stabilmente sui 400 milioni e la maxi-plusvalenza di Tonali, anche l’esercizio 2023-24 ha fatto registrare un profitto (+4,1). Al 30 giugno 2024 il patrimonio netto consolidato è salito a 196 milioni (nel 2022-23 Red Bird ha versato 40 milioni). (Marco Iaria)





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(La "Gazzetta dello Sport" del 6 ottobre 2024)




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A causa dei lavori di ristrutturazione che interessano alcuni settori dello stadio di Firenze -con conseguente riduzione della capienza relativa al settore ospiti a 250 unità-, il Gruppo Maglia Rossonera OFC oggi non sarà presente. Di seguito alcune bellissime immagini Amarcord relative a tifosi rossoneri in Curva Ferrovia per Fiorentina vs Milan 1-1 dell’11 settembre 1977, prima giornata del campionato di Serie A 1977-78 …

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Lo striscione della Curva Sud a Firenze in ricordo
di Luciano Vivenzio (alias 'Rececconi'), storico
ultras napoletano dei Fedayn E.A.M., venuto a mancare nei giorni scorsi
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Il bellissimo gesto di Yacine Adli
verso il settore ospiti


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VIDEO della partita
(da Sky Sport)



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VIDEO 1
Lancio di fumogeni dalla curva della Fiorentina verso il settore ospiti
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VIDEO 2
Il disappunto di Paulo Fonseca nel post partita




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Spazio Milan, Milan Press, Calciomercato.com, Milanismo, Pianeta Milan, aimc.eu
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(I giornali del 7 ottobre 2024)



dal sito www.gazzetta.it

IL MILAN SI BUTTA VIA: SBAGLIA DUE RIGORI E LA FIORENTINA SI PRENDE I TRE PUNTI
La Viola porta a casa una partita pazza - tre in tutto gli sbagli dagli undici metri: Kean, Hernandez, Abraham - e interrompe la striscia di tre successi di fila rossoneri. Gol dell'ex Adli, Pulisic e Gudmundsson. A fine match rosso per Theo
Il Milan cestina la possibilità di salire al secondo posto in classifica e, dopo il ko in Champions a Dortmund, perde anche a Firenze. Interrotta la striscia di tre affermazioni consecutive in campionato e per Fonseca è di nuovo notte fonda. Il portoghese, tradito dagli errori dal dischetto di Theo Hernandez e Abraham, vivrà una sosta... molto lunga. Come quella di settembre quando la sua panchina era a rischio. Perché i rossoneri lontano da San Siro non riescono a vincere e soprattutto concedono troppo. Così è impossibile sognare non solo lo scudetto, ma forse anche la qualificazione alla prossima Champions. Gli strafalcioni rossoneri, però, non devono far passare in secondo piano la prova tutta cuore della Viola, salvata dalle parate di De Gea, ma orgogliosamente in partita fino alla fine e decisa a prendersi i tre punti (meritati) che la portano in una posizione più tranquilla.
EMOZIONI — Palladino fa un'autentica rivoluzione rispetto alla gara di giovedì in Conference: l'unico superstite è Adli, mentre gli altri dieci sono tutti nuovi. Fonseca invece cambia un solo uomo rispetto a martedì a Leverkusen: Morata per Loftus-Cheek, con la squadra che è la stessa rispetto alle ultime tre vittorie in campionato. I viola difendono con due linee da quattro molto strette e con Gudmundsson un passo indietro rispetto a Kean, cercato nelle ripartenze con lanci lunghi. I rossoneri cercano di fare il match: Leao fa ammonire Dodo, ma ad andare vicino al gol è Morata, con un colpo di testa su cross di Emerson. La Fiorentina, però, non si fa intimorire e, dopo una botta da fuori (alta sopra la traversa) di Colpani, Dodo conquista un rigore per un ingenuo fallo di Theo Hernandez. Kean si prende il pallone e non lo lascia a Gudmundsson, che aveva segnato contro la Lazio, ma Maignan blocca la conclusione del centravanti azzurro. La sveglia non suona abbastanza forte per il Milan che continua a difendere in maniera troppo soft e subisce gol sugli sviluppi di un fallo laterale, con l'ex Adli che riceve, salta Pulisic e imbuca con un gran diagonale. Secondo gol in 72 ore dopo quello in Conference. I toscani non si accontentano e Colpani va vicino al raddoppio, ma prima del termine della prima frazione il Diavolo ha la chance di pareggiare dagli undici metri, per un fallo di Ranieri su Reijnders, che si inserisce bene in area sulla verticalizzazione di Pulisic. Dal dischetto, però, Theo Hernandez si rovina il compleanno facendosi parare il tiro da De Gea che poi neutralizza anche una conclusione ravvicinata di Abraham.
SUPER DE GEA — Il Milan inizia la ripresa con il piede sull'acceleratore perché Fonseca negli spogliatoi si fa sentire. La pressione è più alta e la Viola fa più fatica a palleggiare e a ripartire. Kean regala un altro rigore con un fallo ingenuo su Gabbia, ma ci pensa ancora super De Gea a... salvare la patria: record penalty parato, tanto per spiegare perché è stato anni titolare nel Manchester United. La marea milanista però monta sempre più: il tecnico portoghese chiede ampiezza e proprio su un cross dalla sinistra di Theo Hernandez, Pulisic con una prodezza al volo insacca in diagonale l'1-1. Rete bellissima da far vedere nelle Scuole Calcio. Kean continua la sua serata da dimenticare fallendo il 2-1 da ottima posizione, ma ha il merito di riscattarsi parzialmente servendo, su "buco" di Tomori, il pallone del vantaggio a Gudmundsson. Il Franchi esplode di entusiasmo, mentre Fonseca, che ha da poco sostituito Leao con Okafor, non crede ai suoi occhi. Il Milan, con in campo anche Chukwueze (ma due sole sostituzioni effettuate), prova l'ultimo assalto, ma De Gea dice aggiunge ai due rigori disinnescati anche altre due parate importanti sul nigeriano ex Villarreal e su Abraham. Finisce con Kean che vede stamparsi sulla traversa il tiro del 3-1 e con Palladino, espulso per proteste, che festeggia una vittoria meritata. Per il Milan invece è di nuovo notte fonda.
Andrea Ramazzotti


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE - THEO UN DISASTRO CON ESPULSIONE FINALE. GABBIA CERTEZZA. FONSECA MALE
Il Milan esce sconfitto dal Franchi di Firenze contro la Fiorentina ed la quarta sconfitta in un mese, la seconda in campionato dopo quella di Parma, e fallisce l’aggancio al secondo posto. Queste le pagelle milaniste:
MAIGNAN 6: tiene a galla il Milan parando il rigore di Moise Kean. Impossibile fare qualcosa sul tiro di Adli che accarezza la base del palo e si infila alle sue spalle. Gudmundsson lo fucila prendendolo in contro tempo.
EMERSON ROYAL 5: primi quarantacinque minuti attenti e propositivi. Centra dei versi cross interessanti, sui quali i compagni provano a girare il pallone verso la porta di De Gea. Poi inanella alcuni errori tecnici che ne fanno crollare la valutazione.
GABBIA 6.5: Kean bazzica principalmente nelle zone di Tomori, ma lui è sempre attivo e attento. Spesso è quello più pronto sulle palle inattive a cercare di andare di testa. Del pacchetto arretrato è quello più positivo, prendendosi anche il rigore che poi Abraham si fa parare da De Gea.
TOMORI 4.5: Kean lo sfida diverse volte in velocità, ma quello è il suo terreno di caccia preferito. Ma l’errore clamoroso è sul gol di Gudmundsson non è concepibile in nessuna categoria del mondo.
THEO HERNANDEZ 4: primo tempo imbarazzante. Entra malissimo in partita e si vede dallo sguardo che ha. Prima causa il rigore per la Fiorentina, dormendo malamente sulla pressione di Dodò e calciandogli il piede. Maignan salva tutto. A fine primo tempo si prende la responsabilità di calciare il rigore del potenziale pareggio, ma se lo fa parare da De Gea, che sembra gelarlo fin dal momento della rincorsa. Disegna il cross che diventa assist per il gol di Pulisic. Si fa espellere nel finale di partita per proteste. Così non va bene per nulla.
FOFANA 6.5: tante letture preventive, specie quando la Fiorentina sale di ritmo dopo la prima sfuriata del Milan. Recupera un sacco di palloni e nella ripresa, in certi frangenti, è dominante.
REIJNDERS 6: è sempre pronto a ricevere palla, specie da Leao, quando il Milan sviluppa sul centro sinistra. Bravissimo con il taglia-fuori a prendere posizione su Ranieri e a prendersi il rigore sbagliato da Theo. Nel secondo tempo cerca di alzare il ritmo.
PULISIC 6: non sembra lui nel primo tempo. Spesso fa da posto di blocco ai passaggi dei compagni che vorrebbero andare direttamente da Royal. Piuttosto balneare l’opposizione su Adli in occasione del gol dell’1-0 della Fiorentina. Rifinisce l’azione che porta Reijnders a prendersi il rigore poi malamente fallito da Theo. Segna un gol bellissimo che pareggia i conti. Esce e non gradisce. (dall’82 CHUKWUEZE SV).
MORATA 5.5: svaria tanto, come da ruolo e richieste, cercando di aprire la manovra milanista. Suo il colpo di testa della prima palla-gol del Milan nel primo tempo su cross di Royal. Fatica, nel secondo tempo, ad essere incisivo.
LEAO 6: il compagno di merende della Theao è totalmente fuori fase e allora lui si mette in proprio, quando riesce. Causa il giallo di Dodò, scartavetra la punta delle dita di De Gea e cerca spazi nuovi dove scaricare i suoi cavalli. Nel primo tempo è anche diligente in fase difensiva. Anche nel secondo tempo, quando gli arriva il pallone, crea qualcosa come l’assist per Pulisic, fermato da Ranieri in extremis. Poi Fonseca lo toglie, questa volta inspiegabilmente. (dal 73’ OKAFOR 6: nell’unico spunto della partita, apparecchia per Abraham).
ABRAHAM 5: la gabbia della Fiorentina gli toglie respiro e spazi. Entra nella bellissima azione con cui il Milan si prende il rigore nel finale di primo tempo. Sbaglia quello del potenziale 1-1 e si divora anche un’altra occasione sulla quale De Gea para con i piedi una conclusione molle e anche sull’assist di Okafor, incespica.
ALL. FONSECA 5: “siamo ancora lontani dal Milan che voglio”. Si ma siamo a ottobre e qui siamo tornati al punto di partenza. Un Milan che non la capacità d’avere una continuità dentro la partita. Anche contro la Fiorentina si sono viste cose a tratti, con un’assenza di cattiveria e di gioco non accettabili. C’è sempre quella sensazione che manchi più di qualcosa, anche a livello di mentalità, per svoltare definitivamente. L’effetto derby è già finito?



dal sito www.gazzetta.it
7 ottobre 2024

MILAN, CHE CAOS DAL DISCHETTO
Scene che ci si potrebbe aspettare in una partita di ragazzini. O in un torneo dopolavoristico. E invece. Invece non solo sono successe su un campo di Serie A - peraltro non era certo la prima volta e ovviamente non sarà l’ultima -, ma il Milan è riuscito nell’impresa di ritrovarsi due volte nel caos su altrettanti rigori nell’arco della stessa partita. Doppia insubordinazione. Notevole, per essere una squadra che sta cercando di uscire dalle sabbie mobili. Oppure, leggendola da un’altra angolazione, quel caos è stato generato proprio dal momento complicato Di certo, dopo il tristemente celebre cooling break di Roma, è stata servita un’altra brutta figura perché vedere compagni di squadra che si rubano il pallone dalle mani per tirare un rigore non restituisce l’immagine di un club con ambizioni di alto livello. Aggravante: se poi quei rigori vengono buttati nello scarico degli spogliatoi, il patatrac diventa totale e non arginabile. Prima cartolina: minuto 44, Ranieri affonda Reijnders, Pairetto fischia il rigore, Morata prende il pallone e Hernandez glielo sfila. De Gea intuisce e para. Seconda cartolina: minuto 54, Kean colpisce il piede di Gabbia, Pairetto assegna un altro rigore, Tomori si impossessa della palla e la consegna fra le mani di Abraham che, avvicinato da Pulisic, “rimbalza” il compagno in modo anche abbastanza brusco. Della serie: via tutti, ho deciso che tiro io. I nomi di chi dovrebbe andare a calciare dagli undici metri sono quelli di Pulisic, Hernandez e Morata. Perché non ha mai calciato Pulisic? Perché ha calciato Abraham? Perché i giocatori si sono rubati la palla come ai giardinetti? Perché non è intervenuto Fonseca? Perché Pulisic non si è imposto? Perché in campo non è intervenuto il capitano? Beh, soprattutto per quest’ultima domanda la risposta è evidente: il capitano è proprio uno di coloro che ha deciso in autonomia di calciare un rigore al posto di Pulisic, che è il primo rigorista della squadra. (Marco Pasotto)



dal sito www.gazzetta.it
7 ottobre 2024

Paulo Fonseca in conferenza stampa: "Non mi piace parlare dell'arbitraggio, ma questo non è calcio. Il calcio è fatto di contatti e un tocco non può essere sufficiente per dare rigore. Basta un semplice tocco, l'abbiamo visto anche in questo fine settimana. E poi diventiamo tutti nervosi e diventa un problema, questo è calcio non il circo. E non parlo solo del rigore dato contro, ma anche quelli dati a noi... Quanti rigori vediamo in Serie A? I passaggi di consegna per i rigori? Non deve succedere mai più, l'ho detto ai giocatori. Sono incazzato, il tiratore è Christian (Pulisic, ndr)".

Giornalista: “Cosa ne pensa dei tre rigori parati Mister? Due a voi e uno alla Fiorentina”. Fonseca: “Non voglio contribuire a questo circo. Non parlo di queste cose. Noi abbiamo avuto due rigori ma il calcio non è questo. Giocatori che vengono sfiorati e si da rigore. Si buttano a terra e si fischia. Il calcio è uno sport di contatto. Non parlo di questa roba”.



dal sito www.gazzetta.it
7 ottobre 2024

CAOS MILAN A FIRENZE

Una squadra sull'orlo di una crisi di nervi, oppure quell'orlo è stato superato e la crisi è certificata? A giudicare dalla partita, la risposta corretta parrebbe la seconda. E genera stupore affermare il concetto perché questo non è il Milan di inizio stagione. Fa effetto pensare all'abbondante quantità di nervosismo che ha macchiato la partita. Nervosismo in dimensioni sproporzionate rispetto a quello che era il bioritmo collettivo prima del fischio d'inizio. Leao nel primo tempo ha rimproverato un compagno reo di non averlo assistito come lui avrebbe voluto. Mentre la reazione di Tomori con Pairetto, dopo una trattenuta su Kean, è stata fuori luogo in termini di intensità e rabbia. Una rabbia da frustrazione. I siparietti sui rigori. Nel primo caso Hernández ha scippato palla a Morata che la stava portando sul dischetto. Il secondo episodio è più clamoroso perché Tomori ha preso il pallone e l'ha consegnato fra le mani di Abraham, che ha scansato il tentativo di Pulisic di prendersi quanto gli spettava. La reazione dello stesso Pulisic quando Fonseca l'ha sostituito con Chukwueze. Infine, la sceneggiata di Hernández dopo il fischio finale, a muso duro contro Pairetto. Con la fascia al braccio. Vale la pena inserire le parole di Fonseca: "I rigori? Sono inc..., il tiratore è Pulisic". L'allenatore ha certificato il fatto di non essere seguito nelle sue direttive. Spedire Gabbia (di nuovo) davanti alle telecamere non è stato sufficiente per tornare a una situazione di normalità. (Marco Pasotto)



dal sito www.gazzetta.it
7 ottobre 2024

Coltelli, sfollagente, aste. Questo l’arsenale scoperto ieri dalla Digos di Firenze su due pullman di tifosi provenienti da Milano per Fiorentina-Milan. I controlli sono scattati al termine della gara sui pullman parcheggiati nei pressi dello stadio Franchi. Gli investigatori hanno scoperto una dozzina di coltelli a serramanico e diverse aste alle quali erano attaccati dei drappi neri. In realtà, secondo la polizia, si trattava di tubi per uso idraulico da utilizzare all’occorrenza come oggetti contundenti in eventuali scontri. Il materiale è stato sequestrato e i tifosi sono stati identificati dalla polizia scientifica, ma al momento nessuno risulta denunciato. L’ipotesi di reato è possesso di armi, oggetti contundenti o comunque atti ad offendere e artifizi pirotecnici, in occasione di manifestazioni sportive, che è punito con la reclusione da sei mesi a 3 anni e con la multa da 1.000 a 1.500 euro. Previsto anche il Daspo.



dal sito www.gazzetta.it
8 ottobre 2024

MILAN, SERVE UNA SVOLTA
Lo sfogo di Paulo Fonseca contro i giocatori che non hanno rispettato le sue indicazioni su chi fosse il rigorista, è stato una sua scelta. Rendere pubblico il suo disappunto nei confronti della squadra per quel che riguarda la gestione dei due tiri dagli undici metri, ma più in generale per una prestazione molto diversa rispetto a quella contro il Bayer Leverkusen. Paulo è andato avanti per la sua strada. Perché? Voleva lanciare un messaggio indiretto ai giocatori: da adesso basta sconti e giustificazioni. Sia nel chiuso dello spogliatoio sia in pubblico. Stop a questa strana “autogestione” dei momenti chiave che alcuni leader hanno provato a imporre. Quello di Fonseca è un cambio di linea evidente rispetto a ciò che è successo prima della sosta di settembre, quando all’Olimpico era andato in scena... l’ammutinamento di Theo e Leao nell’ormai celebre cooling break. Stavolta però non potrà essere così perché la sfuriata di Fonseca prima nello spogliatoio e poi di fronte ai media non potrà passare inosservata: il segnale che ha lanciato stavolta non è stato... criptato e ora si aspetta una netta inversione di tendenza. La società è dalla sua parte e in questo momento è molto più arrabbiata con i calciatori che con l’allenatore. Perché sono loro ad andare in campo e a commettere errori imperdonabili come quelli che sono costati i gol della Fiorentina. Fonseca ha evitato di nominare i colpevoli di fronte ai giornalisti e nello spogliatoio. Non ha puntato il dito contro nessuno in particolare, ma piuttosto ha rimarcato le mancanze un po’ di tutti. Di certo finora Paulo si aspettava di più dai senatori. Soprattutto in termini di leadership all’interno del gruppo. Tomori è troppo nervoso e disattento, Leão è involuto in fase offensiva perché si sacrifica per coprire, Theo è anarchico, Morata dà molto in fase di pressing, ma ha segnato meno di quanto era lecito attendersi perché... spremuto. Pulisic ha un rendimento super, ma per carattere non trascina gli altri. Da qui la necessità di una scossa.



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8 ottobre 2024

I GIOCATORI DEL MILAN, PROFESSIONISTI DELLA RIBELLIONE SENZA RISPETTO PER TECNICO, CLUB E TIFOSI
Quasi per definizione, l’allenatore è il capro espiatorio. Non ci sono risultati? Colpa sua. La squadra gioca male? Colpa sua. I calciatori la fanno sempre franca: non vengono licenziati, hanno sempre una possibilità di rilanciarsi alla faccia del colpevole di ogni male, l’allenatore appunto, magari dopo che per quest’ultimo è arrivato l’esonero. Al Milan, da questo punto di vista, stiamo osservando un salto di qualità: a Fonseca vengono imputati anche i comportamenti sbagliati dei giocatori rossoneri. Fonseca nella preparazione della partita dà un’indicazione chiara, inequivocabile: il rigorista è Pulisic. La sorte vuole che i rossoneri, nella gara contro la Fiorentina, abbiano la possibilità di calciarne addirittura due, di rigori. Un evento quasi unico. Ebbene: il primo lo tira Theo Hernandez, il secondo Abraham. Si decide in campo, strappandosi il pallone di mano, roba da partitelle tra dopolavoristi o da campetto di quartiere. Il fatto che quei rigori vengano sbagliati entrambi dà ancora più enfasi all’evento, forse se in due avessero segnato almeno un gol l’eco sarebbe stata inferiore o nulla. Ma la sostanza non cambia: Fonseca dice una cosa, i giocatori fanno come vogliono. Theo e Abraham, con l’aggiunta di Tomori che ha consegnato al connazionale il pallone affinché calciasse il secondo rigore, hanno mancato di rispetto. A chi? A Fonseca, certo, ma non solo a lui. A Pulisic, che si è visto messo da parte da chi non aveva alcun diritto di farlo. Alla società, che paga un allenatore perché decida e non perché subisca le scelte dei suoi calciatori. E anche ai tifosi, che non meritano di vedere quelle scene da parte di chi ha la maglia rossonera addosso. È facile essere grandi professionisti quando c’è da godere di fama, prestigio, denaro. Certi privilegi impongono anche il rispetto delle regole, che peraltro in questo caso non sono nemmeno difficili da seguire. Dalla ribellione durante il cooling break a Roma fino alle sceneggiate dei rigori rubati a Firenze, i giocatori del Milan hanno mostrato il peggio. (Stefano Agresti)